22 Aprile 2008

Il bilinguismo a Fiume è andato “perso dopo gli anni ’70”

Un articolo di Krsto Babic, apparso su La Voce del Popolo di Fiume e segnalato sul newsgroup free.it.discussioni.istria.fiume.dalmazia, allarma i lettori sulla progressiva difficoltà degli italofoni in Quarnero a usare pubblicamente le lingue di Dante.

Per quanto i connazionali abbiano imparato a servirsi egregiamente della lingua croata, specie le giovani generazioni, continua ad essere per nulla facile esprimersi in una conversazione ufficiale. Quando si parla di bilinguismo è fondamentalmente l’adozione della lingua italiana nei servizi pubblici, traguardo al quale si deve puntare, e non tanto con l’affissione di qualche targa bilingue. […]

In passato in Municipio e nei tribunali di Fiume era possibile servirsi della lingua italiana ed erano pure disponibili le traduzioni ufficiali dei documenti istituzionali fondamentali come lo Statuto cittadino.

Nel secondo dopoguerra, fino alla fine degli anni Settanta del secolo scorso, a Fiume era in vigore persino il bilinguismo visivo e toponomastico. Lo testimoniano i numerosi monumenti bilingui eretti in omaggio alle vittime dell’oppressione nazifascista (ai difensori croati di etnia italiana che hanno preso parte alla Guerra patriottica il medesimo onore non è stato concesso).

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