6 Aprile 2008

La lettera di Romoli a Illy e Tondo

Quale sindaco di Gorizia mi rivolgo ai candidati alla presidenza della Regione: al presidente uscente Riccardo Illy e allo sfidante Renzo Tondo, e chiedo loro, in un momento di passaggio “epocale”, geopolitico ed economico, un forte e particolare impegno per la mia città. Lo faccio in nome di alcune riflessioni che ho maturato soprattutto in questi anni di attività politica in Parlamento, in Regione e oggi come pubblico amministratore. Lo faccio cercando di superare una serie di luoghi comuni ricorrenti che, attribuendo a Gorizia mirabolanti ruoli sovranazionali, hanno incantato l’opinione pubblica e la politica regionale, ma in realtà l’hanno relegata spesso al ruolo di semplice dirimpettaia di Nova Gorica.
Una sorta di mitologia delle parole…

e di nessun fatto concreto, che non ha prodotto nulla di nuovo e ha,
anzi, nei fatti, impedito di guardare realisticamente al suo ruolo di
centro direzionale di traffici e servizi in un’ottica regionale o di
quell’area vasta – di cui abbiamo parlato spesso in questi ultimi mesi
– che nel nostro caso comprende anche parte della vicina Slovenia.
A
queste vocazioni secolari, da perseguire con progetti e fatti concreti,
si aggiunge un preziosissimo, originale, complesso e fortunatamente
dinamico milieu culturale, che può trasformarsi in prezioso valore
aggiunto in termini turistici. La rinascita di Gorizia, secondo noi,
passa attraverso due aspetti principali. Uno interno, cui stiamo
lavorando con grande convinzione, deve derivare da una sempre più forte
coesione delle forze (enti e istituzioni) che vi operano (Comune,
Provincia, Camera di Commercio, Fondazione Carigo, eccetera). In
sostanza pensiamo che Gorizia debba trovare al suo interno la forza per
rinascere; d’altra parte, obiettivamente, non può essere abbandonata a
se stessa, in un momento storico inedito in cui  vengono a mancare
improvvisamente tutti o quasi quegli ammortizzatori e aiuti economici
che ne hanno garantito la sopravvivenza nel dopoguerra.
Il mito non si addice alla buona amministrazione: il grande “Progetto
per Gorizia” lo costruiremo noi goriziani, passo dopo passo, con le
nostre forze, le nostre ambizioni e la nostra responsabilità: ma
sottoponiamo a chi terrà le redini del Fvg per il prossimo quinquennio
alcuni problemi concreti che possono essere risolti solo con l’aiuto
della Regione. Anche in considerazione del fatto che la perdita delle
agevolazioni di Zona Franca, ora spalmate su tutto il territorio
regionale, hanno penalizzato principalmente l’area isontina.
Chiediamo che Gorizia divenga il centro direzionale della piattaforma
intermodale di interesse europeo, che si compone dell’autoporto di
Gorizia, dell’autoporto sloveno di Vertoiba, del Porto di Monfalcone,
dell’aeroporto di Ronchi dei Legionari, dello Scalo ferroviario di
Cervignano. Chiediamo inoltre che la struttura di San’Andrea possa
divenire zona di stoccaggio e smistamento delle merci, all’interno del
più ampio sistema della portualità Alto Adriatica. Strettamente legato
ai punti precedenti, ma non solo, vi è il rispetto della tempistica
(2011) già sancita dagli accordi siglati con Autovie Venete per la
trasformazione in autostrada del raccordo Gorizia-Villesse. Ne consegue
l’adeguamento della viabilità e dei servizi della stazione confinaria,
a seguito della qualificazione in asse autostradale del collegamento
viario. Sempre in un quadro di infrastrutture stradali indispensabili
allo sviluppo dell’area chiediamo la rettifica e il miglioramento della
sede stradale della SS 55 del Vallone, che collega Gorizia a
Monfalcone, così come il miglioramento della SS 56, che collega Gorizia
a Udine. 
Ma
Gorizia è anche l’importante cerniera tra le due entità fondanti della
regione: il Friuli e la Venezia Giulia. La nostra città, da tempo
bersaglio di una spoliazione di strutture importanti, potrebbe
conoscere certamente un rilancio anche con il trasferimento della
Direzione Centrale relazioni internazionali, comunitarie e autonomie
locali, a riconoscimento della vocazione europea ed internazionale
della città. Così come chiediamo il mantenimento a Gorizia dell’Ersa e
garanzie di interventi per l’ulteriore potenziamento della struttura.
La vocazione internazionale di Gorizia, caratterizzata senz’altro dalla
presenza di due sedi universitarie con corsi prestigiosi, va supportata
però con atti concreti, come l’istituzione a Gorizia di una facoltà
universitaria – con l’Ateneo triestino si è parlato di Architettura -,
anche se per la vocazione della città sarebbe più opportuno Scienze
Politiche. Chiediamo anche un centro di ricerca e di innovazione, di
natura transfrontaliera, con annesso campus universitario, da
localizzarsi nel sedime delle strutture ospedaliere di via Vittorio
Veneto, in procinto di dismissione.
Chiediamo, poi, un valido supporto per l’insediamento a Gorizia
dell’Ufficio Europeo a sostegno delle politiche comunitarie in tema di
asilo e delle connesse attività formative. Chiediamo anche, in
un’ottica di collaborazione con i vicini di Nova Gorica, la
valorizzazione del Conference Center (sito nella sede dell’Università
di Trieste a Gorizia, in via d’Alviano) già individuato quale struttura
specialistica configurata per ospitare congressi e convegni, in
particolare per attività connesse alla diplomazia, ma anche alle
negoziazioni economiche, commerciali, sindacali di prevalente carattere
internazionale. 
Chiediamo, al fine di favorire l’insediamento nella nostra città di
nuove realtà industriali e produttive, possibilmente innovative e a
basso impatto ambientale, attraverso la realizzazione della zona
industriale individuata ai confini tra i comuni di Gorizia e Mossa, e
di favorire nuovi insediamenti commerciali anche nelle aree limitrofe
alla città.
Riteniamo, inoltre, che dopo la perdita dei carburanti di Zona Franca,
la Regione dovrebbe incentivare l’utilizzo del metano per autotrazione
– come avviene in altre parti d’Italia -, sia con contributi ai privati
per l’acquisto di autoveicoli a metano e per la trasformazione di
quelli a benzina, sia finanziando la realizzazione di una rete di
distributori di metano, del tutto assenti a Gorizia e provincia, come
in tutta la Venezia Giulia.
Per quanto riguarda la sanità, ribadiamo un “no” deciso e forte alla
soppressione dell’Azienda Sanitaria Isontina ed al progressivo
depauperamento, in termini di eccellenze degli ospedali isontini. In
presenza di un ipotizzato processo di ottimizzazione dei servizi
sanitari, è irrinunciabile che ciò avvenga tenendo conto di quanto già
espresso dalla conferenza dei Sindaci. 
Infine, poiché pensiamo che una delle maggiori potenzialità di sviluppo
di Gorizia sia fortemente legata all’incremento del turismo culturale
ed enogastronomico, chiediamo un forte impegno della Regione nel
comparto investimenti per quanto riguarda la riqualificazione del Borgo
Castello e del centro storico, nel sostegno delle iniziative culturali
e di un adeguato supporto alle iniziative promozionali legate alle
tradizioni locali e alla valorizzazione dei prodotti tipici del
Goriziano.

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3 commenti a La lettera di Romoli a Illy e Tondo

  1. Alessio ha detto:

    Tra l’altro se si vedono le dichiarazioni di ieri di Fontanini (pag. IV messaggero veneto di Udine), probabile futuro presidente della provincia di Udine con maggioranza uguale a quella che sostiene Romoli, si vede come vi sia una chiara intenzione di fare pressioni a livello regionale per una futura cancellazione della provincia di Gorizia e dell’annessione a Udine.

  2. GattaCiCova ha detto:

    Ma è anche abbastanza contraddittoria, questa lettera. Parte dicendo che sta “..cercando di superare una serie di luoghi comuni ricorrenti che, attribuendo a Gorizia mirabolanti ruoli sovranazionali, hanno incantato l’opinione pubblica e la politica regionale..” e poi sparge questo mirabolante ruolo praticamente ad ogni richiesta dell’elenco.
    Poi dice che Gorizia deve farcela da sola e così farà, e contemporaneamente dice a chiare lettere che siccome ci hanno tolto la Zona Franca allora adesso è la Regione che deve farsi carico di questo territorio a mo’ di risarcimento.
    Non dice cosa farà Gorizia.
    Poche e chiare idee, insomma. Complimenti per lo sforzo di elaborazione.

  3. massimiliano ha detto:

    condivido l’analisi che il sindaco fa della situazione gorizia e condivido molte delle richieste formulate ai due candidati presidenti.
    è interessante però che questa lettera di romoli arrivi a sette giorni dal voto. si accorge solo ora di essere il sindaco della città? dove era in questi anni quando esponenti politici di questa provincia, di centrodesta e centrosinistra, ne rivendicavano un ruolo a livello regionale e internazionale?
    non ricordo suoi interventi pubblici a sostenere le posizioni che negli anni ritossa, valenti o gherghetta avevano espresso alle volte per salvaguardare la presenza di un ufficio regionale, altre per rivendicare un ruolo, altre ancora per difendere la provincia dello spettro della città metropolitana triestina. e non ricordo neanche un suo intervento a sostegno delle posizioni di franco brussa, che solo nello scorso dicembre, chiedeva, come romoli oggi, il trasferimento della direzione relazioni internazionali, da trieste a gorizia
    non credo, poi, che questo appello possa venire accolto da chi, tondo, da presidente della regione (2001 – 2003) privò gorizia di una presenza in giunta. non era mai successo prima, in 40 anni di regione, che gorizia non esprimesse alcun assessore regionale. tondo, nei fatti, ha già dimostrato di non considerare questa città e questa provincia.

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