31 Marzo 2008

Minimo vitale in Austria e sprechi a confronto

A partire dal 2009 sarà aumentato il “minimo vitale” in Austria, una cifra che rappresenta sia il “reddito di cittadinanza” (qui fino alla pensione, se non si rifiutano proposte di lavoro), che la pensione minima. Nel caso del “reddito di cittadinanza”, tale importo si intende per persona.

Stiamo parlando di 768 Euro al mese! Considerando che il costo della vita in Austria (eccetto zone puramente turistiche, come Bad Kleinkirchheim, ormai in balia di una speculazione fuori controllo) è circa il 15% minore di quello di Trieste, è evidente la differenza nella sicurezza sociale, in Austria molto maggiore che nella stessa Germania (ca. 350 Euro per la stessa prestazione).
Adesso si impone una riflessione: da dove prendono quei soldi? Inoltre la tassazione sulle imprese è del 25% e l’ IRPEF è solo di poco (5% nella fascia alta) superiore a quella italiana.
Non vorrei dare spiegazioni trite e ritrite, ma io penso che si tratti della maggiore parsimonia nella spesa pubblica: tutti i politici guadagnano meno della metà dei loro omologhi italiani, ci sono 60% meno politici (e sindacalisti)/abitante che in Italia, nessun politico (e questo l’ ho visto con i miei occhi più volte) gira per il Paese con guardie del corpo, addetti stampa, giornalisti pagati, cortei di polizia od altre cose del genere, che ho avuto il piacere di degustare solo in Italia ed Arabia Saudita.

La cultura non è, come qui, un campo lasciato alle associazioni, magari di una sola persona, chiaramente clientelari. In Austria quasi non esistono eventi culturali gratuiti: il Land sovvenziona solamente quelle associazioni che fanno il possibile per sottoporre il proprio operato all’ opinione del mercato (in soldoni:che si finanziano per il 60% con i biglietti di ingresso, se la gente non paga, il programma non merita, quindi niente soldi pubblici). Il risultato è che a Klagenfurt (128.000 abitanti) ci sono solo due associazioni letterarie (ciascuna con 40 membri attivi ed ogni presuentazione di libri costa 5 Euro di entrata), mentre a Trieste (220.000 abitanti) ce ne sono almeno 20, sul cui numero di soci attivi è meglio stendere un velo pietoso, ed ogni giorno la città pullula di microeventi gratis, su cui il Piccolo riferisce a seconda del gradimento (politico od economico) dell’ organizzatore. Il livello è conosciuto.

A ciò sommiamo le spese militari che l’Italia sostiene come membro NATO, mentre l’ Austria è neutrale, le “consulenze” agli amici, che in Austria finiscono quasi sempre in Tribunale e con esito negativo per chi le ha affidate, gli onorari di notai ed avvocati, che in Austria sono soggetti a tariffe fisse e pertanto sono inferiori del 30-40% a quanto preteso qui…

Io spero che l’ Euroregione sarà in grado di mettere ufficialmente a confronto gli sprechi e le prestazioni delle sue aree e di uniformarle, uscendo almeno qui da uno standard totalmente anomalo in Europa.

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2 commenti a Minimo vitale in Austria e sprechi a confronto

  1. Giovanni Costa ha detto:

    Esiste un libro, di Carpinteri e Faraguna, intitolato L’AUSTRIA (-Ungheria) ERA UN PAESE ORDINATO, Edizioni La Cittadella, Trieste, 1969. Mi pare che il titolo dica tutto.

  2. Luciana ha detto:

    Viva l’A!

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