19 Febbraio 2008

Manifestazioni 12.44: calma a Mitrovica

Gian Matteo Apuzzo, il ricercatore triestino ora in Kosovo, ci manda un nuovo aggiornamento sulla situazione a Mitrovica – Ieri mattina, lunedì 18, il ponte che fa da confine tra le due parti di Mitrovica era chiuso. È stata infatti una giornata particolare in città, come in tutte le zone del Kosovo con presenza serba, poiché erano previste le manifestazioni contro quella che dalla Serbia è stata definita la dichiarazione unilaterale di indipendenza da parte degli albanesi kosovari. Queste manifestazioni erano organizzate simbolicamente alle 12.44 per richiamare il numero della risoluzione dell’Onu che stabiliva lo status del Kosovo come regione autonoma ma parte della Serbia dopo la guerra del ‘99.

A Mitrovica, oltre alla chiusura del ponte, la presenza militare nelle strade in prossimità del ponte è stata molto rafforzata. Anche i passaggi secondari erano molto presidiati, cosa che normalmente non avviene.

Con la delegazione dell’Associazione della Pace presente a Mitrovica, mi sono recato alla manifestazione (passando da un piccolo ponte secondario, anch’esso molto presidiato ma aperto), svoltasi nella piazza principale della parte serba della città. È stata stimata la presenza di circa 10 mila persone, arrivate da tutti i villaggi del nord del Kosovo, con file di auto e bus che hanno di fatto bloccato di fatto l’accesso da nord alla città. Sono arrivate intere famiglie, anche con anziani, che hanno dato un tono molto popolare e partecipato all’evento.

La manifestazione si è svolta con toni accessi ma in maniera assolutamente pacifica.
Affianco al palco una foto di Putin e un grande striscione con scritto “Russia, aiutaci!” (vedi la foto in alto), tra la folla molte bandiere serbe, alcune tradizionali con i simboli ortodossi, ed è comparsa anche una bandiera americana con scritto su “Usa 4th Reich”.

I messaggi lanciati dal palco criticavano aspramente i paesi che hanno detto di riconoscere il Kosovo indipendente – tra cui l’Italia, ma soprattutto USA, Uk e Francia – e si rivolgevano con slogan alla grande patria sorella Russia. Alla fine la folla si è recata verso il ponte, è stata fatta passare e arrivare fino a metà ponte e poi è tornata indietro, ma tutto si è svolto senza incidenti di alcun tipo.

Nel pomeriggio la situazione è tornata più tranquilla e il ponte è stato riaperto.
Si può dire che al momento a Mitrovica la mancanza di incidenti e ritorsioni deve essere vista come un segnale nuovo e positivo – anche se ancora da comprendere – poiché in passato, come nel marzo 2004 – erano scoppiati scontri violenti per fatti molto meno importanti.
Sicuramente i prossimi giorni saranno importanti per comprendere le reazioni a medio termine, ma al momento, al di là di piccoli episodi simbolici contro edifici “internazionali” prevale l’attesa e la parte serba della popolazione sembra come “in sospeso”.

Oggi (martedì 19) a Mitrovica nord era organizzata una manifestazione di studenti, sempre alle 12.44, come nel caso della manifestazione generale del giorno precedente, sempre per richiamare il numero della risoluzione ONU.

Da oggi poi gli studenti di Mitrovica nord hanno deciso di interrompere le lezioni ogni giorno sempre alle 12.44 per almeno un mese. E per un mese manifesteranno quotidianamente.
La manifestazione di oggi si è svolta con un corteo che, partito dall’Università, ha raggiunto il ponte, con un concentramento nella piazza a ridosso del ponte, dove ci sono stati alcuni discorsi di studenti, e si è conclusa con un sit-in davanti al ponte. Durante il sit-in ci sono stati continui inviti a non lasciarsi andare a provocazioni o gesti violenti, di tenere la calma e di protestare in maniera decisa e pacifica. Alla fine tutto si è svolto senza incidenti.

Nel corteo, aperto da una fila di tamburi, pochi slogan e solo un continuo rumore di fischi prodotti dai molti fischiettti degli studenti. Ovviamente molte bandiere della Serbia, e moltissimi cartelli che sottolineavano l’appartenenza del Kosovo alla Serbia tenuti in mano dai manifestanti (uno su tutti diceva “Il Kosovo è Serbia, la Serbia è tutto”).
È comparsa anche una bandiera spagnola, evidente segno di riconoscenza verso il paese europeo che ha chiaramente detto di non procedere al momento al riconoscimento del Kosovo.

Sui muri e sulle vetrine delle strade di Mitrovica nord sono stati attaccati molti cartelli con la scritta principale che diceva Kosovo – Golgota della Serbia.

Durante la manifestazione il ponte principale che divide le due parti di città è stato chiuso ed era molto presidiato. La delegazione dell’Associazione per la Pace, una delle pochissime presenze presente civili italiane a Mitrovica in questi giorni, ha comunque voluto raggiungere la parte nord, per monitorare la situazione, passando per il piccolo ponte secondario, dove una forte presenza dei soldati francesi controllava attentamente la situazione. Poi tutto è tornato alla normalità di ogni giorno, anche se, le notizie provenienti dal confine nord tra Kosovo e Serbia sull’attacco alle postazioni frontiera, si sono diffuse in città creando una certa preoccupazione.

Certo bisogna sottolineare la grande differenza del clima che si respira a Mitrovica, di preoccupazione e attenzione ma sicuramente non di tensione e violenza, con il tono delle notizie che arrivano poi nei media italiani (almeno quelle che da qui riesco a vedere nei pochi momenti in cui riesco a stare in rete). Ci tengo a sottolinearlo, senza sottovalutare la situazione, ma a Mitrovica, almeno fino ad ora, il clima è di sostanziale calma e le manifestazioni si sono svolte assolutamente senza incidenti o provocazioni.

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Un commento a Manifestazioni 12.44: calma a Mitrovica

  1. aziz ha detto:

    io non capisco. Ma se il kosovo è stato riconosciuto da abbstanza stati come indipendente. non capisco perche continuano queste maifestazioni!

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