18 Febbraio 2008

Indifferenza indipendenza

reuters_belgrado.jpg

Corrispondenza da Belgrado – Una domenica annunciata come turbolenta si è risolta con qualche isolato episodio di stupidità, più simile agli eccessi extracalcistici di casa nostra che a fenomeni di protesta politica.

Un centinaio di giovanissimi manifestanti a volto coperto si sono dati appuntamento davanti l’ambasciata americana a Belgrado per lanciare pietre contro la blindatissima facciata dell’edificio e picchiare qualche innocente poliziotto. Una volta compreso che non tirava un’aria propizia per essere protagonisti della serata, hanno cambiato obiettivo ed hanno danneggiato il Mc Donald’s di Slavija, il più vecchio di Belgrado.

Dopo questo gesto valoroso, hanno combinato altre marachelle sparse per poi rincasare presumo soddisfatti. Stesso copione a Novi Sad, dove però è stato preso di mira oltre al solito hamburgherificio a stelle e striscie, il Mercator, chiaro simbolo sloveno. Dalle immagini televisive si poteva vedere come i ragazzotti coinvolti fossero degli imberbi hooligans, più interessati a provare l’ebrezza della guerriglia urbana che a far valere le ragioni territoriali del loro bistrattato paese. Dopo questa colorita cronachetta passiamo alle cose più importanti.

Ieri mattina a distanza di pochi minuti hanno parlato sia Tadi?, il Presidente della Repubblica di Serbia, sia Kostunica, il primo ministro. Per dire sostanzialmente la stessa identica cosa, ovvero che la messinscena allestita in quel di Pristina era priva di valore e di fondamento perchè non legittima.

Hanno invitato la popolazione a non cadere in queste provocazioni ed a mantenere la fiducia nel futuro. Da par suo il governo ed il parlamento continueranno ad insistere in ogni sede diplomatica per far rispettare la propria sovranità su quel territorio ed a non cedere ai bislacchi e confusi propositi dell’UE in coppia con gli USA. E’ infatti paradossale e grottesco che l’UE continui a portare avanti questo progetto di aiuto al Kosovo, senza badare però al rispetto della sovranità che la Serbia vanta su questo territorio.

Impressioni personali. Da trentenne, posso dire che vedendo le immagini alla tv ieri pomeriggio, mi sembrava di essere tornato ai tempi delle occupazioni contro il governo Berlusconi.

A quell’epoca c’era infatti un interesse da parte della sinistra (di cui facevo parte) a far montare la protesta in tutto il paese contro la goffa e personalistica gestione del neo premier. Noi studenti, pieni di ardor e ribellione, approfittammo dell’ora d’aria (due lunghe e passionali settimane!!) per sfogare i nostri istinti e le nostre passioni, per esprimere il nostro disappunto contro la normale e spesso noiosa prassi della vita quotidiana.

La stessa sensazione ho provato ieri vedendo la popolazione albanese del Kosovo per le strade. Tutti pazzi per l’indipendenza, per una chiara e definita identità culturale, sommersi dalle bandiere, bandierine, gadgets, bandiere americane ecc ecc. Ma a festa finita, che si fa? A festa finita cosa resta? Questa è la domanda. Di risposte ce ne sono credo molte, ma nessuna sarà molto alettante per la popolazione in festa.

Altro passo in avanti verso la normalità per la Serbia. Si temevano violente manifestazioni nel paese, ma l’ordine è stato pressochè rispettato dappertutto. La gente dissente, si sente offesa e violata dalla comunità internazionale. Ma nulla di grave è accaduto e sembra davvero che il paese e la sua gente siano pronti a prendere con decisione una nuova strada, più civile e lungimirante. Sul tavolo restano grandi ostacoli ed insidie, ma giornate come quelle di ieri fanno bene ad un paese che vuole superare anni di violenza e soprusi.

Considerazione finale. Sono italiano e un po’ mi vergogno. Mi vergogno per la superficialità della nostra politica estera, fatta di chiacchiere e buoni propositi, di missioni dispendiose senza destino.

Se gli USA commettono errori di valutazione o ne fanno a proposito per interessi personali, è comprensibile. Se l’Italia, che confina con quest’universo, non è in grado di leggere le dinamiche, per interessi o per miopia, è tutto molto triste ed avvilente. Ieri abbiamo perso un’altra occasione a mio avviso, come italiani e come europei. Due pesi e due misure. Patetici e bamboccioni. Ora inviamo duemila persone in Kosovo, sperando che tutto vada per il meglio, che la nostra presenza sul territorio possa avere magici e benefici influssi sul destino delle cose.

E’ triste leggere sul Corriere di sabato l’intervista al Generale Mini, anni di esperienza in Kosovo, smentire e criticare con argomenti e fatti le decisioni del governo del suo paese riguardo alla spinosa questione. Non c’è collegialità nelle decisioni, non c’è continuità di politica estera. C’è soltanto un dolce galleggiar, aspettando che altri decidano, bene o male non importa. In fondo in fondo viviamo a 700 km di distanza, non è poi tanto vicino, il Kosovo.

(foto di Reuters sull’attacco a un auto di diplomatici)

Tag: , , , , , , , , , , , , , .

5 commenti a Indifferenza indipendenza

  1. enrico maria milic ha detto:

    qua i dixi che anche l’ambasciata slovena xè sta atacada (“heavily damaged”):
    http://belgrade.org.yu/blog/560/minor-rioting-in-front-of-the-us-ambassy

  2. enrico maria milic ha detto:

    p.s.
    comunque bellissimo pezzo.
    mi viene sempre in mente che il kosovo (se è vero che sono 700 km) è tanto distante da trieste quanto roma (700 km).

  3. Matteo ha detto:

    Sì in effetti uova e sampietrini sono stati destinati in piccola quantità anche all’edifico dell’ambasciata. Inoltre una vetrina del negozio Benetton è stata infranta nel centro di Belgrado.

  4. enrico maria milic ha detto:

    coss te vol, xè mularia…

  5. michele sardina ha detto:

    Mi chiedo se l’assenza totale della politica estera italiana in merito sia dovuta al fatto che siamo in campagna elettorale.
    Purtroppo mi sa che la risposta è no…

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *