In un sondaggio condotto per conto dell’associazione di parte Anvgd, viene fuori che: 1) più di metà dei cittadini in Italia non hanno alba di cosa sia sto esodo; 2) i cittadini in Italia che si dichiarano di sinistra sono più informati su cosa siano le foibe e l’esodo. Bizzarro visto che il tema è stato fatto storicamente proprio dai partiti di destra e dagli alleati nazionali in primis. Ecco il lancio Ansa pubblicato sul sito della Regione Fvg:
31-GEN-08 16:56
FOIBE E ESODO, DRAMMI POCO NOTI SECONDO SONDAGGIO ANVGD(ANSA) – TRIESTE, 31 GEN – E’ ancora scarsa tra gli italiani la conoscenza del dramma delle Foibe e dell’Esodo giuliano-dalmata, nonostante siano passati 60 anni da quegli eventi e quattro dal varo della legge sul Giorno del Ricordo. E’ quanto emerge da un sondaggio d’opinione commissionato alla Ferrari Nasi & Grisantelli di Milano, dalla sede centrale di Roma dell’Associazione nazionale Venezia Giulia e Dalmazia (Anvgd) e i cui risultati sono stati diffusi a Trieste.
La conoscenza esatta di cosa sia una Foiba è nel bagaglio culturale del 40% della popolazione, mentre un 20% ne ha solo sentito parlare. Ben il 35% dichiara sconosciuta la parola e addirittura il 5% fornisce una descrizione di Foiba errata. Entrando in un’analisi incrociata dei dati, tra chi conosce le Foibe, il profilo del più edotto è maschio, tra i 36 e i 55 anni, abitante nelle Regioni del Triveneto, laureato. La percentuale più bassa è invece proprio nei più giovani, con il 22%.
Scorrendo i dati, si scopre che la classe sociale più bassa è quella più sensibile all’argomento (50% di risposte esatte). Inoltre viene alla luce che i politicamente orientati a centrosinistra (47% di risposte esatte) staccano di dieci punti quelli di centrodestra (37%).
Passando all’Esodo giuliano-dalmata, la conoscenza degli italiani scende al 23%, che risale ad un 40% se si considera anche chi ne ha sentito parlare ma non sa bene cosa sia. Addirittura il 57% dichiara di non averne mai saputo nulla. Tra i (pochi) eruditi, la maggioranza spetta a coloro che hanno oltre 56 anni (29%), a dimostrazione che l’Esodo è nella memoria storica dei singoli più che nella conoscenza dell’opinione pubblica; tant’é che tra i più giovani solo il 14% sa cosa sia.
In ambito politico si riduce la differenza di percezione: gli orientati a centrodestra si fermano al 23%, poco più su, al 27%, chi vota a centrosinistra. Il campione di rilevazione, esteso a tutto il territorio nazionale, è formato da 600 cittadini italiani adulti; le rilevazioni sono state effettuate nel gennaio 2008. (ANSA).
Se poi volessimo estendere il sondaggio all’esodo dei giuliani in Australia i dati si modificherebbero ulteriormente,col rischio di un 100% di 600 cittadini adulti che non ne sa nulla
ah beh…
non c’è dubbio…
Basterebbe pubblicare sui libri di testo scolastici la relazione della commissione storica italo-slovena sui rapporti tra sloveni e italiani
Ma cossa volè che ghe freghi ai taliani de esodo, foibe, Istria, Trieste, RiVIere de San Sabba, rapporti italo-sloveni. E quei che sa xe perchè Menia ghe ga contà la sua version o i comunisti ghe ga contà quel’altra.
No i sa gnanche dove che semo e forsi xe meio cussì.
Concordo con Andrej, l’autonomia scolastica regionale deve servirci per poter informare. C’è però anche una responsabilità da parte dei mezzi di informazione, che non fanno degli approfondimenti seri. Se non sanno dove si trovano Trieste e il Friuli, sta a noi farci sentire.
“La mula”, mi risulta che i così chiamati OGGI “giuliani d’Australia”, erano tutti “indipendentisti triestini” scappati da Trieste perchè non volevano diventare italiani….
Vuol dire che il 43% dei cittadini sa qualcosa su un argomento che non fa la prima pagina della Gazzetta dello Sport? Oltre ogni aspettativa…
Giusto per fare un confronto, il 48% dei battezzati non sa chi ha scritto i dieci comandamenti… (fonte: http://www.analisipolitica.it/sondaggi_identita.html , terzo dall’alto – ma anche gli altri sondaggi non scherzano).
…e da una recentissima indagine, gli studenti non sanno quasi nulla della tragedia degli ebrei, rom, testimoni de Geova, ecc., di cui c’è la “GIORNATA DELLA MEMORIA”.
……solo sei milioni di vittime!
Marisa, mi pari un tantinello riduttiva, a conferma che dei 22.000 emigrati in Australia si sa ben poco!
Ah sì: che ne dite di un sondaggio su quanti triestini sono espatriati, chi verso la Jugoslavia, chi verso Cecoslovacchia, Ungheria, Russia ecc. dopo lo strappo Tito -Stalin? E’ una cosa che conosco, visto che ne ho due, partiti per versanti opposti ‘in famiglia’ (virgolette perchè acquisita)…
Beh, cosa c’è più del 100%?
Una rispostina a Marisa: dietro ogni carneficina, sia Shoà sia foibe, dietro ogni esodo e/o migrazione c’è un dramma collettivo e individuale, un contesto storico molto preciso in cui sono maturate responsabilità collettive e individuali. Insegnare a scuola a collocare gli eventi nel tempo e fornire validi supporti per accedere alle fonti (che significa dare metodo) sarebbe un primo passo avanti per sperare che almeno uno dei tanti non ignori.
Poi c’è la conoscenza, che non può essere giudizio. Solo alla fine, fanalino di coda, la personale presa di posizione, il dissociarsi individuale da quanto accaduto per manifesta contrapposizione ai propri valori. E quindi l’impegno personale e politico a far sì che nulla ritorni. Impegno da affidare (se esistono) alle istituzioni politiche che ci rappresentano, nelle varie forme di partecipazione e rappresentanza…
La strumentalizzazione politica della storia – perpetrata perversamente in questi decenni dalle nostre parti- non dovrebbe più esistere e noi dovremmo essere i primi a contestarla.
Evviva che ha detto di leggere gli atti della Commissione italo- slovena! Se volete sponsorizzo anche un mio libro, ma non mi pare il caso…
“la Mula” (Francesca?), mai sentito parlare dell’Indipendentismo triestino? Argomento molto scomodo per il revisionismo storico di destra (ma ora anche di sinistra!)…
Marisa,mai sentito parlare di storia?
Per chi non lo sapesse, tra la sottoscritta e Marisa è in corso da mesi un contenzioso via blog che vede Marisa in prima linea difendere l’attuale legge sul friulano e la sottoscritta difendere una legge di tutela del friulano (che non c’è) che sia effettivamente di tutela. Ossia che passi per i canali d’informazione, le ‘accademie’ e le nuove tecnologie, ma non per la scuola (ottimo sistema per affossarlo definitivamente).
Il concetto che non passa ha incancrenito la diatriba tra le due riducendola ormai a veteromacchietta.
Essendo Marisa depositaria di verbo e la sottoscritta di sostantivi e aggettivi anche in materia di storia, la pantomima durerà in eterno finché una delle due (sicuramente io) non cederà il campo, ammettendo che l’altra ha sicuramente visto la Madonna.
Ecco, l’ammetto Marisa, hai la Verità. Mi racconti com’è la Madonna? Ha sul serio il vestito celeste? Continua a nutrirlo con le poppe al vento? Ed è vero che è sempre più giovane di lui in ogni deposizione?Ma soprattutto, dimmi, parlava anche friulano? Tra la Percoto e Zorutti direi di sì. E’ Pasolini che mi inquieta…
Quanto al Territorio libero di Trieste ne ho sentito parlare e forse ho persino letto qualcosa, al punto da dare indicazioni bibliografiche in libri.
Nessuno di noi però dovrebbe MAI pensare di essere depositario di verità rivelate. Se è persona seria continua a ricercare. In realtà sappiamo ancora poco, se non nulla.
Marisa forse non sa che la gran parte di chi ha vissuto in determinate circostanze storiche ha taciuto.
Primo Levi alla fine si è ammazzato, un mio caro non ha mai fatto i nomi di chi l’ha spedito a Dachau. E se volete vado avanti, tra gente che ha un nonno che ha guidato la ‘notte dei cristalli’ triestina (sebbene fosse gente di origine ebraica), altra che ha tenuto per mesi in cantina un collaborazionista solo perchè, come fidanzato della sorella sfigata, aveva evitato a un parente la Todt. Facciamo un questionario e chiediamo a tutti chi sa cos’è.La Todt.
Io ho conosciuto gente che vi ha fatto parte. Non vuole parlare, solo dimenticare. Ma avevano 16 anni. Oggi 80. Buttiamo via le loro memorie? Sì. Fascisti. Chi? Loro o noi?
In questa società esiste gente che pensa che la guerra sia un film. Buon per loro.
Io penso che dalla storia e dalle guerre si debba solo assorbire qualcosa per diventare più sensibili. Per crescere e far crescere reali politiche di pace. Ma siccome quest’argomento è merda continuiamo a navigarci sopra, prima che faccia l’onda. In completa demagogia.
AMEN!
Francesca…ti regalerò la mia prossima ricerca storica che verrà presto pubblicata. Anche se cambi pseudonimo non perdi mai la tua verve ironica e sarcastica che di distingue: così è facile individuarti.
Oltre la lettura della “Relazione della commissione storica italo-slovena sui rapporti tra sloveni e italiani”, già segnalata in un precedente commento, suggerisco l’ottimo “Il Confine Mobile – atlante storico dell’Alto Adriatico 1866-1992 – ed. della Laguna – Monfalcone, edito dall’Istituto regionale per la storia del movimento di liberazione nel Friuli-Vevezia Giulia”.
Quest’ultimo è esaurito e attualmente disponibile solo presso le biblioteche pubbliche.
Ritengo siano il meglio di quanto disponibile sulla storia del confine orientale.
Completo l’informazione precedente.
Per chi lo desidera, la “Relazione della Commissione storico-scientifica italo-slovena” è pubblicata e scaricabile GRATUITAMENTE in lingua italiana (e anche il sloveno: ci sono tutte e due le versioni)sul SITO INTERNET di “Slovit – Sloveni in Italia”
http://www.slov.it (cercare in “archivio”: Slovit del “31 maggio 2001”).
Non mi risulta la si trovi in vendita in libreria.
Se serve il Confine Mobile è consultabile anche a casa mia. La relazione è servita da base al libro -introduzione bibliografica di Longo-Moder “Da Francesco Giuseppe all’incontro Fini Violante” Baldini, Castoldi & Dalai (usata come traccia e citata all’occorrenza).
Anche dai litigi si apprende qualcosa, ma perché non vi vedete per un caffé?
anche io sostengo il caffè.
ipotesi troppo democristiana?
sob.
Sulla “Todt”: ho conosciuto uno che ne faceva parte: lo avevano mandato a Punta Olmi per scavare fondali.
Chi pensa che fossero usati come aguzzini,non sa di cosa parla.
Guerra e film? Io la Grappa la sopporto bene, ma non mi risulta che ci sia gente che sostenga una follia del genere. Anni fa sono salito per ecursionismo sul San Gabriele, ansimavo, nonostante avessi solo 40 anni, e mi immaginavo l’atrocità di salirci spingendo cannoni e mortai (1915-1918). Era decisamente inumano.
Inoltre ho l’opportunità di confrontare le esperienze da entrambe le parti: mio nonno materno (tedesco) combatteva per l’Italia (ultimo anno di scuola a TS ;-)), mentre suo padre era generale tedesco a Karfreit. Pensavano solo a non colpirsi a vicenda e mio bisnonno impazzì a vedere a cosa era stato convinto suo figlio (che allora non parlava una parola di italiano) a 18 anni e morì suicida nel 1923 al manicomio di Fiume.
Quindi, se c’è qualcuno che considera la guerra come il peggiore dei mali, quello sono io.
Caro Julius,il problema con quelli della Todt (ma in generale anche coi sopravvissuti all’Olocausto o alla Risiera) è che non amano parlare (non a caso parlano sempre gli stessi, non a caso molti muoiono suicidi). E portano con loro nel silenzio la memoria.
Per i sopravvissuti ai campi c’è l’angoscia dell’essere sopravvissuti, per i ‘lavoratori coatti’ qualcosa di simile alla vergogna di aver dovuto sopravvivere. Ma erano ragazzini e non potevano scegliere.
La follia è che nessuno sa che di gente così gira ancora nei Balcani e sono i ragazzini presi dai serbi e dai croati a scavar trincee. Perchè la guerra è. Sempre uguale, la cosa più noiosa – da un certo punto di vista- che esista da quando esiste l’uomo.
Ripetitiva. Banale. Squallida. Senza eroismo e senza eroi. E’. Una specie di coito insopportabile che gratifica l’impotente che la pratica e violenta chi la subisce.
Per il resto niente caffè, grazie, non lo reggo proprio.
Bye
Un caffè? Sto risparmiando per comperarmi una fionda. Se, come scritto da Francesca Longo sul quotidiano Il Manifesto, questa povera misera ora di friulano a scuola, dovesse – ma non ci credo! – trasformare il Friuli nel Kossovo, non posso farmi trovare impreparata.
Comunque grazie a Mauro e Enrico per aver voluto fare da pompieri.
Nessun rancore verso Francesca, anche se dovrebbe imparare ad essere meno sarcastica.
mmmhh strano che le persone che si ritengono di destra sappiamo meno dell’esodo e delle foibe. ghghghg. qua significa qualcosa. oppure sbaglio?!
colonello menia ‘demo vanti dei.
@ Marisa come mai tutte le varie Associazioni della Comunità di triestini in Australia hanno la bandiera Italiana??????
…e poi giusto il Manifesto puoi leggere tu!
In primis, rimarco quanto già scritto da altri: il 43% di gente che “sa” dell’esilio tutto sommato è un buon risultato, per lo standard italiano.
Faccio parte di un’associazione di ricerca storica sulla Shoah, e posso segnalare che purtroppo secondo un’indagine svolta varie volte nelle scuole medie superiori, la percentuale di ragazzi che non sa descrivere il concetto di “Olocausto” si mantiene stabilmente sopra il 30% da anni.
In realtà, da un’altra indagine svolta a livello europeo se n’è ricavato che le conoscenze sul tema derivano in maggioranza dai film, tanto che alcune scene di fantasia di “Schindler’s List” sono state ricordate dalla maggioranza degli studenti come “realmente accadute”, anche se magari non riuscivano a indicare la fonte di tale convinzione.
Cambio completamente argomento per segnalare che il citato “Atlante storico dell’Adriatico occidentale” è interessante, ma carico di errori e di interpretazioni storiografiche al limite dell’assurdo.
Esempi.
1. Pagina 35. Si accetta senza discussione una mappa di fonte slovena, secondo la quale la Carantania (che per parte della storiografia slovena fu una sorta di abbozzo di stato nazionale sloveno) si estendeva fra il 976 e il 1002 dalla costa occidentale del lago di Garda (!) fino a quasi tutta l’Istria. I confini a nord e a est comprendono grandi fette dell’Austria, e l’intera zona che va dal lago di Garda fino a Gorizia fu – secondo questa mappa accettata dall’autore – la “Furlanska Krajina”. Verona città furlana, quindi…
2. Alcune mappe relative all’Adriatico orientale in epoca medievale – di fonte croata – vengono allo stesso modo inserite acriticamente nell’atlante. In queste mappe la “Croazia” si sarebbe estesa a tutta la costa fin dall’anno ‘900. In pratica, Boris Gombac (l’autore) non analizza criticamente gli assunti di una parte della storiografia nazionale croata, che notoriamente considera l’intera Dalmazia come “terra croata” fin quasi dalla prima migrazione degli slavi dal VII secolo.
3. Pagina 39. Si accetta acriticamente una mappa delle terre del Patriarcato di Aquileia di fonte slovena dal 500 al 1445, secondo la quale i confini del patriarcato nel periodo andarono da Como a Belluno, Venezia, l’intera Istria eccetera eccetera.
4. Lasciamo stare altre amenità come quelle sopra indicate e andiamo direttamente al testo. Pagina 279, si parla di Versailles. “Le opinioni sull’onnipresenza degli ebrei (un infinita – SIC: senza apostrofo: il libro ha parecchi errori ortografici – minoranza della popolazione europea) nella vita politica dell’Europa – vere o false che fossero, crearono enorme sgomento tra alcune popolazioni (specie tra i tedeschi). La popolazione tedesca della germania rimase, in base al trattato di Versailles, spartita tra diversi stati. Questa fu una delle principali cause del rancore tedesco verso gli ebrei, tra i quali c’erano degli individui, che proprio in quel periodo svolsero un ruolo di primissimo piano nei moti rivoluzionari di Germania”.
Qui Gombac fa strame di sessant’anni di storiografia sulle cause dell’antisemitismo in Germania. Ignora tutte le analisi storiche sull’apporto degli ebrei alle idee rivoluzionarie dell’epoca e – in definitiva – assume come veritieri (almeno come ipotesi) alcuni luoghi comuni palesemente inficiati da palese antisemitismo.
Ma l’intero testo è pieno di errori clamorosi, interpretazioni ardite, mistificazioni delle fonti, acritiche accettazioni di teoriche sballate.
Il maggior pregio che io riscontro in questo testo è il seguente: si tratta di un interessante zibaldone di mappe e foto di varia natura, dedicate all’Adriatico orientale.
Luigi (veneziano)
Chiedo scusa: solo ora mi sono accorto che il libro citato da Marisa non era l’ “Atlante storico dell’Adriatico orientale”, ma “Il confine mobile – atlante storico dell’Alto Adriatico”.
Mi cospargo il capo di cenere.
Luigi (veneziano)
Dibattito molto interessante, da approfondire.