18 Gennaio 2008

I sindaci chiedono che Gorizia diventi sede unica dell’Ass

La Conferenza dei sindaci chiede di rivedere la scelta dell’accorpamento dell’Ass Isontina con Trieste. E se la decisione non dovesse rientrare, di mantenere a Gorizia la sede unica dell’Ass. Tra le richieste presentate dai sindaci isontini alla Regione ci sono anche quelle di fare dell’Ospedale di Monfalcone il polo regionale per le patologie asbesto-correlate e di garantire il mantenimento del corso di laurea per infermieri professionali.
Ecco il documento integrale redatto dalla Conferenza dei sindaci.

Conferenza dei sindaci della provincia di gorizia

DOCUMENTO UNITARIO SULLA RIFORMA DEL SERVIZIO SANITARIO REGIONALE

Premesso che:

una riforma del sistema sanitario debba apportare miglioramenti in termini di assistenza, di qualità degli interventi e di risposte all’utente: l’obiettivo non deve essere il contenimento dei costi, ma il rispetto della dignità della persona attraverso azioni positive rivolte a mantenere e recuperare la salute. Questa si deve tradurre in un miglioramento del quadro epidemiologico, da un lato, e nel miglioramento della qualità della vita dei malati cronici e delle persone non autosufficienti, dall’altro.

È necessario, inoltre, migliorare gli accessi sia alle strutture che ai servizi ed investire sulla prevenzione attraverso azioni di azzeramento dei tempi di attesa per le prestazioni sanitarie per acuti, sia ambulatoriali che di ricovero ospedaliero (nella rete regionale ed extraregionale), che in quelle per post acuti (quali RSA e prestazioni riabilitative p.e.). Nella Provincia di Gorizia è indispensabile programmare seri interventi di screening con particolare riguardo alle patologie che hanno gli indici di mortalità superiori alla media nazionale.

Per ottenere questi risultati, la riforma deve investire sull’ammodernamento degli ospedali, sul personale, sull’incremento delle prestazioni ambulatoriali, sulle strutture territoriali (compresa la prevenzione e la medicina del lavoro), ancora troppo carenti in quanto non riescono a dare risposta a tutti e molto spesso in tempi accettabili.

Non vi sono pregiudizi contrari al miglioramento e alla razionalizzazione dei servizi offerti con la costituzione di una Azienda unica regionale, perché esiste nel territorio, da parte dei cittadini, degli operatori dei servizi e anche dei rappresentanti nelle Istituzioni locali, una diffusa preoccupazione che la ventilata riduzione delle Aziende sanitarie, ancora una volta, vada a scapito delle strutture della Provincia di Gorizia.

Con il piano sanitario e socio-sanitario, attualmente prospettato, verrebbe meno la peculiarità di Gorizia in quanto Provincia, come si evince dal Documento del gruppo di lavoro “Sanità Isontina” (elaborato dai Comuni e dalla Provincia di Gorizia e fatto pervenire agli interessati in data 14.12.2007), per il semplice motivo che le altre tre Province sarebbero dotate di una propria Azienda ospedaliera, mentre Gorizia no. L’attuale proposta di riduzione da sei a tre delle Aziende sanitarie è decisamente penalizzante per la nostra Provincia: infatti, benché l’Area vasta giuliano-isontina faccia perdere la caratterizzazione territoriale a entrambe le Province, di fatto premia Trieste che rimane titolare dell’Azienda ospedaliera, mentre l’Azienda sanitaria potrebbe essere collocata ovunque.

Questa proposta di legge sembra rappresentare una delega in bianco senza alcuna alternativa.

Sono, pertanto, necessarie precise garanzie sul ruolo di Gorizia, affinché diventi il centro di governo degli ospedali della rete regionale, compresi i privati accreditati, e dei distretti con relative strutture di riferimento (RSA, Hospice, ecc.).

Anche per questo deve essere scritto nella legge che esiste pari dignità tra l’Azienda ospedaliera triestina e quella goriziana, valutando la possibilità che negli ospedali dell’Area vasta giuliano-isontina si eseguano prestazioni elettive con personale proveniente dai diversi ospedali, quindi favorendo la mobilità degli operatori piuttosto che quella dei pazienti.

Si pretendono precise garanzie legislative che per ora non si ravvisano.

Pertanto

LA CONFERENZA DEI SINDACI

esprime il suo parere contrario all’ipotesi di piano di riordino del servizio sanitario regionale, così come attualmente prospettato, non rilevando al momento le necessarie garanzie per approvare una fusione delle Aziende isontina e giuliana. Pur tuttavia, qualora la maggioranza regionale dovesse insistere nell’ipotesi di accorpamento

CHIEDE

perlomeno che:

gli ospedali di Gorizia e di Monfalcone non subiscano un declassamento rispetto alla classificazione di ospedali regionali e che le loro funzioni siano mantenute e rafforzate con garanzie sul computo e l’attribuzione dei posti letto rispettando l’effettivo turn over e tasso di occupazione in modo che venga così assicurato il potenziamento di quei reparti che si ritengono punti di eccellenza.
l’ assistenza territoriale venga potenziata soprattutto qualitativamente.
l’Azienda sanitaria sovraprovinciale sia dotata dell’autonomia necessaria a rappresentare il territorio della Provincia di Gorizia.
l’ eventuale accorpamento avvenga non solo con l’Azienda territoriale di Trieste, ma anche con quella ospedaliera triestina così come richiesto dai Comuni di Gorizia e Villesse.
la sede dell’Azienda sanitaria unica sia stabilita nella città di Gorizia.
venga data all’Ospedale di Monfalcone la funzione regionale relativa alle patologie asbesto-correlate.
venga garantita la caratterizzazione del ruolo transfrontaliero della sanità isontina.
una delle sedi decentrate del Centro Servizi Condivisi abbia sede nella Provincia di Gorizia.
venga garantito il mantenimento del corso di laurea per infermieri professionali.
la nomina del primo Direttore Generale dell’Azienda sanitaria sovraprovinciale venga assunto previo parere vincolante della Conferenza dei Sindaci (art. 13 comma 1 lett. d) e comma 3 della L.R. n. 12/1994, così come sostituito dall’art. 5 della L.R. n. 23/2004).
se non altro durante il periodo sperimentale, venga adottata una contabilità separata (assumendo due centri di costo diversi) per l’Azienda sanitaria isontina e quella triestina, oppure per i distretti.
che al personale afferente delle due Aziende siano garantite le medesime opportunità di miglioramento e avanzamento di carriera.

CHIEDE ALTRESÌ

che l’eventuale riduzione del numero delle Aziende sanitarie venga presa in considerazione solo dopo un più attento esame delle criticità già emerse durante l’applicazione sperimentale delle Aree vaste. In particolare per quanto riguarda quella giuliano-isontina, disponendo la possibilità di reintegrare l’Azienda sanitaria isontina nelle sue attuali funzioni per evitare penalizzazioni irreversibili all’intero territorio provinciale dal punto di vista socio-sanitario.

Che entro sei mesi dal termine di un periodo di sperimentazione, pari perlomeno a due anni, venga fatta una valutazione da parte della Conferenza dei Sindaci dell’esperienza dell’Area vasta con dei parametri di valutazione condivisi e non solo attraverso una valutazione dei risparmi ottenuti, soprattutto al fine di verificare il reale miglioramento dei servizi sociali e sanitari.

DÀ ALTRESÌ MANDATO

al Sindaco di Gorizia e al Sindaco di Monfalcone, in qualità di Sindaci dei Comuni più rappresentativi della Provincia, di rappresentare la volontà della Conferenza dei Sindaci, come espressa da questo documento, dinanzi alla III Commissione permanente del Consiglio Regionale.

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