7 Gennaio 2008

Da Trieste a Budapest a Trieste: passando per Belgrado, ospedali…

(già apparsa tra questi commenti) Anno nuovo, storiella nuova. Nel caso specifico riguarda (tanto per cambiare) la centralità dell’italianissima Trieste nell’Europa centro orientale con varie ed eventuali.
Le protagoniste sono una ragazzina di 19 anni e sua madre.

La ragazzina decide di passare il Capodanno a Budapest e parte con due amiche in treno. Biglietto a costo ridotto anzi ridottissimo (37 euro A/R). Ore di viaggio 15.

Strano, pensa la madre, che a Budapest in passato era di casa (hostess di un’agenzia di viaggi). Persino quando ‘c’erano i comunisti’ e quindi ore di code al confine ci si metteva molto meno!

Beh, una ragione c’è: le rinnovate ferrovie, appurato che una linea diretta via Slovenia non conviene, hanno deciso di fare una minuscola deviazione. Oggi per andare da Trieste a Budapest in treno si passa per Belgrado.

All’arrivo a Budapest la fanciulla manifesta tutti i sintomi dell’orrida influenza intestinale che sta decimando mezza Europa. Essendo gracilina di costituzione e ‘di nuova generazione’, dopo otto ore di vomito costante e intervento medico con iniezioni e flebo, decide di avvisare la madre, pregandola di farla rientrare a Trieste in qualche modo (treno escluso per via delle 15 ore a spasso per i Balcani con vomito e febbre).

E’ il 1°gennaio e la mamma ‘di seminuova generazione’ provvede. Tanto c’è Internet.

I voli ci sono e sono assolutamente prenotabili anche via telefono. Il biglietto di sola andata con Alitalia costa 800 euro più tasse aeroportuali (più transfer da Ronchi, arriviamo ai 900 euro), quello Lufthansa, a seconda degli operatori che trovi al telefono (0,90 euro al minuto, di cui uno fisso a schiacciare 1, 4 e asterischi vari), oscilla tra i 638 e 645 euro,più tasse aeroportuali ecc. Quindi prenoti. Tempi di percorrenza tra le quattro e le sei ore (dipende dagli scali).

Come si paga? Direttamente alla biglietteria dell’aeroporto di Budapest. Infatti i prepagati sono scomparsi in virtù del fatto che sia Alitalia che Lufthansa non hanno ancora siglato un accordo con l’aeroporto di Budapest.

A Budapest accettano solo contanti e carte di credito e tutti coloro che ricordano di aver avuto 19 anni sanno che a quell’età i portafogli trasudano di entrambi. Si pone dunque il problema di far avere i soldi il primo gennaio a Budapest a una ragazzina dispersa in un ostello ungherese. E qui interviene il nostro console ungherese, Anna Illy, che ritiene –onore al merito- che si possa lavorare anche la mattina del primo dell’anno.
Purtroppo c’è un intoppo e quindi diviene necessario trovare un’altra soluzione.

Per casi insondabili il primo gennaio (festivo) il collegamento con la banca via Internet funziona (non lo fa d’abitudine) e la mamma provvede a versare 900 euro sul conto corrente della figlia che in viaggio s’era portata dietro il bancomat (che dovrebbe funzionare anche come carta di credito). Bene, risolto. Sul conto della mamma appaiono subito (valuta 1 gennaio) 900 euro di meno (e oggi,4 gennaio, sul conto della figlia 900 euro in più, valuta 1 gennaio), segue ricarica cellulare (fondamentale) e la faccenda è risolta. No,ovviamente. Il bancomat non viene riconosciuto come carta di credito (prossima volta si presta la “Carta Moneta”) e poi i soldi effettivamente non ci sono ancora.

Volo perso, si sposta al giorno successivo. Nuova iniezione per arginare il vomito (che sta contagiando anche la madre) e ricerca di soluzione alternativa.

Come sempre le soluzioni sono di una banalità infinita: la ragazza telefona col cellulare alla madre e le passa l’impiegata della biglietteria dell’aeroporto. La madre detta le coordinate della carta di credito (che in teoria avrebbe potuto anche essere rubata, tanto chi controlla?) ed ecco il biglietto.

No, i biglietti. Perché con soli 435 euro alla biglietteria (praticamente dimezzato il prezzo iniziale in due giorni) la fanciulla è entrata in possesso di un biglietto open Budapest – Trieste – Budapest (viaggio di ritorno che farà la madre quando deciderà di sparire per sempre).

Conclusioni: tutto bene quel che finisce bene. E poi il 2 gennaio a Rochi c’erano pure e persino i servizi pubblici. Peccato che i genitori preferiscano andare a raccattare direttamente i figli…

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4 commenti a Da Trieste a Budapest a Trieste: passando per Belgrado, ospedali…

  1. La Mula ha detto:

    Nel frattempo la storia s’è arricchita di una novità a testimonianza dell’esistenza di baby sitter non richieste che vigilano su tutti noi, implacabili.

    Il bonifico in realtà figurava utilizzabile già il 1° gennaio. Perchè dunque i bancomat non erogavano denaro oltre i 400 euro circa già prelevati? Perchè anche i bancomat hanno un’anima e se tu fai nello stesso giorno troppi prelievi (e li devi fare perchè ogni macchina eroga solo fino al massimale e tu devi raggiungere una cifra superiore) sospettano subito l’esistenza di ladri o clonatori. E quindi, per tua tranquillità, bloccano la carta.

    Un episodio analogo mi successe molti anni fa con Telecom, che stava per bloccarmi il telefono, preoccupata dal numero di telefonate che dal mio apparecchio partivano verso Belgrado. La solerte impiegata mi spiegò che il ‘babysitteraggio’ era un servizio che mi veniva offerto dall’azienda per permettermi di verificare che nessuno mai e poi mai avrebbe potuto usare impunemente il mio numero.

    Non fu facile spiegare che a Belgrado erano in corso bombardamenti e che mi collegavo con Dusan Pilic (gran persona, uno dei più grandi giornalisti jugoslavi) per aggiornamenti, dal momento che facevo di mestiere proprio quella cosa lì (la giornalista forzosamente embedded, visto che il costo dell’assicurazione aveva dissuaso il giornale a mandare due inviati). Penso mi abbia preso per pazza visionaria e, con molta comprensione, ha acconsentito a lasciare che continuassi a telefonare (tanto le bollette venivano regolarmente pagate..).

    Adoro queste formule di babysitteraggio, che sottolineano come un cittadino, in grado di pagare tasse e servizi, non è in grado di tutelarsi dalla criminalità dilagante magari con una semplice denuncia.

    Mi piacciono ancora di più se penso che l’impiegata del gate dell’aeroporto di Budapest potrebbe usare quella carta di credito di cui le ho dato il numero per acquisti vari…Ma non diteglielo, o almeno non andate a Budapest in treno per dirglielo.

  2. enrico maria milic ha detto:

    a me
    queste baby sitter, devo dire, sono risultate utili…

    mi hanno chiamato per chiedermi se mi stavano usando un po’ troppo la carta di credito… che effettivamente, scoprii dopo, mi era stata clonata.

    mhmh?

  3. La Mula ha detto:

    La mia è stata clonata e l’ho scoperto nella meticolosa verifica che faccio, da ex bancaria figlia di bancario, di tutti gli estratti conto e o bollette.Poteva seguire denuncia, ma fu la stessa emittente a saldare il conto e risolvere il problema (ladenuncia costava di più).

    Di più:recentemente una deliziosa fornitrice di carte telefoniche per similaccessori mi addebitò 500 euro c.a. per servizi di cui mai avevo usufruito(era impossibile visto che non avevano rete nella zona dove abitavo). Mandarono anche una lettera via avvocati di azienda riscossione crediti per potenziale pignoramento.

    Per casi di lavoro, ne parlai con un poliziotto delle Poste che mi suggerii (dettando,non senza rimproverarmi per non essermi rivolta a loro) la risposta:pignorate pure, sappiate che vi denuncio per estorsione e quindi dal civile si passa al penale. Raccomandata con ricevuta di ritorno partita subito.

    La ricevuta di ritorno è arrivata dopo la lettera con cui gli avvocati della ditta riscossioni comunicavano che la pratica in oggetto non era più di loro competenza. La ditta di telefonia in questione, convocata al Corecom, non s’è fatta vedere e adesso devo solo decidere se chiedere anche i danni per mancato servizio.Se si fanno vivi lo faccio, ho tutta la pratica sotto mano.

    Io sono responsabile di me. Non ho mai avuto bisogno di bollini televisivi per far vedere un film alle figlie,anzi. Sono cresciute a pane e thrilling di qualità,diventando entrambe cinefile.

    Io devo disporre dei miei soldi,io devo essere responsabile del mio e di me. Io devo denunciare le violenze (e qui è più difficile), io devo difendere il mio diritto di cittadinanza.

    Lo stato babysitter mi solleva.Ma danneggia – e non poco- la coscienza di fare parte di una società,con tutto ciò che comporta.

    Gioia santa, non fa piacere a nessuno denunciare un abuso,men che meno se ne sei vittima.A me però dispiace venir quotidianamente violata nel mio privato (es: telefono,non sono a mazzetta per libera scelta, non incrociano la bolletta,mi chiedono di vedere l’estratto conto col pagamento, che mando per evitare altre rogne. Sarebbero da denunciare subito).

    Ne vuoi una che rimane nel tema delle notizie mai date?

    TARSU. Mezza città viene raggiunta da avvisi di mancato pagamento per un anno che volutamente non cito. A me arriva l’avviso per una rata non pagata d’aprile.Strabuzzo gli occhi:pago da sempre in unica soluzione.Così non cerco nulla e non vado a mettermi in coda, nè in banca,nè a vattelapesca dove. Passa il tempo e scopro per caso che ho fatto benone: un’annata di dati era scomparsa nei traslochi.Bisognava ricostruirla. E lo fai a spese del tempo del cittadino?

    No,mio caro,io sono responsabile di me.Pago le tasse,tutte, mi occupo dei miei ‘beni’ (per fortuna pochi)e pretendo che i servizi che pago (bene) facciano quello che devono fare e niente di più. Darmi il servizio. Se dovesse succedere qualche intoppo esiste qualche altro servizio preposto (polizia ecc.) che pago perchè intervenga.Basta con questo accavallarsi di ruoli.Ognuno faccia al meglio il suo. Basterebbe.
    Bacioni

    La Mula

    Ps: del numero di carta di credito affidato via telefono in preda all’ansia a una sconosciuta operatrice di una cassa di aeroporto ne vogliamo parlare? Se per caso farà la spesa con quello…

  4. enrico maria milic ha detto:

    mula, te ga ragion

    ma siamo sommersi di numeri, servizi, call center, informazioni varie… qualche aiutino non mi guasta.

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