28 Dicembre 2007

Oggi il centenario dell’acquisto del Palazzo comunale

Le ultime delibere del 2007 questa mattina (venerdì 28) all’ordine del giorno della giunta presieduta da Ettore Romoli. Anche un secolo fa l’amministrazione comunale lavorava fra Natale e Capodanno, infatti fu nel corso delle sedute del 27 e 28 dicembre 1907 che il Consiglio Comunale di allora deliberò l’acquisto del Palazzo Attems-Santacroce. Al 16 novembre di quell’anno si data la lettera con la quale la contessa Eleonora Palffy-Daum si impegnava con il Comune di Gorizia a vendere il Palazzo sito nell’allora via Teatro 24, con cortili, giardino e serra annessi, ricevuti in eredità dal barone Enrico-Guglielmo Ritter de Zahony, morto quattro anni prima. Assieme a questo edificio la contessa proponeva…

di vendere anche altre case del circondario (via Municipio e via Rabatta). L’impegno era valido fino al 31 dicembre 1907: perciò il consiglio si riunì alcuni giorni prima della scadenza, deliberando di acquistare solo il Palazzo per 330mila corone. Nel Palazzo abitava, con la famiglia, la vedova di Enrico Ritter, Angiolina nata baronessa Sartorio, che intervenne nelle trattative e nella firma dell’atto di compravendita, nel quale vennero tra l’altro accordati i termini di pagamento delle prime 30mila corone alla stipula del contratto stesso e della somma residua da pagarsi in tre rate uguali con scadenze fino a marzo 1911.
Per ricordare un secolo di vita municipale di Palazzo Santacroce – la prima realizzazione del giovane Nicolò Pacassi (1740) – il Comune sta preparando una pubblicazione che uscirà nel prossimo marzo, ad un secolo dall’immissione nel possesso a favore dell’amministrazione comunale. Curata dall’addetto stampa Stefano Cosma, con testi dell’architetto Diego Kuzmin, di Emanuela Uccello e foto di Tanja Curto, arricchiti dalla testimonianza di Francesco Marani (pronipote dell’omonimo podestà) e di Annibel Cunoldi Attems. Il palazzo ospitò, fra l’altro, il “Casino dei Nobili” aperto il 1° novembre 1795 per passar «le ore al sollievo destinate, ed alla ricreazione». Nella vecchia aula del Consiglio (ancora esistente in corso Verdi e visitata dal sindaco Romoli la scorsa settimana) il consigliere Venuti esortò i colleghi a «non lasciarsi scappare nessuna occasione la quale se anche non immediatamente, pur pure in un non lontano avvenire ci possa segnalare una risorsa tanto nel campo finanziario del Comune quanto nel campo morale». Forse quella volontà di acquistarlo per toglierlo ad altri «che non sono della nostra nazionalità» – riportata sulla stampa del 24 dicembre 1907 e ricordata da Scandolara lunedì su Il Piccolo – era più probabilmente riferita a possibili acquirenti di lingua tedesca, piuttosto che agli sloveni.

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3 commenti a Oggi il centenario dell’acquisto del Palazzo comunale

  1. Franz ha detto:

    Domanda: la vecchia aula del Consiglio dove si troverebbe esattamente?

  2. robe ha detto:

    si trova nell’attuale sede della scuole di danza classica tersicore

  3. Franz ha detto:

    Grazie! Questa mi mancava 😉

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