27 Novembre 2007

“Sanader ha già una coalizione”

L’analista Davor Gjenero, secondo The Guardian, ha dichiarato: “Le trattative sulla coalizione non prenderanno così tanto tempo quanto la gente pensa. Sanader ha già in pratica una coalizione”. Secondo lo stesso quaotidiano britannico, entrambi i partiti con più voti (i socialdemocratici e l’Hdz di Sanader) hanno in comune la volontà di aggiudicarsi da Bruxelles più concessioni per la Croazia, prima che questa entri nell’Ue.

Furio Radin è stato, intanto, rieletto rappresentante della comunità italiana in Croazia. La Voce del Popolo, il quotidiano pubblicato a Fiume in italiano e che è l’organo ufficiale degli italiani nell’ex Jugoslavia, commenta oggi:

“Ringrazio tutti i connazionali per il grande appoggio che mi hanno dato: è un sostegno gratificante perché ricevere una simile percentuale al quinto mandato, sta a significare che qualcosa è stato fatto. Naturalmente ciò ci dà una responsabilità maggiore per il futuro. Non è sicuramente demagogico affermare che nella prossima legislatura le sfide da affrontare saranno ancora più grandi. Vi sarà da lavorare per quanto riguarda l’attuazione del bilinguismo e non soltanto nei comuni e nelle municipalità a statuto bilingue, ma anche in quelli che tali non sono come Fiume”.
Sarà necessario operare affinché l’uso ufficiale e paritetico della lingua italiana, ovvero il bilingusimo si faccia strada non solo a livello “delle autonomie locali, ma anche e soprattutto negli enti pubblici e nelle municipalizzate”. L’uso dell’italiano, in altre parole, andrà “innalzato a un livello molto maggiore” di quello attuale.

Il quadro politico al momento si presenta non troppo chiaro visto il sostanziale equilibrio tra gli opposti schieramenti di centrodestra e centrosinistra, pur con il vantaggio di cui gode l’HDZ in virtù del fatto di aver conquistato la maggioranza relativa dei consensi. A prima vista ciò consente maggiori margini di manovra agli otto deputati delle minoranze che possono sperare realisticamente di fungere da ago della bilancia per la formazione del nuovo Governo. Il deputato della CNI Furio Radin avverte però, a questo proposito, che una simile situazione presenta per le comunità nazionali sì “prospettive, ma anche pericoli”.
“Ogniqualvolta”, spiega Radin, che “le minoranze sono messe nella condizione di dover decidere sulle maggioranze, ciò significa un’opportunità, ma ovviamente anche un pericolo perché alla fin fine bisogna schierarsi con una delle parti in lizza”. Pertanto, conclude il deputato della CNI, “sarebbe molto meglio se fossero le maggioranze a decidere”. Naturalmente se dovesse verificarsi una situazione in cui le etnie e la comunità nazionale italiana in questo ambito dovessero rivelarsi necessarie per la definizione degli equilibri postelettorali, “accetteremo una simile sfida”, ha lasciato intendere Furio Radin.

La Voce, infine, sottolinea la ghettizzazione delle minoranze nazionali nel voto in Croazia:

L’assenza del doppio voto, ovvero del suffragio politico, oltre a quello etnico è stata lamentata da parecchi connazionali, specie nell’area del Polese. Non ha convinto, oltre alla mancanza di quello che è a ragione è ritenuto un sacrosanto diritto, anche il fatto di aver dovuto firmare un verbale specifico per “passare” dal voto etnico a quello politico. Ha suscitato, ad esempio, perplessità il fatto che i connazionali malati che hanno votato a domicilio e che hanno scelto il suffragio politico, siano stati costretti ad apporre la propria firma sulla busta consegnata dalla Commissione elettorale.

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