Tommaso Cerno fa un’analisi puntuale dei retroscena del salvataggio della poltrona di Strassoldo, collegandola con la guerra per bande all’interno di Forza Italia e con la rinuncia di Snaidero alle prossime regionali.
L’unica cosa che mi rimane da pensare è che anche noi giornalisti stiamo a fare tutte queste ricostruzioni, elucubrazioni, scenari, senza andare al nocciolo della questione.
Che quella del voto di scambio alla Provincia di Udine è una schifezza bella e buona. Niente di più, niente di meno di un’indecenza fatta alle spalle dei cittadini da una manica di imbroglioni.
Una cosa tipica, noto a margine, di una Regione a Statuto speciale come il Fvg, dove gli amministratori non si limitano a fare gli amministratori, ma si credono fini analisti dell’agire politico: me li vedo, i politologi del Tajut (con il massimo rispetto per la bevanda suddetta). Parlano di “politica” e invece sono le solite manovre di bassa cucina.
E anche Tommaso – cui non si può non riconoscere la lucidità dell’analisi – in realtà è entrato, come molti giornalisti che trattano della politichetta politicante, in un mondo parallelo e a-morale, dove tutto fa brodo.
Non si può più dire “lasciamo il giudizio ai lettori”.
Bisognerebbe indignarsi, o no?
Quando la “schifezza bella e buona” è saltata fuori, mi aspettavo, da parte del (prof.) Strassoldo, un’uscita di scena del tipo: “Ebbene si, ho sbagliato, scusatemi tanto, non mi farò più vedere”.
Ed invece, dopo “…due mesi di polemiche, dimissioni, acrobazie, patti col diavolo…”, tutti al loro posto perchè non si può lasciare l’ente commissariato.
Ma scherziamo? Vogliamo tornare indietro di vent’anni? Mi è venuto un voltastomaco più intenso che nel 1992. Inizialmente ho pensato che le altre forze della coalizione, a suo tempo particolarmente “vigili” sulla questione morale (si può ancora dire o è una parolaccia?), puntassero i piedi per fare un pò di pulizia ed invece…
Ma sopratutto anch’io, come cips, mi sono meravigliato del modo particolarmente “gentile” con cui i mezzi d’informazione hanno trattato la cosa, sembravano i messaggeri del palazzo con le orecchie e gli occhi sporchi.
A tutti i giornalisti locali consiglio di rileggersi il libro: “Tutti gli uomini del presidente” di Bob Woodward e Carl Bernstein.