14 Novembre 2007

Il rettore Peroni risponde sul ruolo dell’università

Riceviamo e pubblichiamo da Aureo Muzzi di Carademocrazia, a proposito dell’incontro che si svolgerà domani alle 18 con Peroni, in via Donizetti 5/a presso Banca Etica a Trieste: 

L’Università italiana, nell’opinione comune, è la sede dove gli studenti studiano e si laureano (pochi?), dove si fa ricerca e si pubblica. È considerata importante per il prestigio che arreca al suo territorio, per i posti di lavoro che ne derivano.

Questa percezione sta cambiando. Da un po’ di tempo si rileva che il rapporto tra l’Università e  il suo territorio di riferimento è debole e scarse le occasioni di collaborazione, che potrebbero essere ben fruttuose per entrambi. In Italia è sempre stata privilegiata la formazione e la ricerca di base, ritenendo, con molte ragioni, che un’eccessiva specializzazione avrebbe potuto provocare una sudditanza verso il committente e una difficoltà nel cambiarne gli indirizzi, qualora il ciclo produttivo che aveva dato l’avvio fosse terminato o modificato. L’autonomia dal potere politico ed economico è stata sempre rivendicata come valore assoluto, e non particolare.

Ma oggi, è ancora valido proporre questa autonomia? L’Università è un super liceo o un ponte, un’integrazione tra studio e mondo del lavoro e della cultura? Quali sono le potenzialità dell’università e in quale direzione vanno, verso il suo territorio o genericamente verso il mondo esterno? Quale assetto interno deve possedere un’università per rispondere alla sfide e alle opportunità che lo sviluppo internazionale ha creato?

Cercheremo di dare risposte almeno ad alcune di queste domande assieme al Magnifico Rettore, il prof. Francesco Peroni.

Aureo carademocrazia.splinder.com

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4 commenti a Il rettore Peroni risponde sul ruolo dell’università

  1. enrico maria milic ha detto:

    caro aureo,

    mi pare che il problema dell’università di trieste sia leggermente diverso.
    almeno dalla prospettiva di un trentunenne (io!).

    ovvero il problema è:
    che non c’è nessun tipo di meritocrazia all’interno dell’ateneo, anzi.

    3 professori con lo stesso cognome che insegnano la stessa materia in una stessa facoltà.

    curriculum di pubblicazioni scientifiche (nel caso esistano) basate per la maggioranza dello staff solo su riviste stampate in italia (che come sappiamo vuol dire che sono riviste figlie di lobby locali varie).

    assenteismo diffuso.

    ricambio dello staff (accesso ai dottorati) basato su un esame che è ridicolo (l’esame di dottorato) se si confronta con altri sistemi di accesso (vedi il sistema britannico), niente valutazione dei curriculum accademici e professionali, nessun criterio e condiviso serio di valutazione delle persone prima e dopo la laurea.

    mancanza diffusa di preparazione e utilizzo della lingua inglese a tutti i livelli. altro che ateneo internazionale.

    reclutamento di docenze e ricercatori basato pochissimo su strategie e politiche di sviluppo della ricerca, e moltissimo su lobby e amicizie.

    se i problemi di cui sopra sarebbero risolti, il rapporto col territorio sarebbe di conseguenza diverso e migliore. cioè: l’università sarebbe utile.

    il problema di una strategia didattica e di ricerca (a cosa serve questo super-liceo? deve essere un superliceo? o l’univ. deve essere professionalizzante?) è proprio che ogni strategia è grandemente figlia di lobby corporative e spesso del tutto slegate dagli interessi sia degli studenti che della società nel suo insieme.

    non parliamo della piaga peggiore che sta presso la facoltà di medicina… per esempio penso all’accesso alle scuole di specializzazione mediche (sia per quanto riguarda la selezione degli studenti che dello staff medico) – là bisognerebbe chiudere tutto e ripartire da zero.
    ma forse il ripartire da zero vale per tutto l’ateneo.

    sarei felice che qualcuno mi smentisse.

    o che qualcuno si sbattesse per un’università diversa.

    ma così non è…

    enrico milic

  2. arlon ha detto:

    ma, soprattutto, il mio dubbio è: perchè in Italia, al contrario di tanti altri paesi in Europa, è così difficile rinnovare la struttura e le materie trattate nei corsi di laurea?
    Assisto a fusioni di università, riorganizzazioni totali, ecc.. specialmente a Trieste, sembra tutto fermo.

  3. enrico maria milic ha detto:

    arlon,
    la risposta è semplice come sa qualsiasi studente che abbia mai partecipato a un consiglio di facoltà.

    ogni dannata seduta di un consiglio di facoltà a cui ho assistito io (lettere e filosofia, ma questa visione delle cose è confermata da altri per altre facoltà) è dominato quasi esclusivamente da interessi di bottega:
    – a chi assegneremo le cattedre?
    – come si fa a fare contento ogni dipartimento?
    – come si fa a fare contento ogni barone?

    il risultato di questo meccanismo è che nuovi membri dello staff accademico non vengono reclutati in base a degli obbiettivi di eccellenza in determinati campi di ricerca ma ogni facoltà così si deve specializzare in tutto, cioè in niente, per assecondare gli interessi di tutti i presenti…

    in altre parole, ogni nuovo prof è reclutato perchè fa comodo a una piccola parrocchietta di prof che già lavorano per la facoltà. sono fondamentalmente assenti le valutazioni sulla qualità del nuovo assunto e sull’utilità del nuovo assunto ai fini degli obbiettivi di ricerca (e di didattica) della facoltà.

    questo in piccolo.
    a livello di ateneo si replicano questi giochi, ma solo in grande. così bisogna accontentare ogni facoltà, ogni tribù di prof, ecc.

  4. Aureo ha detto:

    Caro Emilio, concordo che l’Università italiana ha molti problemi, che tu hai elencato. Noi ci incontriamo per una discussione del ruolo di promozione, di sviluppo che potrebbe avere la nostra Università, nei confronti della città. Tutto ciò è legato al buon funzionamento di una Uuniversità, ma il tema che proponiamo è leggermente diverso. Spero di vederti oggi, ma comunque porterò i tuoi punti. Segnalo che il Rettore Peroni si sta impegnando per il rinnovamento della nostra università e per questi motivo abbiamo ritenuto opportuno questo incontro, che come immagino sai, non è usuale. Rinnovamento che auspico sia slegato dai tempi della politica
    Aureo

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