Ho raccolto un po’ di domande per i quattro candidati Francesco Russo, Bruno Zvech, Gianfranco Moretton e Enzo Barazza alla segreteria regionale del Partito Democratico. Confidiamo nelle loro risposte sui loro siti o qua sotto, nei commenti a questo post. Ecco le domande:
1) Dalla redazione di Bora.La: “Condividete la posizione per cui le politiche dello Stato nazionale e dei Partiti nazionali si dimenticano troppo spesso di questa regione? Credete che l’Euroregione possa essere una risposta a questa carenza di politica, come crediamo? Qual è, nel caso condividiate, il primo passo concreto (fuori da quello che è già stato fatto) che la Regione deve fare in questo senso?”
2) Georgina Ortiz, attivista del Comitato Contro il Corridoio 5: “Premetto che nel caso mi decidessi a votare alle primarie per il futuro segretario del PD voterei Rosy Bindi perchè, paradossalmente, la considero la candidata più a sinistra di tutti. Vi rendete conto che state lasciando uno spazio enorme a sinistra con questa continua rincorsa del centro e che alla fine l’unione dei DS con la Margherita rischia di diventare un suicidio?”
3) Sergio Maistrello, giornalista e saggista, esperto in comunicazione on-line: “La Regione Friuli-Venezia Giulia ha deciso di finanziare il progetto di e-democracy del Comune di Pordenone, che è basato innanzitutto su una rete pubblica e gratuita di accesso WiFi a Internet. Fa notizia che il Comune regali Internet, ma ai più attenti non è sfuggito come la portata di questa iniziativa vada ben oltre la semplice distribuzione dell’accesso. E come un’intera città (una regione, presto?) in Rete apra scenari piuttosto interessanti riguardo al governo del territorio, superando molte delle mediazioni precedentemente imposte dai mezzi di comunicazione di massa e dagli istituti della rappresentanza elettorale. Come interpretano i candidati segretari regionali del Partito Democratico questi scenari? Come pensano che dovrà evolvere in particolare il ruolo dei partiti? E soprattutto: quale vocazione dovrà avere in questo senso un partito che nasce nuovo nuovo, dunque figlio del 2007 e delle tecnologie del 2007, anche e soprattutto a livello locale?”
4) Andrea Fiore, imprenditore in un’agenzia di comunicazione: “La costituente del PD prevede 2500 (credo) persone, ognuna portatrice di proprie convinzioni. Se già si fa fatica a mettersi d’accordo in 2, 2500 non vi sembra una babele? Oppure servono solo a ratificare democraticamente le scelte dei soliti?”
5) Enrico Maria Mili?, masterizzato in antropologia in Gran Bretagna: “Passando un anno da studente a Belfast, a contatto con uno staff internazionale di ricercatori, ho toccato con mano come la ricerca proveniente dalle università italiane sia scarsamente o non presente nel dibattito internazionale. Non posso che collegare questa situazione con la mancanza di criteri meritocratici per l’accesso dei giovani ai massimi livelli universitari e con la mancanza di fondi. Come pensate che la Regione autonoma Fvg, tramite l’Erdisu e il suo rapporto con le Università locali, possa migliorare la situazione locale in questi sensi (meritocrazia e fondi), riattrarre dall’estero ricercatori di cittadinanza italiana a Udine e Trieste e rendere realmente utili alla collettività gli atenei regionali?”
Risposte concrete e realizzabili, please!
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Rispondo sinteticamente ma (spero) senza dimentcare nulla.
1) Non credo ai complotti anti-FVG. La nostra Regione riceve non poche risorse dal Governo centrale (penso al settore scientifico che conosco bene e ai soldi che qui arrivano fra tra AREA, Sincrotrone, ICS, ICTP, ICGEB, Università….).
Decollasse l’Euroregione sarebbe una bella risposta di autonomia e di intraprendenza regionale. Io sfrutterei meglio il “treno” della Slovenia che corre più di noi, è uno Stato ma ha le dimensioni di una regione ed ha bisogno di una cooperazione trasfrontaliera moderna ed efficace per spendere meglio i soldi (tanti) che riceve da Bruxelles).
2) Credo ad un moderno partito democratico che, come in tutti i paesi “normali, faccia convivere le diverse anime riformiste e di sinistra. Vorrei però che si fosse chiari con quella parte della coalizione che in nome di battaglie “di sinistra” è solo un freno di conservazione per questo Paese, per le sue possibilità di sviluppo e di crescita sociale. Rosi Bindi non è Diliberto…
3) Ne parlavo ieri con Bolzonello. In tempi non sospetti, dopo una visita negli USA avevo lanciato la provocazione della regione wireless. Sarebbe la migliore testimonianza di essere veramente una regione della scienza e dell’innovazione, attrattiva per studenti e ricercatori di tutta Europa… Per il rapporto fra partito e nuove tecnologie rimando ad uno dei miei ultimi post.
4) Purtroppo il rischio è quello dell’assemblea che ratifica. Ma è anche vero che un manipolo di coraggiosi ben preparati sulle tecniche assembleari e con proposte precise, può mettere in difficoltà le manovre della “stanza dei bottoni”… Ci proveremo!
5) Come potete immaginare è tema a me caro… Purtroppo il sistema ha bisogno di risposte complessive che possono venire solo dal Governo nazionale (e Mussi è forse il peggior Ministro della storia da questo punto di vista…).
La Regione può e deve continuare a fare ciò che fa nell’ambito delle sue competenze. Appoggiare con le sue risorse le esperienze di eccellenza, senza dare fondi a pioggia, favorendo l’internazionalizzazione dei corsi (ancora troppo pochi in inglese nei nostri Atenei se vogliamo essere attrattivi di studenti stranieri), la qualità dell’accoglienza (case dello studente e condizioni di favore per chi studia), ma soprattutto creando le migliori condizioni per superare le divisioni che ancora animano il FVG. Le esperienze di maggior successo nel mondo sono infatti nate in quelle comunità che hanno saputo fare quadrato attorno ad un’idea di innovazione del territorio. Allora, ad esempio, curare la filiera che parte dalla formazione scolastica, passa per Università e laboratori, incubatori di impresa e parchi scientifici, coinvolgendo imprese e risorse finanziarie per il venture capital può essere un esempio virtuoso di cui già oggi abbiamo le potenzialità.
buongiorno a tutti, perdonatemi le risposte un po’ casual ma, come potete immaginare sono giornate un po’ complicate. Avrei piacere di discuterne con calma e vi do appuntamento sul mio blog o, meglio, di persona dopo il 14 ottobre.
1.
A differenza del passato questo governo ha un’attenzione particolare per la nostra regione, non parlo soltanto delle risposte relative al mondo della scienza e della ricerca ma anche degli investimenti (per altro molto cospicui) per le infrastrutture necessarie a reggere il passo, parlo proprio delle “politiche” d’area. Il progetto dell’Euroregione sicuramente è importante ma va collocato in una dimensione più ampia. Il destino della nostra regione è legato a una rilettura delle sue vocazioni e delle strategie conseguenti da mettere in campo. Si tratta di definire la visione per i prossimi anni. Per noi si pone il problema di come guardare all’allargamento dell’Europa verso i Balcani (Croazia, Serbia, …), sapendo che quel processo è destinato a mutare più di quanto si pensi equilibri di economie, stati, confini e culture. Da questo punto di vista gli interessi dell’Italia coincidono con gli interessi del Friuli Venezia Giulia e quindi noi possiamo rivendicare una funzione nazionale in questa direzione. Da una parte proprio perchè veniamo riconosciuti come centro di produzione e trasferimento di conoscenza, dall’altra perchè le politiche di integrazione costruite in questi anni in ordine ai temi della pluralità delle culture, della interetnicità, della multireligiosità, ci consegnano potenti strumenti relazionali, fondamentali in questa impresa. Il Friuli Venezia Giulia si sta muovendo come promotore dell’Euroregione e negli accordi in atto con il governo sono in discussione anche gli aspetti relativi alla politica estera, in più stiamo sviluppando gli accordi di cooperazione con la Slovenia, la Croazia e la Serbia.
Io credo che sia la strada giusta e che bisogna dare ancora maggior peso a interventi diretti in quei territori in ordine al welfare e allo sviluppo economico. È in previsione a novembre una conferenza internazionale, proprio sui temi del welfare, relativa alla Serbia, dove credo che il Friuli Venezia Giulia debba candidarsi come capofila rispetto alle altre regioni d’Europa.
2.
Per quanto mi riguarda, il partito democratico non è una indefinita rincorsa al centro, anzi, nel partito democratico non si scioglieranno storia, passioni e valori della sinistra riformista. Si tratta invece di rafforzarli in una proposta politica più ampia che parta proprio dai diritti di cittadinanza e dalla libertà delle persone. Credo che oggi, superate le divisioni ideologiche del 900 sia necessario riunire le diverse culture riformiste in nome di un’idea generale di sviluppo della nostra società.
3.
Condivido il progetto del Comune di Pordenone, che diventerà in effetti un progetto regionale e, non a caso, l’investimento in generale sulle reti è una delle priorità di questa maggioranza e di questa amministrazione. Gli scenari che si aprono avranno certamente forti tratti innovativi e penso che tutto ciò avrà una ricaduta importante anche nel modo di intendere la politica. Anche il PD dovrà confrontarsi fino in fondo con questo scenario appunto perché vuole essere figlio di questi tempi.
4.
2500 persone per un’assemblea costituente nazionale sono in effetti un bel numero, però è vero che il partito democratico nasce con la volontà di riconoscere la pluralità delle culture che devono esserne le fondamenta. Questa ricchezza non mi spaventa ma sono altrettanto determinato nella convinzione che al primo punto all’ordine del giorno devono esserci le regole attraverso le quali si assumeranno le decisioni. Il percorso di partecipazione e ascolto è fondamentale ma proprio per questo ci si aspettano poi scelte autorevoli e credibili.
5.
Enrico, ti rispondo così. Forse la formula magica per cominciare a risolvere il problema vero che tu poni risiede nel formare un partito che voglia e sia in grado di mantenere quello che promette. Sono anni che ci diciamo che gli investimenti in ordine al sistema formativo dell’università e della ricerca sono investimenti per il futuro e sono anni che i governi che si susseguono mantengono per queste attività una quota rispetto al pil che è inadeguata. Bisogna aver il coraggio di scegliere e a me questa pare una priorità. In Friuli Venezia Giulia stiamo proprio provando a farlo, davvero. Il talento e il merito, sono d’accordo con te, fatta salva l’uguaglianza dei diritti di accesso, non può più essere una variabile indipendente.
Enzo Barazza
1) Non credo si possa dire che questa regione è emarginata dal governo nazionale, credo invece che sia “dimenticata” dai partiti nazionali, nel senso che non riesce a farsi ascoltare, a far comprendere la sua specialità.
Per questo la mia idea di partito Democratico del Friuli Venezia Giulia, è di un partito regionale autonomo, federato con quello nazionale.
Come, d’altra parte, sta facendo il Trentino – Alto Adige.
E’ un idea di partito che si può realizzare subito, se c’è una vera volontà politica e se non si pensa che, invece, stare attaccati al carro nazionale possa dare maggiori garanzie personali perché legati a questo o a quel leader.
2) Certo se il PD fosse solo l’unione di DS e Margherita sarebbe non solo una cosa inutile ma anche dannosa. Se poi, anziché essere un’unione, fosse una federazione degli apparati precedenti sarebbe la fine di un bel progetto.
Il PD non deve rincorrere al centro, ma deve dare risposte a tutti gli elettori, quelli più attenti alle problematiche sociali che altrimenti potrebbero guardare alla sinistra massimalista, come quelli più attenti alle questioni economiche e del mondo imprenditoriale che guardano al centrodestra.
Il PD deve avere l’ambizione di essere un partito maggioritario e di governo, e questo si può realizzare solo se sa rispondere ad un’ampia fetta di elettorato.
Un’altra risposta che deve dare il PD è quella che viene dalla ventata di “antipolitica” che sta dilagando. In realtà non si tratta di antipolitica ma della richiesta di una Politica con la P maiuscola che torni ad avere comportamenti etici.
La migliore risposta è quella di mettere in campo regole indispensabili per il rinnovamento della classe politica: limite dei mandati nel medesimo organo istituzionale o politico, divieto del cumulo delle cariche, pari rappresentanza di genere negli organismi del partito, riduzione delle indennità a partire dal livello regionale (come ha già fatto Prodi per il suo governo).
Sono cose che si possono realizzare SUBITO, all’interno del partito, se c’è la volontà politica, senza aspettare leggi che lo impongano.
3) Se dicessi di essere un grande esperto di comunicazione on-line direi una bugia, ma attorno a me esiste un bel gruppo di persone che hanno elaborato alcune idee e progetti su questi aspetti.
Crediamo che il primo obiettivo di una regione “in rete” debba essere quello di superare il divario tecnologico che ancora esiste in varie zone del FVG.
In questo senso, più che a reti WiFi crediamo che in questa regione (ed in particolare nelle zone montane) di dovrà sviluppare la nuova rete Wi-Max che dovrebbe permettere, se manterrà le promesse, grandi prestazioni e capacità di raggiungere vaste aree del territorio.
Crediamo che il PD, in questo senso, dovrebbe iniziare ad aprire veramente strade nuove alla partecipazione utilizzando le nuove tecnologie.
La rete (intesa non solo come internet ma come una serie di strumenti) non come uno spazio da lasciare ai “fanatici” ma uno strumento che permetta a tutti di partecipare in modo concreto ed effettivo ai processi decisionali.
Il Partito Democratico ha deciso di utilizzare le primarie per coinvolgere un grande numero di cittadini per scegliere la nuova classe dirigente.
Sarebbe una sciagura se, passate le primarie, la classe dirigente tornasse a chiudersi su se stessa.
La rete, se usata intelligentemente, può essere uno straordinario strumento di informazione, partecipazione e consultazione.
Per fare questo però è necessario un cambio di mentalità nella classe politica e forse, anche, un cambio generazionale.
4) Sì, sono d’accordo, 2500 persone a livello nazionale sono un numero enorme e c’è il forte rischio che l’Assemblea Costituente nazionale sia, di fatto, solo un organo di ratifica in cui arrivano decisioni già prese.
Sarebbe importante però che i 48 delegati del Friuli Venezia Giulia facessero squadra per portare avanti alcune istanze per la nostra regione: ad esempio il fatto che questo PD è autonomo e federato (come ho già spiegato). Sarebbe già un bel risultato!
Devo aggiungere però che, invece, l’Assemblea Costituente Regionale, con 96 componenti eletti e 48 di diritto, (e molti di questi saranno persone nuove alla politica) può essere uno strumento che favorisce la partecipazione e permette di costruire un progetto credibile per le prossime elezioni regionali.
5) Mi pare che la situazione regionale, in tema di Università e centri di ricerca , sia sufficientemente buona, tanto che il FVG è una realtà che attrae ricercatori.
Quello che mi pare di poter dire, in relazione alle nostre competenze e reali possibilità di intervento su questa materia, è che sarebbe molto importante che si superassero sterili divisioni territoriali per unire gli sforzi e creare una realtà universitaria, composita ma di altissimo valore.
Siamo una regione che supera di poco il milione di abitanti (mezza Milano) ed è estremamente difficile essere competitivi e di alto livello se non si ottimizzano le poche risorse che si hanno a disposizione per ottenere risultati di alto valore anziché per competere all’interno della regione.
Se poi le varie componenti di questa regione (scientifica, formativa, economica, ecc.) riuscissero a “fare sistema” potremmo realmente far fare un salto di qualità al “sistema regione”
Moretton xe superiore a queste ciacole?
Sì Michele, Moretton ha ben altre reti di “amici” …
vedi, ad esempio, gli SMS mandati a tutta la protezione civile regionale (saranno 10.000 persone in regione).
Il problema, in questo caso, non è la spesa degli SMS (magari l’avrà realmente sostenuta lui) MA COME FACEVA AD AVERE I NUMERI DI CELLULARE?
Non è forse un violazione della privacy?
Oppure il suo depliant dove, per sostenere la sua candidatura a Segretario Regionale, parla delle cose che ha fatto come Assessore!!!
Che ci azzecca????
Ho letto con più attenzione le risposte ai punti 1 e 5, quelli che mi interessano di più.
Da tutti i candidati vengono dette cose condivisibili, o addirittura incoraggianti, ma purtroppo un po’ astratte.
Riguardo alla disattenzione e incapacità di gestire una regione di confine come la nostra da parte dei governi nazionali nel lungo periodo (cosa che come tutti vedono si è sempre avvertita in particolare a Trieste), non credo che il problema si risolva facendo finta che non esiste. Risposte concrete alla cittadinanza dovrebbero essere date soprattutto in materia di grandi opere europee, che determineranno inevitabilmente le condizioni dello sviluppo regionale in rapporto alle altre aree del continente.
Il Corridoio 5: passerà da Trieste? Non passerà? Il nord Italia in generale sarà coinvolto o sarà tagliato fuori, alla fine? Vogliamo parlare chiaro ai cittadini?
Oppure in tema di politica estera ed economica nei confronti dei nostri più diretti vicini: come pensa il governo italiano di fronteggiare/interagire/reagire all’offensiva di Deutsche Bahn in Slovenia?
Su questi temi la politica credo dovrebbe essere chiamata a parlare in termini precisi, abbandonando le petizioni di principio o i lunghi cappelli introduttivi che poi non introducono a nulla.