Dejan Kozina ci aveva mandato questo in commento a Biloslavo, Stella, Bora.La e i preti dal fervido nazionalismo del secondo dopo guerra. Lo pubblichiamo con ritardo (anche se è già stato postato come commento qua, vale la pena dare spazio a questo punto di vista)
La mia opinione è che lo Stella – al pari della stragrande maggioranza dei giornalisti – abbia anche lui preso la Storia come una mera appendice della cronaca attuale e la interpreti solamente usando il modello di occhiali oggi di moda. La spavalda ignoranza della storia delle nostre terre da parte del resto dello Stivale coinvolge non solo lui, incauto commentatore, ma anche la quasi totalità dei suoi lettori.
Il vescovo di Veglia che lancia strali contro il regime jugoslavo è politica spicciola: una politica di lunga data della Chiesa croata che si sente periodicamente chiamata ad una “excusatio non petita” riguardo alla collaborazione col regime degli ustascia, di cui tenta a periodi alterni di sminuire la portata opuure di far cadere nell’oblio. Le accuse in questione, per vere che siano (nei fatti se non nei numeri), sono un classico artifizio retorico: se Tito era il male, chi gli era contro non poteva che essere un angelo. Mi pare che in Croazia tra breve si voti: madonne piangenti, anyone? A proposito: ecco il link all’articolo del Giornale.
Ma sono ormai 15 anni che qualsiasi pezzo su bisticci e reciproche accuse tra comunisti e anticomunisti al confine orientale non fanno più audience in Italia, non interessano in pratica più a nessuno. Lo fa, invece, ogni riferimento all’appartenenza a questo o quello Stato di queste terre, per disinformato che sia (almeno fino a quando sembrerà avere un qualsiasi impatto elettorale – in assenza di questo non durerebbe cinque minuti).
Scaletta degli eventi:
1.) Una rivista di teologia francescana di Sarajevo pubblica “uno studio occidentale” sconosciuto al resto degli storici che seguono l’argomento
2.) Il vescovo di Veglia ne pilluca quanto gli serve per il suo scopo, cioè le parti più infiammatorie; lo scopo è quello di augurare buon Ferragosto al suo gregge e, gia che c’è, infiammare gli animi con un pò di sana e benedetta jihad (serve sempre).
3.) Il Ve?ernij list di Zagabria pubblica solamete le parti più controverse dell’omelia, come previsto dal prelato (non è mica che per fare il vescovo si deve passare l’esame di ingenuità). Missione compiuta, scopo raggiunto.
4.) Qualcuno a Milano legge la stampa croata o, puù probabilmente, la stampa tedesca che legge la stampa croata. La faccenda viene passata all’esperto di “confini orientali” residente, un giovanotto con in gioventù una storia di posizioni non esattamente favorevoli alla pacifica convivenza o alla pace tra i popoli (neanche al diritto di esistere degli stessi, se ben ricordo). Presumo che l’intervista si sia svolta in italiano, a meno che il giornalista non abbia cambiato più di tanto le sue tendenze politiche, col povero prelato disperatamente in cerca delle vage memorie della lingua di Dante rimastegli dall’ultimo turno di servizio in Vaticano (a meno che non abbiano usato il latino…). Ma tant’è, al prelato ben poco interessano le reazioni in Italia…
5.) Il tuttologo Stella usa un articolo di 783 parole per rimpinguare la sua fama di tuttologo con un commento di 661 parole. Ancora un po e ci stava pure la caduta di Costantinopoli in quattro puntate.
6.) Il tutto finisce su bora.la, unico posto dell’universo conosciuto dove viene considerato notizia degna di approfondimento e discussione e magari gravida di conseguenze future.
Per tornate a bomba sul titolo del post mi rifaccio alla traduzione dell’ultimo capoverso del commento di M.B. (non so chi sia) sul Primorski, che tra poco troverai sul sito come richiesto: dal punto di vista etico e/o morale qual’è la differenza tra l’operato di “quei zelanti preti nazionalisti al servizio di Tito” sloveni e croati che esprimevano la propria preferenza territoriale in accordo colla propria appartenenza nazionale ed il desiderio della maggioranza del proprio gregge di anime, e l’operato di “quel zelante vescovo nazionalista al servizio di DeGasperi (e di Benito prima)” italiano che esprimeva la propria preferenza territoriale in accordo colla propria appartenenza nazionale ed il desiderio della maggioranza del proprio gregge di anime?
djn (per un totale di altre 714 parole…)
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