18 Agosto 2007

Le Fiamme gialle scoprono una truffa da due milioni di euro

La Guardia di finanza di Gorizia scopre una truffa da oltre due milioni di euro. Le Fiamme gialle hanno individuato una società formalmente costituita a Malta, ma con sede effettiva sul territorio nazionale, dedita al noleggio di imbarcazioni da diporto, la quale aveva commissionato la costruzione di un lussuosissimo yacht di oltre 27 metri, per un importo complessivo di oltre due milioni di euro, beneficiando – tra l’altro – di una serie di agevolazioni fiscali, mediante la costituzione di una rappresentanza fiscale ai fini Iva nel nostro Paese. Il meccanismo ideato – spiegano dalla Guardia di Finanza – doveva servire unicamente a garantire un’adeguata copertura ai fini fiscali: i responsabili della frode, infatti, una volta costruita la lussuosa imbarcazione…

per un costo complessivo di oltre 1,5 milioni di euro, hanno proceduto alla sua importazione, dichiarando però in dogana un valore di soli 400 mila euro, a fronte dell’effettivo valore commerciale, pari a quasi tre milioni. Tale imbarcazione, regolarizzata apparentemente ai fini doganali, è stata successivamente rivenduta sul territorio italiano, realizzando una cospicua plusvalenza, ovviamente mai dichiarata al Fisco, in quanto formalmente conseguita da un soggetto estero.
Si tratta soltanto dell’ultima truffa scoperta dalla Guardia di Finanza di Gorizia, costantemente dedita al contrastato dell’evasione fiscale, con particolare riferimento a soggetti italiani fittiziamente residenti in Paesi a regime fiscale privilegiato, i quali, mediante comportamenti elusivi, si sottraggono al pagamento delle imposte dovute all’Erario, aggravando il quadro delle finanza pubblica nazionale, su cui si concentrano – come noto, da tempo – le iniziative governative di risanamento. Il meccanismo seguito è più o meno sempre lo stesso : si individua un Paese extracomunitario con il quale il fisco italiano non ha la possibilità di scambiare informazioni oppure nel quale le imposte da versare presentano un’aliquota sensibilmente inferiore a quella nazionale e si costituisce una società con la sede formale in tale Stato, pur continuando a svolgere l’effettiva attività d’impresa sul territorio nazionale, ove tale società è ovviamente sconosciuta al Fisco. Confidando su tale aspetto, i redditi conseguiti dalla società non vengono dichiarati in Italia e , qualche volta, nemmeno nello Stato ove formalmente ha sede, anche se il regime impositivo è già particolarmente favorevole. Il risultato è sicuramente “apprezzabile”, a fronte dell’unica spesa sostenuta, rappresentata dai costi di costituzione della società, comunque non particolarmente elevati.

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