Il caso del prete-candidato finisce su Repubblica.it. Il quotidiano ha dedicato un articolo a don Andrea Bellavite, possibile candidato alla poltrona di primo cittadino di Gorizia. Nel frattempo – come annuncia anche Repubblica – la Curia arcivescovile ha comunicato di aver accolto le dimissioni del sacerdote dall’incarico di direttore del settimanale diocesano "Voce Isontina".
10 Aprile 2007
il caso è destinato a finire su tutti i giornali e se ne interessa anche il Vaticano che comunica l’incompatibilità tra cariche politiche e il sacerdozio (secondo il diritto canonico).
Da cattolico progressista direi che ognuno, in teoria, dovrebbe fare quel che più desidera. Ma se uno ha scelto di fare il prete, e non gliel’ha ordinato il medico, deve essere prete di tutti, anche dei fedeli di centro destra. E se si candida con una metà del cielo non può rappresentare anche l’altra. Un prete se resta prete si comporta secondo le regole che ha deciso di seguire senza costrizioni a cominciare dal celibato; ciò finchè le regole non cambiano.
I preti in politica li vedo, al limite, in quei paesi del Centro America dove difendono il popolo dalle vessazioni. Qui mi pare il caso sia del tutto diverso. Scegli, caro il mio religioso, o fai politica o dici messa.
Ma come si fa ad esser preti e farsi supportare dai comunisti che odiano la chiesa e considerano la religione “oppio dei popoli”? Per loro un sacerdote è un mistificatore servo del capitalismo e la religione è una “sovrastruttura” che serve i borghesi. E come si fa, da comunisti ed atei, ad appoggiare un servo di un dio che si crede invenzione dei ricchi per fottersi i poveri? Ma la coerenza dov’è andata a finire?
E vaticano a parte, credo che don Bellavite farebbe comunque bene a lasciare la tonaca; evidentemente non fa per lui e non c’è niente di male; poi si butti pure in politica ma non metta in mezzo la fede e soprattutto i fedeli che nel prete non voglione vedere l’ennesimo poltico dell’ultima ora ma una guida nel percorso spirituale verso Dio, cosa alla fine molto più importante, per essi, di una stupida poltrona di sindaco.
Ma come si fa ad esser preti e farsi supportare dai comunisti che odiano la chiesa e considerano la religione “oppio dei popoli”? Per loro un sacerdote è un mistificatore servo del capitalismo e la religione è una “sovrastruttura” che serve i borghesi. E come si fa, da comunisti ed atei, ad appoggiare un servo di un dio che si crede invenzione dei ricchi per fottersi i poveri? Ma la coerenza dov’è andata a finire?
E vaticano a parte, credo che don Bellavite farebbe comunque bene a lasciare la tonaca; evidentemente non fa per lui e non c’è niente di male; poi si butti pure in politica ma non metta in mezzo la fede e soprattutto i fedeli che nel prete non voglione vedere l’ennesimo poltico dell’ultima ora ma una guida nel percorso spirituale verso Dio, cosa alla fine molto più importante, per essi, di una stupida poltrona di sindaco.
Il mio riferimento è all’ultimo commento: mammamia che chiusure mentali hai ragazzo mio!
Non ti sei reso conto che non e il canale religioso quello che collega fazioni in apparenza agli antipodi, ma quello del rispetto dell’uomo come centro di gravità di ogni agire. La pace, il rispetto dei diritti, una politica pulita: mi spieghi perchè questi principi non possono essere condivisi da un buon cattolico e da un buon comunista!
PS: chi ti scrive è un socialista ed un credente eppure non vivo in contraddizioni.