31 Gennaio 2007

Parole scritte sull’acqua? Se ci sei batti un colpo

L”esperienza di Bora.la avrebbe secondo me, l’obiettivo di andare a riempire di contenuti ed idee uno spazio sino ad ora rimasto vuoto. Lo spazio di dibattito ed ideazione degli obiettivi e delle forme con cui creare un collante non soltanto culturale, ma soprattutto politico ed economico, tra le diverse realta’ che vanno a formare l’ideale di Euroregione.

Compito arduo per due naturali ed antagoniste tendenze che animano piu’ o meno tutte le realta’ teoricamente in ballo: da un lato l’interesse e la tutela degli interessi regionali e nazionali. Dall’altro l’aspirazione ad un disegno piu’ alto di condivisione di modelli ed esperienze, per superare vizi e difetti che ciascun singolo soggetto possiede al proprio interno. Ogni realta’ vacilla secondo me tra queste due aspirazioni. Ogni realta’ ha elaborato piu’ o meno una risposta a questo modello.

Si puo’ trovare una spinta maggiore laddove c’e’ piu’ desiderio di emancipazione rispetto a consuetudini e status vigenti che vanno a penalizzare e rallentare un’evoluzione positiva delle norme socio – economiche. L’esempio piu’ lampante e’ il Friuli Venezia Giulia ed il suo Presidente Illy. Molto fino ad ora e’ stato elaborato e sviluppato con l’intento di creare modelli alternativi, tali da poter superare la lentezza ed il ritardo politico – strategico che lo stato italiano ha sovente dimostrato nei confronti del nostro territorio.

La spinta minore la vediamo con evidenza nella Slovenia di oggi, tesa a determinare e consolidare la propria indipendenza e la propria posizione geopolitica all’interno della discussa zona geografica. Non si puo’ richiedere ad un paese fresco di indipendenza ed autonomia decisionale, di sacrificare la propria sovranita’ a lungo desiderata per la formazione di un ente sovranazionale che tenderebbe in qualche modo ad annaquare e limitare queste rendite da poco raggiunte.

All’interno poi di ogni realta’ non vanno dimenticati i gruppi di potere che sicuramente ostacolano queste evoluzioni, preoccupati di perdere poteri e sistemi di controllo oliati e collaudati. Lobby che perseguono con ogni energia il mantenimento dello status quo, che permette guadagni sicuri e posizioni di rendita difficilmente scalfibili da un eventuale cambio momentaneo nella regia politica della zona.

In questo Trieste e’ un esempio chiaro e significativo di come poteri costitutiti e con capacita’ di sopravvivenza, possano di fatto paralizzare qualsiasi cambiamento. La piccola rendita quotidiana e continuata riveste per queste lobby, maggior convenienza e tranquillita’ rispetto all’ipotesi di guardare a scenari piu’ ampi, dove i soggetti coinvolti potrebbero essere molteplici e di peso specifico diverso.

Tempo fa sottolineavo poi di come non si potesse essere cosi’ sicuri che gli stessi soggetti, che oggi partecipano al tavolo di ideazione e di sviluppo dell’Euroregione, fossero allo stesso tempo i primi ad esser pronti un domani a fare ostruzione o far cadere il progetto. E’ infatti fondamentale esserci nel processo, per poterlo al caso indebolire e rallentare dall’interno.

Per questo motivo e per altri che qui potrei elencare, propongo che Bora.la persegua sempre di piu’, nei limiti della sua capacita’ e della sua forza, il mandato per il quale e’ stata ideata. Vorrei che Bora si proponesse come laboratorio di idee e spinte per lo sviluppo non soltanto dell’Euroregione ma del futuro politico ed economico della zona, stimolando un dibattito che tolte le scadenze elettorali, e’ muto e desolante.

Dal mese di marzo propongo di iniziare a Trieste un ciclo di conferenze a cadenza mensile, che mettano in discussione e vivacizzino ambiti della nostra citta’ e del territorio circostante quasi sempre sepolti dall’indifferenza e dall’interesse di pochi. E’ ora che Trieste porti il suo contributo nell’elaborazione dei temi che fanno parte dell’agenda geopolitica di questa peculiare zona europea. Soltanto con uno sforzo di ideazione ed elaborazione di nuovi modelli e progetti per lo sviluppo economico e sociale di questo territorio, potremo un domani convincere qualche giovane a restare e dare il suo contributo ad uno sviluppo che oggi manca.

Questo silenzio crea frustrazione in molti e facili semplificazioni nel ragionare sulla realta’. Non e’ sintomo di vivacita’ ed intraprendenza sociale il fatto che gli unici argomenti oggi trainanti nell’opinione pubblica siano paventati problemi di ordine ambientale. Non puo’ essere che una societa’ sana ed innovativa prenda posizione in modo fermo soltanto quando all’orizzonte si profilano progetti che mettano in pericolo il proprio spazio ed il proprio habitat. Problemi di uguale o maggiore gravita’ non vengono percepiti dall’opinione locale come urgenti ed importanti. Si bada soltanto alla conservazione di cio’ che abbiamo, soprattutto se investe il nostro tempo libero, delegando alla generazione futura la risoluzione di nodi fondamentali per lo sviluppo economico e sociale della nostra citta’.

La mia generazione (i trentenni di oggi) ha il dovere di provare a scombinare questi ordini costituiti, e di farlo con l’arma della ragione e della calma. Senza la tentazione di cadere in facili campagne demagogiche e populiste, (che fanno audience), ma impegnandosi in un processo elaborativo lento e graduale che metta le basi per uno sviluppo moderno e ragionato del territorio. Soltanto con un impegno forte ed intelligente sul nostro territorio potremo contribuire in maniera fattiva e concreta allo sviluppo dell’Euroregione e a dare un ruolo a Trieste in questo percorso.

Spero che qualcuno voglia rispondere o replicare a questo mio appello, e magari iniziare a discutere su cosa proporre in marzo come primo appuntamento.

+39 348 6510241

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13 commenti a Parole scritte sull’acqua? Se ci sei batti un colpo

  1. KiT ha detto:

    Fate solo sapere su ksa saranno le conferenze e quando, perchè magari anche ragazzi di 18/19 anni sono interessati ad essere coinvolti in questo “progetto”.

    Saluti

  2. Matteo ha detto:

    Che magari lo capi’ prima de noi, che semo rivai a trenta…. 😉

  3. enrico maria milic ha detto:

    sono profondamente contrario all’idea che sia squalificante preoccuparsi vivacemente di problemi ambientali – secondo me e’ una prospettiva di conservatorismo degli anni ’60 – ma forse non e’ quello che volevi dire e andiamo avanti.

    penso che abbiamo difficolta’ a creare una produzione di notizie e approfondimenti di livello dignitoso. le motivazioni sono, s.me, la mancanza di tempo di chi e’ interessato al progetto che lo fa solo nei ritagli al lavoro e alla famiglia o altre collaborazioni. e’ un problema di SOLDI sul progetto e di INTERESSE che il progetto riesce a attrarre

    il problema dei SOLDI credo potrebbe essere parzialmente evaso nel momento in cui il progetto diventa considerato piu’ importante dagli autori stessi e questo accade quando riusciamo ad ingranare come audience. dipende dai contenuti ovviamente e quindi da uno sforzo iniziale di pochi che sacrificano lavoro e famiglia per portare il sito a livelli piu’ alti di qualita’ dei testi (o perche’ no di foto e video).

    se il progetto aumenta in audience e in popolarita’, allora possiamo esulare almeno in parte dal problema dei soldi e pensare che l’INTERESSE delle persone a scriverci sia un fattore rilevante per la crescita di bora.la (non vorrei sembrare astratto: ci sono 200 mila blog aperti in italia e ci sono altre motivazioni oltre ai soldi per cui sono stati aperti).

    a questo punto ti rispondo piu’ concretamente.
    come facciamo a far crescere il sito e organizzare gli eventi, che come modello sono simili al sito in quanto possono darci lo spazio per un dibattito sia profondo che partecipato? e’ difficile. anche qua bisogna capire se abbiamo i soldi o l’interesse. e in particolare bisogna capire chi sono le persone e come gestiscono la cosa. vorrei sentire le tue idee e proposte in merito a questi tre specifici problemi (soldi, interesse, chi).

    (nel frattempo e’ stata registrata la testata giornalistica bora.la, proprio per incidere sul fattore ‘interesse’….)

  4. cenerentola82 (Cris C.) ha detto:

    Potrebbe esservi utile uno stagista?

  5. Matteo ha detto:

    Soldi: per organizzare delle conferenze certo ce ne vogliono, ma non sempre e non per forza. Ci sono varie scappatoie per farsi sponsorizzare o farsi dare spazi a gratis. Ricordati che io insisto su una platea materiale, fisica. Purtroppo c’è ancora bisogno di coinvolgere le persone fisicamente e non soltanto sul web, perchè la politica in Italia si fa e si farà ancora per un bel pezzo nelle stanze con acqua luce e gas. Allora o aspettiamo tempi migliori oppure ci dobbiamo muovere anche in questa direzione.
    Interesse: chiaramente non avremo platee né centinaia di contatti se parleremo di cose che non sono emotivamente vicine alla gente. Mi fa spesso incazzare che argomenti come occupazione, ricerca, porto, siano dimenticati di colpo se un domani avremmo un rigassificatore nel golfo, cosa assolutamente non bella e invitante certo, ma che ci fa dimenticare cose che alla lunga incideranno di più sulla nostra qualità di vita. I notri argomenti non dovrebbero secondo me interessare per forza moltitudini. Moltissima gente non ha l’interesse né la voglia e la pazienza di sedersi e riflettere gratis su come far crescere la propria città. Quindi sarà panduro e poche pacche sulle spalle. Se a noi interessa lo femo o almeno se prova.
    Chi: quei pochi gati spelai che gaverà voia de far qualcosa gratis sacrificando un po’ del loro tempo. Una conferenza al mese (intanto) non è un sacrificio che mette in pericolo lavoro o famiglia. Ci si divide il materiale da analizzare, da studiare, e poi ci si confronta una settimana prima della conferenza. Si tratta di parlare, parlare di cose che nessuno ha voglia di trattare. Servirà per lo meno a chi come me, vuole crescere e capire sempre di più come funzionano le cose nella nostra città, nella nostra zona.

  6. makuz ha detto:

    Femo.

    Firmà un gato spelà.

  7. enrico maria milic ha detto:

    no, sul rigassificatore sbagli enormemente, ma ne discuteremo in altro post.

    allora. prima di tutto ci deve essere un responsabile dell’evento fisico o della serie di eventi fisici, perche’ i collettivi non sono delle strutture molto efficienti (vedi bora.la…).

    poi andranno trovati altri che lo aiutano e hanno voglia effettivamente di sbattersi a informarsi su quell’argomento e a organizzare l’evento con lui.

    poi bisogna individuare per bene il tema, che non mi e’ chiaro. un tema generico come il “porto” non mi sembra possa avere molto senso. bisogna individuare un particolare problema, ma molto particolare. quindi :
    – bisogna capire qual e’ l’obbiettivo dell’evento ovvero a cosa ci serve materialmente, concretamente
    – di conseguenza dobbiamo capire che tipo di prospettiva deve avere la gente e i documenti a cui ci andiamo ad abbeverare
    – quali sono le conseguenze pratiche che vogliamo avere da quell’evento (“dare un futuro a trieste” non vuol dire niente, voglio capire praticamente che cambiamenti nella vita delle persone comporta quell’evento. per esempio: parliamo della gestione del porto che non funziona. se invitiamo tizio o leggiamo i documenti scritti da caio e invitiamo sempronio a cosa ci porta l’evento? a far si’ che sempronio si senta legato a noi, alla prospettiva dell’evento, a che sempronio agisca politicamente per… cosa?)

    se no xe tuta aria fritta…

  8. Matteo ha detto:

    So che tante volte te dago molto fastidio, ma te pregheria de calmarte un po’ e non prender tutto alla lettera e far la punta. Credo che con un po’ di elasticità in più se riva a far tutto più serenamente enrico. Dai, fai uno sforzo. Sennò ognuno per la sua strada. E’ un po’ pesante sto tono da professorino continuo. So benissimo anche mi cossa xè l’aria fritta ed i miei iera esempi generici. Cerchemo de gaver un approccio un po’ più sereno e romantico. Che ne dici? Con stima ed affetto. Matteo.

  9. enrico maria milic ha detto:

    non fare il complessato matteo, non mi dai fastidio. mi dispiace se il mio tono pare da professorino. sto solo tentando di porre dei contorni alla cosa per farla diventare concreta.

    e’ che tutto quello che scrivi mi pare troppo generico e semplificato. o sei concreto e pratico e mi fai capire cosa hai in mente (non solo a me tra l’altro) oppure la tua mi rimane come una boutade del tipo “il sito internet non basta, dobbiamo vederci”… ma senza idee pratiche su cosa fare.

    voglio capire come le cose che proponi si possono fare, realmente. ti ho messo una serie di punti e richieste non per fare il professorino ma per avere risposte pratiche, non generiche, concise – e non per avere risposte del tipo “serve elasticità”, “E’ un po’ pesante sto tono”, “Sennò ognuno per la sua strada”.

    qua le cose si fanno – vedi quel che c’e’ di bora.la, piaccia o non piaccia – non perche’ siamo romantici, ma perche’ un giorno uno fa una cosa, un giorno un tizio un’altra, ecc. e ci si tenta di organizzare praticamente perche’ ognuno faccia delle determinate cose in dei determinati lassi di tempo.

    mi sembra che vuoi svicolare dall’essere concreto, non mi servono le tue risposte che buttano sul morale ma solo robe pratiche – alla fine io sto a belfast e cosa ti posso chiedere di piu’ se non la praticita’ e la concretezza?!?

  10. Matteo ha detto:

    Ieri sera mi sono incontrato con Patrick ed entrambi siamo disponibili a preoccuparci per attirare persone che a Trieste lavorano o che da Trieste sono partiti avendo successo nel mondo. E’ importante pescare tra la gente tra i 30 – 40 anni che sono rimaste qui, e che da qui hanno creato realtà concrete sul nostro territorio o nel resto d’Italia. Credo che ognuno di noi abbia contatti privilegiati in vari campi dell’economia, dell’editoria, del giornalismo, della politica, della scienza che operano nella nostra città. Per cui coinvolgere delle persone per partecipare a dibattiti o discussioni (se c’è un soggetto ed un tema interessante)non è difficile. Per quanto riguarda gli spazi ad esempio suggerisce Patrick la libreria Minerva: presso la bella libreria la sala è gratutita se partecipa qualcuno che può presentare un libro appena pubblicato. Capita spesso che persone interessanti ed impegnate scrivano libricini. E’ un esempio buttato là. E’ chiaro che ci possono essere altre soluzioni, ed in caso di robe fighe nel futuro meraviglioso e pieno di successi potremmo anche ottenere delle sponsorizzazioni. E’ chiaro che si prospettano elemosine e supplicare amici o conoscenti per darci la sala gratis o a prezzi modici (autotassazione dei Boriani?).
    Per la preparazione dell’evento resta sempre l’idea di dividersi i compiti ed i tomi da studiare per arrivare preparati: in questo senso la creazione di un “comitato scientifico virtuale” (non ridete per la solennità della parola)potrebbe essere una soluzione abbastanza comoda e fattibile anche a distanza. Le conseguenze pratiche sono semplicemente l’aumento o la nascita di discussioni che attualmente non ci sono. E’ più utile ora come ora cercare di riempire di contenuti e argomenti lo spazio delimitato da Illy ad esempio sull’Euroregione. Non perchè dobbiamo lottare assieme ad Illy, ma perchè è una bella piattaforma per aprire varie discussioni. Inoltre come ho già scritto in un altro post, il nostro Pres per ora non ha badato tanto a coinvolgere i gggiovani. Magari domani potremmo stare simpatici a Riccardo e ci compra a tutti l’Audi 4×4. E’ logico che il mio primo e “vago e generico post”, era uno spazio da riempire anche attraverso temi ed idee proposte dai frequentatori di bora.la Perchè non iniziamo a pensare chi potrebbe essere il primo invitato o il primo tema sul quale sguinzagliare il nostro Sisde Boriano? Proposte però desso. Ghe la femo?

  11. Betti ha detto:

    non trovate che sarebbe sommamente interessante che qualcuno (anche Illy) ci spiegasse nel concreto come ci cambierà la vita l’avvento dell’Euroregione? perchè non iniziare con le cose più semplici e vicine a tutti? o l’Euroregione ha dei risvolti pratici molti concreti e tangibili, o non ha molto senso starci così tanto dietro. so di per certo che ci saranno delle ricadute molto concrete sulla popolazione coinvolta, certe anche estremamente pratiche e utili. ma non trovate che ora sarebbe il caso di uscire dai palazzi e raccontarle a noi mortali, con fumetti, grafici, animazioni, puppoli, ricchi premi e cotillons (o come diamine si scrive…), se serve?
    sarei tanto tanto tanto curiosa…

  12. patrick karlsen ha detto:

    Arrivo buon ultimo ma arrivo.

    Le conferenze andrebbero svolte sotto l’egida di Bora.la, sarebbe un ottimo modo per far girare il nome della testata.

    Come anticipato da Matteo due sono gli spazi che potrebbero venire immediatamente utilizzati senza oneri economici: librerie (se vogliamo partire dalla discussione intorno a un libro) e il San Marco.

    Lo scoglio che vedo non è tanto il tempo a disposizione o la scelta dei temi da discutere ma l’organizzazione di un ufficio stampa per pubblicizzare le iniziative. Ma ho almeno un contatto che potrebbe darci una buona mano per questo.

    Posso già dire, avendo parlato con alcuni amici, che invitare Illy non sarebbe un problema.

  13. cenerentola82 (Cris C.) ha detto:

    Quoto Betty. Per prima cosa sarebbe interessante avere un quadro generale su quelle che saranno le ripercussioni pratiche dell’euroregione sulla vita di tutti i giorni.
    Poi volendo si potranno approfondire temi specifici come trasporti, sanità, turismo ecc… euroregionali.
    Potreste videoregistrare le conferenze per poi proporre i fimati in rete. (o collaborare con rvnet.eu?)

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