Per il sindaco di Gorizia, Vittorio Brancati, le affermazioni del presidente croato, Stipe Mesic, sulle foibe ”non sono assolutamente condivisibili, anzi sono condannabili in toto, in quanto non è possibile leggere quei fatti tragici avvenuti a guerra finita quali vendetta nei confronti del fascismo”. ”Nessuno discute infatti – ha spiegato Brancati in una nota – la gravità delle violenze e dei soprusi fascisti in queste terre, ma la relazione diretta sostenuta da Mesic è chiaramente contraddetta da gran parte degli storici moderni. Al di la’ di passi indietro come quelli fatti da Mesic, credo ugualmente – ha affermato il sindaco di Gorizia – oggi sia particolarmente importante continuare a lavorare alla verità storica e al reciproco riconoscimento, quale primo strumento per superare odio e rancori del passato”. Il presidente croato era intervenuto sul tema dei rapporti con l’Italia, soprattutto in seguito alle visite del Ministro D’Alema e del premier Romano Prodi, che "avevano riaperto la questione degli indennizzi e sulla restituzione dei beni degli esuli in virtù di numerosi accordi bilaterali italo-jugoslavi, all’epoca non rispettati, e poi naturalmente ricaduti su Slovenia e Croazia in quanto eredi della ex Jugoslavia". Mesic ha dichiarato che "tali questioni per la Croazia, come pure per la Slovenia, sono chiuse e quindi non vanno riaperte". Piuttosto "spetta all’Italia fare un mea culpa, affrontare il passato e riconoscere le colpe che ha avuto il fascismo". Quanto alle foibe, Mesic ha dichiarato che esse "sono state una reazione alle aggressioni fasciste e niente di più".
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