18 Gennaio 2007

La memoria divisa è servita

Domani alle 16 in via Belpoggio 29/1 a Trieste presso l’Associazione delle Comunità Istriane c’è una conferenza sulla vicenda dell’esodo in Istria, Quarnero e Dalmazia alla fine della Seconda Guerra. A parlare ci saranno sia Raoul Pupo, uno degli storici italiani più noti in materia che Stelio Spadaro dei Ds e Fausto Biloslavo, noto giornalista di area nazionalista (vedi la brochure dell’evento in pdf).

Poco dopo, alle 17 e quindi come scelta alternativa all’altro evento, presso il Consiglio Regionale in Sala Tessitori 5 in piazza Oberdan a Trieste, l’esperta di storia sociale (cioè della storia vissuta dalla gente qualsiasi) Gloria Nemec parlerà del senso storico del 25 aprile.

Dopo, il 10 febbraio, ci saranno le commemorazioni della Giornata della Memoria alla Foiba di Basovizza. Dove, nel luogo del sacrario, la gran parte della memoria storica delle foibe e dell’esodo è scritta per conto della parzialissima Lega Nazionale.

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12 commenti a La memoria divisa è servita

  1. Cenerentola82 ha detto:

    Xe utopia pensar che ghe possi esser una memoria condivisa.
    E fin quando che le sarà vive, ale persone che ga vissudo quei momenti no so gnanche quanto giusto che possi esser domandarghe de ricordar nel stesso modo.
    Chi ga visto parenti e amici morir in risiera no poderà mai veder le robe come quei che li ga visti butadi nele foibe. E le memorie de queste persone sarà sempre divise e le rispeto entrambe e no me la sentissi mai de dirghe de ripensar i propi ricordi e sentimenti per trovar una posizion comune. E me dispiasi veramente per lori, che ga vissudo tuta la vita con sti ricordi e con l’odio dentro.
    La roba triste xe però che ghe xe gente dela mia generazion, che per fortuna ste situazioni tragiche no le ga vissude, che ragiona come se la guera fossi finida ieri e no lassa che le ferite se rimargini.
    El discorso val per una parte e per l’altra.
    E me fa tristeza.

  2. enrico maria milic ha detto:

    son d’acordo che no se pol chiederghe a chi gà ‘vissù’ le foibe, l’esodo o el fascismo contro i sloveni de ‘dimenticar’ o ancora de riappacificarse cusì facilmente.

    quel che no me va zò xè che le istituzioni, overo la gente che vien eletta dai citadini, continua a marciarghe su ste divisioni.

    chi gà organizà i 2 incontri de ogi, nela migliore dele ipotesi, no saveva gnanca che l’altro evento esisteva… grave che xè co-responsabili entrambe le parti politiche (illy, spadaro vs biloslavo, lega nazionale, ecc.).

    grave che alla foiba de basovizza se ricordi , nei vari riti de comemorazion e nella strutura dei monumenti, solo el masacro dele foibe e no quel dei sloveni copai dai fascisti durante el ventennio proprio là vizzin.

    le istituzioni dovessi promuover una vision comune. no tanto per i ‘vecci’ ma per quei che ogi devi vardar al futuro.

    no xè un caso che trieste xè un caso de studio internazionale a livello universitario sula memoria divisa. e no parlemo dela memoria divisa de 30 ani fa… vedi ballinger e altri…

  3. arlon ha detto:

    “quel che no me va zò xè che le istituzioni, overo la gente che vien eletta dai citadini, continua a marciarghe su ste divisioni.”

    semplice e conciso.

    p.s: che bel, no conossevo la “storia sociale”. Me ispira sai, però, come materia…

  4. Julius ha detto:

    Per me queste manifestazioni servono solo a ricordare agli Esuli di votare AN, perchè così riavranno i beni abbandonati e alle vittime della Risiera di votare DS, come garanzia di antifascismo.
    In questo spirito ci saranno sempre quelle tensioni che per esempio impediscono di costruire i 6 km di ferrovia tra Rabuiese e Koper.
    Spero che nell’ Euroregione saranno capaci di far mettere una pietra sopra a queste cose, simmetricamente da ambo le parti, altrimenti si finisce come in Carinzia coi cartelli bilingui.

  5. enrico maria milic ha detto:

    anche io ne ero abbastanza convinto, almeno questo è quello che ho visto fino a 10 anni fa quando abitavo ancora stabilmente a trieste – ed è l’atmosfera e il senso del libro di ballinger di cui qualche post alcuni giorni fa.

    a questa conferenza invece i primi 3 interventi di pupo, spadaro e biloslavo – gli unici che ho visto assieme a molti altri spettatori che se ne sono andati dopo quell’ora e mezza – non erano in questo senso ma insospettabilmente piuttosto laici.

    (che c’è di male coi cartelli bilingui?!?)

  6. cenerentola82 (Cris C.) ha detto:

    Beni abbandonati vs garanzia di antifascismo sono le due facce della stessa medaglia, i due opposti che si alimentano l’un l’altro e che trovano ragione di esistere solo perchè c’è l’altro da combattere. E in questo processo riescono a racimolare i voti di chi ancora, qualcuno anche in buona fede, ci crede.
    Ma quale potrebbe essere una visione della storia che potrebbe essere condivisa? Oppure l’unica soluzione è “non pensiamoci più”? Sarebbe triste.

  7. Julius ha detto:

    E’ come la rielaborazione del nazismo: bisogna ricordarlo, chiarirne i meccanismi perversi ed i primi sintomi. Però solo allo scopo di evitare che ritorni, lui o cose simili.
    Purtroppo il nazismo (comunismo, fascismo, falangismo…) è usato a sproposito per infangare questo o quello o per estrapolarne in malafede alcuni contenuti e raccogliere voti.
    Parlando delle nostre parti, non credo che la soluzione perfetta sia “non pensiamoci più”, però, se non si è capaci di discutere lucidamente su Gonars e Goli Otok, su Foibe e Risiera, allora è meglio lasciar perdere e pensare al futuro, di cui abbiamo tanto bisogno.

    Da ricordare anche tutta l’ industria che vive sui libri/film/conferenze sul tema, invece di mettersi a scrivere qualcosa di propositivo per il futuro.

  8. enrico maria milic ha detto:

    secondo me il primo passo è riuscire a scrivere una storia che accetti le sfumature di grigio da entrambe le parti, con responsabilità contrapposte e intrecciate da chiarire.

    poi, soprattutto, le istituzioni dovrebbero organizzare e imporre – visto che rappresentano tutti i cittadini e quindi anche le sfumature di grigio – una visione del passato e delle tragedie che tiene conto di tutte le vittime coralmente… o siamo UNA comunità O siamo tante…

    invece le istituzioni strumentalizzano spesso oppure dimenticano. e gli storici, non lo so…

  9. Julius ha detto:

    Non penso che si possa imporre dall’ alto una qualsiasi visione della storia. Si giungerebbe all’ assurdo che non si può dire che la Shoah abbia causato 5.898.329 vittime, perchè i 6.000.000 sono il minimo per legge.
    Non sempre è possibile una valutazione “condivisa” di un evento storico: pensiamo a Napoleone, su cui ancora si dibatte se sia stato un criminale o un eroe, il primo vero Europeo o un imperialista, il diffusore di ideali di “liberté, égalité, fraternité” o il continuatore dei massacri della ghigliottina, un nepotista o un democratico…
    Ritengo più utile che le istituzioni non ci mettano mano ed attendano che si formi un consenso condiviso tra i Popoli dell’ Euroregione su quello che siamo ora e quello che vogliamo fare in futuro.

  10. cenerentola82 (Cris C.) ha detto:

    Non si dovrebbe imporre niente dall’alto però nelle scuole si insegna una certa visione della storia. E una volta che è stata imposta a qualcuno per 15 anni poi diventa difficile fargli capire che, su certi avvenimenti, forse c’è anche un’altra versione.
    Su questo riporto la prefazione del libro “Oberdank il terrorista”:

    “Definire Oberdank il terrorista darà sui nervi a qualcuno. Nell’anno della sua morte e finno al 1918, egli fu considerato a Vienna ed anche a Roma solamente un criminale. Dal 1918 solo un eroe.
    Non era ne l’uno ne l’altro. Era soltanto un terrorista. Ma il vero processo ad un terrorista può farsi solamente quando il suo nome non serve più a nessun regime.

    Di solito chi vince una guerra, oltre agli innumerevoli altri vantaggi, ha anche quello di imporre la sua versione della storia. Ed ogni tentativo di andare a rileggere quegli avvenimenti viene visto come un tentativo di toglierli uno dei vantaggi aquisiti con la vittoria.
    Un altro esempio un po’ più lontano … gli indiani d’America sono sempre stati dipinti come i “cattivi” perchè il regime ha fatto imporre ai John Wayne di turno la visione che più gli comodava.

  11. Julius ha detto:

    Ricordo che la prima commemorazione pubblica del terrorista anarchico Oberdank avvenne a Trieste ad opera di tale Benito Mussolini nel 1925 (enciclopedia UTET, 16. anno dell’ Era Fascista)

  12. enrico maria milic ha detto:

    non si tratta di scrivere la storia degli storici, ma di riconoscere le tragedie e i morti, e i carnefici. che ci sono stati da entrambe le parti. e quindi di scrivere una storia della comunita’ in cui gli eletti dalla comunita’ riconoscono i dolori ‘plurali’ e le responsabilita’ ‘plurali’…

    ci sono cerimonie, memoriali e musei per questo. e modi di proporre le cose… se ci pensa solo la lega nazionale stemo freschi

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