Allora, pare che il “sogno” di un’esposizione universale a Trieste sia ancora una volta sfumato. Dopo il pastrocchio della candidatura 2008, affondata a palle incrociate da Forza Italia per i problemi legati ai permessi del vecchio Porto Franco, stavolta il siluro è partito direttamente da Roma, dall’esecutivo “amico” del Friuli Venezia Giulia, che ha puntato dritto dritto all’appoggio a Milano per l’Expo universale 2015, manco citando il 2012 a Trieste.
Che, peraltro, non aveva dato soverchia gran prova di sé, impantanandosi in brainstormings estenuanti presieduti dal sindaco Roberto Dipiazza, tanto che non si capiva bene nemmeno quale fosse il tema (la luce? l’energia?), e la stessa Amministrazione regionale non capiva bene che carte mandare a Roma
Ma tant’è. Il sostegno alla rassegna era tra i punti del famigerato Protocollo d’Intesa tra Stato e Fvg, preparato da Illy e siglato distrattamente da Prodi. Che poi, in CdM, ha bellamente ignorato. Adesso Illy s’incavola, e ha scritto chiedendo spiegazioni, pressato anche dalle polemiche di chi, nel centrodestra, rialza la testa dopo la figuraccia di due anni fa.
D’altronde, però, ricordiamoci che il Fvg è una Regione dove governa il centrosinistra, ma che ha eletto più deputati di centrodestra alle Politiche di aprile; Illy, poi, si sta dimostrando sempre più eccentrico e critico verso l’esecutivo, ultime le critiche durissime alla finanziaria.
Senza contare che Trieste è “italianissima” ma che ugualmente è autoreferenziale, “isola” di destra e autoisolata.
E allora? Che si pretende?
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