5 Ottobre 2006

Un incubatore di relazioni tra confini

Purtroppo le prime due settimane a Belfast, densissime, mi hanno impedito di battere il ferro quand’era caldo, ovvero subito dopo la riunione a cui hanno partecipato una decina di persone mercoledì 20 settembre presso StudioRoom per “battezzare Bora.La”.

Mi cimento in una sintesi operativa che va dal “Progetto di Bora.La” (un micropiano editoriale con i pareri di molti interessati, scàricati il file .rtf) all’interessante brain-storming della riunione e della mail di Andrea Fiore che mi è giunta dopo.

“Ok, bella idea… ma Bora.La a cosa mi serve?”

E’ la frase con cui Fabio e Lorenzo mi hanno bonariamente stressato e credo sia anche il concetto di Andrea. Quest’ultimo, mi scrive: “il valore aggiunto di una testata simile sta nella possibilità di mettere in contatto culture diverse, e quindi tutto si gioca sulla lingua. Se lo fai solo in italiano lo leggeranno solo italiani e le minoranze; puoi creare sezioni in tedesco e sloveno, ma invece di unire segmenterai la comunicazione. Quindi o si utilizza l’inglese da subito, o a mio avviso la cosa non funziona“.

Smanio di essere concreto anch’io e queste proposte critiche le accolgo totalmente.
Pensiamo allora a Bora.La come a un incubatore di relazioni sociali, culturali e economiche transfrontaliere. Facciamo in maniera tale che i contenuti siano tutti il più possibile orientati a sapere cosa succede di là e a sapere che cosa si pensa di là.

E propongo che mettiamo in piedi un conto su PayPal a cui ognuno possa facilmente contribuire tramite una carta di credito con una donazione. Così garantiamo da subito delle collaborazioni pagate a persone che traducano i nostri contenuti dall’italiano all’inglese e una rassegna stampa settimanale di un articolo dallo sloveno all’italiano.

Se almeno una decina di persone dà 10 – 20 euro a testa, credo che possiamo tirare avanti per le prime settimane e dopo possiamo auspicare che si crei un meccanismo virtuoso in questo senso (leggine meglio in questa pagina).

Andrea scrive anche: “ci sono più persone che vorrebbero dare un contributo. una di queste è federica, traduttrice ita/eng professionista… che potrebbe occuparsi di rendere disponibili al pubblico d’oltreconfine gli articoli italiani più rilevanti… Ovviamente nel tempo libero e ovviamente per passione“. Io penso: benone se ci sono collaboratori volontari anche su questo fronte, ma premuniamoci anche in altre maniere (PayPal) che si possa realmente raggiungere il nostro obbiettivo fondamentale: l’interculturalità del progetto.

Il nostro punto di vista

Andrea dà degli obbiettivi e anche qua sottoscrivo in pieno:
Partire con 3 regioni e non quattro per non disperdere energia; la Croazia aspetterà. Identificare all’interno delle regioni ‘partecipanti’, in questo caso Slo e Aut un autoctono che si occupi di fare da corrispondente in loco, o anche un giornalista corrispondente che operi in italia, vedi la corrispondente slovena che non è intervenuta. Se la cosa non è possibile, postare in italiano e inglese, sperando che chi risponde posti in sloveno e inglese e così via.

“A questo punto proporre le prime tematiche, scatenando i partecipanti dell’altra sera, anche in modo magmatico, lasciando che la selezione naturale faccia il suo”.

“E perchè no, anche facendo le puttane e partendo con i rigassificatori, con il chiaro intento di un punto di vista italiano/sloveno/austriaco contemporaneo, cosa che non mi pare esista, e che coinvolgerebbe la giornalista slovena da subito. Inserendo successivamente ulteriori tematiche sull’onda delle più attuali“.

Le mie proposte per iniziare

– come suggeriva Enrico, intanto iniziamo col blog e solo poi valutiamo l’eventuale implementazione di altri servizi. N.B: l’attuale veste grafica e della navigazione, con relativi servizi, è totalmente provvisoria (messa su in 10 minuti)

– discutiamo qua sotto nei commenti, ma realmente, se vi piacciono le proposte mie e di Andrea. Basta anche un “sì, ok” oppure “addio”

– chi è più sul “pezzo giornalistico”, come Beniamino, ma anche chi ha delle esigenze più da fruitore e lettore come Fabio o Andrea, inizia a proporre articoli che possano da subito essere di interesse “transfrontaliero”. Anche questo qua sotto, magari

– chi è più sul “pezzo di cultura”, come Fabiana, Enrico, Patrick e Valerio, magari buttino qua sotto nei commenti 2 (due!) righe sul tema di cui potrebbero scrivere nel loro primo articolo

– ancora, chi ha tempo o le relazioni personali utili, tira dentro per il collo (!) Poljanka Dolhar di Mladina e chi può essere interessato a collaborare con una visione su Slovenia e Austria

– ovviamente ogni contributo o idea è ben accetta, ancora ed ancora ed ancora…

– aspetto fino a lunedì sera per i vostri commenti, dopo si inizia a lavorare, direi

13 commenti a Un incubatore di relazioni tra confini

  1. giggio ha detto:

    questa è una prova per vedere se funziano i commenti

  2. Matteo ha detto:

    Non so, ho dei dubbi. Lo scopo di sta cosa è creare una comunità per condividere degli argomenti su quello che succede su ste terre o creare una comunità che superi i confini geografici e che si proponga come zona di menti innovative, di diversa provenienza, ma motivate a proporre un modello di pensiero che possa essere portato al di fuori della nostra Macroregionen? Se è il secondo son più interessato.

  3. morbìn ha detto:

    lo scopo è, vista la riunione dell’altra volta, proprio la seconda che hai detto…. ma è piuttosto difficile da spiegare con un progetto “concreto”.
    aperto alle proposte, perchè di proposte concrete… non ne ho viste più delle mie (non per fare il figo, si capisce)

  4. Matteo ha detto:

    Si hai ragione, scusami, non volevo farti arrabbiare. Forse è mejo si mme’ncontro cor karsen… Inviato sms per appuntamento. Così ti arriveranno proposte. Mau.

  5. Matteo ha detto:

    Allora, girando io i territori dell’ex Jugoslavia ed in generale l’est Europa per vendere il caffè Mokarabia e soprintendere al lavoro delle nostre società in loco, mi trovo a vedere un sacco di aspetti e situazioni interessanti. per questo vorrei promuover all’interno di Bora.la una rubrica di nome “Clanz”. Vorrebbe essere uno spazio di analisi di casi umani, sociali e quotidiani rigurado ai tratti comuni ed alle macroscopiche differenze che ci uniscono e ci dividono dai nostri vicini. Che ne dite?

  6. A me piacerebbe spaziare
    dalla critica sociale, al seguire vari eventi,
    oppure qualche segnalazione interessante.

    Coltivo ottimi rapporti con il Gruppo Tetris e con
    tutte le iniziative musicali della zona.
    E anche questo può valere da buono spunto.

    Non saprei. Mi devo concentrare e pensare
    a un appuntamento fisso settimanale, una sorta di rubrica
    ma non ce l’ho ancora in mente.

    Ho la testa un po’ per aria in questi giorni
    ma appena la “svuoto” mi dedico a bora.la

  7. patrick ha detto:

    Per rimpolpare la sezione culturale posso iniziare a segnalare, con presentazioni e recensioni, temi, autori, libri attinenti all’identità del sito. Dalla letteratura (Tomizza, Magris etc.) alla storia (Crainz e il suo bel libro sull’esodo istriano). Ma i pezzi quanto devono essere lunghi? In ogni caso è un lavoro che potrò fare da novembre in poi, ottobre — ahimé — è off limits.

  8. patrick ha detto:

    Per quanto riguarda la cassa comune, invece, ci sto fin da ora. EMM, dimmi come e dove. Questo vuol dire che mi trovo d’accordo sull’impostazione italiano-inglese e rassegna stampa settimanale sloveno-italiano. L’importante a un certo punto è iniziare.

    La collaboratrice slovena continuerò a cercarla, anche se è da un po’ che non dà segni di vita.

  9. lara ha detto:

    Ciao Enrico,
    come ti ho già detto provo con l’Austria, mi piacerebbe fare da tramite trieste-wien, poi vediamo se troviamo gente in Carinzia.
    L’importante è sempre iniziare.

  10. lara ha detto:

    Una sferzatina, un tiro giusto anche a livello comunicazionale però sarebbe importante darlo. C’è già un logo oltre Bora.La o è Bora.La?

  11. lara ha detto:

    Io Bora.La me lo vedo così, un incontro sul web/progetto che si potrebbe articolare e “prolungare” nel seguente modo:
    1. creazione di articoli tradotti in inglese / intanto poi: sottotraduzioni in
    in tedesco e sloveno e italiano.
    2. promozione in queste aree – per iniziare attraverso un ente – associazione – qualcosa che comporti un incontro concreto. Uno per area – per iniziare.
    3. Ogni articolo per intenderci dovrebbe avere la possibilità di essere tradotto in 3 lingue – ove possibile – ove no, nelle lingue disponibili. Ma sarebbe importante che i commenti fossero fatti in inglese in maniera da creare aggregazione e non distinzione fra lingue diverse.
    4. far girare la cosa attraverso promozione ad hoc ed incontri reali.
    5. ogni settimana un giornalista sloveno per esempio presenta un caso sloveno che viene discusso dagli austriaci e italiani e viceversa.
    6. qualcuno come Matteo che racconti la sua visione trasversale in uno spazio atto a questo.

  12. enrico maria milic ha detto:

    lara…
    ti rispondo alle varie cose:

    WIEN UND KAERNTEN
    perfetto. la domanda che mi pongo come redazione è: quali contenuti sono di ispirazione per i lettori di bora.la per creare nuove iniziative imprenditoriali o socio-culturali? tutto quello che troviamo nell’alpe-adria, nell’euro-regione per me ha senso…

    LOGO E MARCHIO
    qualcuno (fabio e lorenzo di studioroom) si erano detti quasi disponibili a lavorarci. ora non so se il loro interesse sia cambiato. personalmente voglio provare a vedere cosa succede quando arrivano i primi contenuti in questa settimana che arriva. così mi faccio un’idea di cosa può venire fuori.
    dopo mi metto alla ricerca di logo, marchio, identità, ecc…

    LINGUA E PRIMI CONTENUTI
    i primi contenuti che dovrebbero arrivare (beniamino, matteo, enrico bateman, fabiana e forse qualcun altro) saranno certamente in italiano. vediamo come sono e capiamo cosa può essere importante tradurre in inglese, subito. quindi capiamo come organizzare l’interfaccia, le regole dei commenti e così via.

    per me è un work in progress, visto che tutti qua, giustamente, ci lavorano nel tempo libero….

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