Il tentativo di modificare l’art.138 della Costituzione sta fuori dal percorso previsto dallo stesso dettato costituzionale, fuori dalla legalità: ne è assolutamente convinto Jacopo Fo, che si trova a Gorizia per presentare questa sera, alle 21, in piazza Vittoria, uno spettacolo teatrale nell’ambito del Festival vegetariano.
Fo è tra i numerosi firmatari dell’appello volto a destare l’attenzione degli italiani e bloccare la revisione dell’ articolo della nostra Carta che impone un preciso meccanismo, volutamente lento e articolato, ai processi di modifica costituzionale: una norma che è una valvola di sicurezza per evitare che manovre politiche improvvisate e fuori controllo da parte dei cittadini aprano la porta a ulteriori e ingestibili revisioni dei nostri principi costituzionali.
Le regole costituzionali, dunque, non si toccano: “ Non capisco più dove stiamo andando – ci dice Jacopo Fo – non ci si possono inventare riforme di questo tipo mentre l’Italia non affronta che l’un per cento dei suoi problemi contingenti: lo spreco di denaro e di risorse, l’evasione fiscale, le reti mafiose,la mafia dei colletti bianchi e via dicendo. Ci limitiamo a trattare con l’Europa, per ottenere sconti e dilazioni, con il ricatto del “non potete farci affondare, siamo troppo grossi” .
La disinformazione sulla riforma dell’art.138 è grande quanto quella sui 556 miliardi di credito fiscale che lo Stato italiano vanta nei confronti dei contribuenti evasori.
Questa sera, nel padiglione Cultura del Festival, Jacopo Fo presenta “ I calzini sul comò. Ti amo ma non li trovo”: lavoro teatrale sulle eternamente controverse relazioni tra uomo e donna della Compagnia Fo – Rame.
“ Nello spettacolo di stasera– ci dice ancora Fo – cerco di far vedere come cose che non funzionano hanno dietro cose che non si sanno o che sono censurate. Ad esempio a scuola nessuno si sogna di insegnarci che il cervello dell’uomo e della donna sono diversi nella loro stessa conformazione fisica. A tenerne conto, scopriamo che un terribile litigio non è detto sia un nostro specifico problema, ma una conseguenza della diversità dei cervelli, una questione strutturale.” Che fare? Speriamo in utili suggerimenti stasera, dal palco del Festival.
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