30 Novembre 2014

L’estate infinita dei figli dei fiori

el sunto Lunedì a Trieste uno spettacolo di teatro-canzone scritto e interpretato da Paolo Fusi, con la Osama Sisters Band, che racconta la generazione hippy.

La California, i fiori nei capelli e nei cannoni, gli esperimenti con l’LSD, la Summer of Love del 1967, i pellegrinaggi in India dai santoni, la rivoluzione sessuale, le lotte femministe e per i diritti dei neri. Il Sudamerica in fermento, la guerra in Vietnam, il pugno di ferro dell’Unione Sovietica in Europa, i colpi di stato degli americani, il maggio francese, le università in rivolta. Il miglior modo di raccontare tutto questo, di fare un bilancio di tutta la stagione hippy che percorse il mondo tra il 1966 e il 1973 è con la musica, attraverso le canzoni: è proprio questo che avviene nello spettacolo L’estate infinita di Paolo Fusi in scena alle 20.30 di lunedì 1 dicembre al Teatro dei Fabbri.

Paolo Fusi panorama

Chi conosce Paolo Fusi sa che quella di cantante e cantautore non è che uno dei suoi molti interessi e modi di esprimersi. Fusi è un giornalista che si occupa di economia e di finanza; con le sue inchieste ha causato molti fastidi ed esposto politici e banchieri. È inoltre consulente finanziario per stati e Ong con la sua società Ibi World. Da una personalità così, non ci si può certo aspettare un musicarello apologetico della cultura hippy.

E infatti, L’estate infinita si propone molto di più: quello di rintracciare le contraddizioni che i giovani di quella stagione hanno tralasciato di osservare, impegnati a “cambiare il mondo”, a cantare, a tentare di essere felici. Quarant’anni fa, con il golpe di Pinochet in Cile, quella spensierata estate di cicale, di posizioni apparentemente cristalline e di ingenue semplificazioni finì. Alla fine fu il mondo chiudere tutte le strade a chi avrebbe voluto cambiarlo, costringendo quei giovani a ripiegare le loro utopie e ambizioni; si aprì presto una nuova stagione, quella che in Italia sfociò negli anni di piombo. Ma quella stagione ha lasciato un ricordo indelebile in molte vite come nell’immaginario collettivo, soprattutto grazie alla musica.

poster estate infinitasmallEd è alle canzoni che Fusi si affida per comporre il ritratto di quella generazione. Brani (alcuni celeberrimi e altri meno noti ai più) di Joni Mitchell, David Bowie, Carlos Santana,  Joan Baez, Neil Young, Jimi Hendrix, Salvatore Adamo, Frank Zappa, Fabrizio De Andrè e tanti altri autori raccontano un aspetto di quel periodo caleidoscopico. Ad eseguirli in questo spettacolo, musicisti di grande talento: Michelangelo Biagiotti, Emanuele Cannatella, Julia Lenti, Desirée Infascelli, Matteo Marchi, Leonardo Marcucci e Paolo Fusi stesso.

Nostalgia della propria giovinezza, consapevolezza storica di una stagione passata, energia indomabile, passione, rabbia: c’è posto per tante emozioni in L’estate infinita. E nonostante gli errori, i tradimenti, le incomprensioni, la nota che Paolo Fusi vuole lasciare al pubblico di inizio XXI secolo è limpida, di speranza: “Sarebbe bello se capissero tutti: in fondo era un’estate da cicale, era semplicemente un’estate infinita. Dopo siamo stati scacciati dall’Eden e precipitati nell’incubo che stiamo vivendo ora. Fummo figli dei fiori, ora ne siamo nonni. Evviva!”

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