Il Trieste Film Festival è diventato oramai un appuntamento immancabile per i triestini e non solo. Siamo cresciuti e diventati adulti assieme a questo festival e molti di noi hanno imparato ad amare il cinema.
Ogni anno il festival offre il meglio del cinema del sud est europeo: un cinema che racconta un universo multiforme, di culture e lingue diverse, di migrazioni, di speranze in un futuro migliore, di globalizzazione e di resistenza. Con gli anni il festival è diventato anche una vetrina per i registi locali e per quel cinema indipendente italiano che fa fatica a entrare nelle sale cinematografiche.
La serata inaugurale di venerdì 18 gennaio al Politeama Rossetti è stata un occasione per vedere in anteprima assoluta MEETING GORBACHEV, il film che segna l’incontro coinvolgente e commovente tra il grande Werner Herzog e Michail Gorbačëv e che sarà distribuito nei cinema italiani.
Sala piena sabato 19 gennaio all’Ambasciatori per La città che cura, il documentario della regista triestina Erika Rossi. Protagonista del documentario Ponziana e il progetto pilota delle Microaree, assieme alle vite di Plinio, Roberto e Maurizio, dei quali la regista segue la vita quotidiana fra discese e salite.
Sempre sabato 19 abbiamo visto anche DAS SCHÖNSTE LAND DER WELT (Il più bel paese del mondo / The Most Beautiful Country In The World) del regista Zelimir Zilnik che contrappone il disorientamento dei nuovi arrivati che, costretti a lasciare i loro Paesi, cercano di adattarsi a un mondo nuovo, e le paure dei molti abitanti che pensano di doversi difendere dall’escalation dell’immigrazione.
Fino al 25 gennaio sono tanti i film da andare a vedere. La scelta è vastissima, qui il programma di oggi.
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