foto F.Crovatto, dal gruppo Trieste di ieri e di oggi.
6 Giugno 2018

I personaggi eccentrici di Trieste: la “Contessa”

el sunto Inizia oggi una nuova rubrica dedicata ai personaggi eccentrici di Trieste. Oggi scopriremo chi era "la Contessa".

Ndr. Inizia oggi una collaborazione con Alessandro Canziani che curerà una rubrica settimanale sui personaggi eccentrici di Trieste.

Quella che noi chiamavamo “la Contessa”, per la nobiltà del suo portamento, era una donna di origine slovena, amante dell’abbigliamento di un tempo, in perfetto stile Belle Epoque. Parte degli abiti, lunghi e sontuosi, erano di Roberta di Camerino e parte erano noleggiati al teatro del Verdi.
Nadja Bremi, così si chiamava la nostra protagonista, viveva tra l’albergo Corso o l’Hotel Continentale di Via S. Nicolò. La “Contessa” era così denominata perché sfoggiava abiti ottocenteschi bellissimi, talvolta stravaganti, con una perfetta scelta degli accessori, cioè con cappellini assai vistosi, spesso con veletta, pizzi, ventagli, ombrellini, borsette assortite e scarpe fatte su misura. Era in grado di cambiare modello anche due volte il giorno continuando così per anni, mentre d’inverno sfoggiava diverse pellicce e stole.
La Contessa era comunque una signora normale e anche discretamente colta a prescindere dal suo modo di vestire.
Il personaggio della “contessa” aveva un’aura di mistero, un portamento regale, un’età indefinibile, che gli conferiva ancor più fascino al suo personaggio. Qualcuno aveva messo la voce in giro, per zimbello, che era sovvenzionata dall’Azienda di Soggiorno per fare pubblicità alla città (anche perché di questo personaggio stravagante si erano interessati perfino dei giornali internazionali). Era quasi sempre sola e questo particolare accresceva il mistero intorno alla sua persona.
Certamente questo personaggio misterioso, che procedeva lentamente, in modo da farsi ammirare con tutta calma, senza concedere alcuna confidenza alla folla che la contemplava stupita, anzi mantenendo sempre la stessa espressione altera e distaccata, che ai turisti sembrava un’attrice colta all’improvviso sul set di un film storico, ormai possiamo dire che faccia parte a ragione dei personaggi “storici” di Trieste.
Dalla fine degli anni ‘80 non la si vede più in giro.
Era del 1930 ed è morta nel 2003.

Fine prima puntata

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34 commenti a I personaggi eccentrici di Trieste: la “Contessa”

  1. Marina ha detto:

    Me la ricordo benissimo…quel suo modo di portamento mentre camminava e quella sua espressione particolare e misteriosa che la faceva presente e così distante nello stesso momento…

  2. Diego Manna ha detto:

    rubrica fighissima! grazie alessandro!

  3. Drakonìa ha detto:

    La ho sempre adorata! Avanti con questa rubrica, bellissima!

  4. Fiora ha detto:

    bellissimo e fedelissimo ritratto dell’ opulenta felliniana Contessa! la guardavo con oci incantadi passar davanti al negozio dei mii…la procedeva con matronal inceder da o verso la Bomboniera . All’andata col ombrelin de pizo e una minuscola borseta perfetamente en pendant col vestito de quel giorno. Al ritorno verso la sua residenza uficiale, el Continentale, con in più un minuscolo pacheto de paste (a ocio quatro) ciolte nela storica pasticeria. Tignude vezosamente pel spagheto sula punta dei diti inguantadi Una vision!….le quatro paste? chissà ,forsi la sua zena…. perché dopo che me iero intestardida a oservarla atentamente, gavevo notà che i vestiti iera cinque o sei per l’ estate e altretanti per l’inverno, ma sempre i stessi! la li scomponeva , o la li modificava un poco, ma el guardaroba belle époque , iera però numericamente là e là con quel de qualsiasi baba dei nostri tempi. Me permani el mistero se drio i orpeli se celassi una pensionata dela minima, suportada da qualche spasimante, estimator del genere.

  5. Fiora ha detto:

    In rapporto ai sui tempi d’oro , un’ odierna Dita von Teese…. XXL

  6. giorgio (no events) ha detto:

    Bel ritratto: effettivamente, personaggi esteriormente così eccentrici e, allo stesso tempo, così riservati, non ne vedo più. Ora sono in maggioranza quelli “di aspetto normale”, ma che mi inondano con i loro sproloqui.

  7. Vieri ha detto:

    Iero piccolo (qua a Torino “picio” vol dir altro…), è de la Contessa ho solo senti’ parlar. Invece me ricordo ‘ssai ben de un altro personaggio: Livio, quel che con la massima calma el te diseva “Bu! Te ga ciapa’ paura”? Chissà chi che se lo ricorda. Vieri

  8. Vieri ha detto:

    Peca’ che el coretor no parla né Triestin né altri dialeti… e scrive tuto sbaglia’

  9. Fiora ha detto:

    pian pian me riafiora ala mente qualche detaglio…la vedevo sortir dela cesa dei sciavoni ( gergo, senz’ombra di dispregio). Serbo-ortodossa la Contessa Nadja? Chissà!

  10. Patrizia ha detto:

    Me la ricordo anchio che vivo a firenze da quarant anni figurati !Grazie di avermi fatto tornare alla mente questo ricordo

  11. Topol ha detto:

    Persona deliziosa. Ho avuto il piacere di conoscerla come pure la figlia. Ero ragazzina affascinata dal suo abbigliamento che portava con molta disinvoltura. Mi chiedevo come potesse avere tutti sti vestiti e dove li tenesse. Anche la sua figliola era molto particolare, l’ho vista alcune volte in centro e proprio stamattina in san Giacomo, l ho riconosciuta ma le sue condizioni sono pessime. La madre imponente maestosa fiera forse celava una certa timidezza sembra un controsenso. Tante erano le ciaccole su questa Contessa, amante di personaggi più o meno famosi conosciuti della nostra città. Mi ricordo che ci raccontava che teneva gli abiti in una mansarda. A me sembrava che ne avesse diversi o forse come detto li sapeva girare molto bene!

  12. Fiora ha detto:

    ah, che amarcord questo tuo articolo, Alessandro! lentamente ricordi sedimentati rifanno capolino nella mente e un po’ nell’anima di quest’appartenente alla corporazione dei commercianti da generazioni… quanti e quante ne ho visti-e ! Ma come LEI nessuno. la “scontrosa grazia” personificata.
    la figlia? altrettanto stravagante, ma sciatta, con abbinamenti direi casuali come le veniva l’estro. Slegati da qualsiasi epoca e senza il glamour della madre. Il gossip nostrano sussurrava che svolgesse la rispettabile professione di chiromante.
    Talvolta intabarrata in ampie mantiglie che strascicava lungo la via Commerciale, capelli precocemente ingrigiti ornati di fiocchi …se la madre puntigliosamente abbigliata Belle Epoque senza un filo fuori posto,mi ha fatto pensare ad una Dita von Teese ante litteram, nel tempo libero dal burlesque altrettanto puntigliosamente abbigliata anni quaranta, la figlia era un antesignana a pieno titolo di…. Loredana Bertè ! Insieme madre e figlia, mai! (si sussurrava di attriti)… o quasi mai. Perché una sola volta io le ho viste insieme in Piazza. Uno spettacolo! la Contessa Madre sovrastava in ogni senso la pittoresca ma più dimessa figliola. Parlavano pacatamente. In quale idioma e cosa si dicessero rimarrà nei miei interrogativi senza risposta, accanto al chi siamo, dove andiamo e dove arriveremo. Breve il loro dialogo, poi ognuna per la sua strada.

  13. Fiora ha detto:

    riflettevo : con buona pace dei social con facce e faccine a surrogare dialoghi sorrisi presenze autentiche, quanto la rievocazione di una presenza in carne ( e mica poca!) ed ossa abbia dato la stura ad un interscambio di emozioni e ricordi .

  14. Caterina ha detto:

    Era una delle più care e vecchie amiche di mia nonna che ad oggi mi racconta ancora delle storie su Nadja, ma solo di recente ho scoperto fosse un personaggio di tale portata.

  15. Michela ha detto:

    A metà anni Novanta mi sono occupata del suo divorzio. Non era l’amante di un facoltoso finanziere ma la moglie, e oltretutto suo marito era anche ricco di famiglia oltreché per il suo lavoro. Era la classica persona che ha avuto alcune fortune nella vita e si è ingegnata in tutti i modi per distruggerle una dopo l’altra. Ormai dopo quindici anni dalla sua morte si può ben parlare di questo e non ritengo vi sia più il segreto d’ufficio. Era una donna che a tu per tu, parlandoci insieme, risultava totalmente diversa dal suo modo di apparire. Si era creata un’immagine maestosa, fiera, distaccata ecc. ma era solo una donnetta incredibilmente sprovveduta. Non aveva quel tanto di buonsenso, quel minimo di furbizia che chiunque acquisisce anche prima dell’età matura. Aveva due appartamenti in cui teneva i suoi vestiti e i suoi accessori; al Giudice che le disse di vivere in uno e di affittare l’altro, rispose con sdegno che quei due appartamenti erano il suo guardaroba. Era talmente “naif” da presentarsi in Tribunale piangendo miseria e cercando di ottenere un adeguato mantenimento dopo il divorzio, senza peritarsi di mettere un abbigliamento modesto ma arrivando in pelliccia e colbacco tipo Anna Karenina. Non voleva versare acconti al suo difensore proclamando di non avere soldi, e lo diceva facendo tintinnare braccialetti d’oro e sbattendo ciglia pure esse d’oro, indossate nel primo pomeriggio…… una persona incredibilmente ingenua, strana, per non dire altro. La figlia non parlava più con lei, non aveva amicizie, legami, niente: l’unica persona che le stava un po’ dietro era la modista di piazza S. Antonio, nel cui negozio di cappellini ora c’ è una bellissima profumeria. Al suo funerale – a quanto mi è stato detto – andò solo il portiere dell’albergo dove viveva fino alla sua ultima malattia. Nell’appartamento che era riuscita ad ottenere dal Comune, essa disse di aver lasciato una scatola con trenta milioni di lire residuate dall’importo liquidatole dall’ex marito ma quando si andò a cercarlo per darlo alla figlia sua erede, non si trovò più nulla….. da notare che la signora non si era disturbata a cambiare quei contanti in euro, come se fosse al di sopra di queste piccolezze. No, sembrava un personaggio regale d’altri tempi ma era una povera persona che avrebbe avuto bisogno di una guida accanto, perché incapace di gestirsi. E si chiamava Maria, non Nadia. Era conosciuta come Nadia ma il suo nome era Maria, troppo popolaresco per lei suppongo.

  16. Fiora ha detto:

    Dunque Maria, in arte Contessa Nadja sarebbe stata una suonata che si è costruita una dannunziana vita inimitabile… una Luisa Casati Stampa taglia comoda, schiava del proprio mito fino alla fine…che scoop! …Che postuma tenerezza in fondo !

  17. giorgio (no events) ha detto:

    Ma a noi piace pensarla ancora immersa nella sua eleganza, mentre silenziosamente riesce a farci sentire vivo il centro della città.

  18. Fiora ha detto:

    @17
    già Giorgio! ricordiamola velata . Svelata immalinconisce…ma visto che non era un’eroina immaginaria, è stato giusto ( se non ora quando?) da parte di chi sapeva, completare il ritratto della Contessa con i dettagli della donna comune.

  19. Fiora ha detto:

    con l’apporto associato di autore e commentatori ,tra mito e realtà ne è uscito un ritratto così composito che manco Bruno Vespa avrebbe fatto meglio.

  20. Fiora ha detto:

    un ultimo interrogativo prima di riabbassarle la veletta e ricollocarla nella leggenda. Quando Nadja Maria è diventata ” La Contessa”? qualcuno ha ricordi , magari tramandati del periodo antecedente l’immedesimazione in una gentildonna ottocentesca? Ci sarà stato un tempo in cui indossava abiti “civili”… Da ragazza o addirittura da consorte del facoltoso finanziere, non sarà sempre stata così iconica.

  21. Susanna ha detto:

    Salve cerco cortesemente qualcuno che mi dica se sa i nomi dei genitori della contessa..grazie infinite Susanns

  22. RENATA EIRINI EIRINI ha detto:

    FANTASTICO PERSONAGGIO E PER DI PIU’ MISTERIOSO…………..IO E LEI ABBIAMO I COMUNE LO STESSO COGNOME……………..VORREI SAPERNE DI PIU’ MA COME…………….

  23. RENATA EIRINI EIRINI ha detto:

    FANTASTICO PERSONAGGIO E PER DI PIU’ MISTERIOSO…………..IO E LEI ABBIAMO I COMUNE LO STESSO COGNOME……………..VORREI SAPERNE DI PIU’ MA COME……………. UN GRAZIE DI CUORE SE QUALCUNO SA I NOMI DEI GENITORI

  24. LAURETTA ha detto:

    …e sempre con ombrellini in pendant con tutto il resto. Ora mi chiedo: ma se è difficile trovare oggi degli abbinamenti adatti su un abbigliamento normale e scontato, come faceva a travarli lei considerata la scelta ridotta a motivo dei suoi gusti anticonvenzionali

  25. El pagna ha detto:

    E “El zapata” (così si presentava alla gente che gli chiedeva il nome) chi se lo dimentica. Era quel fenomeno che sempre di giorno e di sera, un paio di occhiali reyban e con un radiolone sulla spalla sinistra si aggirava per il Viale xx Setttembre. Ed un giorno la polizia lo ha pizzicato dentro la vetrina di un negozio sfondata a causa di un incidente stradale ad opera di un’autobus di linea; Lui dormiva con accanto il suo inseparabile radiolone dentro la vetrina.

  26. Fulvio ha detto:

    Giangi, Il Conte Viotti … chi se lo ricorda viandante notturno nelle notti dei fine anni 70 e inizio 80, con tanto di Bastone, Mantello e Parrucca riccioluta…poi protagonista spiacevole di qualche episodio giudiziario…

  27. Fulvio ha detto:

    Marco, el pinguin de S.Maria del Guato, in pratica la vecia pescheria grande, ora salon degli incanti…. Papà mio me comprava un etto de sardoni, o meio sardelle che costava de meno, e mi ghe li davo de magnar nelle sue passeggiate sulle rive..

  28. Gino Vetere ha detto:

    qualcuno ha ricordo di una signora mora che girava in Alfa Rome GT rossa negli anni 70? Mi pare avesse un deposito farmaceutico o qualcosa del genere. Contattatemi alla mia email. Grazie

  29. adriano verani ha detto:

    La signora in questione è conosciuta da gran parte dei triestini di una certa età. Non posso tuttavia sottacere il cattivo gusto di parlare di una persona il cui ricordo è ancora vivo e che , ovviamente , non può difendersi. Quello che è stata, interessa solo lei. Il diritto di cronaca è sacrosanto se la materia va a incidere sulla vita e gli interessi altrui. In caso contrario si tratta di puro pettegolezzo di bassissima lega e tanto più lo è qualora espresso in tempi ravvicinati ai fatti e alle persone di cui si parla. Dopo un certo numero di anni tutto diventa storia e tutto è materia da trattare e a questo proposito, soccorrono le regole archivistiche sulla pubblicità delle notizie e in maniera più stringente quelle degli Archivi dello Stato. Ma ancora più squallido è mettere a mezzo i suoi parenti, tuttora tra noi, che nulla chiedono se non che di essere lasciati in pace a vivere la loro vita fortunata o meno che essa sia. Pïetas, decoro, rispetto non sono dei ‘flatus vocis’ ma un abito mentale che si ha o non lo si ha, e assieme a questi, anche il ‘diritto all’oblio’.

  30. dorotea ha detto:

    aveva una sorella centrone mi pare

  31. roberto stagni ha detto:

    molto simpatica questa raccolta di personaggi particolari e caratteristici della ns città, utile a chiarire quelle leggende metropolitane che molti spacciano per verità, grazie

  32. Giorgio Weiss ha detto:

    ottima rubrica, interessante soprattutto per me che ho presto 84 anni e pertanto ne ho viste tante di “macchiette” a Trieste. La “contessa” era un personaggio a se stante, bello da vedere, quasi a ricordare la Trieste asburgica. Si diceva, allora, non so con quale fondo di verità che fosse l’amante di Marcello Mascherini, sarà vero?? o come sempre notizie messe in giro da “chi che sa”.?
    Leggerò con piacere altri personaggi…..e ce ne sono tanti, Grazie

  33. Cafagna Dino ha detto:

    per caso ho trovato questo articolo…. che guada il caso è stato scritto da me in un gruppo di FB….ora mi sembra facile scrivere articoli come Bora.La copiandogli dagli altri…. così san fare tutti. Cordiali saluti.

  34. Lucia Marcheselli ha detto:

    Io l’ho incontrata la prima volta nei primi anni ’70, facendo la spesa nel supermercato di fianco al teatro romano. Era vestita di azzurro, tipo Fanciulla del West, completa di cappello e stivali in tinta. Non credevo ai miei occhi… Poi l’ho vista, di tanto in tanto, per molti anni, coi vestiti piú stravaganti. Una volta, nella bella stagione, l’ho vista con sua figlia, vestita a sua volta come Rossella O’Hara di Via col Vento…

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