6 Dicembre 2017

Magnesio, sudore e passione: alcune falesie di Trieste e dintorni

el sunto Oggi vi porto in un viaggio virtuale attraverso le falesie di Trieste e dintorni che mi sono rimaste impresse, a cominciare dalla Napoleonica.

*Le foto sono state scattate da Nikolaj Kovačič (https://500px.com/nikolaj_kovacic)

Come promesso, oggi vi porto in un viaggio virtuale attraverso le falesie che mi sono rimaste impresse. Non voglio fare una cernita didascalica perché per un uso del genere esistono le guide che trovate su internet o in libreria.

Vi parlerò dei posti che mi hanno segnato, ovvero quei posti che oltre il gesto sportivo, vanno oltre danno una sensazione di un tutt’uno con la natura.

Vorrei partire dal posto più conosciuto, la Napoleonica o la Napo, per i locali, e degli abusati traversi. Anche se l’unto ha fatto il suo e non sempre trovare parcheggio è cosa semplice, questo posto è un must della scena locale. Berto, Bianca, Gialla, Scudo: sono i nomi delle vie o traversi che percorriamo a un paio di centimetri da terra cercando le migliori posizioni per scaricare il peso sulle gambe e evitare la ghisa degli avambracci. Oltre aalla questione ludico sportiva i traversi sono un posto di socializzazione. Ogni giorno trovi qualcuno con cui scambi quattro chiacchiere, parli dei progetti nelle falesie o in montagna. E’ un forum vivente, anche perché la scena dei climber non è digitalizzata un tutto. Preferiamo vederci e parlarci di persona. Le parole dette e non scritte hanno una valenza superiore ai whatsapp o simili. Oltre i traversi consiglio sicuramente una puntatina nelle falesie sotto la strada, dove personalmente prediligo la Cuenca, Serpente e Luna Park. Posti meno affollati, dove ci si può rilassare e portare il merendin in falesia, perché in fondo siamo triestini dentro.

Un capitolo a parte merita la Val Rosandra. Qui ci si può sbizzarrire. Dall’arrampicata in placca ai strapiombi, dei monotiri alle vie lunghe. I miei posti preferiti sono quelli un pochettino dimenticati e non troppo in voga. Tralasciando i Giardini d’inverno (Muhova stena) e i Canarini (Izl’ca), preferisco arrampicare sul Pergolo o in Počiv’nca, il nome sloveno per il Crinale. Posti sicuramente meno adatti per i neofiti di questa disciplina, ma danno una sensazione di arrampicare in un mondo parallelo, lontano dalla civiltà. Sicuramente meritano più di qualche visita posti come Piccola ferrovia o Streška, Falchi e Falchetti (ATTENZIONE, CONTROLLATE SEMPRE SE LA FALESIA E’ APERTA CAUSA NIDIFICAZIONE DI SPECIE PROTETTE), Planetarium, Bosco incantato, Vergini, Oci de Moccò (Stena pod Jezerom). Insomma, la Valle è piena di posti, quindi non credete a quelli che fanno: “Ciò, sempre in Valle te son!” Meglio in Valle con una birra ghiacciata a fine giornata che passare le giornate sui social.

Come non citare le più suggestive falesie del nostro territorio come Costiera e Aurisina. Aurisina, di recente apertura, è ancora in certi punti da pulire e non sempre ogni presa regge, ma è proprio questo uno dei divertimenti del posto. Consiglio vivamente di provare la via Kalakili, una delle vie in falesia più incredibili che abbia mai salito. La Costiera la conosciamo. Quel tunnel, quei maledetti clacson. Mentre stai provando il tuo progetto senti questo strombazzare, ti deconcentri e caschi. Segue imprecazione triestina a non finire.

Per i neofiti consiglio vivamente la falesia di Santa Croce o Križ, situata in Via del Pucino. Vie corte e ben attrezzate per iniziare il viaggio nel mondo della verticalità.

Vi sono anche delle note dolenti in tutto questo, ovvero le falesie di Duino e Sistiana. Aperte solo saltuariamente. Duino per questioni naturalistiche, molto discutibili, soprattutto per il Lastrone, se pensiamo che la gente sul Rilke getta le immondizie e sassi lungo il costone verso il mare. L’ultima volta che siamo scesi con il compagno di cordata abbiamo riempito lo zaino di lattine. L’altro settore, a mio avviso, andrebbe schiodato del tutto per evitare fenomeni che non si curano delle prescrizioni della legge e scendono comunque. La falesia di Sistiana rimane chiusa per tutto l’inverno con tanto di portone sbarrato.

Esistono poi altre falesie e posti nascosti sul territorio, ma tali devono rimanere. Chi è già dentro la scena dei climber triestini, le conosce, quindi non c’è bisogno di ulteriori delucidazioni.Nella prossima puntata ci rinchiudiamo nelle palestre e parleremo di blocchi o di allenamenti specifici.

Buona ghisa a tutti.

Qui le puntate precedenti.

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1 commenti a Magnesio, sudore e passione: alcune falesie di Trieste e dintorni

  1. John Remada ha detto:

    He,he….i clacson sono un tributo alle ombre del passato….. in quanto ai rifiuti sparsi hai ragione, qui localmente risulta difficile far capire che un comportamento signorile verso l’ambiente risulta un vantaggio per tutti.

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