8 Giugno 2017

Vignaioli indipendenti: «con i piedi in vigna e il cuore in cantina». Parla Flaibani

el sunto Come si diventa vignaioli indipendenti? Bruna Flaibani racconta la sua storia e la sua visione di vino, vigne, cuori e mani che lavorano

Si avvicina l’occasione di domenica 11 giugno a Trieste, dalle 16 alle 21 alla Stazione Rogers, in cui si terrà un Mercato dei Vignaioli Indipendenti con tanto di degustazioni possibili per quelli che verranno.

Quella di domenica sarà per i triestini un’occasione d’incontro con i vignaioli presenti, ricchi di storie, come quella di Bruna Flaibani dell’omonima piccola azienda di Cividale del Friuli. L’azienda Flaibani produce solo 10 mila bottiglie, lavora solo sue vitigni autoctoni (due bianchi e altri rossi), utilizza metodi biodinamici o comunque sostenibili, esegue la vendemmia solamente a mano. Ecco di seguito le parole di Bruna nella nostra intervista.

Come si diventa un “vignaiolo indipendente”? Qual è la sua storia?

Il Vignaiolo Indipendente è colui che nella sua azienda compie tutte e tre le seguenti funzioni: gestione del vigneto fino alla raccolta dell’uva, trasformazione in vino dell’uva raccolta nel vigneto gestito, commercializzazione del prodotto a proprio marchio, che al giorno d’oggi non è poco!

La mia storia di Vignaiola Indipendente inizia nel 2012, con l’iscrizione della nostra azienda alla Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti (Fivi). Ma già l’anno precedente avevo incontrato diversi colleghi, che avevano aziende in tutta Italia, che mi avevano parlato con grande entusiasmo della Fivi. Così ho contattato Lorenzo Mocchiutti, dell’azienda Vignai da Duline e delegato Fivi in Friuli.

Lorenzo è venuto con la sua famiglia a trovarmi in azienda e ci ha raccontato quali fossero i principi ispiratori della Fivi e i suoi scopi. E da subito io, mio marito e i miei suoceri abbiamo pensato che ci sentivamo già parte di quel movimento. L’entusiasmo era tale che ho cominciato ad andare come uditore ai consigli a Colorno, tutti i mesi per un anno e mezzo. È cresciuto in me la grande fiducia e l’estremo rispetto per quel gruppo di vignaioli che lavorava con grandi competenze e per giunta per tutti i vignaioli, sia quelli che erano iscritti alla federazione sia quelli che non lo erano!

Così l’anno scorso mi sono candidata come Consigliere e sono diventata uno dei 15 Vignaioli, tutti volontari, che ogni mese si incontrano, ospiti dell’Alma di Colorno (PR), la scuola internazionale di cucina, per discutere degli argomenti che ci interessano da vicino. Per me è una grande opportunità, perché posso essere parte di un gruppo dove ogni cosa viene discussa e decisa, lasciando da parte la visione a senso unico o il tornaconto personale.

I nostri ultimi impegni, in ordine di tempo, sono stati l’elaborazione del Secondo Dossier Burocrazia e la difesa delle varietà minori. Con il Dossier Burocrazia, la Fivi vuole evidenziare al Ministero e agli Enti preposti ai controlli, i problemi, ma anche le proposte costruttive, per far sì che il Sistema funzioni e che la burocrazia pesi meno sulle spalle dei Vignaioli. L’altra battaglia, dove l’applicazione rigida dei disciplinari rischia di farci perdere un patrimonio inestimabile, è per salvare dall’espianto le vigne di almeno trenta anni d’età nelle Denominazioni di Origine, anche se non conformi ai disciplinari: la FIVI ha richiesto al Ministero una deroga, per fornire il punto di vista dei Vignaioli Indipendenti agli imminenti decreti attuativi del Testo Unico del vino.

Cosa differenzia aziende agricole come la sua da quelle che vendono il vino, per esempio, alla grande distribuzione?

Sono sicuramente i numeri! La grande distribuzione è fatta per aziende che hanno produzioni numericamente maggiori della mia.

Se fosse Ministro dell’Agricoltura o Commissario Europeo all’Agricoltura, quale sarebbe la sua prima azione?

Convocherei la Fivi e chiederei ai Vignaioli Indipendenti una consulenza!!!

Qualcuno ha detto che i viticoltori come voi sono i veri artigiani e artisti contemporanei. E’ vero che il suo è un lavoro creativo e di espressione personale? Se è d’accordo, mi spiega come?

Per quello che riguarda il mio sentire, la figura del viticoltore si diversifica dal Vignaiolo, proprio perché quest’ultimo compie tutto il ciclo: quando lavori in vigna, in sintonia con il tuo luogo di appartenenza, e segui personalmente tutto il percorso dell’uva fino al vino; se limiti o elimini l’uso di additivi inutili e costosi, concentrandoti già in vigna sulla produzione di uve al giusto grado di maturazione e sane, che non abbiano bisogno del maquillage di cantina; se stai con i piedi in vigna e il cuore in cantina, il vino acquista un’identità unica e irripetibile, un’opera d’arte in cui la Natura è la tela, il Vino il dipinto e il Vignaiolo il pennello che dà gli ultimi ritocchi.

Qual è la cosa più bella che troverà chi viene domenica al mercato Fivi a Trieste?

Sicuramente l’atmosfera che si respirerà! È prima di tutto una giornata di festa anche per noi Vignaioli, che siamo contenti di stare insieme qualche ora, di raccontarci le nostre esperienze e, perché no, di assaggiare noi per primi, il vino dei nostri colleghi. Chi verrà sarà il benvenuto, potrà ascoltare le nostre storie e assaggiare il frutto del nostro lavoro. Per ogni vitigno e ogni annata abbiamo aneddoti e curiosità. L’entrata sarà libera e si pagherà 15 euro per il calice solo per chi vorrà degustare; anche questa è una bella sorpresa per il pubblico, perché possano venire insieme, chi ha piacere di assaggiare il vino e chi magari ha voglia solo di ascoltare una storia raccontata direttamente dal Vignaiolo. E ci sarà anche un momento dedicato ai bimbi, cosicché papà e mamme possano essere rilassati per qualche minuto e godersi un assaggio di Vino Indipendente!

PER SAPERNE DI PIU’
L’azienda vitivinicola Flaibani
L’articolo di Joseph sul Mercato regionale dei vignaioli indipendenti, 11 giugno 2017
L’evento Facebook del Mercato regionale

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *