24 Gennaio 2017

La Ferriera nella vita di tutti i giorni: il reportage

el sunto Domani, mercoledì 25 gennaio 2017, alle ore 18.00 nella sede di Legambiente Trieste sarà proiettato il reportage fotografico di Erika Cei "Ferriera"

Domani, mercoledì 25 gennaio 2017, alle ore 18.00, in via Donizetti 5/a,, nella sede di Legambiente Trieste sarà proiettato il reportage fotografico “Ferriera” di Erika Cei.
Il progetto nasce nel 2015 con la finalità di documentare le condizioni di vita delle persone che abitano nei quartieri di Servola e Valmaura, a stretto contatto, dunque, con la Ferriera, stabilimento siderurgico datato 1897.
Realizzato tra ottobre 2015 e gennaio 2017, il reportage è stato oggetto di due mostre presso, rispettivamente, “The Art photo gallery” (aprile 2016) e Circolo Fotografico Fincantieri Wartsila (novembre-dicembre 2016).

Storica di formazione Erika Cei è stata “Autore dell’anno FVG 2014 – FIAF con il lavoro “Accademia della follia – una commedia in tre atti”, si è occupata anche di Bosnia Hercegovina e, sempre nel 2014, ha pubblicato su “Osservatorio Balcani e Caucaso” un reportage sulle alluvioni che hanno devastato il Paese. Premiata nel 2013 da Workshop Foundry Photojournalism per a Time for Gypsies, un lavoro riguardante una famiglia Rom a Sarajevo, agli inizi del 2016 ha allestito, presso Oltre il Giardino a Pordenone, la mostra “La meta”, reportage realizzato prevalentemente nel silos di Trieste e reltivo ai profughi afghani e pakistani che sono arrivati in Friuli Venezia Giulia, attraverso la rotta balcanica. Da tre anni sviluppa un progetto sulle contraddizioni dell’Europa contemporanea, di cui il reportage “Ferriera” è parte integrante.erriera” è parte integrante. Più di recente, alla Icon Factory di Dublino, nell’ambito dell’iniziativa “Cities of Joyce” ha partecipato alla mostra collettiva “Trieste Dublin /Dublin Trieste” con alcune immagini relative agli anni trascorsi a Trieste dallo scrittore irlandese James Joyce. Il progetto porta il titolo “Sua mare grega”, appellativo scherzoso e del tutto triestino, con cui Joyce chiamava la sua opera più celebre, l’Ulisse. Attualmente sta lavorando a “Line e le altre”, titolo provvisorio di un progetto tutto al femminile che si può riassumere nel motto “I’Mpossible”.

 

(foto tratta da Triesteprima)

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