Ndeye Tall, foto di Tommaso Vaccarezza
29 Luglio 2016

Ndeye, cuore di Clanfa

el sunto Alla vigilia della 9° edizione parla la vincitrice delle Olimpiadi 2015, "regina" nonostante una malformazione al cuore

 

Ndeye, foto di Tommaso Vaccarezza

Ndeye, foto di Tommaso Vaccarezza

Vincere le Olimpiadi delle Clanfe lottando contro una malformazione al cuore.

È l’impresa superata  un anno fa da Ndeye, senegalese di origine e triestina d’adozione.

L’anno scorso ha vinto la popolare gara di tuffi triestina nonostante la “tetratologia di follot”, malformazione al cuore ereditaria che colpisce fin dalla nascita.

Ci racconta la sua storia alla vigilia della nona edizione delle Olimpiadi, in programma domani allo stabilimento Ausonia con 240 partecipanti.

 

 

Ndeye, sguardo maturo, è seduta sulla sedia dell’ufficio del Ricreatorio Pitteri: lo frequenta da anni mentre la mamma lavora.

«È la mia prima intervista», ammette senza nascondere un po’ di emozione che svanisce dopo poco.

«La prima volta che sono arrivata in Italia avevo tre mesi. In Senegal non mi potevano curare».

I primi quattro anni di vita, li passa a fare la spola tra Trieste e Dakar, in cerca di cure.
«Poi i viaggi andata e ritorno sono diventati troppo pesanti per me».

Così sua madre decide di fermarsi stabilmente a Trieste, per poterle permettere le cure che sono culminate un mese fa, con un riuscito intervento cui Ndeye si è sottoposta al Bambin Gesù di Roma.

E, nonostante questo, l’anno scorso hai vinto le Olimpiadi delle Clanfe?

«Sì, ma mica l’ho capito subito (sorride). L’ho capito solo quando ho sentito il mio nome all’autoparlante. Ho fatto una “bomba americana”, tuffo che ha totalizzato il maggior numero di schizzi e così ho vinto… Per me era solo un modo per divertirmi. Tutto lo sport lo vedo così. Faccio karatè da quando ho cinque anni, ho la cintura blu. Quest’anno purtroppo mi sono dovuta fermare per l’intervento, ma adesso che l’ho fatto sono contenta perché mi hanno detto che a settembre potrò ricominciare».

Ndeye Tall, foto di Tommaso Vaccarezza

Ndeye Tall, foto di Tommaso Vaccarezza

Cosa ti ricordi di quando hai cominciato a vivere a Trieste?

«Appena sono arrivata qui mi prendevano in giro. Ma quando ho imparato a sapermi difendere, piano piano hanno smesso».

Tant’è che adesso voci di corridoio la descrivono come “l’eroina” del Ricreatorio.
Punto di riferimento per gli altri, affiatato gruppo di amiche intorno.
Ne indica una per dire che «anche lei quest’anno parteciperà alle Olimpiadi delle Clanfe».

Da grande cosa vuoi fare?

«Mi piacerebbe girare il mondo e poter passare più tempo con il resto della mia famiglia in Senegal. A febbraio ho visto i miei fratellini, di 9 e 7 anni, non li vedevo dall’anno scorso ed è stato fantastico. Come lavoro invece vorrei fare l’agente immobiliare»

Il prossimo obiettivo però sono le Clanfe…

«Domani ci riprovo con il gruppo del Ricreatorio, ci vestiremo da sport olimpionici e io mi metterò il kimono da karatè…»

Indipendente dall’esito della gara, Ndeye la sua vittoria l’ha già conquistata, nella capacità di non abbattersi di fronte alle difficoltà. A lei va tutto il nostro augurio per un futuro pieno di salute.

Qui il video del tuffo di Ndeye:

Intervista e foto pubblicate con il consenso dei genitori di Ndeye, del Ricreatorio comunale “Pitteri” di Trieste e del Comune di Trieste, che ringraziamo.

 

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16 commenti a Ndeye, cuore di Clanfa

  1. michela ha detto:

    Tetralogia di Fallot, non di “follot”. Ce l’avevo pure io. Ora, operarla è una sciocchezza. Peccato non scrivano quanti anni ha questa ragazza.

  2. Davide ha detto:

    che bruto comento michela. dove te ga studiado medicina?
    complimenti ala mula e in boca al lupo per ogi!

  3. Polda ha detto:

    La clanfa no ga color o raza. Fate le clanfe no la guera

  4. michela ha detto:

    trasecolo. Davide, cosa vuoi dire??????? demonizzi chi nasce con vizi cardiaci? non c’è niente di male ad avere una cardiopatia congenita. Dunque, secondo te non si dice TETRALOGIA DI FALLOT, e di grazia come si dice? non ho studiato medicina ma questa cosa l’ho imparata sul campo. Aspetto una spiegazione, con curiosità.
    P.S.: per me avere una malformazione cardiaca è come avercela in qualsiasi altra parte del corpo, quindi non mi spiego.

  5. michela ha detto:

    domanda al giornalista dove ha studiato medicina, ha fatto due errori, TETRATOLOGIA invece di tetralogia e “di follot” anziché di Fallot, nome proprio. Mi chiedo quale errore avrei commesso io.

  6. Davide ha detto:

    demonizzo chi invece di fare i complimenti a questa ragazza critica chi la sta curando definendo “sciocchezza” il fatto di operarla, senza conoscere la sua situazione particolare. o la conosci? non credo proprio.
    la mia domanda a dove hai studiato medicina era proprio in questo senso: sei un medico per cui puoi permetterti di criticare chi la sta curando?

  7. John Remada ha detto:

    6@ Perchè uno deve essere medico per avere nozioni in merito,caro Davide? Se non hai “La carta” sei un mona? Faresti maglio ,intanto,a mettere le maiuscole dove vanno messe; poi ti dico che, di solito, chi ha malanni addosso,a volte se li studia e ne sa anche di più di certi madici.

  8. John Remada ha detto:

    Meglio…non maglio,non vorrei incitare alla violenza…senza volerlo.

  9. michela ha detto:

    ma trasecolo di nuovo!!! la mia intendeva essere una frase di incoraggiamento, visto che oggi questa malformazione è molto più facile da correggere di quando ero piccola io! ho dovuto andare a Roma da Valdoni, a Trieste nessuno la sapeva operare. Oggi la trattano qui, tranquillamente. CRITICARE CHI LA STA CURANDO!!! ma bevi con l’acqua, dove mai l’avrei scritto? è come quando dici ad un bambino che ha paura di togliere un dente: vedrai, è una sciocchezza!

  10. michela ha detto:

    ancora due osservazioni: se la ragazza avesse una malformazione davvero severa, non la farebbero neppure nuotare. poi, ci vuole davvero un’ottica maligna per vedere “brutti commenti” dove vi è un commento teso a incoraggiare e minimizzare. Il colmo poi è dire A ME dove te ga studiado medicina, anzichè alla persona che ha redatto questo articoletto con tanta trascuratezza da non disturbarsi a dare un’occhiata in Rete per vedere come va scritto il nome di una sindrome che non conosce.

  11. Fiora ha detto:

    @michela
    è evidente che chi ha commentato il tuo il tuo post 1 ne ha travisato il senso. penso tu ti sia limitata ad un parere che con il colore della pelle non ci ha nulla a che spartire , bensì con l’età della paziente e l’opportunità d’intervenire.
    se poi hai vissuto sulla tua pelle sindrome analoga, il parere mi appare più che rispettabile e non vincolante e sintomatico semmai d’interessamento.
    e alla coraggiosa clanfadora pollice in sù per salute e clanfe!

  12. John Remada ha detto:

    Difatti è vero,il termine esatto è tetralogia di Fallot ; tra l’altro ha scritto follot con la minuscola.Capita anche a me,a dir il vero di sbagliare la prima bozza,sarebbe da rileggere e correggere. Quindi auguri alla ragazza, e speriamo che il nostro Davide non inveisca più di tanto; la calma è la virtù dei forti,per questo io sono ancora quì a dialogare.

  13. michela ha detto:

    meno male che flora capisce. il colore della ragazza centra meno di zero: dalle foto mi pareva più matura dell’età che ha (ho controllato, undici anni) e mi sono un po’ stupita perché è un intervento che si preferisce fare nell’infanzia prima dello sviluppo. Cmq ormai sono espertissimi da tanto tempo anche a Trieste, non resta che farle i migliori auguri. Ha ragione John Remada, bisognerebbe rileggere quanto si scrive, ma insomma non siamo a scuola qui … un po’ di indulgenza ci sta. Quanto alla speranza che Davide (ma chi è questo Carneade?) non inveisca, non ci spero: questo forum è sempre stato caratterizzato dalla presenza di persone pronte ad inveire con ogni pretesto, persino se si racconta che si ha aiutato una vecchietta ad attraversare la strada (per così dire!). Chiudiamola qua, va’.

  14. michela ha detto:

    @12 la tua ultima frase, john, mi piace particolarmente. Io da un anno o forse più ho smesso di dialogare se non qualche sporadico intervento; preferisco lurkare, è più che sufficiente per i miei gusti. Cmq mi sembra che in Rete i forum come i blog e le chat abbiano fatto il loro tempo e siano tutti fenomeni in declino.

  15. Davide ha detto:

    ben alora, se iera “sciocheza” in quel senso alora va ben e te domando scusa.
    a una prima letura me pareva un giudizio sula scelta de operarla.

  16. Maria ha detto:

    Sono stata allenatrice di karate per qualche lezione dove era presente questa ragazza.
    Un tesoro, impossibile non amarla 🙂

    Brava Ndeye!

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