1 Giugno 2016

Trieste xe per bici: serve civiltà da parte di tutti

el sunto "Trieste xe per bici e chi dice di no deve solo rendersi conto che la bicicletta è un fenomeno "nuovo" che fino a 15 anni fa era raro, se non unico"

Continua la rubrica nata sulla scia del progetto In Salita di  Alba Zari e Sharon Ritossa.
Una fotografia istantanea della situazione ciclabile a Trieste, concentrandoci direttamente sull’esperienza di chi la bicicletta la usa quotidianamente, sfidando quel motto duro a morire e che, col tempo, vorremmo invece ribaltare.
L’obbiettivo è dimostrare che sì, Trieste xe anche per bici.

Il nostro progetto, che si appoggia all’idea di Alba e Sharon, vuole proseguire nel loro lavoro. Chi vuole partecipare e dare il proprio contributo può mandare una sua foto in bici e le sue risposte alle quattro domande a manna@bora.la.
Vi ringraziamo in anticipo.

La testimonianza di oggi è di Stefano Canciani

 

  1. Descrivi la tua bicicletta.

Ho una Mathitech bianca. Io di bici non capisco niente. Davvero niente.
Ogni volta che ho dovuto prenderne una, ho chiesto aiuto agli amici più competenti di me, che mi hanno guidato.
Posso dirvi che è bianca ed ha le ruote grandi (da 28′, che volevo provare qualcosa di nuovo). Si chiama Little Water (ogni mia bicicletta ha un proprio nome) e l’ho comperata quasi due anni fa, dopo che la precedente è stata rubata.

2. Da quanto tempo utilizzi la bicicletta?

Come tutti i bambini (o quasi, credo) ho iniziato ad andare in triciclo per poi passare alla bicicletta con le rotelle, finché hanno deciso di togliermele e di scappare portandole via. Ho preso la bici per inseguire le mie rotelle, dimenticando per un attimo di non avere quell’illusione di stabilità che offrivano. Diciamo che ho smesso di andare in bici attorno a fine anni ’90 e che ho ripreso, quasi per caso nell’estate del 2006, quando ho voluto risparmiare tempo per fare il tragitto casa – scuola guida- lavoretto estivo – morosa – casa.
Dopo un’estate trascorsa con questo percorso sempre fisso e sempre mutevole in base alle differenti strade che ho provato, mi son reso conto che far la patente era uno scopo interessante ma poco utile, dato che ormai avevo una bicicletta, che mi portava ovunque (nello specifico, casa era in zona Giulia, scuola guida era accanto al teatro Bobbio, all’epoca ancora Cristallo, mi pare, lavoro era in zona bar Flavia).
Da lì in poi ho sempre avuto un sellino fra le gambe durante i miei spostamenti.

3. Dove ti porta la bici?

Vorrei dire che la bici mi porta principalmente a lavoro ma è più importante la strada inversa, ovvero quando mi riporta a casa. Ogni giorno la mia bambina macina l’asfalto che parte da Casa delle Culture a Ponziana ed arriva a Barcola, dove lavoro.
In ogni caso arriva ovunque io ne abbia bisogno. Mi ha portato a Muggia quando ci sono dovuto andare ed a Prosecco, certo con un po’ più di fatica ma con tanta soddisfazione.
Oppure mi ha portato dalla stazione alla spiaggia, quando son andato a Latisana col treno per raggiungere a pedali Bibione… o era Lignano? Le confondo sempre. In fondo cercavo il mare.

4. Trieste xe per bici?

Domanda da un milione di sesterzi.
Vago per le vie di Trieste da 10 anni ormai con la bici e devo ammettere che determinate strade sono troppo strette per essere percorse da una bicicletta (nel senso che vanno a creare disagi agli automobilisti in coda).
Volendo analizzare oggettivamente la cosa bisogna guardare più aspetti, riassumibili in uno unico: civiltà.
In realtà, la mancanza di essa.
Manca civiltà da parte dei ciclisti, nel momento in cui non rispettano il codice stradale, che riguarda anche loro e manca civiltà da parte degli automobilisti che considerano le biciclette esattamente come 20 anni fa gli allora automobilisti consideravano i ragazzi sui primi scooter.
Sarebbe sufficiente un’autoanalisi e cercare di essere più civili.
In fondo, Trieste sarà pure una città fatta a salite ed altre salite ma pedalare in salita rassoda il sedere.
Le strade strette vanno evitate, preferendo (paradossale, lo so) le grandi arterie, dove ci si può tenere in disparte senza disturbare il normale flusso del traffico.
Quando gli automobilisti non vi posteggiano sopra, alcune piste ciclabili ci sono, vedi via Trento e vedi quella che collega Barcola alla città (se pur fatta a senso unico e solo per metà).
Trieste xe per bici?
Dopo anni di esperienza, io dico sì: Trieste xe per bici e chi dice di no deve solo rendersi conto che la bicicletta è un fenomeno “nuovo” che fino a 15 anni fa era raro, se non unico. Negli ultimi anni è stato sempre più diffuso ed è per questo che solo ora se ne parla. Si tratta di lasciar tempo al tempo, così che anche i ciclisti trovino il loro spazio sulla carreggiata.

Però diciamocelo: una minipatente (stile cinquantino) per chi va in bicicletta su strada sarebbe da istituire.

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Un commento a Trieste xe per bici: serve civiltà da parte di tutti

  1. aldo ha detto:

    La testimonianza di oggi è di Anonimo Candidato.
    1. Descrivi la tua bicicletta.
    Ruota con un sole che ride davanti e ruota con una rosa rossa dietro.
    2. Da quanto tempo utilizzi la bicicletta?
    Questa qui da qualche settimana, ma prima ne ho usate altre.
    3. Dove ti porta la bici?
    Spero in Consiglio comunale, nel frattempo giro in città.
    4. Trieste xe per bici?
    La strada è tutto un saliscendi, ma spero di farcela.

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