8 Marzo 2016

“Le mimose no me piasi e spuza”

el sunto Al posto della rivendicazione dei diritti delle donne, tanti silenzi. E quella stanza tutta per sè e quei soldi sembrano obiettivi ancora lontani.

Ammettiamolo una volta per tutte. L’ 8 marzo rappresenta per molte e molti di noi quell’incubo che è tipico delle feste comandate. Vuoi per chi si deve organizzare per l’acquisto del pensiero, ma “no go tempo, el fioraio verzi alle 8.30 e mi devo andar a lavorar”. Vuoi per chi ha avuto la bellissima idea di organizzare la “serata donne”, ma “xe tuto pien, no se pol prenotar, come fazo coi fioi, quel’altra ga tirà paco, alla fine opteremo per el solito giro per cità”. O semplicemente per chi “no xe cosa festegiar”, ma non può fare a meno di notare come in realtà tuti fa festa. E poi, ciliegina sulla torta, che dire di quelle splendide campagne pubblicitarie che vorrebbero (e spesso ci riescono, se sono ben fatte) sensibilizzarti sull’importanza e la storia di questa ricorrenza?

Qualche giorno fa, a casa del mio compagno, si respirava quella tipica (e per certi versi bellissima) atmosfera incerta e silenziosa di due persone che stanno insieme da troppo poco tempo per conoscere tutte, ma proprio tutte le reciproci abitudini. Ci si studia, si fanno discorsi a doppio o triplo senso, si esprimono opinioni vaghe sul senso delle ricorrenze. Tutta questa fatica solamente per capire se “ghe compro qualcosa o no?”.

Ad un certo punto è stato un sollievo interrompere quel silenzio con: “Le mimose no me piasi e spuza“. Ebbene sì, faccio parte di quella categoria “no xe cosa festeggiar” (e anche dele ranzide forsi :p )

Sapete cos’è? E’ che questa data mi mette davanti più a ciò che non ho e meno a ciò che ho. Come donna.  E il pensiero va puntuale a “zia” Virginia. Correva l’anno 1929 e nel suo saggio Una stanza tutta per sè scriveva: “Una donna deve avere soldi e una stanza tutta per sè, per poter scrivere”. E già. Perrché se zia Virginia poteva votare da una decina di anni, lei e altre donne erano più che consapevoli di essere lontane da quella tanto ambita parità sostanziale con gli uomini.

Oggi, settant’anni dopo i dati sono migliori, ma di certo non confortanti. Quella stanza tutta per sè e quei soldi sembrano obiettivi ancora lontani per molte donne. Il tasso di occupazione delle donne italiane è tra i più bassi in Europa (Eurostat, 2014); il tasso di violenza di genere e i femminicidi sono, al contrario, in aumento (Casa delle donne per non subire violenza, Bologna, 2012). Il rapporto del World Economic Forum del 2014 sulla distanza tra uomini e donne per quanto riguarda opportunità economiche, partecipazione politica, istruzione e salute (il cosiddetto “Gender Gap Index”), indica che l’Italia è tra i paesi europei nei quali le donne godono di minori possibilità (politiche, economiche, di sviluppo professionale) e si fanno carico di maggiori incombenze (gestione del lavoro domestico e di cura su tutte).

C’è ancora tanto da fare, ma soprattutto ci siamo dimenticate di ciò che è stato fatto in termini di diritti delle donne. La mia impressione è che in molti casi i diritti hanno lasciato spazio al silenzio. Penso al silenzio delle nostre vite domestiche incasinate, o se volete al silenzio delle nostre carriere professionali imperfette. E a tanti altri silenzi. Anche se, scrivo questo post nello spazio di coworking di Laby, dove molti silenzi ora non sono più silenzi, ma si sono trasformati in risposte e progetti concreti.

Mi auguro che il vostro 8 marzo non sia solo una semplice mimosa, ma che sia anche un bel film o una lezione di yoga. Che sia qualsiasi cosa che vi e ci faccia star bene e che ricordi ciò che eravate, ciò che siete e ciò che vorreste essere.

P.S. Io oggi ho festeggiato. Ho aperto la confezione del caffè più buona che c’era casa, quello che di solito si offre agli ospiti. E il mio compagno invece di protestare, ha detto: “E’ la tua festa e il caffè ti rende felice”.

 

Bibliografia consigliata per l’8 marzo 2016

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8 commenti a “Le mimose no me piasi e spuza”

  1. erika ha detto:

    mi son fortunada perché go un compagno che no sa cossa xe la festa delle donne e xe un de quei pochi che co’ ghe lo spiego pol risponderme ‘ma che senso ga?’ senza farme batter ciglio. Per mi ga senso perché me ricorda una delle tante disuguaglianze che ghe xe ancora…e poi a mi me piasi ssai la spuza dele mimose. Xe uno dei miei profumi preferidi e l’unico che me son ricordada dopo gaver perso la memoria dei odori in un incidente. Xe un odor particolare, sicuramente xe un odor che te sveia, podessi essere anche una spuza, la spuza che ga la disuguaglianza co’ se se dimentica de star atenti ai altri e se lassa appassir le mimose gli altri giorni dell’anno.

  2. Sara Matijacic ha detto:

    Mi più che i mazzetti, preferiso la pianta. L’odor in effetti me xe forte

    Xe vero, l’8 marzo te ricorda che “i diriti no xe per sempre”. 🙂

  3. giorgio (no events) ha detto:

    …in ogni caso,
    buon 8 marzo,
    ogni giorno,
    a tutte

  4. Fiora ha detto:

    Gassie de cuor , Giorgio! Nel specifico go notà che a farse reciprocamente i auguri per l’8 Marzo semo semmai tra noi babe.
    …con una punta de malinconica ironia, che tanto se te speti de lori ecc. ecc.
    Xè una ricorrenza che nel privato no sento,ma apprezzo le manifestazioni pubbliche . Quasi un tastar el polso a battaglie vinte ,obiettivi raggiunti, sconfitte e numero de vittime.
    Una pausa de riflession. forsi no xè poco.
    Po’ i la buta in politica e propaganda , ma la giornada xè zà finida .

  5. Sara Matijacic ha detto:

    Grazie Giorgio. Condivido el pensier de Fiora 🙂

  6. aldo ha detto:

    Magari un pensierino internazionalista per le donne infibulate, schiave sessuali bambine e spose bambine, costrette da Stato e/o famiglia a infagottarsi da capo e a piedi e a portare il velo o peggio, perseguitate dalla polizia per la promozione della virtù e la repressione del vizio, lapidate o impiccate per adulterio o perchè non hanno saputo resistere a uno stupro, ecco un pensierino per queste donne ci starebbe e magari anche un po’ d’azione da parte di un femminismo che diventa sempre di più un fenomeno da èlite borghesi e da establishment dei paesi ricchi.

  7. Sara ha detto:

    Quei xe i altri silenzi a cui me riferivo.

  8. aldič ha detto:

    la festa del 8 marzo devi esser se no x altro per le generazioni future correva l’hanno 18,,,,
    le se ga batu x l’ideal comunque la festa delle denne xe tutto l’anno perche senza de lore non semo niente,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,naj živi 8 marc

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