1 Marzo 2016

Mamme a Trieste, breve vademecum

el sunto L’offerta per le mamme a Trieste è piuttosto variegata, non c’è che dire, ma con una promozione adeguata sul territorio tutto sarebbe più semplice.

di Lisa Luchita *

Gira voce che a Trieste non ci sia mai nulla da fare.
In realtà i servizi e le attrattive che la nostra città offre sono molti e variegati solo che bisogna cercarli. A volte però non si ha proprio tempo per cercare quello che serve, soprattutto dopo la nascita del primo figlio e, in ultimo, sarebbe bello che la maternità fosse il più semplice possibile.
E allora cerchiamo online sul sito istituzionale cosa offre il Comune di Trieste per le neomamme.
Navigando scopro che esistono spazi gioco sia comunali che privati rivolti ai bimbi dai 18 ai 36 mesi e servizi educativi domiciliari per pupi dai 3 ai 36 mesi. La fascia 0-3 mesi non è coperta in alcuna maniera forse perché si suppone che i primi 3 mesi si stia sempre a contatto con la mamma, senza pensare che, a volte, la mamma avrebbe piacere a passare un po’ di tempo fuori casa, in un ambiente che sia accogliente e confortevole in compagnia di altre mamme per trovare un po’ di conforto.
Personalmente quello che avrei voluto ricevere a casa, o trovare in ospedale, sarebbe stato un opuscolo con tutte queste informazioni per valutare tutte le opzioni e poi decidere con calma.
Il nostro Comune potrebbe ristrutturare degli spazi in centro e metterli gratuitamente a disposizione delle gestanti e dei neo genitori per riposarsi un attimo, fare quattro chiacchiere, cambiare i propri bambini e farli giocare in uno spazio attrezzato senza dover per forza essere costretti ad entrare in un locale e ordinare da bere. Magari all’interno si potrebbe anche predisporre un punto per scaldare i biberon per chi non allatta al seno. Non sarebbe bellissimo?
Ma veniamo agli esercizi commerciali.
Sono veramente pochissimi gli esercizi commerciali che mettono a disposizione un fasciatoio nei bagni e una comoda sedia per allattare; nel bagno degli uomini non c’è mai il fasciatoio mettendo i papà in seria difficoltà qualora dovessero gestire l’emergenza più temuta.
I tempi sono cambiati e dovrebbe cambiare anche un certo tipo di attenzione verso le famiglie partendo da questi piccoli accorgimenti che però sono importantissimi.
Esiste una bella iniziativa promossa dalla Confcommercio che si chiama “Bebenvenuti” e i negozi aderenti offrono al loro interno la possibilità di allattare tranquillamente, anche se non tutti hanno il fasciatoio. Non sempre c’è un luogo creato apposta per allattare: a volte ci si trova sistemate nei camerini, a volte sulla sedia dietro al bancone ma almeno sai che sei la benvenuta.
Nei negozi per bambini non c’è una maggiore attenzione. Un negozio ha appeso il cartello ‘guasto’ sulla porta del bagno con fasciatoio da mesi ormai. Si può allattare dentro al camerino al piano superiore ma non c’è l’ascensore e si deve lasciare il passeggino al piano terra. In un altro negozio bisogna prendere l’ascensore e salire al piano superiore; in un altro ancora, che di spazio ne avrebbe a sufficienza, ti mettono a disposizione solo una sedia in legno e se devi cambiare il pupo, il titolare ti apre il fasciatoio portatile e te lo stende sul bancone. Gentilissimo, per carità, ma si potrebbe migliorare un sacco. Il posto più bello è un punto vendita a San Giacomo: comoda poltrona e fasciatoio a disposizione.
E chi non allatta al seno ma deve scaldare il latte come fa? Non esiste da nessuna parte un angolo attrezzato con “scalda biberon” a disposizione. Neanche nei bar. Mi domando come sia la situazione sull’altipiano e nei rioni periferici.
Per fortuna in nostro aiuto è stata creata una app fighissima: ‘babypitstoppers’ che riceve i contributi di tutte le mamme, nonne e tate che inseriscono le coordinate di ogni luogo che trovano adatto per allattare e cambiare i pupi.
Tutto migliora quando si guarda ai servizi rivolti alle neo-mamme da parte dell’Azienda Sanitaria Locale.
Di fondamentale importanza sono i consultori dove gratuitamente si ha accesso al corso preparto che dura circa fino al sesto, settimo mese di vita del bambino. Le ostetriche sono favolose e non so come avrei fatto senza di loro. Ti aiutano se hai problemi di allattamento e sono sempre disponibili per una consulenza in più se dovesse servire. Puoi prendere appuntamento presso il consultorio e in casi più urgenti vengono anche a casa. Sempre presso i consultori si può allattare tranquillamente, prenotare la visita con una psicologa o con una logopedista per capire bene quel processo fondamentale che è lo sviluppo del linguaggio, giusto per non cadere dalle nuvole se il pupo dovesse avere un ritardo o un problema in quest’area.
E quando la noia ti assale e non sai cosa fare con il frugoletto? Ci sono molteplici iniziative sia pubbliche che private ma, di nuovo, bisogna cercarle.
Nati per leggere’ è una bellissima iniziativa presente su tutto il territorio nazionale è anche qui da noi presso la sala della Biblioteca Quarantotti Gambini. Ci sono poi corsi di musica per i pupi dai 6 mesi in su e corsi di acquaticità presso un paio di piscine che accettano neonati a partire dal primo mese. Yoga per bambini, psicomotricità, educazione musicale a partire dal sesto mese: l’offerta è piuttosto variegata, non c’è che dire ma con una promozione adeguata sul territorio tutto sarebbe più semplice.

Lisa Luchita

 

*Pezzo già pubblicato sul terzo numero di Boraladecarta che trovate in distribuzione gratuita nei seguenti luoghi:
Circolo PeCar, via Flemming
Salumare, Piazza Cavana
Emeroteca di Piazza Hortis
Zoe Food di Via Venezian
Miti Caffè, via Torrebianca

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2 commenti a Mamme a Trieste, breve vademecum

  1. carlo ha detto:

    Se volete potete ispirarvi all´iniziativa torinese babyfriendly. Nata dal basso, da un gruppo di genitori ha cambiato il volto ad interi quartieri praticamente a budget zero.

  2. Lidia ha detto:

    Trieste è una città molto bella e offre tante possibilità. Purtroppo non è semplice secondo me. Mi riesce difficile anche andare a fare la spesa se ho il pupo sul passeggino in quanto molti supermercati non offrono neanche una rampa per persone che si muovono in carrozzina. Cosi mi trovo costretta ad aspettare il marito e lasciare a lui il bimbo. Stessa cosa per uffici postali ecc. E i mezzi pubblici? Offrono servizio a chi come me non ha la macchina? è spiacevole pensare che a noi mamme, che spesso passiamo le giornate sedute sul divano ad allattare ore ore, non sia permesso svolgere attività quotidiane senza problemi.

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