Ventidue fa una granata uccise a Mostar gli inviati Rai Marco Luchetta, Alessandro Ota e Dario D’Angelo mentre stavano realizzando uno speciale TG1 sui bambini vittime della guerra della ex Juguslavia. Il 20 marzo dello stesso anno l’operatore Miran Hrovatin venne trucidato a Mogadiscio insieme alla giornalista Ilaria Alpi.
Oggi, 28 gennaio 2016, nel giorno dell’anniversario, vi segnaliamo i link dell’articolo di Antonio Oleari – pubblicato sul quotidiano Lindro e sul blog “Scrivere senza orario” – che racconta l’incontro con un altro testimone della tragedia di Mostar.
Un lutto che – dopo aver sconvolto il mondo del giornalismo triestino, nazionale e internazionale – gettò le basi per la nascita dell’omonima Fondazione, che a Trieste cura i bambini vittime delle guerre o incurabili nei loro Paesi d’origine.
Buona lettura.
xe 22 anni, no 18…
Non ho capito il senso di questo articolo. Scrive l’autore che forse anche un Ibrahim era presente al momento della tragedia, lui lo conosce ma non glielo ha mai chiesto. Dove sta la notizia?
Salve Claudia,
sono l’autore del racconto. Non c’è notizia nel mio reportage, è una storia e come tale vorrebbe comunicare qualcosa di diverso. Innanzitutto un quadro della Bosnia ora. Ma soprattutto l’incontro con Ibrahim mi ha permesso di arrivare alla Fondazione Luchetta, di conoscerla e di conoscere il bene che fa. Non importa sapere tutto di un tragico evento. L’importante è che esso, anche a distanza di anni, sia in grado di innescare qualcosa di positivo. Spero di averle chiarito lo spirito con cui ho lavorato a questa storia. Un caro saluto.