5 Gennaio 2016

Pink caserata, cinque mule sulla neve

el sunto Dopo l'avventura in rosa sulla Parenzana, tornano le ragazze le ragazze del gruppo "The Pink Side - Fata la xe". Questa volta la meta è la montagna

Rieccoci di nuovo qui, pensavate di esservi liberati di noi?
E inveze no, ve la gavemo cazada de novo. Sì, semo sempre noi: le mulone della pink parenzana.
La nostra piccola impresa di maggio è ormai lontana e sentiamo la necessità di avventurarci in qualche altro progetto,rigorosamente colorato di rosa.

L’inverno si avvicina, e noi siamo ansiose di vedere la prima neve dell’anno. Scatta quindi una dell nostre idee. E’ giunta l’ora della montagna, stavolta le bici staranno a casa e noi ci faremo una bella camminata, direzione casera Palgrande di sopra, loc. Timau. Stabiliamo il week end: 21-22 novembre, sperando che faccia abbastanza freddo da trovare qualche fiocco. Nell’attesa ci dilettiamo con gitarelle in giornata sul monte Nanos e arrampicate varie, tanto per tenerci in allenamento e passare il tempo in attesa della “spedizione artica” (speremo ben).

Il fatidico week-end si avvicina e il gruppo è così composto: le 4 della parenzana, Giuli, Sharon, Chiara ed Elena e due nuovi acquisti: Stefy e Ilaria. Siamo tutte d’accordo che siano fondamentali: civapcici e polenta, ma soprattutto el vin! Ci dividiamo i compiti: la spea, le carte da gioco, le candele etc.
Ci documentiamo sulle condizioni della casera situata a 1705 m e scopriamo che è il caso di portare su della legna perché potrebbe non essercene abbastanza. Pian piano lo zaino comincia a prendere forma, la certezza è una: sarà pesante, se sa che el vin pesa! Tra miliardi di messaggi, aggiornamenti meteo e dimenticanze dell’ultimo momento arriviamo alla vigilia della partenza abbastanza pronte, abbiamo una macchina (gentilmente offerta dal nostro amico Luca), abbiamo il cibo, abbiamo il vino, abbiamo la legna ma soprattutto abbiamo voglia di partire. E’ un viaggio piccolo, lo sappiamo, ma noi siamo entusiaste, non vediamo l’ora di respirare un po’ d’aria di montagna, abbiamo voglia di risate, di far festa e di rilassarci. Staccare la spina, spegnere i telefonini e il cervello per un paio di giorni e basta. Le previsioni meteo non sono buonissime ma non ci passa per la testa di rimandare, siamo determinate e pronte, la sveglia suonerà presto doman e se pioverà se bagneremo!

L’indomani mattina ovviamente piovi, se la gavemo ciamada, e alle sei e mezza arriva l’immancabile pacco: Ilaria decide di non partire, pur avendo tutto pronto, causa febbre in famiglia. Ci dispiace, la volevamo tanto con noi e sappiamo che anche lei voleva esserci a tutti i costi, ma purtroppo non è possibile: sarà per la prossima volta.

Noi cinque invece partiamo, la radio suona la musica della nostra infanzia (no, no ve disemo cosa scoltavimo perché se vergognemo, ve basti saver che gavemo cantà ‘ssai) mentre fuori dal finestrino il paesaggio cambia in fretta. L’unica cosa che resta invariata è la nebbia e la pioggia. Dopo poco più di un’ora siamo all’attacco del sentiero.
Ci carichiamo gli zaini in spalla e partiamo, in salita verso la nostra meta. Fa freddino e piove, il cielo è grigio di nebbia, le foglie per terra arancioni più che mai. Siamo partite, che l’avventura vera e propria abbia inizio.

Camminiamo in salita in fila indiana, le chiacchiere man mano che saliamo si fan meno intense, intorno a noi solo il ticchettio della pioggia e il fruscio delle foglie.

pink caserata 4

Il sentiero si fa più ripido e stretto, la stanchezza comincia a farsi sentire, la casera ancora non si vede, facciamo ogni tanto una pausa per riprendere fiato, ma cominciamo ad essere stufe. Proprio in un momento di stanchezza alziamo gli occhi, il bosco è meno fitto e ci rendiamo conto che sta nevicando. Appena i fiocchi cadono si sciolgono ma alzando il naso all’insù ci troviamo davanti una cascata di neve soffice, lenta e silenziosa che si appoggia sui nostri nasi. La felicità è palpabile. Ricominciamo a camminare fiduciose, allegre, con le spalle doloranti, lente, ma inesorabili, pensiamo di esserci quasi, non manca molto.
Uscendo dal bosco, il vento aumenta e sotto i nostri piedi comincia a scricchiolare la neve, ha un suono dolce, tutto intorno montagne e silenzio.

pink caserata 3

A un certo punto vediamo un tetto. Entusiasmo allo stato puro, sprint finale, semo rivade mule, fata la xe!!! Yupiiiii… ah no, speta, no xe quela. Bum, sconforto!
Siamo arrivate alla casera Palgrande di sotto, no xe la nostra.
Sappiamo che non manca molto ma sono due ore che camminiamo con gli zaini di 15 kg sotto la pioggia e la neve, abbiamo fame, non vediamo l’ora di accendere il fuoco.
Ultimo sprint, senza mollare e cercando di non abbatterci continuiamo la nostra camminata. Già ci gustiamo una tazza di vino e un buon panino. Camminando ci distanziamo un po’, ognuna ha una velocità diversa, ognuna trova la sua andatura, e mentre in silenzio continuiamo a guardare avanti, più in alto lungo il sentiero, sentiamo un urlo, Chiara, che è la prima della fila, ha girato l’angolo e l’ha vista: ci siamo, questa è proprio la nostra! (e se anche no xe la nostra, gnanche pel cul, se fermemo uguale perché semo copade).

pink caserata2

La gioia si diffonde e tutte e cinque acceleriamo il passo, un attimo dopo siamo dentro, sedute al grosso tavolo di legno della casera invernale (dall’altro lato rispetto a quella estiva, più spaziosa ma più fredda) con un panino in mano e un birretta nell’altra. Chiacchierando e ridendo ci organizziamo i compiti, tiriamo fuori il cibo, la legna, andiamo a cercarne altra, facciamo un giro d’ispezione. Ora è tutto molto più semplice, stomaco pieno e niente più zaini. Troviamo la legnaia e alcune di noi cominciano a segare tronchi e rami, li faremo asciugare dentro in modo da assicurarci fuoco per tutta la sera e la colazione.

Il tempo scorre, accendiamo il fuoco, giochiamo a carte bevendo vino, fuori il vento continua a soffiare, il cielo diventa scuro, dentro per fortuna cominciamo a riscaldarci. Ridiamo parecchio mentre cominciamo a cucinare civa e polenta, el vin comincia a entrar in circolo e le ridade diventa più frequenti. La serata scorre così, in allegria e semplicità, siamo stanche, i muscoli cominciano a rilassarsi ma noi siamo serene, abbiam fatto fatica per raggiungere la casera ma ne è valsa davvero la pena, siamo soddisfatte, un’altra piccola avventura da raccontare.
Le chiacchiere continue passano per gli argomenti più diversi, risate, vino, pipì di gruppo, vento gelido, altro vin e pian piano gli occhi cominciano a esser stanchi, carichiamo di legna la stufa e andiamo a dormire. Domani, sperando che il sentiero non sia in pessime condizioni, si torna alla frenesia della città.

Quando ci svegliamo in casera fa freddo, riaccendiamo subito il fuoco e pian piano prepariamo il tè, tiriamo fuori i biscotti e prepariamo direttamente polenta e formaggio, chi ga dito che no se pol bever el tè co la polenta in fondo? Facciamo colazione tutte assieme e con calma ci prepariamo per scendere, portiamo dentro un po’ di legna per quelli che verranno dopo di noi e mentre aspettiamo che il fuoco si spenga ci dedichiamo alle foto di rito.

pink caserata5

Siamo pronte a scendere, salutiamo la nostra casa per una notte col sorriso sulle labbra, in fila indiana ripercorriamo il sentiero dell’andata. La neve scricchiola sotto i piedi, in alcuni punti si scivola un po’ ma tutto sommato il sentiero è a posto, scendiamo, la vegetazione e il sottobosco cambiano, neve, fango, foglie gialle e arancioni. Dopo circa due ore ci siamo, vediamo la macchina sotto di noi, ci fermiamo per mangiare qualcosa prima di arrivare sulla strada (un rebechin e un bicer de vin ghe sta, ormai xe ora de pranzo), ci rilassiamo ancora una mezz’ora prima di abbandonare l’amica montagna.

Sulla strada del ritorno siamo stanche, più silenziose, ma i nostri visi sono felici. Tutte guardano fuori dal finestrino, io ripenso al week-end appena trascorso e penso che sì, ne è proprio valsa proprio la pena. La montagna ti dà un senso di pace, ti fa entrare in contatto coi tuoi pensieri e col silenzio, il profumo della neve e il freddo che entra nel naso, il rumore dei fiocchi che cadono, l’odore di legna bruciata, le labbra screpolate, le impronte degli animali sulla neve…
In montagna tutto diventa magico. Noi per questo siam salite fin quassù, eravamo in cerca di un po’ di magia, quella che puoi trovare solo saltando nella neve con le tue amiche.

Qui la pagina facebook del gruppo in rosa.

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2 commenti a Pink caserata, cinque mule sulla neve

  1. valentina ha detto:

    pink is the new black nel girl sportly style

  2. fabry ha detto:

    Bel, se posso sugerir la prossima aventura podessi esser a Trebiciano (abisso di..), possibile remake casalingo The Descent; son indeciso sul titolo: meglio Pink Descent o 5 mule nel tombin? Comunque viva lo spirito d’avventura sempre! 😉

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