Striscione appeso nella sala Tessitori (Regione) occupata
1 Maggio 2015

Primo maggio senza casa

el sunto Per la Festa dei lavoratori ecco la storia di Martina, venderigola precaria sfrattata otto giorni fa dalla casa Ater che si era autoassegnata.

Martina è una triestina precaria di 24 anni: un passato da venderigola* e un futuro senza casa. Se ne era autoassegnata una dell’Ater, vuota perché non abitabile. Stava comprandosi il materiale per sistemare il bagno con un piatto doccia nuovo di zecca. Ma la sua esperienza è finita il 22 aprile scorso, quando alle 9.30 ha trovato sull’uscio agenti e fabbro pronti ad eseguire il sequestro della casa che abitava. Il tempo di infilare lo stretto necessario in due borse di plastica, poi la porta chiusa dietro di sè.

Che fare? Si dice che gli amici ci sono nel momento del bisogno, e fortuna che Martina di amici ne ha tanti, e che da loro ha trovato ospitalità. Anche perché la ventiquattrenne è membra dell’Assemblea sociale per la casa (Asc), e il passaggio tra chi occupa una casa e chi se l’autoassegna passa di qua, dalla consapevolezza del gesto che si compie per far emergere una contraddizione nella società.

L’Assemblea per la casa ha di recente avviato una petizione per chiedere una moratoria sugli sfratti, visto il crescente fenomeno di morosità incolpevole. Figlia della precarietà, anche Martina non ha i soldi per pagarsi l’affitto, e non può nemmeno accedere alla graduatoria Ater, finché non verrà aperto un nuovo bando.

«Ho fatto la venderigola nei mercati di piazza Puecher, Roiano, Muggia e Borgo San Sergio, ma alla fine non riuscivano a pagarmi rispettando le scadenze… Prima ancora facevo le stagioni estive e invernali come cameriera. L’ultimo contratto l’ho avuto a luglio dell’anno scorso, per un’agenzia turistica: accompagnai a Londra i ragazzi in vacanza studio. Ma, salvo qualche babysitteraggio a nero, si è trattato in tutti i casi di lavori precari, sei mesi al massimo, che non mi permettono certo di assumermi la responsabilità di un affitto. Ed è così che sono stata costretta ad autoassegnarmi una casa, vuota peraltro da anni».

Non è la prima volta che la Procura di Trieste chiede il sequestro di una casa Ater autoassegnata. Secondo Luca Tornatore di Asc, «è la terza in un mese, e una di queste era già stata lasciata da un autoassegnatario che era riuscito a stipulare un contratto d’affitto: all’autoassegnazione, d’altronde, si ricorre solo per il periodo strettamente necessario».

Così dal sequestro della casa “di Martina” è scattato il pressing sulle istituzioni. Lunedì sera, al termine un convegno sul reddito di inclusione sociale promosso dalle Acli, una trentina di militanti Asc hanno occupato Sala Tessitori, al piano terra del palazzo della Regione. «Siamo rimasti dentro tutta la notte, lasciando la sala in perfette condizioni – afferma Tornatore -. Col nostro gesto abbiamo voluto rimettere l’emergenza abitativa al centro della politica. La Procura di Trieste fa forse politica con i suoi sequestri? Non spetterebbe forse alla Regione affrontare questa emergenza o, a questo punto, vigilare sull’operato della Procura?».

Ora, è innegabile che la Procura, chiedendo il sequestro preventivo di una casa pubblica, opera in piena legittimità affinché il reato non si protragga. Ciò però avviene senza che vengano verificate le condizioni per cui una persona lo commette. Peraltro a distanza di una decina di anni da quando, con numerose sentenze, il tribunale di Trieste ha riconosciuto lo stato di necessità di chi si era ritrovato a compiere lo stesso gesto, giudicandolo non penalmente perseguibile.

Un tema che l’Assemblea per la casa solleverà nell’incontro chiesto alla Regione e accolto dal consigliere Pd Franco Codega: «Parlerò con l’assessore competente, Mariagrazia Santoro, affinché incontri i membri di Asc». «Dall’Ater – continua Codega – ho appreso di 600 appartamenti non locati, di cui se ne contano 5-7 occupati: l’Ater deve provvedere a segnalarli alla Procura, che a sua volta interviene. Ma queste procedure vengono fatte con molta calma… Con ciò non nego l’esistenza del problema-casa: per farvi fronte, è di prossima pubblicazione il decreto attuativo del Piano casa, con cui il governo Renzi assegna al Friuli Venezia Giulia 13,5 milioni di euro per l’edilizia pubblica, cui se ne aggiungono due da parte della Regione».

Risorse che, conferma anche il direttore dell’Ater Antonio Ius, «saranno in parte destinate a interventi di recupero degli alloggi non ancora locabili».

*La venderigola è la tipica venditrice ambulante di Trieste, colei che vende verdura al mercato di Ponterosso, ma non solo.

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16 commenti a Primo maggio senza casa

  1. Fiora ha detto:

    Solidarietà a Martina e autentica rabbia nell’apprendere di “SEICENTO appartamenti non locati di cui 5/7 occupati” .
    Leggo di autentica condivisibile indignazione e conseguenti proposte davanti alla tragedia del travaso migratorio che stiamo subendo. Blabla a cottimo, mentre stiamo già facendo di tutto e di più!
    Ma in questo caso, la situazione assurda e inaccettabile è circoscritta . Perché no?!
    ” l’Ater deve provvedere a segnalarli alla Procura, che a sua volta interviene.” I passi sono dunque piuttosto semplici. Si possono e si devono fare,immediatamente.
    ” Ma queste procedure vengono fatte con MOLTA CALMA” Inaccettabile!
    si cementifica a manetta, con la cittadinanza in calo e con Martina senza un tetto.
    Ma forse è più gratificante confrontarsi a tavolino sull’inarrestabile deriva migratoria predicando di accoglienza e solidarietà globale e…. lasciare Martina fuori dalla porta!

  2. Renata ha detto:

    “Queste situazioni hanno qualcosa di paradossale, di illogico.
    Stiamo assistendo in questi anni a fatti che non trovano attinenza alcuna con la sana e buona vita costruttiva, è come se tutto, all’improvviso, avesse preso una svolta in direzione opposta, contro-corrente: i vecchi che continuano a lavorare ad oltranza, i giovani che invece non lavorano e quando trovano uno straccio di lavoro, naturalmente è pagato al massimo ribasso, tale da non garantire nemmeno di poter mangiare tutti i giorni, figuriamoci comprare un abito o affittare una casa!
    Peraltro c’è chi, in questi anni, è riuscito a moltiplicare i suoi redditi, ad “arricchire” e chi, già ricco è diventato moolto più ricco, chissà…. forse l’€uro è una moneta che viene attratta sempre da una particolare cerchia di persone, come se avesse una sorta di calamita…..”

  3. alessandro ha detto:

    “Queste situazioni hanno qualcosa di paradossale, di illogico.
    Stiamo assistendo in questi anni a fenomeni che bloccano intere generazioni, è come se tutto, all’improvviso, avesse preso una svolta in direzione contraria: gli “anziani” che continuano a lavorare ad oltranza, i giovani che, quando trovano uno straccio di lavoro, vengono pagati al massimo ribasso. Impieghi saltuari che non permettono loro nemmeno di riuscire a mangiare tutti i giorni, figuriamoci affittare una casa o comprarsi da vestire!
    Eppure c’è chi, è riuscito nel frattempo a moltiplicare i propri redditi…”

  4. michela ha detto:

    strano, tre soli commenti per un problema serio, di cui due incomprensibili: sembrano una citazione ripresa da due persone diverse ma non è dato sapere di chi sia. un solo commento chiaro e limpido come sempre, dato chi lo scrive. non sarà dovuta, tanta indifferenza, al fatto che martina non ha un nome……esotico? chiedo, eh….non voglio far arrabbiare nessuno.

  5. Fiora ha detto:

    ….col valore aggiunto del son de mestier venderigola in piaza , la nostra Martina! E con sto mio attacco di campanilismo acuto se qualcuno s’arrabbia…. non me ne può fregare di meno!

  6. Fiora ha detto:

    a proposito! Alfano “schiavista” perché propone di far lavorare gratis i migranti? ma se è la prima giusta che imbrocca quell’ omino lì!
    Ragazzi alla pari no?! come noi ai bei tempi e tuttora i nostri figli all’estero. Lavoretti temporanei tipo cancella scritte coi milanesi in cambio di cibo, alloggio e paghetta. Più dignitoso per gli ospiti, più accettabile per gli ospitanti.
    Cosa c’è da scandalizzarsi tanto? mica in miniera e con lavori usuranti… Il problema è un altro . non c’è lavoro e Camusso &co. insorgerebbero a tutela dei disoccupati, non degli “assunti”.

  7. long john silver ha detto:

    mi dispiace rovinarvi il quadretto, car* xenofob*, ma l’assemblea sociale per la casa di cui si parla qua è una realtà legata alla casa delle culture, e quindi si batte per il diritto alla casa senza distinzioni etniche.

  8. John Remada ha detto:

    @6 Ma non è lavoro gratis, ma per pagarsi il 4 stelle , vitto e alloggio! Mica li mantengono i dorkoniani questi “ospiti” ? P.s. Avrai capito chi intendo per dorkoniani…..il partigiano fuori tempo massimo, la guerrigliera, gigi sapienza, G.Morandi, ecc. ecc,

  9. John Remada ha detto:

    Non rovini nulla, short whisky …. battiti pure, e buona tenzone!

  10. Fiora ha detto:

    @7
    Ribadendo che non me ne può fregare di meno e non aderendo ad alcun comitato e/o movimento, da triestina media mi potrò prendere la licenza di privilegiare in cuor mio chi mi pare? a rischio di essere catalogata xenofoba? parimenti,non me ne può fregare di meno.
    E’ da tempo che ai blabla sul tema ho preferito la concretezza del coltivare amicizie multietniche.

  11. John Remada ha detto:

    Probabilmente certi signori si svegliano male la mattina, e questo pregiudica il dialogo con il prossimo…. in realtà , ogni voce contraria è degna di ingiurie o frecciate di vario tipo, della serie “Io ho ragione e tu sta zitto”, ma non era sotto il fascismo che non si poteva neanche parlare? Ho idea che certi tizi, ancora in guerra con il duce e soci, reincarnino le gesta dei fantasmi che combattono…..più che altro si danneggiano da soli, visto che ormai l’isolamento che si trovano risulta evidente; anche divertenti , in fin dei conti.

  12. Fiora ha detto:

    si porta all’attenzione un esempio gli si conferiscono connotazioni precise tali da suscitare un’immediata empatia ,della serie se toccasse a me e poi si bacchetta chi da “quell'”esempio e da quella situazione si senta più toccato e in quel caso di più si immedesimi ? Ma fammi il favore!

  13. michela ha detto:

    @7) apprendo con gioia che non ci sono distinzioni etniche per dare diritto ad una casa per chi non ce l’ha, fosse pure un’italiana. Però, “battersi”, mi pare un po’ eccessivo almeno in questa specifica circostanza, vista l’indifferenza in cui stava sparendo questo articolo che in sei giorni aveva suscitato solo tre commenti, di cui due francamente incomprensibili.

  14. Fiora ha detto:

    già… gli ineffabili post 2&3 !due goffi copiaincolla pure clonati e che col tema dell’articolo c’azzeccano come il cavolo a merenda…
    Avessimo letto due “mona chi lege” (di buona memoria) in successione ci avrebbero strappato almeno un amaro sorriso. Mah! che dietro ai nick Renata e Alessandro si celi la stessa beautiful mind? mente imperscrutabile sicuramente.
    Cortesemente chiedo eventuali aggiornamenti sulla sorte di Martina ,alla quale auguro di cuore di conquistare l’agognato tetto.

  15. Fiora ha detto:

    Ama il prossimo tuo come te stesso…ci riesco così così , Silver John post 7.
    Niente in contrario,se ravvisando nel prossimo mio un pelino di più le tante Martina ed Ucio con storie analoghe, mi ci immedesimo e i loro casi mi stanno un pelino più a cuore del resto del generico neopervenuto prossimo multietnico senza casa? Perlomeno lo dichiaro con franchezza,a titolo personale e al netto di voli pindarici.

  16. michela ha detto:

    io invece faccio mia la frase di Marguerite Yourcenar (cito la fonte, per chi non avesse letto le Memorie di Adriano):
    🙂
    L’ingiunzione di amare il prossimo come se stessi è troppo contraria alla natura umana per essere sinceramente seguita dalle persone volgari, le quali non ameranno mai altri che loro stesse, e non si addice al saggio, il quale non ama particolarmente neppure se stesso.

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