14 Gennaio 2015

Nel cuore della pianura padana in bici

el sunto La pianura padana, con le sue bellezze e particolarità, percorsa in bicicletta in un viaggio attraverso 3 regioni, 3 fiumi e 4 città d'arte

27.10.2014

Le Ultime stelle della notte ci accolgono in giardino mentre alle 6.00 di mattina ci approntiamo ad eseguire gli ultimi preparativi di routine alle biciclette: controllo della pressione delle ruote, aggancio delle borse da viaggio e riempimento delle borracce. Intrizziti dalla fresca aria mattutina pedaliamo in silenzio fino alla stazione dei treni di Monfalcone, ognuno rinchiuso nei suoi pensiero nel suo sonno mentre la città attorno a no si colora lentamente della luce arancione dell’ alba. Senza troppi inconvenienti ( a parte un cambio di binario al volo) riusciamo a salire sul treno regionale delle 6.38 che ci porterà fino a Mestre, lì cambio treno fino a Vicenza , nostro punto di partenza per questa piccola avventura interregionale in bici. Di stazione in stazione il treno si riempie sempre di più di studenti e pendolari che ci guardano incuriositi mentre io mi godo dal finestrino il paesaggio della pianura padana nella fredda luce dell’ alba. I filari di vigne con le loro foglie ormai porpora, i filari di pioppi già spogliati dal vento ed i canali di irrigazione avvolti nella bruma mattutina sono chiari segnali che ormai è l’ autunno che qui fa da padrone.

Arrivati alle 9.00 a Vicenza fuori dalla stazione veniamo accolti da un gande parco con un bel manto erboso dove sganchiamo un po’ i polpacci ancora freddi. A seguire giretto in bici fino in centro , passando per una porta fortificata medievale e fermandoci per un caffè proprio in piazza dei Signori, di fronte alla bellissima Basilica Palladiana un palazzo ristrutturato nel 1500 dal architetto Andrea Palladio, che divenne il fulcro della vita politica e commerciale durante il periodo del dominio veneziano.

pianura padana

Per toglierci via un po’ del freddo mattutino abbiamo cominciato ad inerpicarci su per Monte Berico, su un bel selciato , tra vecchie case e ville con giardini panoramici fino ad arrivare alle pendici del santuario di Monte Berico, con il suo lungo chiostro in salita su per il quale bisogna scarpinare per arrivare all’ imponente chiesa in stile barocco, dal cui piazzale di fronte si gode una vista splendida della città intera di Vicenza. Continuando a pedalare per i colli berici siamo passati accanto a moltissime ville, boschetti ed appezzamenti coltivati in paesaggio collinare veramente bello! pianura padana 2Scesi poi velocemente di quota fino a Brendola, dove ci siamo imbattuti in un’ imponente chiesa incompiuta, non molto ella esteticamente ma affascinante nella sua vuotezza: volte di archi senza soffitto, finestre senza vetrate e piante che crescevano tra i colonnati.. Pochi km ancora e siamo arrivati a Montebello Vicentino dove abbiamo sostato per pranzo, mangiando i nostri panini seduti sulle panchine della piazzetta in compagnia di alcuni ragazzi indiani. I panini, ed il dolce alle mandorle preso in un piccolo panificio familiare, li abbiamo poi smaltiti pedalando tra distese di vigneti ( questa è infatti la terra del Recioto, famoso vino dolce) fino a lasciare la provincia di Vicenza ed entrare in quella di Verona, nella terra del vino Soave. Ed è proprio nl paesino di Soave che ci siamo fermati per un aperitivo . Il borgo è molto bello, i vecchi edifici sono stati rimessi a nuovo ed ora ospitano piccoli negozietti, tutti raccolti all’interno della cinta muraria medievale praticamente intatta, che si arrampica fino sulla collina dove sorge il castello. Seguendo la geniale deviazione proposta da Luca ci siamo arrampicati nuovamente su per le colline fino a Colagnola ai colli per poi zigzagare a destra e sinistra dell’ autostrada fino ad entrare a Verona pedalando su una bella pista ciclabile che corre a fianco del fiume Adige. pianura padana 3Il transito nella periferia veronese è stato abbastanza caotico, tra traffico, buche e ghirigori vari, ma per fortuna il centro città poi si è rivelato molto bello! Non pensavo mica! Non ero mai stato in questa città e onestamente ad immaginarla mi venivano in mente solo nebbia, traffico e grigiore….invece abbiamo visitato l’Arena, dove vengono sempre fatti grandi spettacoli all’aperto, la piazza che la circonda e le viette pedonali piene di negozi, la casa di Giulietta con il famoso balcone dal quale la giovane ascoltava le serenate clandestine del suo amore Romeo e la statua della giovane il cui seno è ormai usurato dalle foto scaramantiche dei turisti e le pareti foderate di messaggi d’ amore provenienti da tutto il mondo. Ma mica ci siamo fermati lì! Abbiam visto poi piazza delle Erbe, con il suo mercato sempre aperto, il ponte scaligero che passa sul placido Adige, il castello ed uscendo dalla città infine la chiesa di S. Zeno. Ho dovuto veramente ricredermi sulla fama della città!

pianura padana 4

Uscendo dalla città abbiamo pedalato poi per ancora 8 km su una bella ciclabile parallela ad un canale , che ci ha portato fino a Bussolengo, nostra meta del giorno, dove avevamo prenotato una camera. Dopo una bella doccia calda ed un cambio di vestiti eravamo di nuovo pronti per uscire per scoprire il centro del paesino e trovare un posto per mangiare. Il centro non è per niente grande ed era anche abbastanza desertico, complice il freddo ed il buio.. così ci siamo infilati nella prima pizzeria aperta. Alla fine alle 21.30 sazi e stanchi.. finalmente a nanna!!! 92,6 km

28/10/2014

Oggi sveglia alle 7.00, non per volere nostro ma per colpa dei nostri vicini di stanza, parenti probabilmente di qualche albatros urlatore.. Colazione per fortuna in tranquillità in compagnia del cameriere, la cui disponibilità ha compensato la poca scelta del buffet. Nonostante la sveglia presto siamo comunque riusciti a partire relativamente tardi, alle 9.00…e per fortuna! Fuori faceva abbastanza freddo, tanto che i nostri respiri producevano generose nuvole di vapore! pianura padana 5Per fortuna dopo qualche km sulla ciclabile che ci ha condotto fuori da Bussolengo ci siamo scaldati, tanto da poterci togliere kway e scaldacollo. Qui si pedalava accanto ad un canale artificiale che corre a mezzo costone della montagna.. un’ opera abbastanza imponente visto che il corso d’ acqua passa su svariati ponti e viene convogliato perfino in un passaggio sotto la montagna! Lasciato il canale alla sua corsa ipogea noi ci siamo invece arrampicati su per alcune colline , fino a passare accanto ad alcune enormi pale eoliche , per poi scollinare verso il lago di Garda, che si intravedeva già tra le piantagioni di ulivi che ricoprivano i rilievi. Arrivati a Garda abbiamo pedalato sulla passeggiata lungolago passando i paesini turistici di Bardolino e Lazise per poi avventurarci su dei sentierini sterrati fino a Peschiera del Garda dove abbiamo pranzato con dei kebab in compagnia di una bionda famigliola tedesca. Da lì, finito il pranzo, abbiamo imboccato direttamente la ciclabile Eurovelo 2 (che parte da Capo Nord per arrivare a Malta) e che in questa zona prende il nome di Ciclabile del Mincio, in onore del fiume che qui la segue passo passo. pianura padana 6Usciti dalla fortezza di peschiera si pedala lungo il fiume tra colline prati verdi e filari d’ alberi che in questa stagione sfoggiano il loro fogliame dorato. Ci siamo fermati dopo una decina di km per visitare Mozambano, paesino posto in cima ad una collina, la cui imponente cattedrale domina tutto il corso del fiume. Dopo un giretto per la via principale e una sosta merenda sul sagrato della grande chiesa ci siamo arrampicati fino al castello al cui interno, con mia grande sorpresa abbiamo trovato due abitazioni private. Che strano deve essere abitare DENTRO un castello!! Ritornati sulla pista abbiamo poi pedalato fino a Valleggio sul Mincio e su fino al suo castello scaligero dal quale abbiamo potuto ammirare tutto il corso del Mincio che qui scorre al confine tra Veneto e Lombardia. pianura padana 7Scesi dal castello e dalla sua collina abbiamo passato il vecchio ponte fortificato che collega il paese ad una sua frazione , Borgetto, catalogato come uno dei borghi più belli d’ Italia. Le sue case di origine medievale formano un tutt’uno con i mulini le cui pale accarezzano l’ acqua del fiume. Gli ultimi km fino a Mantova poi li abbiamo pedalati praticamente in silenzio, non perché fossimo arrabbiati.. ma perché nubi di moscerini ci tormentavano di continuo senza lasciarci tregua….e quindi via veloci con la bocca chiusa e gli occhi ridotti a fessure! Arrivati in fine in vista della città dei Gonzaga abbiam costeggiato il lungolago, da cui Mantova è circondata per 2/3, fino a giungere in centro. Sapevo che la città era molto carina ma sono rimasto comunque piacevolmente stupito: piazza Sordello con il suo bel palazzo Ducale e piazza delle Erbe con il Palazzo della Ragione ed i suoi bei portici pieni di osterie ci hanno accolto nel migliore dei modi! Dopo un bel aperitivo durante il quale abbiam potuto riposar le gambe ed ammirare gli edifici storici che ci circondavano abbiam pedalato gli ultimi km fino al nostro albergo che si trovava in periferia. Anche oggi doccia calda, cambio d’ abiti e cena ristoratrice.. ma stasera niente pizza.. ci diamo dentro con i tortelli alla zucca!!!! 103,6 km

pianura padana 8

29/10/2014

Stamattina sveglia molto più tranquilla alle 8.00.. anche perché non si poteva avere la colazione prima delle 8.30 quindi ne abbiam approfittato per dormire un po’ di più! Dopo una colazione abbastanza deludente ci siamo bardati di nuovo come palombari per tornare in centro in bici per visitarla un po’ meglio e mangiarci dei bei dolcetti per tappare le nostre pance brontolanti! Abbiam rivisitato e pedalato all’ interno, il palazzo Ducale, poi di nuovo giretti in piazza Sordello per ammirare i palazzi storici ed in piazza delle Erbe per la chiesa più vecchia della città, fino giù, fino in periferia per vedere Palazzo Te. Da qui ci siamo ricollegato alla ciclabile del Mincio che ci ha portato fuori città passando per Cerese e Andes, luoghi natii del poeta Virgilio. Proseguendo sulla ciclabile abbiamo pedalato sull’ argine del fiume tra innumerevoli anse fino a Bagnolo san Vito e Governarolo, paesino mezzo abbandonato ma che una volta era molto importante visto che custodiva le chiuse che regolavano il flusso del fiume Mincio nel Po’. pianura padana 9Purtroppo però dopo una delle tante alluvioni del 1900 il paese non si è più risollevato ed ora si presenta così, con mezze case sfitte e senza un’ anima viva per strada.. Noi invece abbiam continuato a pedalare sulla ciclabile (diventata ora Eurovelo7) sempre sull’ argine ma non del Mincio , bensì del Po’ ora! Abbiamo passato alcuni paesini dispersi nella grande pianura, che orai ci circonda, come Sustinente e Bastia, borghi di quattro case ma con delle chiese enormi, quasi spropositate. Verso le 15.00 siamo arrivati ad Ostiglia, cittadina che pensavamo abbastanza grande e vivace ma che ci ha invece accolto con un cento storico praticamente inesistente e dominato dai camini di una centrale termoelettrica. pianura padana 10I negozi erano ancora chiusi, non c’ era nessuno per strada e non ci è rimasto che bere un caffè al volo nel unico bar trovato aperto prima di ripartire fino al parco naturale golenale del Gruccione, dove avremo trovato il nostro alloggio. Visto che eravamo in anticipo sulla tabella di marcia ci siamo fermati a visitare il paesino di Melara, famoso in tutta Italia per la sua tradizione di produzioni pirotecniche e quello di Bergantino, famoso invece per la tradizione giostraia dei suoi abitanti, qui infatti si trova anche il Museo della Giostra!

Avendo ancora un po’ di tempo di luce davanti (ormai per le 17.30 è buio..) ed essendo a pochi km dal b&b ci siamo fermati in riva al fiume, ad ammirare lo scorrere lento ed incessante delle sue acqua nella luce calda del tramonto. Affiancati da un sole rosso fuoco abbiam dato gli ultimi colpi di pedale fino al b&b “Il fiume” situato in un silenzioso pioppeto proprio a ridosso del argine del Po’. La proprietaria ci ha accolto e ci ha fatto vedere le stanze, ammobiliate in stile rustico ma curato. Doccia calda e cambio d’ abiti di routine e siamo poi usciti a piedi fino in centro del paese in cerca di qualcosa da metter sotto i denti. Castelnovo Bariano pur essendo un paesino disperso nella pianura padana ha un’ aria piuttosto internazionale…infatti in centro abbiam trovato un bar gestito da cinesi ed anche una macelleria mussulmana! Noi però siamo stati attratti dal altro bardella piazza: il locale era rimasto fermo agli anni ’70, con i tavolini in legno e senza le onnipresenti slot machines ed era gestito da un vecchietto del luogo che come aperitivo ci ha offerto del vino casalingo e si e messo a raccontarci, con marcato accento del luogo, dell’ alluvione del Polesine del 1951 che in questa zona ha fatto moltissimi danni. Quando siamo riusciti a sottrarci alla sua inarrestabile parlantina ci siamo rifugiati in una pizzeria-bistrot gestita da due giovani ragazzi che ci hanno servito ottime pizze accompagnate poi da torta di zucca e crostata di castagne che abbiam avuto il tempo di digerire facendo una bella camminata sotto le stelle per tornare al b&b. 83 km

pianura padana 11

30/10/2014

pianura padana 12Anche questa mattina sveglia tranquilla nel lettone caldo mentre fuori l’ umidità ricopre ancora tutto. Colazione in cucina, portata dalla nostra ospite e poi quattro passi in giardino per ammirare la nebbia che si stava lentamente alzando dall’ erba umida e si dissolveva nel pioppeto. Prima di partire la padrona di casa è tornata a farci visita con suo marito e ci siamo messi a chiacchierare per quasi un’ ora di viaggi, bici e politiche turistiche fino a che tutta la foschia si era dissolta e noi siamo potuti ripartire senza sentire troppo freddo ritornando a pedalare sul argine. Subito dopo abbiam dovuto abbandonare la sponda sinistra del fiume passando su un lungo e brutto ponte fino alla sponda destra. Qui abbiamo ripreso l’ argine ciclabile che però da questo lato è percorso anche da automobili. Siamo scesi a Sermide per vedere da vicino la torre medievale fortificata e la chiesa e poi la fermata successiva è stata appena Felonica, il paese delle cipolle dove abbiamo comprato in un panificio artigianale, il Tirot, la loro decantata schiacciata di cipolle che è catalogata anche presidio slow food. pianura padana 13Continuato sulla ciclabile (che qui è parte dell’ Eurovelo 8 Cadice-Atene) abbiam pedalato ancora per parecchi km a fianco de Po’ che qui scorre lento tra golene ed isolette sabbiose, contornato da pioppeti dove parecchie poiane volano in tranquillità ignare di violare a battito d’ ala il confine tra Lombardia ed Emilia Siamo passati accanto alla Stellata, fortezza a forma di stella dalla quale venivano riscossi i dazi dei passaggi delle merci sul fiume , per fermarci poi a Bondeno, uno pei più antichi paesi della zona e famoso per le sue opere idrauliche vista la sua vicinanza al Po’ ed al Panaro, ultimo affluente del grande fiume. Bevuto un caffè nel bar della piazza ( anche questo stile anni ’70 e gestito da un vecchietto) siamo ripartiti oltrepassando il Panaro e cominciando a seguire una delle due ciclabili per Ferrara. Noi abbiamo scelto la ciclabile Burana che non seguiva più il corso del fiume ma si inoltrava nella profonda campagna facendoci pedalare sotto filari di pioppeti bellissimi, sul vecchio itinerario di una ferrovia. Dopo un pranzo su una panchina in riva ad un canale con la schiacciata di cipolle , abbiamo percorso gli ultimi km fino all’ ingresso della città dove abbiamo intercettato le ciclabili cittadine che ci hanno comodamente portato fio in centro, proprio sotto, anzi dentro, al castello estense. Rimediata una piantina della città al punto informazioni abbiamo fatto prima un giro nella zona del vecchio ghetto ebraico e poi quello delle mura fortificate della città (solo mezze perché l’ itinerario è lungo una decina di km). Abbiamo poi visitato la parte rinascimentale della città, con il cimitero ebraico, la Certosa (che è in pratica il cimitero cittadino) ed un bel parco tra le vecchie cas dove alcune associazioni hanno messo su degli orti urbani condivisi. Tornati in centro lungo le viette acciottolate, abbiamo fatto ancora un giretto in piazza prima di avviarci in stazione dei treni dove abbiam preso il treno regionale delle 16.50 che ci ha scaricati a Monfalcone alle 20.20, stanchi ma felici! 65 km.

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1 commenti a Nel cuore della pianura padana in bici

  1. bonalama ha detto:

    il cuore della pianura padana.. adesso si chiama cuore? interesting

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