10 Novembre 2014

Violenza sulle donne: 128 le donne uccise in Italia nel 2013

el sunto "Serve una rete di aiuto" Lo sostiene l'Ordine degli Psicologi FVG in merito alla violenza sulle donne. Ma quali sono le strategie più efficaci?

«Le donne che subiscono violenza necessita una rete di sostegno. Gli psicologi hanno un ruolo importante: occorre essere formati per poter intervenire in modo adeguato, riconoscere chi ha subito violenza e sostenerlo nel modo più corretto». Così il presidente dell’Ordine degli Psicologi del Friuli Venezia Giulia Roberto Calvani ha aperto il convegno che si è svolto sabato 8 novembre a Udine dal titolo “Violenza di genere e strategie di intervento”.

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Ma ecco i dati emersi durante il convegno: la violenza di genere è ancora purtroppo  un fenomeno in espansione a livello mondiale.  In Italia, nel 2013, 128 donne sono state uccise: nell’83% dei casi il delitto è avvenuto tra le mura domestiche; ma molte altre sono le donne che sopravvivono subendo violenze di tipo fisico, sessuale e psicologico. Inoltre, da una ricerca fatta dall’Unione Europea (Violence Against Women, 2014), in Italia il 19% delle donne ha subito nel corso della vita violenze fisiche o sessuali, il 38% delle donne ha subito abusi psicologici e il 9% delle donne ha subito stalking (quasi sempre dai loro ex). Il 62% dei maltrattamenti sulle donne sono avvenuti in presenza dei figli (Istat 2008).

Tra le violenze psicologiche, le forme più diffuse sono l’isolamento o il tentativo di isolamento, il controllo, la violenza economica, la valorizzazione e le intimidazioni. «Può non essere semplice distinguere e definire la violenza psicologica: si tratta spesso di atteggiamenti che si insinuano gradualmente nella relazione e finiscono per privare la vittima del proprio valore, riducendola ad un oggetto. Questi atteggiamenti si insinuano lentamente e sono spesso difficili da cogliere e rilevare in modo chiaro: il maltrattamento procura sofferenza e corrode, influenzando l’autostima della vittima, manipolandone lo stato psichico, restringendone la libertà d’azione e spaventandola.

La donna che subisce una violenza necessita di interventi specialistici complessi e multidimensionali che vedono coinvolte diverse figure», ha proseguito il presidente Calvani. «Lo psicologo, in queste situazioni, ha un ruolo centrale: accoglie e accompagna la donna lungo tutto il suo percorso di uscita dalla violenza, dai meccanismi di controllo e manipolazione, nonché dal trauma. Nell’intervento finalizzato all’autoprotezione e al benessere della donna maltrattata, lo psicologo deve avere delle competenze specifiche per riconoscere la violenza e i danni che essa provoca, non solo a se stessa, ma a tutto il contesto che la circonda ed in particolare ai figli. Nel caso in cui un genitore, di solito il padre, eserciti violenza sull’altro, infatti, i figli sono sempre colpiti dai danni da violenza assistita, che non è meno grave di quella diretta. Del resto, secondo i dati dell’Oms (2010) i bambini maschi che assistono o subiscono violenza nella famiglia d’origine hanno maggior probabilità di diventare violenti in età adulta».

Nell’ambito del convegno sono stati affrontati gli aspetti psico-sociali e giuridici della violenza di genere e sono stati approfonditi i possibili interventi terapeutici per le donne maltrattate. «Il ruolo dello psicologo nell’intervento con le donne vittime – ha sottolineato Calvani – punta a sostenere ed accompagnare la donna nel suo percorso di consapevolezza delle proprie risorse e capacità nell’uscita dalla situazione violenta, al fine di non ritrovarsi in situazioni simili o peggiori, come può accadere se non c’è rivisitazione critica della propria situazione. Lo psicologo non giudica, ma accompagna la donna nel proprio percorso di consapevolezza, in modo che essa stessa possa valutare gli estremi di una possibile denuncia».

Maggiori informazioni sul sito www.psicologi.fvg.it

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