Scampoli di storia è una rubrica a cura di Paolo Geri
I “diari” di Diego de Henriquez sono fonti preziose su tanti episodi della storia di Trieste e sono molto trascurati dagli storici ufficiali forse perché ritenuti “scomodi” in quanto smentiscono appunto una storiografia agiografica “ufficiale”. Il ricercatore Vincenzo Cerceo ha estrapolato da quei “diari” una testimonianza di Ercole Miani a de Henriquez. Le notizie di seguito riportate si devono al suo lavoro prezioso. Ercole Miani, nome di battaglia “Villa”, nato a Visignano d’ Istria nel 1893, deceduto a Trieste il 2 novembre 1968, è stato Medaglia d’ Oro al valor militare per i meriti acquisiti sul campo durante la Resistenza.
Nel diario numero 29 a partire dalla pagina 6580, de Henriquez rivela alcuni aspetti paradossali dell’ insurrezione di Trieste voluta dal C.L.N.. In primo luogo de Henriquez afferma che mai, in quella fase, la città di Trieste corse il rischio di difesa ad oltranza ad opera dei tedeschi e di distruzione delle sue strutture civili; anzi: il Deutsche Berater di Trieste, il dottor Hinteregger, aveva concordato assieme al Kampfkommandant della città, che la stessa doveva essere lasciata intatta. In conseguenza di ciò il C.L.N. aveva promesso che non avrebbe ostacolato la ritirata dei funzionari civili. Per questo motivo, anche l’ importante impianto di trasmissione di Monte Radio non fu sabotato.
Di particolare importanza, per l’ esatta decifrazione di quanto realmente accadde a Trieste negli ultimi giorni di aprile 1945, è il “Diario” numero 28 (pagine 6281-6579). In esso, infatti, de Henriquez riporta, con la solita precisione ed accuratezza e senza commenti, le notizie riferitegli, in proposito, da un testimone e protagonista d’ eccezione: appunto il capitano Ercole Miani, dirigente del C.L.N. triestino.
Verso la metà di aprile, avrebbe detto il Miani, c’ era stata, esattamente nella chiesa di San Giovanni in Guardiella, una riunione tra partigiani italiani e jugoslavi, tra i quali il triestino Franc Štoka.
In realtà quello che è passato alla storia come il “convegno di Guardiella” si tenne in una villa nei pressi della chiesa di San Giovanni. In quell’ occasione Štoka avrebbe comunicato agli uomini del C.L.N. che il 1 maggio le componenti della Resistenza presenti a Trieste che facevano loro riferimento e cioè i battaglioni di “Unità Operaia-Delavska Enotnost” e la G.A.P. triestina, sarebbero insorte in sostegno all’ azione che andava conducendo sull’ altipiano l’ armata jugoslava. Štoka comunicò anche che gli insorti avrebbero esposto due bandiere: quella italiana con la stella rossa e quella jugoslava. Fu per questo motivo che i partigiani del Corpo Volontari della Libertà (C.V.L.) di Miani, Don Edoardo Marzari ed il colonnello Antonio Fonda Savio decisero di anticipare, come mossa politica e non dettata da esigenze militari, i partigiani del Fronte di Liberazione, e di indire, pur nella massima disorganizzazione ed impreparazione dei propri reparti, l’ insurrezione per il 30 aprile.
Così Miani afferma, esprimendosi con estrema lealtà: “Avendo notato che le forze armate tedesche andavano negli ultimi giorni di aprile ritirandosi da Trieste e che ben pochi ne erano rimasti, fu deciso di far scoppiare la rivolta il 30 anticipando gli jugoslavi”.
Non si riuscì nemmeno ad avvertire tutte le componenti che avrebbero dovuto essere coinvolte e si decise, dopo aver collocato, nella massima segretezza, il comando dell’ insurrezione nei locali di una ditta sita in via della Geppa, nello stabile all’ angolo con piazza Dalmazia, in cui aveva sede la ditta di cui era titolare il colonnello Fonda Savio, di trasferirlo in Prefettura per timore che i pochi tedeschi rimasti in piazza Oberdan e piazza Dalmazia e presso il Palazzo di Giustizia potessero individuarlo. In Prefettura c’ era, però, la vecchia amministrazione, che non fu estromessa.
Fu accettata, invece, la collaborazione della Guardia Civica del podestà Pagnini, che pure, fino al giorno 29 aprile aveva ancora fornito il personale per il servizio di piantone nella caserma della SS di via Nizza. All’ inizio delle sparatorie due ufficiali tedeschi si recarono in Prefettura senza essere arrestati, e chiesero se quel comitato avesse contatti con gli alleati anglo-americani, perchè in tal caso i tedeschi avevano l’ ordine di arrendersi a loro.
Non avendo ricevuto tale conferma, i tedeschi lasciarono la Prefettura e tornarono, indisturbati, al loro comando presso il Palazzo di Giustizia. Ciò mise in allarme gli insorti del C.L.N., che temettero un attacco alla Prefettura stessa, per cui decisero in tutta fretta di spostarsi nella sede dell’ ACEGAT, sul Canal Grande. Poichè però nella zona giravano troppe pattuglie tedesche, fu alla fine deciso di nascondersi in uno stabile defilato di via Ginnastica, che divenne la sede definitiva.
I reparti su cui poteva contare il C.L.N. erano: la Guardia di Finanza di Udine, che aveva il compito di occuparsi della Stazione Radio mentre gli altri reparti della Guardia di Finanza agirono da soli in maniera autonoma in sintonia con i colleghi di via Udine, ma senza coordinamento preventivo. Vi erano poi la brigata “Garibaldi” che occupò la caserma di Rozzol, dove era stanziata la Guardia Civica, e la “Frausin”, che occupò la caserma di San Giacomo, dove aveva sede la Brigata Nera “Tullio Cividino”. In questa caserma giunsero molti operai chiedendo armi, ma, dopo averle ottenute, rifiutarono il bracciale del C.V.L. dichiarando che avrebbero obbedito al comando di Stoka. I Vigili del Fuoco furono invitati ad aderire per inscenare un attacco al caporalato tedesco di San Giusto, ma rifiutarono dicendo che anche loro erano già agli ordini di Štoka. Miani aveva dato un ordine: non provocare vittime tedesche ma solo controllare che non abbandonassero le loro piazzeforti nelle quali, in città, attenevano gli alleati per arrendersi a loro e disarmare e poi rilasciare i militari isolati. “Il criterio del C.V.L. era liberare la città ma senza fare vittime”, evidentemente per evitare reazioni da parte dei pochi tedeschi rimasti. Sempre Miani afferma che al momento dell’ insurrezione i reparti armati della SS avevano già lasciato la città.
Il 1 maggio l’ arrivo del IX° Korpus mise fine a questa paradossale ed improbabile “insurrezione”.
Il 30 aprile 1945 mio padre – socialista – era fra gli insorti del C.L.N. che combattevano a Roiano. “Ad un certo punto trovai al mio fianco, con il bracciale tricolore, un esponente della Guardia Civica che riconobbi benissimo perchè avevo avuto a che fare con lui mesi prima quando ancora “lavoravo” come geometra nell’ “Organizzazione Todt”. Era un fascista dichiarato che aveva denunciato e fatto arrestare alcuni esponenti della Resistenza cittadina. Gli puntai il mitra contro e gli dissi: via di qua o ti sparo ! Non l’ ho mai più rivisto”.
Due giorni dopo, il 2 maggio, mio padre consegnò il suo mitra ad un ufficiale del IX° Korpus: “erano i nostri alleati contro i nazisti e i fascisti: per me la guerra era finita”.
“Il criterio del C.V.L. era liberare la città ma senza fare vittime”
quindi ben. punto
“Sempre Miani afferma che al momento dell’ insurrezione i reparti armati della SS avevano già lasciato la città.”
quindi se i taljani no ga liberado nissun… tantomeno iera bisogno del IX corpus in persona…
in ogni caso se i titini fossi restadi a Trieste qua se gavessi festeggià la “liberazion” appena el 25 giugno del 1991…. la ne xe andada un fià mejo
1991 il popolo sloveno si libera dal giogo dell’occupatore con la stella rossa…
http://www.youtube.com/watch?v=wgIjd8bciP8
eh, no, effebi, proprio no iera bisogno del IX korpus e della IV armija. ma va a farte un giro nei cimiteri dei paesi intorno a trieste, dei, e va’ a parlar coi veci.
ma anzi, vara, nianca no cori. basta che te se fazi un giro su google immagini.
insurrezion de pulcinela: concordada con el podestà, el prefeto e la guardia civica…
La question xe banale: la resistenza antifascista a trieste xe stada portada avanti esclusivamente dai comunisti (sloveni e italiani). I antifascisti non comunisti gaveva come obiettivo esclusivamente quel de evitar che Trieste andassi soto la Jugo, per cui giocoforza no i podeva far nissuna resistenza antifascista seria, dato che el loro scopo iera lo stesso dei fascisti.
Strano…. sono in discussione gli idoli di dimaco , ma lui latita ?! E il tuo amico amico hobo maya , mica è stato bannato ? Sfn … obiettivo raggiunto per fortuna ! Manca anche gigi sapienza , mica è scoppiato dal tanto sapere?
L’ affermazione di Miani che al momento dell’ insurrezione i reparti armati della SS avevano già lasciato la città non è esatta. Il 1 maggio 1945 i nazisti in armi controllavano ancora le installazioni portuali, erano asseragliati nel Tribunale e alcuni reparti, ancora pesantemente armati e organizzati (circa 200 uomini), si stavano ritirando verso il Castello di San Giusto. Il 1 maggio di pomeriggio nella zona di Corso Italia, piazza Benco, via del Monte vi fu un aspro conflitto a fuoco fra partigiani del C.L.N. e i tedeschi che salivano verso il colle. Vi furono feriti da ambo le parti e, se non sbaglio, uno dei pochi caduti del C.L.N. durante la liberazione della città. Per non parlare del fatto che in quegli stessi giorni si svolgeva ancora sul Carso Triestino, la cosidetta “Battaglia di Opicina” che si concluderà, con la resa delle truppe tedesche che avevano subito gravi perdite, solo alcuni giorni dopo.
maja no scaldarte… no go dito mi, xe quel che sostien el post de Geri…
dal quale sembra che i cruchi no spaetava altro che i alleati (americani e/o inglesi che sia) per arrenderse.
ma qualchidun oltre che liberar ghe interessava anche qualcossa altro…
e comunque maja… una parola sui avvenimenti del 1991 te la podevi anche spender, i sloveni ga ciapado a piade in tel cul quel stesso esercito “liberatore” del 1945…. o no ?
He , he ,he….anche più de piade….
effebi, nel 1991 non era lo stesso esercito del 45. Nel IX Korpus erano quasi tutti cittadini della Venezia Giulia, sloveni ed italiani. Nella IV Armata invece c’erano le Brigate d’oltremare, cioè i ragazzi sloveni dei paesi del Carso, di Dolina e dell’Istria mandati dai fascisti al confino (battaglioni speciali) in Abruzzo e che, dopo l’8 settembre 43 da Gravina di puglia furono trasportati dagli alleati angloamericani in Dalmazia e da li, combattendo attraverso la Bosnia e la Croazia, raggiunsero Trieste, tornando a casa.
stojan… le truppe che …corsero a “liberare” Trieste erano guidate da un comunista, ispirato (allora) dal comunismo sovietico di Stalin… e i combattenti “quasi tutti cittadini della Venezia Giulia, sloveni ed italiani” combattevano per la rivoluzione comunista (se ti è chiaro cosa fosse) e l’instaurazione di un regime totalitario dove non c’era alcun spazio per alcuna opposizione.
forse tu la consideri (per motivi tuoi personali) una liberazione.
pazienza.
…e poi Tito ebbe modo di “liberarsi” anche degli scomodi compagni internazionalisti, con i metodi ben noti…
…e dove si rifugiarono gli scampati internazionalisti comunisti (almeno quelli italiani) ? eh… già.. in questa italietta così tanto bistrattata
“italietta così tanto bistrattata”
Questo vittimismo è stucchevole. L’ Italia è stata un paese imperialista che ha rotto il cazzo a mezzo mondo e poi si è preso una sonora batosta.
Ma la guerra è finita , mi sembra …..Ora sarebbe da prendere a esempio l’Ungheria , e senza infastidire nessuno , ripulire il marciume presente ; cioè conquistare il nostro territorio , o neanche questo ci è concesso?
di paesi (imperialisti e non) che hanno rotto a mezzo mondo ne puoi fare una lunga lista…
ma i comunisti internazionalisti cacciati da Tito qui han trovato rifugio (più o meno) sicuro
…perché anche in Italia li aspettavano i compagni di Tito “il liberatore”
“liberatori & friends”
“…Tralasciando numerose testimonianze, tutte meritevoli di rispettosa attenzione, una risposta
esauriente l’ha data Antonio Budicin nel suo Memoriale, intitolato “Nemico del Popolo” in cui in modo molto sintetico ma efficace traccia la sia vita d’antifascista perseguitato, ospite delle carceri fasciste, culminata con la sua condanna a nemico del Popolo inflittagli dai tribunali popolari in Istria alla fine della guerra e scappato a sicuro martirio attraverso una rocambolesca fuga messa in atto con l’aiuto del medico conte Lazzarini dalle carceri d’Albona ove era rinchiuso e dove la giustizia veniva amministrata dal famigerato Matika; successivamente con l’aiuto di Benussi raggiungerà Pola e poi Roma. Qui tenterà invano con insistenza e poi disperazione di consegnare il suo memorandum a Botteghe Oscure alle alte cariche del PCI ricoperte da alcuni che erano stati suoi compagni di galera e di confino durante il ventennio fascista. Scoraggiato abbandonerà ogni impegno politico e, agevolato in ciò dall’on. De Berti, emigrerà in Argentina ove dopo vent’anni riuscirà a consegnare il famoso documento a Terracini, suo amico e compagno anche di confino e galera, che provvederà alla sua riabilitazione…”
remada, esempio dal ungheria de Orban? quel che vol meter la tassa su internet?
Esatto , Orban .
C’è anche chi ritiene che la liberazione di Trieste coincida con l’occupazione nazista iniziata nel 1943. L’ha scritto in un commento qui su bora.la il pasdaran del Tlt Franzot, vice-presidente del COPLT. Un altro commentatore su bora.la, Sergio Zerial, top commentator – nel senso della quantità dei commenti – sul Piccolo, dove appare con la foto di Franz Josef del suo profilo facebook, ha scritto in un commento che “Se la Grande Germania vinceva la guerra Trieste ritornava a farne parte, dopo solo 24 anni di occupazione italiana”.
Cose un tempo indicibili oggi vengono dette tranquillamente e addirittura scritte senza vergogna.
Remada, ma ti te sa che con Orban se sta cussì ben che nel solo 2011 xe andade via dall’Ungheria più persone de quele che xe scampade nel ’56? (mezzo milion su una popolazion totale de 10)
http://www.repubblica.it/esteri/2013/04/03/news/ungheria_esodo_emigranti_fuga_orban-55858731/
E po se el tuo riferimento xe un governo che meti la tassa su internet, dopo come te se fa a sfogar? Te ciapa un ictus de sicuro!
Appunto…se cominciamo anche noi , sai quanti ci sono da rispedire al mittente ? In quanto a sfoghi….Also Young for Rock ‘ n’ roll…for die there is time yet !
Che pecà… gavevimo la possibilità de farse liberar da la Guardia de Finanza de Udine.
I ne gavessi annesso subito senza spetar el 1965, nei buffet se vendessi muset & brovade, no gavessimo el Tempio Mariano ma el Caregon de Manzan. Niente Tito, niente TLT, niente GMA, niente problemi. I esuli saria andari tuti in Friul a invidar gambi de sedie, i triestini no saria andai in Australia, Lignano Sabbiadoro no esistessi perchè Trieste saria diventada logo de villeggiatura dei ricchi furlani. E noi cantassimo: “Oh ce biel, oh che biel cjscjel a Miramar, Miramar… oh che biel oh che biel cjscjel a Miramar…” E figurarse se i furlani gavessi spudà sul porto, i cantieri, le fabbriche, sui Lloyd e le Assicurazioni. Saria stà un poco de bazilar per convinzerli de no far mobili in Fabbrica Macchine ma i gaveria capì immediatamente alla prima fattura incassada.
no go parole (su remada)
E neanche servono…Sfsn ; i fatti danno ragione a me ; ma siccome qua si parla della titobanda liberatrice , l’argomento è questo da seguire ; quindi parlatene pure , a me interessano di più i fatti attuali , anche se con la vecia yugo chissà quante piere spacava , a sta ora , tuti i furbi che magna , bevi e dormi in Italia gratis o con azioni a delinquere….
remada, forsi no te ga capì:
in Ungheria no i ga mandà via i stranieri (come te piasessi ti): xe proprio i cittadini ungheresi a emigrar, perchè con el nazional-liberismo de Orban le condizion de lavor sta diventando schiavili, la libertà de parola se sta ridusendo giorno per giorno e la polizia bastona chi che se opponi.
Se xe questo el paese che te piasi, la disi longa su de ti e sul tuo concetto de società.
Io tengo la parte che mi fa comodo, rom , stranieri , vagabondi ; questa era prima fase del piano , il resto sono affari loro ; in ogni caso se li lasciano andar via ….possono scegliere ! Qui in Italia proteggono i banditi , altro che bastonate….tutto l’opposto , una dittatura diversa
se ti difendi , vai tu in galera…e non si può neanche parlare ! Hai letto l’intervista alla sel pellegrino ? Il prefetto di Gorizia avrebbe dovuto non parlare sugli afghani irregolari ,cacciati dall’Europa e alloggiati poi in albergo…hai capito ? Non si dovrebbe neanche dire la verità per mantenere l’energumenismo di certi figuri….come sotto il fascismo ! Solo che questi sarebbero antifascisti ! In ogni caso non ho aperto il tuo link ; poi di nuovo ,sotto Josip Broz era diverso ? Qualcosa forse , perché i lealisti yughi venivano in Italia a razziare quel che potevano , c’era meno rischio. Il mio concetto in ogni caso è ordine e legalità , non kasbe di anarchia e criminalità impunita , volute dai buonisti in cerca di vanagloria.
ciò remada, te me confermi el mio assunto secondo cui i fasci no xe cativi, i xe curti, proprio no i ghe riva!
con Orban dal ungheria sta andando via i ungheresiiiiiii!!!!!!!!!!!
Mah…qui non ne vedo uno x farne 2…. se scappano non vengono di sicuro da madame boldrini….ed è tutto un dire ! Che sia il colore della pelle? Non confermo nulla perché io sono cattivo , quindi prendi a esempio chi vuoi .
Ma non era sulla bontà sulla yugobanda il discorso ? L’assenza di 3/4 grossi calibri restringe l’argomento , che abbiano mal di fegato? Potremo opzionare un nuovo argomento : ” I fantasmi ungheresi sono nei castelli italiani? “Se sì , sentiremo vento freddo e sinistre voci ; se no , sta a te dirci dove sono riparati.
el discorso no iera sulla bontà sulla yugobanda, iera sula finta insurezion del 30 aprile
I colpi di mano possono essere cruenti o incruenti.
i pol esser anche veri o finti
repetita iuvant:
“Il criterio del C.V.L. era liberare la città ma senza fare vittime” (…ce lo dice Polo Geri)
…e non certo quello di instaurare una nuova dittatura (quella del proletariato)
che fu l’obiettivo di quanti giunsero qui in fretta e furia oltre che per annettere la città a diversa nazione
per raggiungere questi “nobili” obiettivi quei “liberatori” erano (ben) disposti ad eliminare (fisicamente) ogni opposizione sia di tipo ideologico che etnica (e così fecero per 40 giorni qui a Trieste)
chi sostiene (ancora) quei “liberatori” ne è complice morale
fasulle o reali… le liberazioni del C.V.L. o degli alleati erano sicuramente “migliori” di altre
no go ancora capì de coss che te ne volessi convinzer, effebi.
“voi” chi ?
se no te sa ti.
…ti si, mi no… chi po !?
Ma quale liberazione se mai occupazione, ricordo che Trieste era stata sotto l’Austria ben 537 anni, se vinceva la Grande Germania Trieste rimaneva tedesca, la seconda guerra mondiale e stata anche fatta per recuperare i territori persi nella prima guerra mondiale, ora domando liberata perché, se mai occupata
..i capuzi pol dar effetti collaterali ?
zerial ovvero žerjal, ti, con quel cognome là, nela Grande Germania no te sarià andà sai lontan, sa? a hitler dell'”etnia come scelta culturale” no ghe fregava proprio un klinc, e come che sa tuti che no gabi abdicà a 3/4 dela propria massa cerebrale, i slavi, nela scaletta dele priorità dela grande germania, i iera pena un scalin più in là de ebrei, zingani ecc.
ma vara cos che toca leger, ciò, robe de mati. chissà quanti žerjal che xe morti in risiera (e altrove). ma vergognite, dei!
sia dito anche che a leger sto comento de zerial se capissi anche un poco meo perchè certa gente a trieste se cagava soto, al pensier che rivi i yughi. la grande germania de stocazzo!
…e si ….chissà quanti “žerjal” iera tra questi appassionati della Grande Germania (più che della piccola italietta)
Sergio Zerial l’ha già scritto sui commenti del Piccolo, dove appare con la foto di Franz Josef del suo profilo facebook. Qua su bora.la l’ha già scritto anche Franzot, il pasdaran del Tlt vice-presidente del COPLT. E pensare che c’è chi si era scandalizzato per quanto scritto da Tuco nell’inchiesta sul neo-indipendentismo triestino circa la presenza nella nostra città di un filone di estrema destra che parte dalla Trieste imperiale e passa per l’Adriatische Kuestenland che a Trieste era gestita da ufficiali nazisti austriaci. Questa cloaca sta riemergendo – qua come nel resto d’Europa – ed è il vero problema, non stare a menarsela su chi nel 1945 ha fatto più bella figura, tra CLN e Unità Operaia, tra esercito yugoslavo e eserciti occidentali.
@44 Se poi si legge quel che scrive Galliano Fogar del collaborazionismo confindustriale a Trieste nel biennio ’43-’45, si ritrovano i soliti nomi (Cosulich, Coceani, il Piccolo…) che avevano sostenuto il fascismo fin dal 1920. C’è un’intera classe dirigente triestina che è passata con naturalezza dal fascismo italianissimo al collaborazionismo coi nazisti fautori della grande Germania. E non è mai stata chiamata a rispondere nè di ciò che fece prima del ’43, nè di ciò che fece dopo il ’43. Con buona pace di effebi che continua a parlare di povera italietta contrapponendola alla grande germania. Se c’è un luogo in cui il termine nazifascismo è particolarmente appropriato, quel luogo è Trieste.
Scrive Galliano Fogar:
“Alla tesi dei «nazionalsciovinismo» balcanico si affianca, ma con una variante, quella emersa anche al processo per i crimini nazisti alla Risiera di S. Sabba (l976). La Corte nella sua sentenza equipara i metodi dell’occupatore nazista a quelli dei movimento di liberazione jugoslavo sottolineando come al termine delle imprese dell’Einsatzkommando con il
crollo nazista, la città venne «ancora una volta e in modo non meno esecrando, tragicamente insanguinata». Foibe e Risiera assumono qui il significato emblematico di due connaturate
vocazioni alla violenza e al disprezzo dei diritti umani realizzati con metodi identici da nazisti e jugoslavi. Il giudizio morale di condanna di tali comportamenti riferiti a due forze politiche e militari straniere insediatesi nella città e nella regione in una determinata fase storica, sottende un giudizio politico di affinità fra le ideologie, i sistemi e gli obiettivi di
guerra di entrambi. Ed è un giudizio storicamente aberrante ma che trova suoi punti di riferimento nel retroterra politico e culturale di quella parte della borghesia triestina che dall’irredentismo al fascismo al postfascismo ha professato e mitizzato assieme al concetto di Patria, di Nazione, di Civiltà, la religione dell’ordine di fronte ad ogni «sovversivismo» e che
ha sempre considerato il movimento nazionale jugoslavo come una minaccia perenne all’italianità ed al proprio ruolo civile e sociale. “
Scritto da Galliano Fogar, uno di quel CLN che qui effebi sta cercando di strumentalizzare per… boh.
la storia è la storia nessuno la dovrebbe cambiare, ma se poi uno vuole inventarsi qualsiasi cosa è padrone di farlo, chi più della futura Grossdeutschland aveva il diritto di ritornare sui propri territori, persi nella prima guerra mondiale, avevo una carta geografica in collezione che riportava il nuovo confine della Grande Germania che era quello fino al 1918 logicamente austriaco, di sicuro non all’ Italia che nel 1918 aveva occupato queste terre ed era rimasta dal 1919 fino al 8 settembre del 43, figuriamoci poi dalla Jugoslavia che aveva ottenuto nella prima guerra mondiale terre mai appartenute, e abbiamo visto come è finita.
Ricordo alla signora Maja che chi combatteva con i tedeschi non aveva assolutamente nessun problema vedi gli sloveni domobranci gli ustascia e altre etnie di varie nazionalità, io la vedo in questo modo,Ok voi la vedete in un altro al di fuori delle mie idee politiche che non sono assolutamente naziste, penso che ognuno può tenersi la sua idea senza offendere come qualcuno lo fa , e allora tutti quelli che hanno sparato diciamo così per entrare a Trieste io gli chiamo occupatori e non liberatori e torno a ripetere 537 anni a Trieste, il resto lo sappiamo, poi che sia stata una fortuna che hanno perso, questa è un’ altra storia saluti sergio
Zerial, ma che razza di confusione ha in testa? Lei parla della Germania nazista come della sua madre patria e allo stesso tempo sostiene che le sue posizioni politiche non sono filonaziste, si rende conto? E poi pretende pure rispetto per queste “opinioni”?
Cloaca – ha detto aldo più sopra – e sottoscrivo pienamente.
E’ sempre un piacere leggerti maya ! Scusate se faccio un appunto , ma il nazismo non c’era , mi sembra ai tempi dell’impero Austro Ungarico , o mi sbaglio?
Egregia signora non facciamo confusione io ho fatto un ragionamento che gli altri comunisti se esistono ancora e altri non approvano, cioè chi di più dell’Austria avrebbe potuto avere pretese su Trieste e dintorni?? Se poi la Germania aveva occupato l’Austria di conseguenza la Germania e penso anche l’Austria inserita nella Grossdeutschland volevano riprendersi le terre perdute nel 1918, di cui e ritorno a ripetere forse insistendo capirà Trieste è stata per 537 anni austriaca o se preferisce sotto l’Austria, dunque la madrepatria ritorno a Trieste nel 1943, dopo l’otto settembre solo con un cambiamento nel frattempo era stata assorbita dalla Germania, per me nessuno ha liberato Trieste è stata occupata dai Titini, poi dagli Angloamericani e infine dall’Italia, le ricordo che nella prima guerra mondiale l’Italia ha fatto una guerra per Trieste, i nostri avi credo non erano così vessati per essere “liberati”, la storia della mia famiglia e penso come della sua e di molti Triestini non è italiana ma austriaca, poi se lei vuole falsare la storia lo faccia pure, lei ha la libertà di pensare quello che vuole, in ogni caso oggi come oggi stimo gli austriaci e tedeschi, sono anche loro un po incasinati ma mai quanto l’Italia purtroppo saluti sergio zerial
zerial, sei un nazista e basta. e in tempo di pace i nazisti vanno traqttati così:
http://youtu.be/-ukFAvYP3UU
la madrepatria ritorno a Trieste nel 1943, dopo l’otto settembre solo con un cambiamento nel frattempo era stata assorbita dalla Germania
riformulo
nel 1943, dopo l’otto settembre, a Trieste tornò la madrepatria, solo con un piccolo cambiamento. nel frattempo, infatti, la madrepatria era stata assorbita dalla germania.
lei sta dicendo che il terzo reich era la madrepatria di trieste.
complimenti, zerial, proprio un bel ragionamento. un ragionamento filonazista, per la precisione.
no nazi in my town …ma ti risulta che ci fosse anche un qualche sloveno intrippato di Grande Germania o era un vizietto esclusivo dei beceri fasci italici ?
Zerial sarebbe un “fascio italiano” !?
mmm… ma dove l’ho letto…. mmmm… Galliano Fogar !? no… ma dove ?
“I tedeschi comunque, per mantenere il controllo del territorio fecero ricorso all’esercizio estremo della violenza, per la quale si servirono pure della collaborazione subordinata di formazioni militari e di polizia italiane ma anche slovene…”
…anche slovene !? sloveni collaboratori dei tedeschi ? no…incredibile !! …ma dove l’ho letto ?
ma poi, uno come Zerial come sarebbe stato catalogato ? italiano o sloveno collaboratore dei tedeschi ?
@54 leggi il @48 e troverai la risposta.
ancora… sulla “liberazione”
“Il movimento di liberazione sloveno reputò di importanza centrale l’annessione alla Jugoslavia di tutti i territori in cui vi fossero insediamenti storici sloveni, ma ciò non ebbe esclusivamente implicazioni di ordine nazionale, bensì – dato il carattere del movimento – anche implicazioni inerenti agli obiettivi rivoluzionari che si era preposto. Il possesso di Trieste infatti era considerato di grande importanza, non solo per la sua posizione geo-economica rispetto alla Slovenia, ma anche per la presenza di una forte classe operaia, nonché come base sia per la difesa del mondo comunista dall’influenza occidentale sia per un’ulteriore espansione del comunismo verso ovest, ed in particolare verso l’Italia del Nord.”
…l’espansione del comunismo è sinonimo di “liberazione” !? chiedo…
ma chi l’avrà poi scritta sta “robaccia”
@57 Se vuoi farti una cultura leggendo Fogar, comincia da questo:
http://www.didaweb.net/fuoriregistro/leggi.php?a=6977
grazie no nazi… Fogar l’ho già letto e tu hai letto questo sopra che ho postato !?
per te il comunismo è libertà ? ti chiedo
un regime comunista è portatore di libertà e fratellanza ? ti chiedo
Tornando al servizio del Pitamitz che considera in sostanza l’operato del «nazionalsciovinismo»
comunista jugoslavo come il fattore prioritario, determinante per le sorti e traversie della comunità nazionale, rispetto a quello della politica fascista e nazista, osservo che è un discorso, un’ottica, ancora condivisa e radicata a Trieste in strati consistenti dell’opinione pubblica ed in quella stampa che per decenni ha propagato schemi identici o simili: lo slavocomunismo principale minaccia e principale responsabile, per cosciente volontà di dominio e sopraffazione se non addirittura di sterminio, delle sofferenze inflitte alla popolazione italiana. Una tesi che riecheggia, a guardar bene, posizioni e giustificazioni del collaborazionismo nazionalfascista e confindustriale del 1943-45. Ed è un discorso,che trova ricetto o rilancio, pur con sfumature e accenti diversi, in gruppi dirigenti del municipalismo nazionalista (che negli anni ’70 ed ’80 hanno riproposto non solo le formule ma anche il linguaggio dello scontro nazionale e di classe del ’45 e anni seguenti), e in persone ed ambienti di partiti democratici: vuoi, in questo caso, per convinzioni ereditate dalle esperienze del dopoguerra, vuoi per
convenienza tattica onde raccogliere o conservare i voti degli elettori istriani profughi a Trieste e per mantenere in tutto o in parte il controllo sulle associazioni dei profughi, anche quelle di tendenza ultranazionalista già gestite o largamente infiltrate da notabili del fascismo istriano del ventennio e di reduci nostalgici della Repubblica di Salò (5).
E qui non mi soffermo sulle posizioni delneofascismo locale per il quale sono sempre valide la «tradizione» dello squadrismo di Giunta degli anni ’20 e le parole d’ordine del regime sull’inesistenza di un problema delle minoranze al di fuori di una classificazione poliziesca dei cittadini in «fedeli» e «infedeli».
Alla tesi dei «nazionalsciovinismo» balcanico si affianca, ma con una variante, quella emersa anche al processo per i crimini nazisti alla Risiera di S. Sabba (l976). La Corte nella sua sentenza equipara i metodi dell’occupatore nazista a quelli dei movimento di liberazione jugoslavo sottolineando come al termine delle imprese dell’Einsatzkommando con il
crollo nazista, la città venne «ancora una volta e in modo non meno esecrando, tragicamente insanguinata». Foibe e Risiera assumono qui il significato emblematico di due connaturate
vocazioni alla violenza e al disprezzo dei diritti umani realizzati con metodi identici da nazisti e jugoslavi. Il giudizio morale di condanna di tali comportamenti riferiti a due forze politiche e militari straniere insediatesi nella città e nella regione in una determinata fase storica, sottende un giudizio politico di affinità fra le ideologie, i sistemi e gli obiettivi di
guerra di entrambi. Ed è un giudizio storicamente aberrante ma che trova suoi punti di riferimento nel retroterra politico e culturale di quella parte della borghesia triestina che dall’irredentismo al fascismo al postfascismo ha professato e mitizzato assieme al concetto di Patria, di Nazione, di Civiltà, la religione dell’ordine di fronte ad ogni «sovversivismo» e che
ha sempre considerato il movimento nazionale jugoslavo come una minaccia perenne all’italianità
ed al proprio ruolo civile e sociale.
E tuttavia si resta sconcertati di fronte a questo modo di valutare ancora oggi un processo storico che ha visto il nazismo teorizzare ed imporre nei fatti, un imperialismo sfrenatamente razzistico e non solo espansionistico sotto il profilo economico, politico e territoriale. Che ha teorizzato e praticato la trasformazione di interi popoli, classificati come
biologicamente «inferiori», in manodopera al servizio del Terzo Reich, un servizio che contemplava anche l’eliminazione fisica attraverso il lavoro. Che ha realizzato questi principi e programmi con i metodi della «guerra totale». Come ha scritto e documentato Enzo Collotti, il ruolo delle popolazioni dell’area europea sudorientale nel Nuovo Ordine Europeo, doveva essere quello di fornitrici di braccia e di prodotti agricoli e la loro sopravvivenza sarebbe dipesa unicamente come «atto di grazia o pura discrezionalità da parte della Germania se non addirittura del Fuerer» (6).
Collaborazione o distruzione, questa era l’alternativa per i popoli oppressi e contro questa scelta intollerabile, codificata ed imposta dalle leggi e dagli apparati politici e militari dello «Stato delle SS», i popoli insorsero e gli jugoslavi fra i primi. Contro tutto questo combatté la Resistenza italiana di varia tendenza, a Trieste e nel resto d’Italia. E che il
fascismo abbia favorito i piani e le aggressioni del nazismo tedesco, che abbia creato qui nella Venezia Giulia premesse, condizioni e strumenti a vantaggio dell’invasore nazista, sono realtà storicamente documentate
Capito effebi? Tu non sei titolato a porre domande come quella del #59. Solo chi ha acquisito il dato storico che l’ Italia non fu “la povera italietta” vittima dei tedeschi cattivi, ma una potenza imperiale alleata organicamente alla germania; che il fascismo fu feroce in proprio, e non per piaggeria verso i tedeschi, e che a Trieste il fascismo trasmigrò senza traumi nel collaborazionismo coi nazisti; che una bella fetta di borghesia italianissima accolse a braccia aperte i nazisti; che a Trieste funzionò per due anni un forno crematorio senza che quella borghesia ne provasse il minimo fastidio; che l’ EPLJ nel ’45 liberò Trieste dal nazifascismo; solo chi ha acquisito tutto questo può legittimamente domandarsi e domandare circa la natura del regime che successivamente si instaurò in Jugoslavia.
mi bastava un si o no… vabbè ognuno si nasconde dietro quello che crede
E’ ovvio chi non è con no nazi è nazi ! Chissà se c’è anche un no komunist in some town? Sarebbe intessante il confronto.
Trieste doveva appartenere alla Germania, perche’ prima del 1918 era Austria? beh con questo discorso si potrebbero fare diverse obiezioni, mi risulta che prima dell’ Austria c’era la Repubblica Veneta senza andare a scomodare i romani
no nazi in my town, egregio signor vattelappesca, dal suo pseudonimo ( che almeno dovrebbe tradurre in italiano) di cui lei si nasconde, penso come altri in questo forum lei per discutere dovrebbe mettere il suo nome e cognome, ha un brutto nome?? Ha dei problemi ??? Io invece quelli che non scrivono con il proprio vero nome gli chiamo ipocriti e vigliacchi, e di questi non mi fido assolutamente, io avrò i miei pensieri ma li esterno senza problemi. Come scritto sopra lei può pensare quello che vuole, ed è la solita situazione di credersi grandi psicologi senza conoscere le persone, io potrei dire di lei che è un comunista integralista, io il mio punto di vista l’ho scritto da parte storica e non da parte politica, pochi scrittori sono veramente obbiettivi, i più sono di parte, e di stupidaggini ne ho lette e molte.
A Trieste i tedeschi si battevano , aspettavano le forze Statunitensi per arrendersi, perché cadere in mano dei partigiani o delle forze armate di Tito voleva dire morte certa, ma quale liberazione le truppe di Tito volevano a tutti i costi prendersi non solo Trieste, ma anche avanzare fino a dove era possibile, per poterlo incamerare nella Jugoslavia,
Zerial sarebbe un “fascio italiano” !?
Questa è la migliore, complimenti proprio bella
saluti sergio
Evvai finalmente la verita’, Stalin e Tito eran due angioletti vendicatori e liberatori dei popoli oppressi, santi subito.
egregio signor Marcantonio, ma a chi è rivolta la sua frase??? Non credo assolutamente verso di me saluti sergio zerial
certo che no sig Zerial se non s’era capita era sarcastica
@Marcantonio
che era sarcastica e anche bella , penso l’avrebbe capito anche un bambino ma siccome era sotto il mio commento….. e io non sono di quelle parrocchie come qui più di qualcuno….. saluti e grazie della risposta
http://organipolitici.comune.trieste.it/consiglio-comunale/diretta-online/
@ Sergio
ahahaah si evinceva benissimo che non era della stessa “parrocchia” di molti qua dentro.
Wikipedia e la storia deturpata. Il caso Presbite.
http://www.wumingfoundation.com/giap/?p=19327
Ciccio , presbite , ma puoi anche dire chi è in realtà si sa bene , non è un nazionalista è solo un mitomane , che poi sia stato abile a abbindolare qualcuno è perché gli faceva comodo ; difatti sotto altre vesti si era alleato a uno dei vostri , certo tuco per provocare e insultare mr.Remada , gratuitamente; poi una volta fallito l’approccio , si sono scornati fra loro….ora sono scomparsi anche da qui; se indagavate sul presbite , veniva fuori che non era nuovo a questi penosi show sul web e fuori. Non entro nel merito di quello che affermi sui fatti storici , ma per provocazioni , insulti e altro non è stato il solo a aver questo comportamento, tutto sta essere obiettivi e usare lo stesso metro per tutti.
@ 70: Lei la sa come xe la pronuncia corretta de Zerial? In fonetico ʒeriàu
Lei la sa come xe la pronuncia corretta de Zerial? In fonetico ʒeriàu
????????????????????????????????????????????????????????????
Cosa centra come si pronuncia il mio cognome l’ho ricevuto così da mio padre e resta così, non ho assolutamente niente da dire, ma io lo leggo ZERIAL poi se lei lo vuole leggere alla sua lo faccia pure, si può leggere differentemente anche in altre lingue ma per me resta sempre quello, non è che un nome cambia il modo di ragionare di una persona. Per lei si, ma è una sua personale convinzione che logicamente non condivido saluti sergio ZERIAL
‘ara, batibeco tra fan de franz josef…desso manca el fan masson de franz josef
@77 pare che questo Presbite che imperversa su wikipedia sia lojze di bora.la
http://www.wumingfoundation.com/giap/?p=19327&cpage=1#comment-25695
urca, ciò, i lo ga fato a tochi. ma proprio nero nero.
dio bon, no pensavo che el gavessi fato tuti sti dani, su wikipedia. desso se spiega un poche de robe.
Leggendo quanto avete scritto, mi sono convinta che nessuno di voi ha veramente vissuto la tragedia di Trieste, nel 1945. Io ero piccola, ma ricordo benissimo i partigiani jugoslavi che passavano per via Madonnina; la gente non festeggiava, tutti se ne stavano silenziosi.
Ricordo i tedeschi, asserragliati al Castello di San Giusto, dove attendevano le truppe alleate per arrendersi; ricordo che il comandante tedesco promise, e mantenne la parola, di non far saltare tutto il porto. Ricordo che i valorosi partigiani titini poterono tenere Triste e triestini sotto un incubo perchè le truppe alleate si fermarono poco dopo Monfalcone per un accordo preventivo con Tito in cambio della sua parola di non far comunella con Stalin; e ricordo la gente che dalla sera alla mattina spariva, è successo anche nella casa in cui abitavo.
Ricordo la gioia immensa della partenza dei titini; ero in Via Carducci, a salutarli anch’io; e loro che ci dicevano che sarebbero tornati, facendo il gesto di tagliarci la gola, a noi triestini.
E non venite a dire che Trieste era Austriaca, nel suo animo! L’Austria, è vero, fu una buona amministratrice del territorio; ma fu anche ben disposta a impiccare chi non era di idee austriache, tanto che Franz Josef era chiamato l’impiccatore. Mi sono sfogata. Saluti a tutti
Brava Jole ! La miglior verità è di chi la vede con i propri occhi.
Grazie, john. Ho sempre cercato di vedere le cose anche dalla parte di chi esponeva le sue, di ragioni; ed è davvero strano che a questo dibattito non sia intervenuto nessuno, contrario o favorevole alla mia esposizione dei fatti, che abbia voluto precisare le circostanze di quei lontani tempi. Non credo di essere la sola testimone oculare; mi chiedo come mai i miei concittadini non intervengano.
Solo una cosa ancora, a proposito della predisposizione dei triestini all’appartenenza all’Austria. Quando Franz Josef voleva predisporre affinché la lingua tedesca divenisse studio obbligatorio nelle scuole, ci fu una specie di coro generale: i triestini gli fecero notare che erano e restavano comunque italiani.
Forse questa, che sembra una indecisione sul merito, è certamente dovuta al fatto che quasi ogni famiglia ha origini varie, tra le quali anche quelle risalenti a quella austriaca. Un esempio: Claudio Stary, figlio di austriaci, il cui cognome è stato cambiato in Starri durante il ventennio fascista, è stato a suo tempo direttore de “Il Piccolo”, giornale di Trieste, certamente non passibile di essere pro Austria, essendosi poi arruolato nell’esercito italiano nell’anno 1954.
La storia dovrebbe raccontare il buono di tutte le parti belligeranti; è il solo modo per rendere giustizia ai vivi e ai morti.
Mi scuso di aver approfittato della tua pazienza e di quella di tutti coloro che avranno la curiosità di leggermi; e tramite voi saluto tutte le etnie che sin dall’inizio della storia di Trieste abbiano, in vario modo, contribuito alla sua economia, un giorno tanto importante in tutto il mondo, tanto che la città è stata dichiarata mitteleuropea; tempo ormai morto, perché la fertile terra in cui prosperava non c’è più. Il porto è morto; e i miei concittadini si sono sparsi in altri continenti.
Chiudo, mi ha preso una gran malinconia. Saluto tutti.
Iole
@86
ciao Jole, abbozzo una spiegazione per il mancato intervento di altri concittadini per ristabilire la verità sui fatti cui accenni.
Evidentemente l’attualità soverchia la memoria storica ed evidentemente la memoria storica tramandata è spesso di parte e (chiamalo opportunismo o stanchezza) capita di abbozzare, di guardare avanti lasciando alle spalle fatti che non si siano vissuti in prima persona, piuttosto d’ingolfarsi in diatribe sfinenti che inaspriscono gli animi tra posteri.
La tua testimonianza di vita vissuta è invece lucida , equilibrata, affatto rancorosa .
E’ andata davvero così e per noi Italiani di Trieste, questa è la nostra parte di verità.
Bando alla malinconia retrospettiva, Jole! che c’ è tanto da immalinconirsi per il presente, e questo comune a tutti quanti senza distinzioni etniche! 😉
….glorificare la Defonta, Jole cara, ha per molti di noi (e mi ci metto) una valenza più favolistica che reale. Un'”età dell’oro”, popolata da principi e principesse e sopra tutti Lui il longevo monarca, impasto di romanticismo giovanile (e mal gliene incolse con la Sissi) e rigore militaresco con le levatacce alle quattro del mattino e l’ottusità e la chiusura al nuovo che avanzava, le tragedie private, l’ultima che ci portò in guerra…Mettici poi il cinema e per noi le Malobrie a consolidare il mito…inutile fare gli snob, certe santificazioni passano anche per queste vie.
Altri tempi, dettagli crudi smussati, resta il sogno di una felix Austria che per molti sudditi così felix proprio non sarà mai stata…
Grazie, Jole, corrisponde a quanto mi hanno raccontato i miei. Io son nata poco dopo, ma respiravo come dire l’odore della paura passata allora.
La storia dovrebbe raccontare il buono di tutte le parti belligeranti
Ma anche no.
capitano….la guerra tra l’altro è finita…per fortuna dimaco e il ricercatore (Molti alias) si sono arresi , almeno su questo sito , e si può discorrere pacatamente ; se però tu hai visto con i tuoi occhi qualcosa di significativo con i tuoi occhi , puoi anche riferirlo .
Errore: ” Con i tuoi occhi” ripetuto erroneamente, gli occhi sono due , non quattro.
Devo dire che mi ha fatto molto piacere leggere dei vostri commenti ai miei scritti.
Grazie, Flora; quando qualcuno avalla quanto hai detto è davvero una specie di sospiro di sollievo.
E sono contenta che anche voi riteniate che il parlare pacato è la cosa migliore. Insomma, vi leggerò sempre molto molto volentieri, e quando sarà il caso mi permetterò di dire la mia, se la so giusta.
Ciao a tutti, e auguri di prossime buone feste.
Iole
visto che anche mi son iole e che go scrito tante volte, ghe tegno a precisar che no son mi la iole qua sora
@94
Nissun lettor attento de Bora.Là poderia equivocar.Personalmente no gavevo dubi. El nome me appari l’unico dettaglio in comune tra voi.
El contributo (spero non resti l’unico) della Signora Jole Fonda se diversifica dai tui per totale assenza de animosità, per equidistanza e rispetto dei punti de vista altrui.
@ n88
non me risulta che l `AU gabi dichiará guerra all `alleata Italia , peró me sembra de gaver leto de qualche parte che xe stá el contrario,
@96
“no me risulta che l’Au gabi dichiarà….”???!!! e ‘lora?! A mi “no me risulta” de ‘ver scrito gnente de perché te dedichi sto “illuminante” aporto proprio all’umile sotoscrita.
ma indiferente dei Rupel, sarà perché mi scrivo per talian e ti te legi…per le tue! ;D
@96
…magari a vanvera ,ma co se toca zerti tasti, zerti desaparecidos come invitarli a noze. No i pol sotrarse de intervenir. A stuzigar! 😉
Fiora, savemo che i tira fora come un disco roto sto fatto perchè no i ariva a accettar che
1 xe l’AustriaUngheria che ga cominciado la prima guerra mondial cola prima dichiarazion de guerra, guerra che ga portado alla sua fine
2 ala fin dela guerra, la medesima AustriaUngheria se ga disfado in parte per questioni belliche, ma soprattutto perchè la stragrande maggioranza dei “sui popoli”(Slavi del Sud, Cechi, Slovacchi…principalmente) se ga ciamado fora e se ga proclamado indipendenti.
E alora no resta che far come certi Italiani a Caporetto, per no acettar la realtà de una sconfitta, se ziga al tradimento.
però i filmeti de Sissi, el concerto de Capodanno, la Sachertorte…
http://www.youtube.com/watch?v=ORn157U9n34
E vabbè, continuiamo così, facciamoci del male…
Due Iole? In effetti, Iole è un nome molto comune, a Trieste. Visto che per prima lìho usato io. anche perché è così che mi chiamo. sarebbe una cosa gentile se la mia, diciamo, “sosia” facesse in modo da distinguersi dalla sottoscritta, indipendentemente dalle sue idee politiche.
Grazie.
Iole Prima
a proposito dell’entrata in guerra dell’Italia; molto spesso anche noi usiamo citare l’inizio della guerra nel 1914, perché è stato in quell’anno che l’Austria ha iniziato a combattere; ma noi, in effetti siamo edntrati in guerra nel 1915. Tanto per precisare, eh?
Iole Prima
O mamma, cossa go dito? La Iole definida quela de sora son mi!. In malorsiga i vecieti senza memoria! Scuseme.
preciso a Iole che mi personalmente no son mai entrado in guera, né nel ’14 né nel ’15 perchè son sui quaranta:
Inoltre:
1. entrambi i miei noni xe stai richiamai nel ’14, no nel ’15.
2. la popolazion de Trieste nel ’14 no iera compatamente italiana, perchè su 240.000 abitanti iera circa 60.000 sloveni e 12.000 tedeschi. Quanto ai italofoni, solo una minoranza iera irredentista (dopo el ’18 la propaganda ga fato creder che fussi tuti filoitaliani, ma iera una montadura dei liberalnazionali). Pensoo che la tetimonianza dei miei noni val quanto quela del papà de Iole: lui – pur parlando dialeto triestin e avendo fato le scole italiane – nol gaveva nissuna simpatia per el regno d’Italia. Probabilmente allo scoppio dell’a guerra l’analisi più esatta la gaveva fatta el Commissario governativo per Trieste Johann Krekich-Strassoldo: “Come ho avuto ampia possibilità di constatare, la popolazione di Trieste si compone in parte di elementi di fede apertamente austriaca e in parte di persone più o meno dichiaratamente tendenti all’irredentismo. Tra questi estremi si colloca la grande massa degli indifferenti e degli opportunisti.“
3. No stemo dimenticar che ghe iera anche una forte componente socialista che no se riconosseva in identità nazionali, bensì in identità de classe, per cui no i gaveva la percezion de sé come italiani, sloveni o tedeschi, bensì come lavoratori o sfruttati.
saluti
ops, go scrito dei miei noni, ma dopo go messo al singolare solo uno: xe chiaro che co scrivo lui me riferisso a mio nono e no al papà de iole.
Donna Iole ( Fonda. Ghe confà e cussì no se rabia “quela de prima”) ga riesumà la Defonta e mi per no inasprir i animi ‘ntel Avento,ma sopratuto perché no savessi ‘ndove postar,oservo che presepio xè precipuamente cabibo e albero de Nadal inveze tradizion nordico-Germanica.Insoma tornemo là del moto, senza scomodar Sarajevo e…Rupel 😉
Tuto sto ampio excursus ampiamente O.T. per trovar dove parlar dei alberi del Nadal Triestin 2014.
COMPLIMENTI, SONTUOSO! Parlo de quel in Corso. Dopo el scovolo 2012, (in stridente contrasto cole luminarie dela precedente aministrazion) e che tante critiche se gaveva rimedià, dopo i cussìcussì del 2013 questo xè un splendor de chioma e coi bori dela tari i ga comprà un poche de bale rosse in più. Insoma tuto pulito e in massimo ordine.
…Pel momento!
99 Bibliotopa finalmente una analisi corretta e condivisibile.
Volevo solo dir che no son scomparsa; domani xe un altro giorno, oggi xe stado per mi un giorno che no invoia ala discussion.
ciao, muli.
Iole