21 Agosto 2014

I colori triestini, la zonta

el sunto Ricevo da una lettrice, che ringrazio molto, questa interessante zonta all'articolo di Massimo Barbo sui colori triestini

Sono incappata per caso nell’articolo di Massimo Barbo intitolato “I colori triestini“, molto carino devo dire. Dato che sono ormai ultrasettantenne, nata e sempre vissuta a Trieste, mi permetto di segnalare qualche altro colore triestino. Mi fa piacere ricordare i tempi in cui ero solo una mula de San Giacomo che viveva in casa di una sarta dove di colori si parlava parecchio. Così devo dire che ad esempio il colore panza de moniga altro non era che il rosa carnicino ed a nessuno sembrava un nome strano o improprio. Il colore marrone impose il suo nome un po’ tardi, in origine si diceva color caffè. Anche l’arancio non era una denominazione molto nota, si preferiva dire rosso zingo alludendo ai “tappi” di zinco che si usavano per otturare i buchi delle pentole vecchie. E tante altre interessanti parole dialettali che però ormai non ricordo più. Non voglio assolutamente criticare l’articolo in questione, ma penso di fare cosa gradita al suo autore, scrivendo di seguito quel poco che mi viene in mente:

zalo cluca – giallo oro
griso stagnacco – grigio antracite
rosso brovada – rosa carminio
bianco sepa lessa – opalescente, grigio perla
rosso zinco – arancione acceso (come le zincature delle pentole)
caffè – marrone
caffè bianco – beige
caffè crudo – verde marcio
panza de moniga – rosa carnicino
verde zucheta – verde acqua

E magari sarà interessante sapere il nome triestino di alcuni tipi di tessuto:

pevere e sal – tweed
spin de pesce – spigato
pepita – pied de poule
mezo luto – gessato

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5 commenti a I colori triestini, la zonta

  1. pagati ha detto:

    tanto per farghe la punta… a dire il vero il rosa carnicino credo sia troppo vivace per essere considerato l’equivalente italiano del “panza de moniga”, che tradurrei piuttosto con “gridellino” che meglio si adatta a descrivere un’epidermide muliebre che mai abbia visto il sole (appunto la panza de moniga…)

    http://www.treccani.it/vocabolario/gridellino/

  2. Fiora ha detto:

    la tradizione orale di famiglia mi suggerisce il “verde biso” chiaramente identificabile, il più indefinibile “verde velen”, il “zalo ovo” con ovvio riferimento al tuorlo, il lapalissiano “zalo canarin” .

  3. Fiora ha detto:

    una scuola di pensiero patòco definisce la nuance della mossa di corpo, zalo scagarela e un’altrettanto accreditata che opta per il verde seguito dallo specifico sostantivo succitato.

  4. bibliotopa ha detto:

    pepita, quanti anni che non lo sentivo

  5. Fiora ha detto:

    come la triestinissima pronuncia “gabardèn” del termine gabardine che designa quel particolare tipo di tessuto.

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