24 Febbraio 2014

Josko Renčel e il piacere dello smarrimento (ep. 2)

Come promesso ritorniamo sul luogo del delitto. Torniamo dal maestro Josko Renčel.
Andare da lui è come salire su un ottovolante, emozioni inaspettate.
Cosa uscirà dal suo antro questa volta?
Nel suo piccolo rifugio ci attendono salumi e formaggi, che ci accompagnano nel nostro enocammino.
Una volta dentro a quella che lui chiama la sua tana con lo sguardo si viene continuamente tentati dalle etichette.
Il fronte etichetta è comune a tutte le bottiglie, ma sul retro si trova di tutto, annate, varietà e cuvee delle più disparate ti chiamano e ti incuriosiscono.

Ne segue una degustazione caotica e ordinata, vivida e appassionata.

Entriamo con un Pinot Nero o Modri Pinot o Pinot Noir. Anno 2012, versione rosè. 12 gradi.
Vino leggero, beverino, semplice, minerale ed elegante. Si tratta di un pinot nero vinificato in bianco. Solo acciaio. Per i miei gusti è il vino giusto per l’estate, quando si ha voglia di freschezza e di liquidi. Pulisce la bocca e sta bene con del pesce e perché no con della pizza.
Attenzione è una meteora, per il momento la sua produzione si ferma.

Continuiamo subito con l’artiglieria pesante. Vitovska 2008. 13 gradi.

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