10 Febbraio 2014

L’Etnoblog e la città del No se pol

Nota della redazione: articolo originariamente pubblicato sulla propria pagina facebook dall’autore.
Qua la petizione online per dare il proprio sostegno a Etnoblog

Sta succedendo che siamo ad un punto di svolta.
Questa settimana il Tribunale decide.
O il dissequestro, e in tal caso si ricomincia.

Oppure no.
Cioè restano i sigilli, si va in Cassazione ed è tutto un grande punto di domanda.

In questi giorni sto pensando un casino.
A come moltissime cose siano cambiate nel tempo.
Agli anni ’80 e ’90 quando non c’era nessuno spazio per i giovani.
Ai concerti poi al BBC, che era in via degli Artisti dove adesso c’è l’assistenza Apple.
Alle occupazioni: via Orsenigo, una ex-Casa del Partigiano che i solerti “compagni” dell’allora PDS (do you remember Occhetto?) fecero sgomberare dopo un mesetto dalla Polizia, Via Gambini, con le carrozze di De Henriquez.
Poi i locali con la musica live, il Double Trouble, l’HipHop a Montebello, dentro l’ippodromo e tutte le bande che ci portammo.

Ma non bastava mai e volevamo qualcosa di fisso, che restasse, che resistesse.
Era nata CdC, e poi nacquero Etnoblog e Tetris dentro Etnoblog (i primi tempi).

Fermento, casino, VITA.

Incredibile per Trieste eh? Eh sì.
Infatti già provarono a colpire nel 2009, con la scusa che eravamo in centro e non si potevano fare quelle brutte cose come ascoltare musica e stare insieme nel Salotto Buono, no no!

Ricordo 500 persone incazzate a confrontarsi con vice-sindaco e assessori il 19 marzo 2009 dentro l’Etno ancora di via Madonna del Mare in un’infuocata assemblea pomeridiana.
Consapevolezza e determinazione.

E siamo andati avanti mentre in tutto il Friuli Venezia Giulia crollava tutto.
Finchè siamo rimasti i soli, è rimasto qualcosa solo a Trieste: qualcosa di stabile.
Intorno solo mordi-e-fuggi.

Voi – questo è per chi oggi ha 16, 18, 20, 25 anni – VOI NON AVETE IDEA DI CHE CAZZO DI RISORSA VI STANNO PORTANDO VIA.
NE CONOSCETE IL REALE VALORE?
Probabilmente NO, perché L’AVETE SEMPRE DATO PER SCONTATO, come una cosa che in qualche modo vi era “dovuta”.
Beh – sopresa! – non vi è dovuto proprio un cazzo e siete così inerti, così passivi, così anestetizzati che possono incularvi il futuro davanti che non ve ne accorgerete finché non vedrete un link su Facebook.

Se è così, se ho ragione (e – credetemi – VORREI AVERE TORTO), allora è giusto che crolli giù tutto il lavoro di decenni e che non resti più su un cazzo: come son scomparsi i negozi di dischi, così scomparirà la possibilità di fare qualcosa di più che non sia la serata in baretto.
Sarà giusto così.

Ma invece forse mi sbaglio, e la vostra voce forse prima o poi si sentirà, e a qualcuno di voi verrà in mente che: “oh porco cazzo! ma ci hanno portato via pure questo e non c’è veramente più un cazzo da fare e ripensandoci avere ogni weekend qualcosa a Trieste senza dover far kilometri o rompersi le balle tra Piazza Unità e il kebab-birra non era poi affatto male!!! Ma perché non abbiamo fermato sta cosa?!?!”.

Forse vi muoverete per pretendere quello che vostro, quello che è nostro, della città proprio.

OGGI non è troppo tardi.
Fra qualche giorno potrebbe essere tutto finito.

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18 commenti a L’Etnoblog e la città del No se pol

  1. capitano ha detto:

    Mai stato all’Etnoblog ma mi chiedo una cosa: perchè devo farmi una tessera per etnoblog, una per tetris, una arci, una per solodiosacosa?
    POssibile che non si riusciate a mettervi d’accordo almeno su questa stupidaggine delle tessere?

  2. aldo ha detto:

    Distruggere l’Etnoblog con pretesti formali e burocratici – sì, pretesti perchè voglio vedere quante realtà reggerebbero a controlli e interpretazioni ultrarigorose del ginepraio di norme in vigore – sarebbe una pessima cosa per quel che resta della vitalità in città. Tutta la solidarietà ad Etnoblog nella speranza che questa situazione venga superata.
    L’aria puzzolente di moralismo-perbenismo-ipocrisia-giustizialismo che si respira sempre più in giro in questa epoca – non solo a Trieste, ma in Italia, in Europa, nel Mondo – è sempre più ammorbante.

  3. Pier Alberto Possati ha detto:

    Ci sono ancora le osmizze , il Machiavelli ,
    il Makaki .
    O sono rimasto indietro ?

  4. marco barone ha detto:

    Esiste un certo tipo di “borghesia” che non vuol essere disturbata, che non vuole che #Trieste possa essere ed essere una città viva, che non vuole che Trieste possa dare qualche alternativa ai giovani. Quando ti chiedono, ma i giovani che fanno a Ts? Beh, o li vedrai ubriacarsi in giro per la città, o chiusi a casa, però, ecco il però esistono due o tre realtà che riescono ad attirare, con musica, concerti, iniziative, riescono a diventare centri di aggregazione sociale, quell’aggregazione che nuoce all’isolamento ed alla solitudine che rende Trieste dipendente dall’inquietudine del non poter far nulla, perchè il nulla ti circonda. Capisco lo sfogo, comprendo lo sfogo, sostengo lo sfogo. mb

  5. Pier Alberto Possati ha detto:

    4 – Scusa se ti faccio l’esempio di Verona , città pure universitaria , con tanti locali di tutti i tipi .
    La ” cosidetta borghesia ” è intervenuta e si accordata , facendo fare un incontro tra i Presidenti dei quartieri ed il Consiglio degli Studenti solo per 2 problemi : l’orario di chiusura e la bevuta all’aperto fuori dai locali ( in centro ) per gli schiamazzi . Se i locali mantengono le regole non c’è nessuna chiusura , e da anni non ce ne sono state . Ci sono state chiusure perchè alcuni locali non avevano le uscite di sicurezza e per spaccio di droga .
    E Verona è vivissima di sera , perchè non Trieste ? Ci sono dissapori con le Autorità Comunali ?
    N.B. : ho fatto l’esempio della mia città solo per termine di paragone , se no mi attaccano anche in questo .

  6. capitano ha detto:

    Ma allora dove comincia il discorso dell’imprenditore del divertimento (leggi: chi se ne approfitta) e dove quello di chi giustamente si preoccupa dell’aggregazione giovanile in maniera disinteressata?

  7. michela ha detto:

    mi ero molto meravigliata, in dicembre, che chiudessero con un ordine della Questura (se non sbaglio) sia l’ Etnoblog sia il Dhome, che aveva già annunciato l’inaugurazione per il giorno 20/12. Mi era sembrato un suicidio, commercialmente parlando. Chiudere un locale tra Natale e Capodanno è pura follìa e non può essere solo per le proteste del vicinato, che anche in casi assai più seri (vedi Ferriera) non è mai stato ascoltato se c’erano interessi prevalenti. Deve esserci qualcosa sotto, non soltanto la malevolenza dei borghesi. Anche il Piper a Roma non è mai stato chiuso malgrado le infinite proteste del quartiere Coppedè. Intanto, nei giorni tra Natale e Capodanno il tutto è andato a beneficio degli altri locali limitrofi, no? Il Dhome è stato poi aperto? non posso credere che il motivo delle uscite di sicurezza insufficienti sia realistico, i proprietari non si sarebbero fatti fregare per una cosa così. Quanto al pretesto dello spaccio di droga: quello può farsi ovunque, a partire dall’ultraquarantennale spaccio in piazza Oberdan. Dev’essere solo un pretesto, appunto.

  8. francesco d. ha detto:

    Vabbé…l’etnoblog era diventato un luogo piuttosto mal frequentato,questo é giusto dirlo per capire il perché,con un pretesto, lo stiano cercando di chiudere. Parliamo di decine di chiamate alle forze dell’ordine per le numerose risse ed altro. Prima di protestare cervhiamo di capire. Non c’entra nulla la piccola borghesia…

  9. Erika ha detto:

    La “malfrequentazion” pol eser un motivo valido?Le strade xe mal frequentade da imbriaghi ala guida oltre che de spaciatori e bele madonine, ma no i le sera, ghe meti una patuglia che controli.

  10. nick ha detto:

    mah….attribuire questa dimensione salvifica all’etnoblog è abbastanza ridicolo (e provinciale). Era oggettivamente un postaccio (intendo per la maggior parte della gente che lo frequentava), con qualche buona iniziativa ogni tanto. E nulla più.

  11. nick ha detto:

    concordo poi con francesco d. Parlare di ruolo della “borghesia”, paventare una sorta di conflitto di classe, è proprio una scemenza. E comunque ti assicuro che un intervento della questura in questo campo non è così frequente. Non è che chiudono ogni giorno dei locali con provvedimenti di questo genere. L’etnoblog avrebbe dovuto dotarsi di proprio personale per far stare buonini le teste calde, come avviene in tutto il mondo in posti di questo tipo.

  12. michela ha detto:

    scusate, anche se è un po’ o.t., ma cos’è successo “veramente” al Dhome? c’è qualche notizia in giro? rabbrividisco pensando all’investimento ed ai progetti del titolare, chiunque sia. Chissà perchè lo hanno boicottato così, non credo alla spiegazione ufficiale delle uscite di sicurezza insufficienti o difformi dal progetto o cose simili.

  13. sara ha detto:

    Il tema della “piccola borghesia” c’entra eccome. A Trieste domina l’ipocrisia. L’importante è che quel che viene fatto non si veda, non disturbi. Ma non tutte sono belle finte santerelline con l’invito alla festa in villa o in attico. Non tutti sono fighetti con la cabrio e i soldini per la serata allungati da papà. Altre realtà “a vista” possono essere eliminate solo perchè esterne a un locale, eliminando il locale?

  14. francesco d. ha detto:

    Seguo la musica da un decennio e son stato in tutti i locali con musica live fra Trieste e Udine. Luoghi con risse facili come l’ Etnoblog non li ho msi visti. Il controllo era effettuato da un solitario addetto…che pero nob poteva fare miracoli…p.s. la parola borghesia é anacronistica.Parliamo di stupidità, letargia,egoismo ma non di borghesia…

  15. sfsn ha detto:

    francesco,
    la borghesia no xe anacronistica perchè la esisti come classe sociale. Xe come dir “la parola poveri xe anacronistica” opur dir “la parola lavoratori xe anacronistica”

  16. nick ha detto:

    caro esseffessenne, se pensi davvero che oggi possa esistere una definizione di borghesia effettivamente capace di ricomprendere una parte della popolazione, ti è sfuggito qualcosa di quello che è accaduto negli ultimo 10\15 anni nel mondo occidentale.

  17. Pier Alberto Possati ha detto:

    16- concordo , anche perchè si fà molto riferimento ormai alla condizione socio-economica , con i termini media , medio-alta,alta .
    Anche il Pd , ad esempio , e gli stessi Sindacati nei loro comunicati hanno abbandonato questo termine , e per i giovani, secondo le città , si usano termini completamente diversi, che rispecchiano particolarmente gli stili di vita , la moda ed i gusti musicali .
    Ritornando al locale , se sono intervenuti aspetti di ordine pubblico , tipo le scazzottate e le risse , ci sono gli estremi per chiuderlo però anche a settimane .
    Nelle località turistiche questo avveniva molto frequentemente , con grave danno economico , particolarmente durante la stagione turistica piena , per cui è nata la figura del buttafuori dentro e fuori il locale .

  18. sfsn ha detto:

    Nick,
    te son ti che te sfugi che el termine borghesia indica una classe sociale e no ga una connotazion ideologica. Se te fa senso perchè iera un termine usà nei anni ’70, xe un problema tuo. Sicome te son un squalidon filoamerican, però, te pol usar anche el termine middle class (però la middle class indica el ceto medio, cioè la piccolo-media borghesia e no la borghesia in toto).

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