20 Gennaio 2014

Pomeriggio italiano al Trieste Film Festival

Tra le ricche proposte del Trieste Film Festival, non mancano quelle provenienti dall’Italia. Domenica pomeriggio ho scelto di dedicarmi a queste, e sono soddisfatto della scelta compiuta.

Per primo ho visto in sala stampa un film in programma sabato, The special need: chi l’ha visto sabato me ne ha parlato con tanto entusiasmo che ho dovuto rimediare alla mia mancanza. E ho scoperto un piccolo gioiellino. Il film racconta le peripezie di Enea, un ragazzo autistico, che conduce una vita normale, ma non riesce a trovare una ragazza. Gli amici Carlo (il regista, coetaneo di Enea, Carlo Zoratti) e Alex si prendono a cuore la sua situazione e decidono di fare qualcosa per lui.

Non è semplice aiutare Enea, ma gli amici non si scoraggiano e così… nato come progetto per raccontare un problema reale di cui ben poco si parla in Italia, il film è un capolavoro di equilibrio e di normalità, e anche un antiretorico inno all’amicizia. Non lo avete visto? Per fortuna, verrà distribuito nei cinema: potrete recuperare. Nell’attesa, potete gustarvi il teaser, che però illustra il progetto uando esso ancora non aveva assunto la forma definitiva.

Seconda proiezione, La mia classe. Anche questo film verrà proiettato nei cinema, e si sa già che a Trieste sarà all’Ariston dei Fabbri dal 24 gennaio. Valerio Mastrandrea è un maestro che fa lezione a un gruppo di extracomunitari (che interpretano se stessi, non sono attori) che stanno imparando l’italiano. Così, poco alla volta, si costruisce un mosaico di storie vere sulla situazione del nostro paese, e sulle persone che ci arrivano per cercare fortuna.

Non mancano le risate e i momenti poetici, ma la situazione si fa tesa mentre emerge la dura realtà dovuta ai permessi di soggiorno e alle espulsioni. Interessante la scelta del regista Daniele Gaglianone: mette in scena se stesso e parte della troupe, confondendo finzione e realtà in un piano del racconto che così comprende anche il proprio “fuori” . Un’ottima pellicola, cui auguriamo di cuore buona fortuna.

È giunto poi il turno di Piccola Patria , opera prima di Alessandro Rossetto. Se volete vedere il lato più oscuro del Nordest italiano, raccontato con un linguaggio cinematografico raffinato e consapevole, questo film fa per voi. Introdotta da panoramiche a volo d’uccello accompagnate da un coro che canta L’acqua ze morta, prende il via una complessa e morbosa vicenda di frustrazioni individuali in un tessuto sociale in decomposizione.

In un territorio dove tutto si muove intorno ai schei, la rabbia dei giovani, la fragilità degli adulti, la paura per gli stranieri e l’incapacità di comprendersi sono messe in scena con una fotografia strepitosa e una ritmata narrazione per frammenti, che regge quasi fino alla fine senza perdere colpi. Recitato in dialetto, il film è nello stesso tempo una gioia per gli occhi e un pugno nello stomaco. Anche questo film sarà distribuito nelle sale, e ne siamo ben lieti.

Ha concluso la serata Indebito, documentario di Andrea Segre e Vinicio Capossela sul mondo del Rebetiko, quel genere musicale greco (cui è dedicata anche l’ultima fatica musicale di Capossela) che canta le gioie e i dolori di individui poveri, emarginati dall’economia, ma che nello stesso tempo sono ricchi di sentimenti genuini.

La ricerca porta gli autori a incontrare i cantastorie eredi di questa tradizione musicale secolare fra taverne e teatrini, ambienti dove Capossela si muove del tutto a suo agio, e le riprese rendono bene l’idea e i valori di questa cultura marginale, tornati di grande attualità a causa della crisi economica che la Grecia (come l’intero occidente) sta affrontando oggi. Resta qualche dubbio sulla capacità di questo documentario di farsi metafora del nostro presente globale, ma di certo è un gran prodotto per i fan di Vinicio e del rebetiko in generale.

1 commenti a Pomeriggio italiano al Trieste Film Festival

  1. Denis Furlan ha detto:

    Alla colonna so ira di The Special Need ha collaborato Dariella, cantante ed autore degli Amari

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