9 Gennaio 2014

“La scena”, l’educazione sentimentale a teatro

Donne e uomini, giovani e meno giovani: universi che si incontrano e scontrano, cercando disperatamente il proprio posto nel mondo, sono al centro di La scena, ironica e intelligente commedia scritta e diretta da Cristina Comencini, in scena fino al 12 gennaio al Politeama Rossetti: uno spettacolo attualissimo, che tratta di relazioni fra sessi e generazioni, interpretato da Angela Finocchiaro, Maria Amelia Monti e Stefano Annoni.

Conoscevo Cristina Comencini, sopratutto come regista, scrittrice e sceneggiatrice. In questi anni abbiamo avuto modo di apprezzarla al cinema con film quali: Va dove ti porta il cuore, La bestia nel cuore e Quando la notte. “Ho sempre pensato di scrivere per il teatro. La mia esperienza di regista-scrittrice mi ha fatto riflettere sulle distanze e le vicinanze tra le parole del cinema, della letteratura, del teatro, sulla possibile contaminazione tra queste diverse forme di drammaturgia» dice Cristina Comencini.

Dunque un testo teatrale completo e che ben si presta alla bravura e esperienza delle due attrici protagoniste, Angela Finocchiaro e Maria Amelia Monti. Brillante anche l’interpretazione del giovane Stefano Annoni.

La trama:  Lucia e Maria, due amiche mature si incontrano una domenica mattina, a casa di una delle due per leggere una scena di teatro che una deve recitare l’indomani. Due femminilità  e due personalità opposte. Lucia ha rinunciato alla passione, all’idea di avere un uomo nella vita, si accontenta di amare i personaggi molto più interessanti che incontra sul palcoscenico. Maria invece senza un uomo non può stare, senza fare l’amore, senza illudersi di avere finalmente incrociato “quello giusto”. Come l’ultimo, agganciato la sera prima a una festa in cui ha bevuto troppo, e di cui non ricorda esattamente il nome né l’età ma che – lei sostiene – potrebbe essere proprio l’atteso. Anche se risvegliandosi al mattino, non l’ha più trovato nel suo letto.
Eccolo, invece, apparire in mutande, un giovane ragazzo di meno di trent’anni. Si era messo a dormire nella stanza dei bambini (fuori col padre per il fine settimana) perché la donna, di cui ricorda solo l’esuberanza fisica, russava. Davanti agli occhi esterrefatti di Lucia, il ragazzo la scambia per Maria. Un po’ per liquidarlo, un po’ per divertimento, Lucia interpreta la parte dell’amica disinibita e Maria, rientrata con il caffè, è costretta a recitare il ruolo della sua amica severa e moralista. Finché il gioco tra loro, sotto lo sguardo allucinato del ragazzo, non regge più e le due gli si rivelano nelle loro vere identità.

La comica immersione di un ragazzo nella vita e nei sentimenti femminili, la scoperta di due donne delle pulsioni, le rabbie e le fragilità di un giovane uomo, la comune ricerca d’amore e di libertà in un mondo mutante sono i temi su cui Cristina Comencini  ha sorridere e riflettere il pubblico triestino. Assolutamente da vedere.

 

 

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