26 Novembre 2013

Visti dall’estero 2 – Trieste e il turismo

Da quando vivo a Londra ho cominciato a pormi molte domande sulla sua triestina capacità di attrarre turismo. Una città meravigliosa che in molti ci invidiano a causa dell’indiscussa bellezza, della costante presenza della Storia e di un modus vivendi che sprigiona un’atmosfera unica nel suo genere. Da oltremanica, Trieste viene spesso indicata come una città ai confini del tempo. Un simbolo di ció che è stato e che non c’è piú, e per questo inserita in una di quelle destinazioni off the beaten track, dove l’ammirazione per le qualità enogastronomiche e per l’inconfondibile carattere italiano, lascia spazio allo stupore di chi pensava di sbarcare nel Bel Paese ed invece si ritrova a Trieste.

Interrogandomi sul turismo a Trieste, ho cominciato a cercare online motivi per i quali, metaforicamente, mascherarmi da turista inglese ed organizzare un viaggio in quella città che gli inglesi, almeno quelli con una buona dose di memoria, ricorderanno con imbarazzo. Novembre 1953. Piazza Sant’Antonio. Gli inglesi sparano sulla folla.

Anyway, per il volo non c’è problema. Ryanair mette a disposizione voli giornalieri da London Stansted – Essex, un’ora di treno da Liverpool Street, biglietto andata e ritorno 30 sterline – a Ronchi dei Legionari, aereoporto di Trieste. “Prima te prenoti, meno te paghi”. Ovvio. Se abiti invece fuori Londra, il giovedi e la domenica puoi decidere di prendere un volo per Trieste da Birmingham, seconda città dell’Inghilterra a due ore di treno dalla capitale. Sempre Ryanair.

Sul sito poi compaiono le possibilità di prenotare in fila: l’albergo, la macchina a noleggio, l’assicurazione per il bagaglio, il biglietto per il Trieste Sightseeing Tour, double-deck molto londinese che effettua un giro turistico con spiegazione annessa della top ten dei monumenti da visitare a Trieste.

“Ok, prenotiamo. Weekend lungo, da giovedi a lunedi. Trieste non è enorme, cinque giorni basteranno. Durante i preparativi mi metto a cercare un’app che mi permetta di vivere Trieste nel migliore dei modi. Smartphone alla mano, entro in Play Store e digito il nome della città. Ed ecco che mi compare quella che sarà la mia compagna di viaggio.

“Percorsi”, è un applicazione curata dalla Provincia di Trieste e che mette in mostra le nostre bellezze. A portata di click. Si legge nella pagina iniziale: “Applicazione parzialmente finanziata dal progetto strategico CARSO-KRAS […] Programma Cooperazione Transfrontaliera Italia- Slovenia 2007-2013 dal Fondo Europeo di sviluppo regionale e dai fondi nazionali”.

“Nella seconda pagina mi imbatto in “Point of interest”. C’è una lista infinita di luoghi da visitare. Penso che forse cinque giorni non mi basteranno. Devo fissure alcuni punti, così comincio a scorrere cercando l’aiuto di Google. I primi 13 non mi sembrano dire niente di particolare. Al 14mo trovo “Castle of San Giusto”. Poi qualcosa come 19 grotte e  un non so che di familiare: il Museo dedicato a James Joyce. Qui le foto riprendono solo la facciata dell’edificio, lo stesso della biblioteca Attilio Hortis, mi sembra di capire. Forse mi sbaglio. Poi, finalmente è il turno di Miramare Castel and Gardens. Su qualche giornale inglese avevo letto di questo castello incantato e dei suoi bellissimi giardini, tanto meravigliosi da far invidia a quelli di Versailles. “Shining like a white gem against the sea, the Miramare Castle is the symbol of Trieste”. Così l’inizio delle informazioni sul monumento. Le foto ritraggono il castello di Massimiliano d’Asburgo nel suo splendore con i giardini curati immersi in una luce che risalta tutta la bellezza del sito”.

“Arrivato a Trieste e con un enorme curiosità di visitare questa rara meraviglia, apro l’app e cerco le logistical information, le quali recitano così: Bus 6 ( summer line ) Piazzale Gioberti – Trieste Central Station – Barcola; Bus 36, via Giulia – Trieste Central Station – Bivio Miramare. Nessun segno di orari e di ulteriori logistical information. Prendo come riferimento la stazione centrale. Chiedo informazioni ad un ragazzo indiano alla fermata che parla un ottimo inglese e mi dice che devo prendere il numero 36. Perfetto. Così, dopo venti minuti sono all’entrata del castello. Mi immagino già l’inconfondibile sagoma del maniero e lo sfavillante scintillio dei suoi giardini. Le fotografie che l’app mi offre ritraggono un luogo da favola”.

“Ed invece ció che mi prospetta davanti è un abbandono totale del parco. Mi sento un fantasma. I giardini sembrano bruciati. I segni di una carestia culturale ci sono tutti. Mi chiedo se c’entra la crisi economica. Penso di si. Sull’app, ovviamente, non ci sono spiegazioni in merito. Tutto sembra essere rimasto fermo a quando questo luogo rappresentava uno dei monumenti italiani piú visitati.  Ci sono segni di lavori, i quali sembrano interrotti. Gli altri turisti che come me sono venuti fin qui sembrano vagare per il parco alquanto confusi. Dov’è quell’Italia fiera di prendersi cura delle proprie bellezze? Vorrei trovare qualcuno per sfogare la mia delusione. C’è un anziano signore, che mentre mi avvicino, estrae un fazzoletto dalla tasca e si pulisce gli occhiali. “Dicono che metteranno un biglietto per aiutare le finanze del parco. Cosi’pensano di risolvere”. “Ma la gente cosa dice?” “I triestini? Sono tutti indignati, ma in pochi fanno o hanno fatto qualcosa. Se fossi sindaco mi incantenerei al cancello ed inizierei lo sciopero della fame. Capisce? Dicono ci siano stati due milioni di visitatori in meno. Sarà anche per la crisi, certamente, ma due milioni sono veramente tanti. Che tristezza”.

Decido di tornarmene verso la città. Apro l’app della Provincia di Trieste e cerco gli altri monumenti da andare a visitare. A dire il vero la maggior parte dei luoghi d’interesse sono spiegati molto dettagliatamente. Quello che manca è un’interazione tra le mappe e le fermate degli autobus, il servizio pubblico, i taxi e i trasporti in generale. Le fotografie sono indicative. Alcune sono ruotate in modo da non visualizzarle immediatamente. Alcune foto sembrano leggermente ritoccate, ma in fondo è normale, fa parte della promozione turistica, no?

Un consiglio alla Presidente Maria Teresa Bassa Poropat: faccia togliere le foto dei giardini del parco di Miramare dall’applicazione.

Femo sicuro piu bela figura.

 

Queste le altre puntate di “Visti dall’estero”:
Visti dall’estero 1 – la ciclabilità

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19 commenti a Visti dall’estero 2 – Trieste e il turismo

  1. Diego Manna ha detto:

    mi quela del biglieto no me convinci ‘ssai.
    no tanto perchè son istrian (un poco anche sì cmq).
    ma proprio per quanto costassi:
    xe 3 ingressi (cavando quel tra le due galerie, disemo 2, perchè cavar anche quel de grignano xe assurdo). se pol far el biglieto in tuti? quindi xe gente che ga de star là e esser pagada (o usemo volontari, tirocinanti universitari, aprendisti con esperienza, ecc?)
    quanti turisti saria disposti a pagar per entrar, e dopo pagar de novo per el castel, e pagar de novo per la riserva…?
    e sopratuto: quanti de quei soldi restassi?

    questo a grandi linee oviamente, ma pol esser che i conti fati ben sia invece sostenibili. aspeto pareri per riveder la mia opinion.

  2. erika ha detto:

    c’è da dire che il sito per accedere al wi-fi in centro ora è anche in inglese, yuhuu!!! 🙂
    http://www.retecivica.trieste.it/TriesteFreeSpoTS/en/index.html

    No so se gavè mai provà a spostarve coi mezi publici dal padiglion dei congressi dell’ICTP, quel che ospita popò de gente e teste da tutto el mondo….xe de pianzer. Praticamente i riva al centro e là i resta segregadi. Se i se sogna de cior el bus per visitar la città e magari anche zenar poi tornar xe un trip assurdo. Ala fermada dela coriera vizin a piaza oberdan l’orario xe una bataglia navale incomprensibile: alora, dale 8.30 la coriera parti de St.Gjdsfk (i podessi scriver qualsiasi roba tanto un foresto no capissi se no ga una mappa) co’ la letera A poi la se trasforma in D, ma ti te devi cior quela che ga la B altrimenti te smonti in Pineta dove che xe vietado far qualcossa col ragno nell’orticciolo. E te son ciavà. Se te la ciol ale 11 te smonti in Pineta, ma no te son ciavà, no se capissi perchè, in sto caso te pol comodamente spetar una ora (una?!?) ciolendo quela che passa dopo, che no se capissi se xe el stesso numero o una letera ala riversa. Insoma un casin incomprensibile (tutto in lingua per giunta). Almeno i podessi far una mappa e una freccia che indica che drio el canton a 200 m i pol cior un taxi. Ma oh, cio’, welcome eh!

  3. erika ha detto:

    si, pagar un sacco de volte xe un casin bestiale. Pensavo che i podessi far un biglietto unico castel-parco per i turisti e un abbonamento-parco annuale per i cittadini, ma poi in effetti ghe volessi qualchidun che controla.
    Forsi meter un cestin per le offerte xe meio, sicuro in ste condizioni el parco ghe fa pena a qualchidun 🙁
    Certo che comunque tignir sti spazi in rovina (penso anche al teatro romano) che no vien valorizzadi e neanche usadi e vissudi xe triste, tristissimo. Ma no se podessi occupar el parco con una festa flash-mob. Tipo invitar tutta la cittadinanza a portar qualcossa de magnar e usar sto benedetto parco? Se no podemo gaverlo bel almeno podessimo usarlo.

  4. Diego Manna ha detto:

    olimpiade dele clanfe a Miramar is the only way!

  5. Tergestin ha detto:

    No solo.
    Ghe xe stada anca la storiaza del tram de Opcina, cussi’ come continua a perdurar l’assurda siesta de diverse ore per la pausa pranzo acomunada ala scortesia dei negozianti senza contar i obrori architetonici del centro perpetuai dai anni duemila in poi (l’orrendo novo look de piaza dele poste, el porta cd in piaza goldoni, l’inutilissima passerela de piaza ponterosso).

    E tornando a Miramar, i nostri aministratori ga za dado prova nela giunta precedente de no saver gestir gnanca trenta colibri’ che i ga dovudo telefonarghe in preda al panico adiritura all’ex premier nel fratempo impegnado a scampar dai processi mentre se taconava le solite atricette.

    Mi no so dove Trieste pensa de andar con un paese aministrado in ‘sto modo e dove se elegi aministratori solo per agganci e amicizie sottobanco.

    I compro oro, le sale slot, i massaggi cinesi che oramai xe anca in punti centralissimi dela cita’ xe l’evidente prova del declino nero ma qualchedun ga dito che la cita’ “torna grande”. El stesso qualchedun che ga dado una prova de inerzia tale che ne fara’ gaver indrio ale prossime elezioni la destra impresentabile che in tanti sperava de gaverse levado de torno.

  6. Nicolo Giraldi ha detto:

    Saria tanto de quel lavor de far per far in modo che le robe vadi mejo. Pero’, fideve, l’app, tranne che per Miramar, no la xe mal. Pero’ resta el fatto che se te ghe la davi de far a Halupca forsi vegniva una roba piu cocco(gl)a.

  7. Tergestin ha detto:

    @ Diego ed Erika

    No xe quel. Saria cocolo, ma capire’ anca voi che usar miramar per clanfe, balar l’harlem shake o farghe un sunsplash xe un atimin fora logico e faria solo perder l’atmosfera del posto lasando ancora piu’ casin.

    Semplicemente come se fa in ogni paese: Miramar va a rotoli? Bene. Chi xe el responsabile/ Se lo trova, se ghe domanda senza tanti giri de parole perche’ va cussi’ e se lo anca pedala fora senza tanti complimenti.

    Uguale col teatro Verdi.
    Posso esser solidale quanto che vole’ coi lavoratori ma quel posto ga beneficiado de piu’ aiuti, entrate e donazioni che la cassa del mezogiorno in confronto iera una coletta parrocchiale. Anca la’. Chi gestissi? No te son capace? Al secondo aviso fora e ciodemo una persona piu’ capace.

    Me rendo conto che sembra alieno ma nel resto del mondo funziona cussi’. Un titolo de responsabilita’ e gestion significa gestir ben ed esserne responsabili, no una carega elargida dai soliti amici.

    Ma co’ mi parlo de ste robe, chissa’ perche’ la gente a TS fa finta de niente e continua a parlar in genere de degrado, imobilismo e declino. Ma i nomi? Le inchieste? Se ne frega tuti de farle e alora pensemo vanti che el degrado se autogenera a caso e rimpianzemo i bei tempi. Come se continua a far senza una soluzion, purtropo.

  8. Alessandro ha detto:

    Spesso in Europa te paghi per veder posti molto meno bei de Miramar. Quindi un prezzo sotto i 3 euro per el parco me par decente. L’ingresso al castel resta a pagamento. Te pol anche far un sconto per castel+parco. Le soluzioni xe innumerevoli. Per l’entrata de Grignan te pol metter un tornel con un distributor automatico de biglietti. I fondi doveria restar per la manutenzion de Miramar ma quelle xe questioni che anderia gestide tra Stato e Region/Comun.
    Per i Bus son d’accordo che bisogneria far MOLTO meio, se non altro in termini de accessibilità alle informazioni ma dell’esperienza che go mi dell’estero el servizio in quanto tale no xe malissimo, considerado anche el prezzo RELATIVAMENTE esiguo del biglietto/abbonamento

  9. Alessandro ha detto:

    Son comunque d’accordo con Tergestin sulla scandalosa assenza de review per i dirigenti. De chi xe colpa el degrado? No te son efficiente? Te papuzzi a casa. El punto secondo mi xe che la gestion de Miramar xe troppo centralizzada a roma e quindi tutti pol dir: xe colpa de roma. no riva i soldi de roma ecc ecc. Dar el castel in gestion agli enti locali doveria esser el primo passo

  10. erika ha detto:

    Ma si, son anche mi d’accordo con Tergestin, ma scazar fora gli incapaci e trovar qualchidun de capace xe un tema che xe veramente più grande de mi.
    E comunque no go proposto de balar l’harlem shake. Quel che volessi mi xe che i triestini lo usi de più e che ghe daghi più attenzioni, che vadi a far una passeggiata, a magnar per pranzo, far un picnic…là xe tutto cussì statico (oddio, go capì, xe tuto morto)…e sinceramente a rovinar l’atmosfera ghe pensa i turisti, anche se in verità no so esattamente de che atmosfera stemo parlando.
    Che atmosfera volessimo per el parco?

  11. Furio ha detto:

    @ Diego: ocio che ghe xe anche l’entrata alta, sotto la stazion ferroviaria de Miramar. Quella i podessi lassarla gratis, tanto no la conossi nissun.

  12. Tergestin ha detto:

    Beh che el sia curado, che el daghe quell’atmosfera apunto che el gaveva prima, un poco da operetta d’altri tempi.
    Bastassi quel bic de giardinagio e manutenzion, gnanca spese enormi.

    E saria el caso de far petizioni, manifestar un poco, far articoli.

    Opur femo come el porta cd de Piaza Goldoni: tuti se ne lamentava per anni ma el xe restado la’ a bruttura imperante del nosepolismo.

  13. Jasna ha detto:

    @11 Quella non è chiusa da più di un anno per lavori sulla scaletta? (Ovvero: scavalcabile a tuo rischio e pericolo?)

  14. Francesco ha detto:

    Credo si tratti di parte del progetto che prevede la realizzazione di totem multimediali su chi la provincia di Trieste ha ottenuto un finanziamento di circa 835.000,00€. Se c’è qualche consigliere provinciale in ascolto forse ci può dire di più.

  15. Fiora ha detto:

    lo sfacelo di Miramare è un argomento sul quale
    non mi riesce di scherzare.
    Mi addolora profondamente. Le proposte fioccano.S’era letto di finanziamenti già erogati. Il tempo passa (e il tempo rema contro)e il degrado avanza.
    Che “i Triestini lo usi de più” per’ndar far marenda, Erika? come in pineta e Barcola, come in Carso? e ai fini della manutenzione e del decoro cosa servirebbe?
    Hai ragione da vendere Diego! pagare, magari per tre voci distinte, ingresso al parco, al castello e alla riserva… improponibile e soprattutto chissà che fine farebbero i soldi.
    D’inverno rimuovo il pensiero,ma sarà il mio tarlo all’inizio della primavera.

  16. Furio ha detto:

    @ 12 concordo, xe l’atmosfera de operetta che se zerca a Miramar, basta poco.
    @ 13 la porta in via Beirut xe verta, se riva nella zona alta, più tranquilla e sconosciuta del parco.

  17. erika ha detto:

    @15 Fiora, se i triestini andassero di più almeno riuscirei a vedere maggior interesse da parte loro. Dal punto di vista della manutenzione non cambierebbe nulla (a meno che andandoci spesso a qualcuno salti in mente di prendersi cura di una pianta, per assurdo). Forse si acquisirebbe un po’ più consapevolezza di quello che c’è da fare. Per quanto riguarda il decoro, non credo che si peggiorerebbe la situazione: uno in genere non lascia in modo indecoroso ciò che ama…e a proposito, sarebbe un bel test per vedere quanto effettivamente i Triestini amino il parco per cui sono propensi a lasciare facili commenti indignati in giro.
    In mancanza del nulla che c’è adesso almeno se fosse più usato mi sembrerebbe più vivo.
    Per l’aria da operetta c’è bisogno di una manutenzione costante che prevede soldi, lungimiranza e capacità che evidentemente non ci sono.
    Quindi le possibilità non sono molte: o si cacciano i colpevoli, come dice Tergestin, e si cambiano le teste in alto presupponendo che non sia un problema di soldi, o si aspetta, o intanto si prende quello che c’è e si fa quello che si può. La prima la vedo difficile per noi, per la terza sembra che ci voglia più che buona volontà e una costanza che nessun privato vuole mettere. Rimane la seconda: lo stato attuale delle cose. Aspettiamo che qualcuno faccia qualcosa.

  18. capitano ha detto:

    a bruttura imperante del nosepolismo

    Secondo me quello che rovina Trieste è una certa declinazione del sisepolismo.

  19. ufo ha detto:

    Mi son per l’esproprio de parte del Comun, come se fa per le struture abandonade e tignude indecentemente (poi dele parti nostre gavemo una ricca tradizion de espropri per pulizia etnica, una volta tanto se podessi far per una bona razon).

    Dopo se spartissi in tochetini e ogni citadin ga el suo col cartelin col nome vizin de tignir neto, cussì se vedi chi xe bon far qualcossa e chi inveze solo firmar in internet. Per dar el bon esempio mi me ofro de ciorme in carico el naneto de gesso che xe dirimpeto el postegio. Lo riconossere subito (prima roba ghe meto la titovka de cashmere, che xe zima, povereto).

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