19 Novembre 2013

SEL Gorizia: “No alla diga sull’ Isonzo”

Il Circolo Sel Gorizia Futura dice no alla realizzazione di una nuova diga sull’Isonzo, così come è stata illustrata e motivata nel corso del recente convegno voluto dal Consorzio isontino di bonifica e dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Gorizia. Il totale dissenso riguarda tanto il merito della questione quanto gli scenari entro cui si riconduce la questione della gestione dell’Isonzo.
Non si ritiene infatti ragionevole, indipendentemente dalle prospettive agricole, ambientali, economiche rispetto le quali ci si orienti, e considerando l’evoluzione storica, politica, ambientale e giuridica, inquadrare ancora la questione della nuova diga nel Trattato di Osimo: sottoscritto nel 1975, ripreso dalla Repubblica di Slovenia nel 1992 con gli atti di subentro negli accordi bilaterali tra Italia e Jugoslavia, non ha mai sancito obiettivi di politica ambientale, né in chiave di gestione transfrontaliera né tantomeno sul piano di conformità alle direttive ambientali in materia di ambiente e di cooperazione. In più, negli ultimi vent’anni, abbiamo dovuto riconoscere il fallimento dei piani di sviluppo impostati sull’indiscriminato abuso delle risorse, sull’indifferenza per la sostenibilità ambientale e sul consumo di suolo: e l’attività legislativa, comunitaria e nazionale, sta progettando e creando sempre nuovi strumenti con cui cercare di salvare il salvabile.
Le esigenze contemporanee e future di tutela degli ecosistemi naturali, di mitigazione e adattamento ai drammatici cambiamenti climatici, insieme ad una visione che vede evolversi direttive comunitarie, apparati normativi nazionali e accordi internazionali per adeguarli alle nuove criticità, non possono che farci accantonare il progetto di ulteriori interventi sul fiume Isonzo. E devono imporre assunzioni di responsabilità politica e interventi nazionali per la regolamentazione delle situazioni che determinano da anni una grave insostenibilità lungo il corso italiano dell’Isonzo.
Cercare ulteriori contesti locali per il dibattito non riteniamo possa produrre sostanziali novità, ma certamente consentirà approfondimento, conoscenza e consapevolezza, anche relativamente alle nuove criticità in campo agricolo e ambientale. Fermo restando che il vero tavolo di trattativa è internazionale, deve coinvolgere i Ministeri italiani e sloveni degli Esteri e dell’Ambiente, e deve svilupparsi grazie agli strumenti e con gli obiettivi della Comunità Europea. Se lo ricordi anche il Gect!
Gli strumenti per ottenere che le acque del fiume in territorio sloveno siano utilizzate in maniera sostenibile per il bacino a valle riteniamo ci siano già, sono delineati in Accordi cui hanno aderito tanto dall’Italia la Slovenia. Il principio ispiratore, declinato in vario modo, non solo nella Direttiva europea acque, ma anche nella recente Convenzione delle Alpi e nella Convenzione di Helsinki del 1992 – se non vogliamo risalire fino alla Convenzione di New York – è quello che lo sfruttamento dei fiumi il cui corso è condiviso tra diverse Nazioni deve evitare impatti negativi transfrontalieri, e quindi rispettare l’ambiente, la biodiversità, gli interessi delle popolazioni locali, le esigenze di utilizzo a fini irrigui e di produzione elettrica.
Questo stesso principio dovrebbe essere richiamato con urgenza nel considerare che Gorizia fa parte del gruppo di oltre 150 comuni italiani sottoposti a infrazione dalla Comunità Europea per inadempienza dei parametri delle acque reflue scaricate nell’Isonzo e di conseguenza nel Golfo di Trieste, considerato bacino sensibile. Bisognerebbe ricordare una cosa, da parte dei nostri rappresentanti a Bruxelles, al Commissario europeo per l’ambiente, lo sloveno Janez Potočnik che ha firmato la sanzione all’Italia ( cui si contesta non solo l’inquinamento ma anche il non aver disposto progettazione, costruzione, gestione e manutenzione degli impianti di trattamento delle acque reflue urbane tali da garantire prestazioni sufficienti nelle normali condizioni climatiche locali e delle variazioni stagionali di carico). E cioè che la situazione tutt’altro che esemplare dell’Isonzo a Gorizia dipende dal fatto che da sempre Nova Gorica utilizza il fiume quale sbocco diretto della propria rete fognaria, salvaguardando i propri bilanci e quelli dei suoi cittadini dagli oneri derivanti dalla costruzione e dalla gestione di un impianto di depurazione adeguato alle necessità della comunità di residenti e di quelle delle attività economiche.

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3 commenti a SEL Gorizia: “No alla diga sull’ Isonzo”

  1. Kaiokasin ha detto:

    “da sempre Nova Gorica utilizza il fiume quale sbocco diretto della propria rete fognaria, salvaguardando i propri bilanci e quelli dei suoi cittadini dagli oneri derivanti dalla costruzione e dalla gestione di un impianto di depurazione”
    http://ilpiccolo.gelocal.it/cronaca/2013/10/15/news/isonzo-pulito-con-il-depuratore-di-nova-gorica-1.7931493
    Magari tardi, ma stanno provvedendo.

  2. Giancarlo Maraz ha detto:

    Non stanno provvedendo a un bel nulla!!!!

  3. Luciana ha detto:

    Sull’Isonzo solo lampi.

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