19 Novembre 2013

L’esclusione del Nord Est dalla Capitale Europea della cultura alcune note critiche

Come è noto nel 2019, l’Italia, Stato Membro dell’Unione Europea, ospiterà la Capitale Europea della Cultura, insieme alla Bulgaria. Dopo una prima fase di preselezione, aconclusione dei lavori inerenti all’incontro di pre-selezione delle città italiane candidate al titolo di Capitale Europea della Cultura, ospitati presso la Sala del Consiglio del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo dall’11 al 15 novembre 2013, si annuncerà pubblicamente che le città preselezionate saranno: Cagliari, Lecce, Matera, Perugia, Ravenna, Siena .

Trieste verrà esclusa, insieme a Venezia.
Domanda, ma Trieste era realmente candidata?
Andando a leggere il sito internet Venezianordest2019, si evince che gli enti fondatori sono :Comune Venezia, Provincia di Venezia Regione del Veneto, Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, Provincia Autonoma di Trento Provincia Autonoma di Bolzano.
Dunque il Comune di Trieste, in base a quello che risulta nel sito ufficiale, non risulterebbe coinvolto in questa fase come soggetto fondatore dell’iniziativa Venezia Nord Est 2019, invece è pienamente coinvolta la Regione del FVG.
E cosa era previsto a livello territoriale per il FVG?
Questo quanto si legge nel sito: “Nel Friuli Venezia Giulia, Pordenone darà una dimensione europea al suo Festival Pordenone Legge, divenendo il riferimento dell’editoria e della cultura; Trieste affronterà le tematiche della scienza e della multireligiosità che caratterizza la città “porta” sull’Est; Udine porterà il patrimonio di Aquileia, valorizzando l’archeologia e promuovendo itinerari con e verso gli altri “giacimenti” del Nordest. Affronterà inoltre le tematiche della cultura dell’abitare; Gorizia punterà alla valorizzazione del Carso e della sua storia. Destinerà inoltre il suo impegno alle relazioni tra vino ed arte”.
Ora ritorniamo al bando generale ed al regolamento per partecipare alla Capitale europea della Cultura. In questo si evince che la nomina a Capitale europea della cultura può portare enormi vantaggi a una città in termini culturali, sociali ed economici sia durante l’anno della manifestazione che in quelli successivi. Si tratta, dunque, di un’opportunità unica per rigenerare la città, modificarne l’immagine e farla conoscere meglio a livello europeo e internazionale allo scopo di sviluppare il turismo. Da uno studio effettuato da un esperto indipendente sulle Capitali europee della cultura per gli anni 1995-2004 è emerso che l’80% delle persone responsabili della manifestazione che hanno partecipato all’indagine ritiene si tratti della manifestazione culturale più positiva per le città poiché potenzia il loro sviluppo.
Questo per comprendere cosa si è perso.

Ma il titolo a chi viene conferito? In base a quali criteri?
Gli aspetti fondamentali da curare erano in sostanza due:
1) Per quanto riguarda l’aspetto “Città e cittadini”, il Programma:
a) promuove la partecipazione degli abitanti della città e del suo circondario e suscita il loro interesse, come pure quello dei cittadini provenienti dall’estero;
b) è sostenibile e costituisce parte integrante dello sviluppo culturale e sociale a lungo termine della città.

2) Per quanto riguarda la “Dimensione Europea”, il Programma:
a) promuove la cooperazione tra operatori culturali, artisti e città degli Stati membri interessati e di altri Stati membri, in qualsiasi settore culturale;
b) valorizza la ricchezza della diversità culturale in Europa; evidenzia gli aspetti comuni delle culture europee.
Quanto di tutto ciò è stato fatto?
Quale comunicazione e partecipazione vi è stata con gli abitanti? Per esempio chi di voi conosce il logo di Venezia Nordest 2019? Il logo presentato per la candidatura di Venezia con il Nordest a Capitale Europea della Cultura è un diamante che rappresenterebbe, a detta di chi lo ha realizzato, il vasto territorio del Nordest italiano e la sua proiezione verso l’Europa. A voi i giudizi, ma sul punto è il caso di precisare che il regolamento testualmente prevede che il logo della città in quanto Capitale europea della cultura non va utilizzato in modo fuorviante: è opportuno fare riferimento a “città candidata” fino al momento della nomina.
Già questo aspetto basterebbe per escludere Venezia Nordest 2019?
E quanti erano realmente a conoscenza dello slogan? Il tema di candidatura di Venezia con il Nordest 2019 è “La pace come motore di sviluppo culturale, sociale e economico”. Lo slogan che riassume questo progetto è Culture of PEACE. In questo senso la pace non è esclusivamente rievocazione di un periodo storico che ha coinvolto l’intera Europa e strumento imprescindibile di crescita di una comunità, ma una cultura. Culture of PEACE, dove PEACE è acronimo di Participating Enhancing Art Creativity Economy.

Dubbi sul regolamento e candidatura area NordEst
Il titolo viene assegnato ad una città per un determinato anno. Le città candidate al titolo hanno la possibilità di associare al loro programma un territorio regionale (anche euroregionale per le città frontaliere). Ad esempio, Lussemburgo 2007 ha associato la «Grande Regione» al proprio programma, mentre Essen 2010 ha associato la regione della Ruhr. Il titolo va alla città anche se la regione può essere coinvolta. Le città che partecipano al programma usufruiscono del sostegno della città principale sia dal punto di vista della comunicazione che da quello della gestione, al di là delle divergenze che possono esserci tra i partiti politici. 

Il punto 3 della DECISIONE N. 1622/2006/CE DEL PARLAMENTO EUROPEO E DEL CONSIGLIO del 24 ottobre 2006 afferma testualmente che consentendo alle città di associare le loro regioni circostanti, comprese le isole, è possibile raggiungere un pubblico più vasto e amplificare l’impatto della manifestazione. Ora il dubbio che sorge è il seguente: non è che l’esclusione di Venezia nordest2019 e delle Regioni interessate è avvenuta perché si è interpretato in modo erroneo il regolamento? Per esempio Essen appartiene alla regione del Ruhr, così come Venezia appartiene al Veneto, ma Trieste, Goriza ecc non appartengono al Veneto, ed il regolamento non sembra consentire l’estensione extra.regionale ma l’adesione della sola Regione a cui appartiene la città candidata, ed in questo caso era Venezia.

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48 commenti a L’esclusione del Nord Est dalla Capitale Europea della cultura alcune note critiche

  1. marco barone ha detto:

    questo intervento si integra con quello di Cren Insider che praticamente, sarà stata telepatia :), abbiamo nelle stesse ore, forse minuti,scritto sullo stesso argomento ed individuato entrambi quello che non è probabilmente stato detto in merito alla possibile ragione di esclusione di Ve.nordest da Capitale Europea della Cultura, ma che per ragioni pratiche, questo ora in lettura, è stato solo pubblicato successivamente.
    mb

  2. sfsn ha detto:

    me chiedo che titoli ga trieste per esser capitale dela cultura, visto che la cultura no la ga pel cul nissun.

    Tanto per far un per de esempi:
    1. chiusura del dipartimento di storia della Biblioteca slovena;
    2. museo ferroviario sempre sull’orlo del sbaracamento;
    3. Museo “Kleine Berlin” costretto a pagarghe l’afito al Comun per dei ambienti che xe stai restauradi e resi accessibili al pubblico da parte de un’associazion privata senza fine de lucro che sta PAGANDO per tenir verto sto museo unico in italia;
    4. Tram de Opcina fermo da oltre un anno
    5. Riconoscimento ULTRATARDIVO a Boris Pahor;
    6. sopravvalutazion de alcuni personaggi discutibili (es.: Sgarbi, opur Raul Pupo, l’unico storico consdierà esperto della storia “di confine”, che però no sa gnanche sloven e/o croato)

    eccetera eccetera…

  3. CREN insider ha detto:

    MI pare si integrino. Meglio abbondare 🙂

  4. nick ha detto:

    @sfsn ecco: gli esempi che fai tu sono proprio gli esempi sbagliati da cui bisogna trarre insegnamento. Occorre permettere una fruizione diversa della cultura. Una fruizione che abbia anche un impatto economico. Bisogna ragionare in un’ottica di edutainment, di interattività, di narrazione. Occorre coinvolgimento. Un museo come quello ferroviario andrebbe completamente ripensato. Un riconoscimento (per quanto assolutamente dovuto) quale quello conferito a Pahor, non è spendibile in una chiave di rilancio economico associato alla cultura. A Trieste si fa (per modo di dire) cultura in modo troppo vecchio e ingessato. Laterza ha fatto capire come si dovrebbe fare. O Trento, con il nuovissimo Muse. Lo so, contesti in pieno una visione di questo genere. Ok, posso capire. Ma oggi l’unico modo per generare ricavi che permettano di rendere sostenibile la cultura è quello di renderla più “commerciale”.

  5. sfsn ha detto:

    Nick,
    go za dito che con un come ti no perdo tempo e energie.
    Me limito a una considerazion: in austria go visto musei ferroviari decisamente peggiori de quel triestin, ma che funziona perchè lo stato austriaco li finanzia e li rendi fruibili al pubblico. In italia inveze l’unica idea economica che xe emersa xe quela de vender l’ex stazion…

  6. bonalama ha detto:

    a parte che queste cose son tutte fregnacce mangiasoldi (soprattutto in fase di preprepre fattibilità), vecchia è l’idea di puntare su manifestazioni di questo tipo per rilanciare come cultura qualcosa che semplicemente non lo è.Vale anche per le manifestazioni gastroenteriche, pardon gastronomiche, queste fiere perenni sono una scossa, c’è invece bisogno di corrente”continua, anche a bassa intensità.Ricordo con orrore a roskilde i tizi vestiti da guerrieri vikinghi, con disgusto penso ai centurioni. Forse c’entra poco ma monetizzare vuol dire svendere quello che non è nemmeno vendibile Ma se parliamo di edutainment mi vengono in mente i carri bestiame, inoltre se le spese sono a carico del pubblico e i profitti privati è mero imbroglio.

  7. El baziloto ha detto:

    A parte il paragone fra Sgarbi e Raoul Pupo, che ovviamente è fatto alla pene di segugio datosi che quest’ultimo dice delle cosette che stanno evidentemente sul gozzo a sfsn, chissà se a Trst si sono spesi 50.000 Euro per una cenetta, come accaduto a Bozen: http://video.gelocal.it/altoadige/locale/capitale-della-cultura-la-cena-da-50-mila-euro-per-150-vip/20830/20850

  8. zil ha detto:

    Ottimo il servizio sul “complottismo” nel nuovo numero di Focus… Mi ha sfatato qualche leggenda metropolitana, ben fatto come al solito…

  9. sfsn ha detto:

    Imaginé un storico tedesco che se ocupa della storia dell’Alsazia-Lorena e no sapi una parola de francese.
    Imaginé un storico polacco che se ocupa dela storia della Prussia orientale e no sapi el tedesco.
    Secondo voi quanta credibilità pol aver questi storici?

    Eco: adesso pensé a Raul Pupo che no sa né sloven, né croato e tirè le vostre conclusioni.

  10. Alessandro ha detto:

    Immaginè che no esisti traduttori professionisti. Immaginè un mondo in cui un studioso francese che vol far un studio sulla cina devi saver el cinese se no niente… Immaginè che doman un studioso dell’università de torino va a far un studio in russia e nol sa el russo… Immaginè un mondo dove un che fa una ricerca devi saver la lingua de dove el fa la ricerca. Se no no’l xe storico…

    quel mondo no esisti

  11. sfsn ha detto:

    saver la lingua del paese che te studi xe un requisito minimo e necessario. No saverla xe equivalente a voler diriger una sinfonia de Beethoven senza saver leger musica.

  12. sfsn ha detto:

    anche perchè, caro alessandruccio, el lavor de storico no xe solo leger libri, xe anche e sopratuto andar per archivi e scovar – in mezo a caterve de scartofie – i documenti che riguarda la tua ricerca. Dubito sai che un storico che no sa la lingua se porti drio un traduttor professionista che ghe individui e tradusi i documenti de cui el ga bisogno…

  13. Alessandro ha detto:

    va ben sfsnuccio, quindi un no pol studiar una roba se no’l sa quella lingua. ooooook. ti te la pensi cussì e mi no.

  14. hobo ha detto:

    @alessandro, varda che sfsn ga razon. una roba xe un studente che studia sui libri scriti dai storici, un’altra roba xe un storico che fa una ricerca originale. el secondo devi esser in grado de leger i documenti e de consultar i archivi. per dir, se un vol far una ricerca sul raporto tra italiani e sloveni a trieste nei primi anni del novecento, dovessi esser in grado de legerse i articoli del edinost, altrimenti manca un toco, come dir.
    sul serio te pensi che un possi far ricerca storica su martin lutero o sula rivolta spartakista o sul avento del nazismo senza saver tedesco?

  15. hobo ha detto:

    intendo dir proprio far ricerca storica, no documentarse e aprofondir su libri scriti da altri storici.

  16. Bibliotopa ha detto:

    ma se veramente sicuri che quei che scrivi per esempio sul Tibet sappi tibetan o sul Ungheria el ungherese? soprattutto i storici anglosassoni? o xe solo la solita loica qua che chi che no se sa sloven meo che tasi?

  17. hobo ha detto:

    e bon ah bibliotopa, metemola cussi’: secondo ti un pol far ricerca storica sula guera tra firenze e siena senza saver talian?

  18. Bibliotopa ha detto:

    hobo, mi scometessi che tanti anglosassoni fa cussì.. o i ga chi che ghe tradusi

  19. Bibliotopa ha detto:

    e scusa hobo per restar in altro campo che te dovessi eser familiar, i matematici devi saver el russo per poder doprar i libri russi che ga una loro certa importanza in materia?

  20. sfsn ha detto:

    @ Bibliotopa:
    a proposito de storici so per sicuro che John Keegan (storico inglese) saveva inglese, tedesco, francese, e per scriver dela prima guerra mondiale el se gaveva imparà a mastigar decentemente russo e italian; Erik Hobsbawm saveva inglese, tedesco, francese, spagnolo e italian.
    La question xe che quando un storico SERIO affronta una determinata storia SE IMPARA quela lingua: co fazevo l’università go fato un esame de storia della Cina e el prof saveva cinese e sanscrito; Marco Dogo che insegna storia dell’Europa Orientale se ga imparà serbocroato, albanese, rumen e turco; Antonello Biagini che insegna storia dell’Europa Orientale alla Sapienza sa ungherese e rumen. Per no parlar de Joze Pirjevec che sa sloven, serbocroato, russo, italian, tedesco, inglese e – credo – anche francese.
    In sto panorama Raul Pupo xe quasi un’eccezion, ma – presumo grazie al fato de esser l’ultimo segretario della DC triestina – el xe accredità come “esperto”…

  21. hobo ha detto:

    @bibliotopa

    no, ma devi saver la matematica.

    un storico pol farse tradur i libri de storia scriti in russo, come un matematico pol farse tradur i libri de matematica scriti in russo.

    ma se un storico vol far ricerca originale su documenti scriti in russo, dovessi esser in grado de leger quei documenti. cussi’ come un matematico che vol far ricerca originale sula teoria dei grupi, devi conosser la teoria dei gruppi.

    comunque in ambito matematico chi sa el russo ga una marcia in piu’ senza dubio.

  22. sfsn ha detto:

    ah, un’ultima considerazion:
    sta storia de impararse le lingue quando xe necessario la se applica anche a altri campi. Per esempio nei scacchi la maggior parte dei grandi scacchisti se ga tuti imparà russo (compreso Bobby Fischer che iera american), semplicemente perchè bona parte della trattatistica de scacchi xe scrita in russo. Se un che se ocupa de zone miste no sa le lingue de quel teritorio, vol dir che o nol se ga impegnà a impararsele, per cui nol xe un vero professionista, opur nol riva a impararsele, e alora cicio no xe per barca (per tornar sul esempio de prima xe come se un stonà come una campana pretendessi de far el musicista).

  23. sfsn ha detto:

    in realtà iera la penultima considerazion,
    eco l’ultima:
    se comprè la biografia de Mussolini e vedè che se basa solo e esclusivamente su libri inglesi, ve par che sia una biografia esauriente?

  24. zalzi ha detto:

    A proposito, Bibliotopa, come procede la lettura di Puškin in originale?

    https://bora.la/2008/06/23/il-summer-course-di-sloveno-a-capodistria-koper/#comment-43621

  25. El baziloto ha detto:

    Ma pensa il povero sfsn cos’è costretto a arzigogolarsi d’inventare pur di tirar giù il Pupo che gli sta sul gozzo perché non tratta con i guanti bianchi il regime di Tito che lui adora!

    E via con gli esempi di questo e quello, ovviamente perché l’uomo conosce o vuole conoscere solo questo e quello.

    Ovviamente, il tutto senza nemmeno degnarsi di citare un-passo-uno di Pupo che sia concettualmente sbagliato!

    Ebbene: sfsn non sa che il più famoso e citato studio fino a tutti gli anni ’80 sui modelli culturali giapponesi fu scritto da un’americana che non conosceva UNA parola di giapponese? Questa si chiamava Ruth Benedict.

    E adesso che lo sai, sfsn, corricorri su Wikipedia a conoscerla!

  26. Bibliotopa ha detto:

    Zalzi, non ho mai incominciato nemmeno il russo e purtroppo temo che non ce la farò più ( non ho più l’età) e semmai dovrei migliorare il mio tedesco. Per Puskhin mi sono accontentata di una versione francese delle poesie.. per Preseren avevo fatto una prova, avevo trovato un testi bilingue, leggevo in italiano e poi provavo a leggere in sloveno per sentirne il suono

  27. sfsn ha detto:

    stavo per risponderte Lojze, ma dopo go pensà: “ma perchè devo romperme i cojoni per l’ennesima volta a risponderghe a sto mato che no ghe riva?” e stavo anche a andar a veder sta baba dei modei culturai giaponesi e dopo go pensà: “Ma cossa me interessa a mi de una che scrivi libri sul giapon senza saver giaponese? Xe come se un se metessi a operar emoroidi senza aver mai visto un cul!”

  28. El baziloto ha detto:

    Del to discorso go capì una cosa: che ti xe un esperto de emoroidi.

    E quindi – varda che ideonona che te dago – ti podaressi scriver un libro su le emoroidi de Pupo.

    Causa eccesso di gelato al cioccolato, notoriamente dolce e un po’ salato.

  29. ufo ha detto:

    Fioi, me ste fazendo spanzar de rider, robe de no creder. Ste veramente zercando de convincerme che un pol pretender de eser esperto dela storia de Roma senza eser in grado de lezer una sola lapide in latin, anzi evitando de lezer qualsiasi testo che no sia stado scrito dai Galli o dai Goti? Come pretender titoli academici in fisica senza saver niente de matematica, nianca le divisioni.

    El bel xe, pò, che a portar vanti sta teoria xe un che, nela sua identità precedente, el se ga intopado un par de volte in brute figure memorabili proprio perché el voleva far la figura de grande esperto – senza un minimo de conoscenza concreta, solo con quel che ga leto su wikipedia e su forum de optanti…

    Te se ricordi ancora de Ivica, Luigi?

  30. El baziloto ha detto:

    Ecco un altro fenomeno cui Pupo fa schiumar rabbia dall’epigastro.

    Ovviamente anche questo non ha la minima contezza di saper criticare questa o quella affermazione del Nostro, e quindi s’attacca alla non conoscenza dello sloveno e del croato.

    Ragazzi: ma lo sapevate che Pupo venne chiamato in qualità d’esperto storico a tener concione in occasione di una delle celebrazioni a memoria degli sloveni fucilati dai fascisti a Basovizza?

    Cioè: lo sapevate che a chiamarlo sono state addirittura le associazioni slovene che organizzano tutto quanto l’ambaradam?

    Cioè: lo sapevate che il Pirjevece, la Troha e financo la Verginella citano il Pupo ad ogni piè sospinto nei loro saggi?

    Cioè: lo sapevate che nella vostra evidente foga antipupiana site addirittura più deliranti dei deliri kersevaniani o cernigoiani?

    Se non lo sapevate, sapevatelo ora, ciccini belli!

  31. sfsn ha detto:

    El fato che Pirjevec e Troha citi Pupo non fa che dimostrar la loro professionalità:
    primo perchè i riva a legerlo (diferentemente da Pupo che certi studi de Troha e de Pirjevec che no xe tradoti nol li pol citar);
    secondo perchè alcuni dati che Pupo riporta xe efetivamente importanti (per esempio Pupo xel’unico storico ad aver accesso ai dati del Opera Profughi perchè a altri storici no i ghe li fa veder).
    El problema xe che Pupo, con i soli dati in suo possesso (cioè esclusivamente archivi italiani) tira dele conclusioni storiche generali che xe evidentemente monche. Per esempio, se un va nei archivi ex jughi, el riva a capir che nel periodo 45-47 la question dell’apartenenza nazional iera del tuto trascurabile, mentre iera sai più importante l’apartenenza de classe. Ma sicome le autorità italiane legeva tuta la question del confine oriental in chiave nazional, xe evidente che questo aspeto per chi pol frequentare solo archivi italiani risulta completamente falsà.
    Ma son sicuro che un ragionamento del genere Lojze no lo capissi. Anzi, go consumà neuroni per niente, remenghis, iera meio che no butavo via tempo: go perso tempo e go infastidì la bestia.

  32. El baziloto ha detto:

    Sfsn

    Oplà: il girafrittate ci prova! Malamente, ma ci prova.

    Il fatto che Troha e Pirjevec (e Verginella, e financo Volk) citino Pupo per lungo e per largo non fa altro che dimostrare la professionalità di Pupo, non necessariamente la professionalità di Troha e Pirjevec (e Verginella, e financo Volk).

    Il fatto che il comitato organizzatore delle onoranze per i fucilati di Basovizza chiami Pupo a parlare in occasione dell’80° anniversario delle fucilazioni dimostra la considerazione che di Pupo si ha perfino fra gli sloveni. Ma di questo nulla dici né tu né il tuo sodale: secondo me nemmeno lo sapevate.

    Il fatto che tu confonda l’Opera Profughi con l’Ufficio Zone di Confine (è quello il fondo archivistico che Pupo vide “in anteprima”, dirigendo fino al 2011 il gruppo di studio che sistematizzò le carte, oggi accessibili a chiunque) dimostra invece un’altra cosa, che riguarda però te, e non lui. Indovinala, se sei bravo.

    Un’altra cosa riguarda te e il tuo amichetto ufo: ciò che dite di Pupo riprende più o meno quel che dice la Cernigoi. Il che dimostra ancora un’altra cosa, sempre da indovinare.

  33. El baziloto ha detto:

    A proposito di archivi: da pochissimo sono stati aperti alla consultazione gli archivi dell’OZNA di Belgrado. Un’apertura invocata da Nevenka Troha già da anni. Anzi: pareva che questi archivi fossero spariti durante i bombardamenti della NATO, e tuttora non si sa bene se essi siano integri o meno.

    Secondo quanto scrive William Klinger (un altro che alla Cernigoi sta sul gozzo a manetta) in un suo studio del 2012, finora solo alcuni studiosi serbi hanno visionato queste carte.

    Cose ampiamente da scoprire, quindi.

  34. sfsn ha detto:

    uffa, lojze, che pedante e pesante che te son. co legio le tue risposte me vien adiritura voia che Venezia sprofondi, cussì te se cavi de torno…

    comunque sicome te son duro (no UN duro, duro de comprendonio) te rispondo:

    Punto 1.
    Ripeto: Pupo – come storico che se documenta su material italian – ga anche scrito robe bone. El problema xe co el tira conclusioni generali sula question del confin senza esser andà a veder documenti a belgrado o lubiana. In questo el me par sai poco professional.

    Punto 2.
    I sloveni no xe tuti stinchi de santi, come ben se sa (vedi la question dela Trzaska kreditna banka, o per rimaner in ambito storico, del Odsek za zgodovino). Xe gente in gamba, mone e stronzi nela comunità slovena come tra i taljani, solo un …. come ti pol pensar che per mi sloven vol dir figon.
    Pupo comunque ga ben trapolà con i storici sloveni per legitimarse internazionalmente e d’altra parte a diversi storici sloveni ghe ga fato comodo Pupo per farse conosser in Italia (il che significava acceder a finanziamenti che in slovenia no iera gnanche imaginabili).
    Punto 3:
    Go confuso l’archivio del opera profughi con quela dele zone de confin, ma el contenuto no cambia: xe un archivio a cui solo Pupo e el suo giro ga accesso. Tutora co ga chiesto storici fora dele sue grazie de consultarlo ghe xe sta sempre risposto picche. Se ti te lo ga visto la roba no me stupirìa minimamente perchè dei tui comenti te par decisamente democristian.
    Punto 4:
    Nei ultimi ani Pupo se ga acorto che storicamente le posizioni dele foibe come pulizia etnica iera scientificamente insostenibli. Perciò pian pianin (da bon democristian quale el xe e el xe sempra sta) el xe passà a posizioni meno intransigenti e giogoforza ghe ga tocà rivalutar le tesi de Cernigoi e Kersevan, perchè xe le uniche che ga afrontà la question con rigor scientifico.

    Deto questo adesso no te rispondo veramente più perchè son stufo de perder el mio tempo con ti senza nissun costrutto. Te me par un tolemaico che vien portà sul Shuttle e continua a dir che la tera xe piata e che el sol ghe gira intorno.

  35. sfsn ha detto:

    ah, un’ultimissima domanda per quei che disi che no ocori saver lingue per far i storici: come farà Pupo e Klingher a visionar i archivi serbi del OZNA se no i sa una parola de serbo e no i xe boni de leger ziriliza?

  36. El baziloto ha detto:

    Sfsn, la tua conoscenza del tema e’ talmente rasoterra che non solo non sai scrivere il cognome di Klinger, ma non sai nemmeno che questo ricercatore e’ di madrelingua croata e italiana, essendo nato a Fiume dacoppia mistilingue.

    Forza con Google, cocco!

  37. El baziloto ha detto:

    A proposito di chi-sa-che-cosa, voi dite che se uno non conosce una lingua, col kaiser che può saperne qualcosa del tema che tratta.

    La domanda è: Claudia Cernigoi sa il croato (o serbo-croato, per chi ama ancora questa dizione)?

    E Alessandra Kersevan, lo sa?

    Io conosco la risposta, vediamo se la sapete anche voi.

    Poi ci facciamo una bella spanzata di risate.

  38. Alessandro ha detto:

    ah, un’ultimissima domanda per quei che disi che no ocori saver lingue per far i storici: come farà Pupo e Klingher a visionar i archivi serbi del OZNA se no i sa una parola de serbo e no i xe boni de leger ziriliza?

    i contatta un agenzia de traduzioni seria e i se fa tradur i documenti. Penso eh…

  39. maja ha detto:

    non son una storica e non son una ricercatrice, ma immagino che i storici che fa ricerca originale e ghe scrivi su libri, se specializzi in un dato argomento e spulci archivi de ogni tipo in cerca de nove informazioni. no xe che i vien in archivio e l’archivista ghe disi: ecco, prof. pupo (o chi per lui), mi so che no la parla per zakai, perciò me son permesso de farghe la cortesia de farghe trovar qua ze bel pronto el documento x che nissun dei suoi colleghi ga mai visto prima. la se accomodi, la cioghi pur e la se fazi tradur.
    e se anche fussi che un se pol portar drio un interprete, gavè una vaga idea de cos che costassi gaver sempre un interprete professionista in archivio per settimane intiere?

    mi la vedo cussì. un pol anche esser inglese e insegnar letteratura italiana in un liceo de londra senza saver italian. el leggi le opere tradotte, quel che scrivi i specialisti del settor in inglese, e el fa lezion. i liceali no i se formalizzerà tropo. però se un vol diventar uno dei massimi dantisti del mondo, me par proprio che doverà esser in grado de capir e de interpetar le opere de dante in originale, de leger testi specialistici scritti da colleghi italiani e non tradotti in inglese ecc.
    adesso tutto dipendi de dove se colloca pupo nei argomenti de cui parla sfsn: insegnante liceale o uno dei massimi esperti mondiali? diseme voi.

  40. El baziloto ha detto:

    Maja, ti podaressi far una prova: tira fora un libro/articolo de la Cernigoi o anca de Nevenka Troha su ‘ste robe e varda le note e la bibliografia. Ti scoprirà che nel caso de la Cenigoi el 100%, nel caso de la Troha spessissimo oltre el 95% de le fonti xe ITALIANE. Compresi gli archivi.

    A proposito: Nevenka Troha gavarà incontrà/parlà/confrontà co Pupo almanco cento volte. MAI sentì alcuna critica sui libri de Pupo.

    Ma in bora.la toca lezer la monada che Trst xe ‘na cità che no ga la cultura pel cul a causa de la presenza de Pupo!

    Digo mi: anca par scriver monade ghe vorìa un fià de testa!

  41. El baziloto ha detto:

    E rispondo anche alla tua domanda: Pupo è uno dei massimi esperti mondiali rispetto agli argomenti di cui parla. Riconosciuto tale da tutti.

    Punto.

    PS Dimenticavo: gli archivi dell’Ufficio Zone di Confine sono aperti a tutti. Anche questa è una monada scritta da sfsn. E’andata così. L’archivio dell’UZC è praticamente sparito negli anni ’60. Riscoperto in stati semipietosi negli anni 2000, è stato costituito un gruppo di studio per la sua sistematizzazione e riorganizzazine fisica prima di aprirlo a tutti gli studiosi. Cosa che accade ovviamente in TUTTI gli archivi del mondo: nessun archivio decente dà il permesso a chiunque di rovistare negli scatoloni se non si ha nemmeno l’idea di che cosa ci sia, in questi scatoloni. Questo gruppo di lavoro era diretto da Raoul Pupo. Dopo circa due anni, il lavoro si è concluso e l’archvio è stato aperto a tutti quanti con le serie archivistiche censite e rimesse fisicamente in ordine.

  42. maja ha detto:

    lojze

    come al solito tu hai sempre ragione su tutto. me ne ero dimenticata, scusa.

  43. ufo ha detto:

    Arieccolo, el professor de tuttologia con specializazion in trollomatica… e più esilarante che mai. Pupo massimo esperto mondiale? Pol eser, se per mondo se intendi l’ambiente dele organizazioni dei optanti…

    Quanto al dir (#32) che l’eser ciamadi a far un discorso a Basovica dimostri ‘considerazion’ come storico, Gigi, questa xe un altra dele tue topiche, derivanti come solito del fato che te vol costruir castei de carte usando come fondamenta solo quel che qualchidun te ga fato el favor de tradur in italian. Lassitelo spiegar de un che ste robe no ga bisonio de lezerle sul giornal: xe suceso che qualchidun xe sta invità a parlar in gmajna per meriti de ricerca storica (Marina Rossi, per dir), ma per la magior parte chi che vien invitado come orator in italian vien invitado per altri ragionamenti: politici. E el discorso de Pupo per l’ocasion, politico, ga perfetamente giustificà la casela in cui el xe stà colocado. Omo xe ben conossiudo nela comunità (noialtri lezemo anca giornai taliani, te sà) e no ga bisonio de particolari presentazioni. El se presenta de solo ogni giro che scrivi robe non destinade a peer review.

    Esperto… un agetivo più adato saria ‘afidabile’, un che se sà in anticipo che no’l se scosterà de una virgola dala interpretazioni ‘care al cuore’ da cui dipendi la sua cariera. Non per sbaio l’omo vien mandado a far de controlor dove che xe riscio che qualche storico vero finissi con scoprir altarini e fazende scomode: in tela Comission mista, in tei archivi de Opera profughi, in quel del Ufficio Zone di confine. In tuti sti casi, missione compiuta.

    Riguardo sto ultimo archivio – sparido, te disi? Epur un tuo conazional, tale Manlio Strano, de profesion Segretario general dela Presidenza del Consiglio, ga scrito cussì nel 2009: “La custodia ininterrotta del fondo nelle sedi degli enti produttori ne ha permesso la sedimentazione naturale e salvaguardato l’interezza.” La frase la xe nela presentazion del inventario del fondo publicado dal ‘Servizio per la conservazione, l’informatizzazione e la ricerca della documentazione della Presidenza del consiglio dei Ministri’. Anche la frase ‘a tuti i studiosi’ podessi gaver bisonio de un asterisco: basta che i sia simpatici al sior Segretario, altrimenti cice.
    Il permesso alla consultazione dei documenti conservati presso l’Archivio generale è rilasciato dal Segretario generale, previa autorizzazione della struttura che ha depositato i documenti ovvero di quella subentrata nelle medesime competenze.” (art. 7 del Decreto Dela Presidenza del Consiglio dei Ministri 12 febbraio 2010). Te vien in mente qualchidun che el permesso ghe podessi eser stà rifiutà?

  44. sfsn ha detto:

    1. Claudia Cernigoi – che mi sapio – xe in grado de leger sloven
    2. Comunque ghe xe storici ben più preparai de Pupo che sa sloven: Pirjevec, Sandi Volk, Stefano Lusa, Eric Gobetti (pardon, lui sa serbocroato). Pupo sa italian.
    3. mah, mi go leto “Komu Trst” de Nevenka Troha e le citazioni archivistiche xe in stragrande magioranza slovene e croate. No go leto “Chi avrà Trieste”, che teoricamente dovessi esser la traduzion italiana, ma no escludo che sia stada riveduta e coreta per adatarla a un publico italian.
    4. Troha no parlerà mai mal de Pupo perchè no ghe convien. Pupo xe onnipresente nel mondo storico triestin (basta veder chi che sta gestindo adesso tute le serie de conferenze storiche che xe a Trieste) e dirghene mal volessi dir taiarse le gambe. Difati Glenda Sluga, che xe la direttrice del dipartimento de storia contemporanea de Sydney, fin a un dieci ani fa la iera un ano sì e un ano anche a Trieste. Dopo, de quel che so, la ga osà criticar Pupo e da alora la gira tuto el mondo meno che qua.
    5. Conosso ben diversi storici (titolati) che ga chiesto de aceder al archivio del UZC e no ghe xe sta permesso

    6 (per alessandro): proprio se vedi che in un archivio no te son mai sta. No xe che ti te ghe disi: me fe veder el documento tale sul tale argomento. Te va là, te ghe disi de cossa che te ga bisogno e lori te scariga faldoni o scatoloni de documenti e te se rangi. Mezi xe scovaze, mezi xe inservibili o adiritura illegibili e in mezo a sto caos se te ga cul te trovi quel che te interessa, perchè le catalogazioni xe estremamente generiche o adiritura xe fondi che pol contenir una scarpa e un zocolo (per esempio: se te se ocupi de profughi istriani e te va a veder, che so mi, un faldon che xe documenti del Opera profughi, te pol capitar la domanda de un profugo per aver l’abonamento del autobus e el finanziamento per un per de scarpe e magari el documento dopo xe una letera del GMA che ghe disi al Opera profughi che vegnerà costruì un novo campo profughi. Ma el più dele volte no te trovi robe interessanti).
    Me vedo proprio uno de sti storici italiani che no sa serbo che va in archivio del Ozna con un interprete che ghe tradusi: “sto qua parla de mudande, ghe interessa?” “sto qua no se legi ben, ghe interessa?”, anche perchè i interpreti e i tradutori no ga idea de cossa ghe pol interessar a un storico. Considera anche che un tradutor pol costar anche 50 euri al ora. Se un prof universitario spendi migliaia de euri (de soldi dei contribuenti, visto che el xe dipendente statale) per pagar un interprete, lo trovo, oltre che incompetente, anche scandaloso.

  45. El baziloto ha detto:

    Ufo, che fantasmagorico giro di parole per girare attorno ad un fatto noto e stranoto: Pupo è stato chiamato a parlare a Basovizza dal comitato organizzatore – sloveno – in quanto è uno dei massimi storici mondiali sul tema.

    A te e a sfsn sta sul cazzo. S’era bello che capito. Ma questo è un problema vostro.

    Riguardo all’archivio UZC. ufo non sa una beatissima fava. S’informi prima di parlare. Sia per quanto riguarda la storia di questo fondo, che rispetto ai permessi d’accesso.

    Sfsn conferma quindi che Cernigoi non conosce il croato. E quindi perché parla di foibe? Laminchia: chiccavolo le dà il permesso di trattare il tema?

    Dopo di che, ecco partire l’idea complottarda per cui Troha non è che non voglia: non PUO’ parlare male di Pupo. E’ sotto ricatto, questa povera studiosa slovena!

    Le pantagrueliche risate che si fanno, a leggere le incommensurabili baggianate di questi tipi!!!

    PS Adesso voglio proprio vedere chi sarebbero ‘sti studiosi cui non è stato permesso accedere negli ultimi due anni all’archivio dell’UZC. Fuori i nomi, sfsn! Forza, che ci sbellichiamo nuovamente!

  46. ufo ha detto:

    Torna dale ferie, Gigi? Te se sta fazendo mal de solo. Come te stavo zercando de spiegarte: per saver quel che se decidi nel comitato organizator (compreso chi vien invitado a parlar e perché) no me servi ne tradutori ne intermediari, tanto meno l’intermediario tuttologo foresto. Xe per questo che so esatamente perché, su proposta de chi e in base a quali ragionamenti xe stà invità el tuo ‘massimo esperto’, e no per interposta persona. Forsi te convien restar sul teren che te conossi.

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