11 Ottobre 2013

2/Consorzio universitario, chiusura si o no? Ecco cosa ne pensa Rodolfo Ziberna

Abbiamo raggiunto il consigliere regionale Rodolfo Ziberna (nella foto) appena rientrato da un viaggio istituzionale a Bruxelles e l’abbiamo coinvolto – chi meglio di lui, che ha retto le sorti del Consorzio in veste di presidente – sulla  ventilata possibilità di chiudere il Consorzio universitario . Ecco la sua analisi ed il suo commento .
“ Gherghetta ha legittimamente proposto che  le competenze e le risorse del Consorzio siano
assegnate all’ente Provincia in virtù del servizio da “area vasta” che svolge l’ente da lui presieduto. Il Presidente della CCIAA Sgarlata ha invitato a svolgere preliminarmente un approfondimento sulle conseguenze della soppressione del Consorzio.
Il Sindaco Romoli, da parte sua, sostiene che se soppressione deve esserci le competenze devono passare al Comune alla luce dei significativi investimenti che il Comune ha fatto sotto il suo mandato nei confronti degli insediamenti universitari (imponente sede di Via S. Chiara,
80.000 euro all’anno per la gestione ordinaria, 100.000 euro all’anno per la facoltà di architettura, sede di Villa Ritter per l’università del CIELS, ecc.).
Ma da questo punto di vista ha ragione Sgarlata: siamo davvero certi che sarebbe un bene per gli studi universitari?”

Ziberna esamina quali sarebbero i benefici dell’operazione chiusura: e di primo acchito non trova significativi vantaggi.
” Non certo l’abbattimento dei costi, visto che l’unico costo è una impiegata a tempo indeterminato ed una per alcune ore alla settimana a progetto.  Posso assicurare che la produttività del personale è assai alta e qualcuno dovrebbe comunque svolgere queste mansioni.
Gli oneri di locazione (circa 10.000 euro all’anno, tra locazioni, riscaldamento, pulizie, telefono, ecc.) si potrebbero sopprimere anche subito se uno dei soci ospitasse gratuitamente il Consorzio.
Il Consiglio di Amministrazione potrebbe coincidere con altro CdA in modo da eliminarne i costi.”
Significative invece, secondo il consigliere,  le utilità dell’istituzione:
“ Oggi – prosegue Ziberna –  il Consorzio, proprio per la sua natura giuridica, è in grado di attrarre risorse che diversamente potrebbero non giungere. Vi sono poi i contributi della Regione FVG sull’ordine dei 220 mila euro all’anno che, se destinati genericamente ad un Comune o ad una Provincia, è assai probabile che siano soppressi nell’ambito dei tagli ai trasferimenti agli enti locali.”

Ma allora lasciamo tutto come sta?
“ Se devo essere sincero io approfitterei della crisi economica che stiamo attraversando per creare un “pensatoio” goriziano, formato da ISIG, ICM, Consorzio Universitario, ciascuno con la propria personalità giuridica, magari con il CdA di ISIG e del Consorzio Universitario coincidente (visto che è espressione dei medesimi soggetti che esprimono il CdA del Consorzio). Ciascuno manterrebbe la propria mission ma si potrebbero mettere in rete intelligenze, proposte, iniziative, personale, biblioteche, servizi, spazi, ecc.
Oltre agli indubbi risparmi potremmo generare qualcosa di nuovo a Gorizia, capace di traguardare gli anni di crisi con fantasia e vivacità…..”

2 commenti a 2/Consorzio universitario, chiusura si o no? Ecco cosa ne pensa Rodolfo Ziberna

  1. andrej drosghig ha detto:

    In tutti e due i contributi molta vaghezza. E’ bene comunque che bora.la cerchi di suscitare il dibattito. Non sarebbe male poi che faceste un reportage storico mettendo in fila un po’ di dati su questo consorzio, sui suoi passati traguardi e sulle defaillance, per permettere ai lettori che non lo conoscono di farsi un’idea indipendente da quella di questi due politici.

  2. consorzio suonatori indipendenti ha detto:

    50.000 euro di possibili risparmi – anche senza chiudere il consorzio e ristrutturando CdA ecc – ti sembra “vaghezza”?

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