12 Agosto 2013

Violenza domestica: come e cosa fare per proteggere se stesse e i figli

Mentre giunge la notizia che il governo ha approvato il decreto che affronta con maggior severità i reati di violenza contro le donne ( tra le nuove norme e previsioni, molto importanti sono le procedure d’urgenza con cui la magistratura può intervenire e l’irrevocabilità della querela: ma quest’ultima funzionerà o allontanerà ancor di più le vittime dai tribunali?), in Friuli Venezia Giulia sta circolando un fascicolo che si intitola “Violenza Domestica. Diritti delle donne e risorse in Friuli Venezia Giulia”.falsh mob antiviolenza
Ovviamente il testo si arresta prima del decreto appena varato, e tuttavia costituisce uno strumento che inquadra situazioni, problematiche, azioni di tutela e legali in tutte le possibili sfaccettature: a partire dal dramma del sentirsi, non solo oggetto di aggressione e violenza, ma anche impaurita, umiliata, sola, confusa, inadeguata, tormentata dalla paura di non essere creduta e dalla vergogna.
Il testo esplora, domanda e risponde: il tutt’altro che facile percorso per riuscire a riconoscere che ci si trova a vivere una relazione violenta, le modalità e accorgimenti per allontanarsi in sicurezza da casa e sottrarsi ai maltrattamenti; le diverse possibilità per affrontare l’emergenza di un pericolo per sé e per i figli , le opportune elencazioni dei documenti e degli oggetti da portare con sé quando ci si allontani da casa; le dichiarazioni da rendere alle forze dell’ordine , tutti gli interlocutori e i riferimenti cui chiedere aiuto, Servizi, Centri antiviolenza, Case rifugio, Polizia, Carabinieri, 118 e Pronto soccorso, Consultori familiari, Dipartimenti di salute mentale. E per finire, i meccanismi per intraprendere l’azione legale, inclusa la possibilità di ottenere il gratuito patrocinio, che il nuovo decreto ha svincolato dai limiti di reddito precedentemente previsti.
Il fascicolo si compone di una trentina di pagine ( la cui lettura non può che far accapponare la pelle e far stringere il cuore), a cura di Tania Grimaldi e Beatrice Biggio, frutto del lavoro congiunto delle organizzazioni pubbliche e non che in Regione si occupano della violenza di genere. In primis, il Goap di Trieste, Iotunoivoi Donne Insieme di Udine, Da donna a donna di Ronchi dei Legionari, SOS Rosa di Gorizia e Voce Donna di Pordenone.

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16 commenti a Violenza domestica: come e cosa fare per proteggere se stesse e i figli

  1. Paolo Geri ha detto:

    Martina Lucinai si chiede se l’ irrevocabilità della querela funzionerà o allontanerà ancor di più le vittime dai tribunali. Da molte parti ho sentito infatti avanzare dure critiche a questo aspetto dell’ irrevocabilità in quanto toglierebbe spazio alla decisione autonoma delle donne cui dovrebbe spettare in modo esclusivo questa decisione. Personalmente non condivido questa critica ma Mi pare che su questo (importantissimo) aspetto vada fatta chiarezza.

  2. Paolo Geri ha detto:

    Luciani. Sorry !

  3. maja ha detto:

    mi sembra di capire che il fascicolo non sia disponibile on-line. peccato.

  4. dimaco ha detto:

    avete idea di come qualcuna potrebbe sfruttare questo tipo di legge? la trovo eccessivva e assolutamente sbilancciata..

  5. John Remada ha detto:

    Ma tanto i buonisti tra una sniffata di indulti/amnistie e una siringata di comprensione per i carcerati,mettono il tutto sul non nuocere…per i criminali,quindi….

  6. michela ha detto:

    ci mettono del loro anche le donne maltrattate, perdonando non una ma tre, quattro volte, sperando in fantomatici cambiamenti futuri, tralasciando da vere sconsiderate le avvisaglie che spessissimo hanno già durante il fidanzamento. e coronano il tutto, ignorando le raccomandazioni dell’avvocato quando decidono di rivolgersi ad un esperto. pagano profumatamente i consigli che poi non ascoltano…. mah.

  7. dimaco ha detto:

    In un paese come l’italia dove il 75% delle denuncie di abusi e violenza famigliare sono false una legge strutturata come questa farà’ più danni che bene

  8. capitano ha detto:

    #7 se fosse così tutte le donne ammazzate quando avevano denunciato per tempo gli abusi subiti sarebbero delle pure invenzioni.
    La cronaca dice altro sarebbe bene sapere da dove hai tirato fuori quella percentuale.

  9. maja ha detto:

    dal catalogo delle cazzate di dimaco. ne ha di tutti i tipi, una per ogni occasione.

  10. dimaco ha detto:

    un sito è violenza al femminile. noto sempre con piacere chevi sono alzate di scudi quando si parla di violenza famigliare. e questo senza analizzare i casi. patrocinio gratuito indipendente. dal reddito è una carognata oscena. dove sono i diritti di parità qui?

  11. hobo ha detto:

    cio’ dimaco, ma cossa te ga fato ‘ste babe kative? 😀

  12. hobo ha detto:

    seriamente: l’impossibilita’ di ritirare la querela non mi pare una gran figata. significa togliere qualcosa alla vittima della violenza. significa negare la sua liberta’ e autodeterminazione. non si tratta di cazzabuboli filosofici astratti. a volte ritirare la querela puo’ essere l’unico modo per salvare la pelle, visto che lo stato tende a lasciare le vittime sole e indifese. e siccome le vittime sono consapevoli di questa cosa, il risultato potrebbe essere esattamente l’opposto di quel che dice dimaco: le vittime, private di questa via di fuga, potrebbero rinunciare a priori a sporgere denuncia.

    c’e’ invece un’altra cosa gravissima che e’ successa con questo decreto: non si sa in base a quale cortocircuito logico, il decreto contiene norme che limitano il diritto a manifestare, e altre norme che permettono all’esecutivo di utilizzare l’esercito in operazioni di ordine pubblico.

  13. John Remada ha detto:

    E cosa ti aspettavi? Ormai avete rotto di brutto,si passa ai fatti….volete imporre la vostra follia,sarebbe la fine!Per il resto,devo ammettere che ne frega poco,perchè finche si danno benefici a ritmo serrato,e non c’è certezza della pena e di riscuotere i danni,è tutta aria fritta,chi subisce,non solo le women,se le tiene,a meno che non regoli i conti da sè;si è visto con a.izzo dove arriva la pazzia dei buonisti.

  14. dimaco ha detto:

    no me gara fato niente. ma mi sa fastidio il predicare la parità mentre vengono emesse leggi discriminatorie e imparziali. non dico che una donna debba essere ammazzata ma nemmeno si deve dare la possibilità di poter usufruire di queste leggi in maniera mandare come già succede o è successo. e parlo di denunce di violenza abusi dimostrate false solo anni dopo e che hanno rovinato mariti o compagni solo per vendetta personale o per soldi. Altro discorso sono gli avvocati che riescono a trasformare una consensuale in una battaglia alle’arma bianca. anni fa per separarsi consensualmente non servivano e le cose non erano così estreme.

  15. Fiora ha detto:

    come sempre noto qui lo scontro tra “grammatici”
    …e in fondo mi sta pure bene. segno che mi trovo tra brave persone che teorizzano e che a casa loro non si sognerebbero di levare un dito sulla compagna.
    La realtà non è la controstatistica al maschile ripetuta mononotonamente da Dimaco e neppure il rispetto all’autodeterminazione della vittima invocata da Hobo.
    La realtà sono le onne vilipese e accoppate la realtà sono le donne 2intossicate” da un malamore che le porta a rimettere le querele e perdonare, ingenerando nel partner violento anziché una volontà di cambiare un concetto di invulnerabilità “tanto poi si rimangia tutto”
    l’irrevocabilità della querela è il primo passo verso un approccio serio alla violenza sulle donne ed un riconoscimento alla sua capacità d’intendere e di volere!Che sappia quel che fa e che lo stato sia il primo a riconoscerle questa capacità. Altroché fare e disfare!
    Segua il resto: arresto in flagranza di reato,pena certa ecc. ecc.

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