15 Luglio 2013

Un tranquillo week-end di degrado

Non sarò mai un bravo cronista, né fotoreporter. Come un Peter Parker senza superpoteri, continuerei a subire le sfuriate dal direttore del “Daily Bugle” per non essere mai là dove nasce la notizia, neppure quando un argomento mi interessa.

Venerdì sera mi chiedevo come fosse la fantomatica vita notturna in città ai tempi dell’ordinanza anti-movida bis, ma sono finito a Barcola, dove per altro non ho neppure visto la pineta trasformata in un dormitorio pubblico, come vuole l’immancabile Segnalazione (“Il Piccolo” di sabato 13 luglio, p. 33); sabato invece, sono sceso dal Carso troppo stanco proprio nell’ora in cui i bravi fotoreporter si alzano dal letto perché non riescono più a dormire, e non ho avuto la forza di passare, se non di volata, per “salotto buono della città”. E così pure domenica.

Le mie ricognizioni superficiali non mi hanno permesso di cogliere “il consueto tappeto di bottiglie, lattine, bicchieri, rifiuti vari e residui d’impellenze fisiologiche notturne” lasciato dopo “dopo la «battaglia» del weekend stamattina in centro a Trieste” (riporto quanto scritto sul Piccolo On Line, che per lo meno stavolta mette tra virgolette la parola battaglia). E poco importa se anche a detta di tutti i conoscenti cui ho chiesto (tra cui: non residenti, persone che lavorano in centro città di notte, operatori della sanità e altri improbabili viveur) nessuno si è lamentato del degrado.

Quel che è peggio, però. è che ho perso l’Umiliante Affronto al Nettuno di piazza della Borsa. Una bravata goliardica che ha generato un articolo rubricato con le etichette: vandali, teppismo, movida – oltre a un delicato intervento dei tutori della legalità. Insomma: l’ultima esternazione di Franca Porfirio, pubblicata nelle Segnalazioni di domenica (Ordinanza da estendere, p. 37), non è stato il picco massimo di delirio collettivo sulla supposta movida triestina: è stato il cancello che ha aperto una dimensione “Ai confini della realtà”, dove i terrori dei nostri concittadini si materializzano al collo delle statue.

È solo questione di tempo: durante quest’estate assisteremo a un’escalation di #degrado e #teppismo, di cui questa è appena una pallida prova generale. Tremate: se Franca Porfirio (non colei-che-firma-le-lettere, ma il personaggio psichico che abita nel cervello dei triestini di cui abbiamo già parlato) può immaginarlo, il quotidiano locale può trasformarlo in realtà. Cadremo preda del “degrado”.

La carta stampata sì che ha i superpoteri.

 

Scherzi a parte. Sarebbe stato interessante documentare la supposta movida  in questo week-end di “ordinanza anti-eccessi bis”. L’amministrazione comunale ha infatti riconosciuto l’inopportunità delle misure d’urgenza prese dal Sindaco con la prima ordinanza e ha fatto sì che il tiro venisse corretto prima ancora dell’approvazione del prossimo Regolamento in materia. Sarebbe stato forse utile discutere qui di orari per la musica dal vivo, di decibel, di lattine, di sanzioni e di multe.
Ma di fronte a un cavalletto al collo di Nettuno, anche noi di Bora.La siamo caduti nella trappola della chiacchiera. Rimedieremo presto.

Tag: , , .

22 commenti a Un tranquillo week-end di degrado

  1. aldo ha detto:

    “l’ultima esternazione di Franca Porfirio, pubblicata nelle Segnalazioni di domenica (Ordinanza da estendere, pag.37)”

    Mentre continua le scia de polemiche su movida e Pineta, la siora Franca xe za avanti e verzi un novo fronte contro tuti quei che provoca degrado al mar sbevazando e/o smagnazando su sugamani e brandine…

    …degrado che saria ora de documentar con foto a Barcola de adentamenti de panini che fa fregole e de mati che spandi gocie dai biceri bevendo

  2. sfsn ha detto:

    Paolin, “sabato invece, sono sceso dal Carso troppo stanco proprio nell’ora in cui i bravi fotoreporter si alzano dal letto perché non riescono più a dormire, e non ho avuto la forza di passare, se non di volata, per “salotto buono della città”.
    Dopo te son andà a dormir in pineta de Barcola, ah?

  3. Paolo Stanese ha detto:

    Aldo, Franca Porfirio xe un sismografo sensibilissimo, e da non prender troppo alla legera…
    Sfsn – e certo, te go anche saludà!

  4. Lorenzo Trieste ha detto:

    Scusatemi,ma io ricordo fin dagli anni 80 e 90 che a Barcola,di sera,finito il ritrovo ai Topolini rimanevano cumuli di spazzatura…me lo ricordo perchè tornavo dalle vacanze fuori Trieste.

  5. marco ha detto:

    “supposta movida”??? in che senso supposta?

  6. valentina ha detto:

    il top event della movida triestina di sabato notte è stata la fashion edition di jump..il party basato su house music che lo staff di helpiscoming ha organizzato per l’edizione 2013 di its..il concorso internazionale per stilisti emergenti che si tiene ogni anno a Trieste..sono andata via alle 4 e l’ausonia era pienissima

    dj della serata darius syrossian della scuola di detroit e chicago..un curriculum di dj nei migliori club del mondo..ha vinto in 2 categorie il dj mag 2012..è nella dj top 100 di resident advisor..quindi non è vero che a trieste non viene mai nessuno di importante

    serata con presenze miste di concorrenti its di ogni angolo del globo e nightclubber locali triestini..presenza mista anche di lgbt e straight..in campo lgbt è risaltata la presenza di gay its con originali street style look e delle drag queen triestine di jotassassina..in campo straight ho notato giulia cobez detta paris – quella della copertina di playboy Slovenia – e un noto playboy triestino apparentemente 40enne con una modella bionda – brasiliana o spagnola secondo due diverse version di gossip – in vacanza a trieste e anche vista ieri con lui a venezia da una mia amica

    quindi non è vero che a Trieste non succede mai niente..bisogna saper cogliere le occasioni

  7. sfsn ha detto:

    ah, te ieri ti quel che me ga dà la bonanote? ma iera sabato o domenica matina?

  8. El baziloto ha detto:

    Volemo parlar po’ de quei che pissa impunemente in mar e col giro de le corenti riva tuto da le me parti?

  9. sfsn ha detto:

    mi fazo aposta per darte fastidio

  10. capitano ha detto:

    Mi iero a Montona al solito matrimonio pallosissimo 😀

  11. Diego Manna ha detto:

    mi go visto a barcola anca un nucleo de tossici tepisti degradai e sicuro drogai e genconi (che xe adiritura più de tossici) che zogava a ping pong, roba apolide za nel nome, inveze de zogar ale sane lavre patoche.

  12. luca ha detto:

    ah ah, pena che go visto la foto go pensà: “chissà se in sei i ghe la fa”,
    po go visto che i iera 7.
    Acrobatici, niente de dir

  13. aldo ha detto:

    al party cool del @6 valentina – quel con gay its vestidi streetstyle, drag quenn de jotassassina, la giulia cobez de playboy slovenia, el playboy patoco cola modela brasiliana o spagnola – xe stada invitada la siora Porfirio col’amica Sanlorge?

    ciò, podeva vignir fora un bel reportage se ale siore no ghe ciapava un cocolon in corso d’opera

  14. Lappo El Can ha detto:

    vi svelerò uno scoop: il top event della movida triestina sabato scorso è stato un secret show, a metà tra l’afterparty e il ritrovo da backstage, che si è tenuto al riparo dai flash dei paparazzi e dai reporters che si svegliano perchè non riescono a dormire. il dress code era adamitico, perchè la temperatura era molto hot, come hot erano pure le ladies che andavano a comporre il folto parterre di ospiti e infiltrati, tutti molto fashion e maledettamente glamour, anche grazie al paziente lavoro degli hair stylist e degli esperti di make up, pick up e shut up. special guest della serata il sedicente olandese martin, che da qualche tempo popola la sezione news dei principali networks locali, con il suo curriculum penale a livello internazionale (e poi non dite che a trieste i grandi ospiti non vengono): ha intrattenuto i presenti con un dj set che era anche un po’ visual art, partendo dal minimal e arrivando fino all’animal, e proprio per questo a tratti ha ricordato un orango, ma quello del crodino, perchè nel frattempo i drinks scorrevano a fiumi e il finger food era da leccarsi i fingers. presenti molti nightclubbers locali, ma per ragioni di privacy non posso far nomi. la serata si è conclusa alle prime luci dell’alba con il game più trendy della summer 2013, ovvero il lancio del cavalletto stando in equilibrio su un tappeto di lattine e bottiglie: vince chi centra la testa di una statua. top!

  15. Fiora ha detto:

    ma ‘lora nele ormai sclerotizade vene dela cità qualche spiritelo burlon ga sparà una flebo de qualche strighez tipo lasko più vinaza + similviagra (generico,ciò!el costa 11€ anca qua ‘desso che ala ditta ghe ga scadù l’esclusiva)…e cussì da cità de pensionati semo diventai una dele capitali dela movida?
    O xè visioni oniriche dela porfiria che magari de qualcossa la se fa e dopo la vedi orgiastiche acozaglie e i famosi corpi seminudi delle ragaze che sgambetano e sgomitano per agiudicasi una fascia, un scetro una celebrità efimera fino ala prima piova d’agosto?

  16. Fiora ha detto:

    @15
    che succoso reportage, Lappo! altro che visioni oniriche porfiriesche! la realtà supera la fantasia… Proprio tutto vero?
    magari il celeberrimo quasi omonimo risultava uso a “rinforzini” atti ad amplificare enfatizzandola la realtà…che il quasi omonimo sia anche quasi …omologo?

  17. dimaco il discolo ha detto:

    Ma degrado xe più de gradese?

  18. ufo ha detto:

    Ustia! E dove se andai trovarlo, un esperto de shut-up? Me par merce rara de sti tempi. Podessi servir qua in giro per boralandia…

    Ma a parte sto detalio, perché go sta strana sensazion de ciolta pel fioco? Va ben ciamar movida quei quatro bareti in centro che nianca un nol sà far un mojito onesto, se pol ciamarla licenza poetica, e de quando che xe morto Saba la patente de poeta no la se cava più a nissun, nianca ai analfabeti o ai Pierri. Pero con licenza o senza mi me par ssai come quei che el lùnedi i te conta che bel che iera in montania cola mountain bike de domilacinquezento euri, e dopo te capissi che i xe andai, in auto se capissi, fin Bazovica e se ga limità a far su e zò pel vialeto de Sincrotron…

    L’impresion che go, ve contavo, iera che magari soto soto ghe xe qualchidun che ghe tien a carigar un poco tuta sta facenda. Prima i vien fora col ataco de panico per i poveri scovazini che ghe toca lavorar de sabato matina perché la sera prima le orde barbariche, una volta tanto no balcaniche, i ga trasformà el saloto citadin in una roba tipi Napoli 2008. Perchè? I scovazini no i ga mai lavorà de sabato? Poi subito dopo vien (miracoli del calendario) el sabato sera, secondo logica se sa che vien prodote almeno altretante scovaze, zorno dopo xe domenica e scovazini no lavora e… nissun se corzi dela diferenza.

    Poi sta ultima verta del cavaloto: son dacordo che no xe bel e no xe de far cussì, no xe una bela roba per povero Netuno che el gavessi altro de pensar (el ga 14 lune de mantegnir con un stipendio solo, povera anima), e no xe bel nianca nei confronti del cavaloto, ma… almeno secondo mi l’unico motivo per scomodar diritura una intiera squadra de pompieri per sta robeta fussi se un gavessi intenzion de far cagnara mediatica. Va ben che no quel zorno no brusava de nissuna parte e no ghe iera aluvioni, ma no xe che per questo i poveri muli bisonia tazarge l’anima per ogni monada. Ala quarta foto del bugiardel se vedi ssai ben quanto “acrobatico” xe stà l’intervento: omo xe montà sula piera, ga slongà la man e dispicà el cavaloto. Senza che servissi l’autoscala, una scaleta, nianca un semplice imbrago che oramai xe obligo anca per sporzerse de un balcon. Un intervento che, se el cavaloto ghe dava tanto fastidio, i due urbi in tela foto gavessi podù dispicarselo de soli, senza bisonio de ciamar el socorso alpino, l’elicotero, i cani de tartufo e l’apogio aereo dela NATO.

    Mi, me spuza ssai che qualchidun ga voia o interese de gonfiar le robe. El seguito ala prosima puntata, e no go dubi che una prosima puntata ghe sarà.

  19. El baziloto ha detto:

    Disemose la verità: xe tuta ‘na furba azion de marketing boralaiana par convinser i veci che xe ora e tempo de cassarse in branda a la Casa Albergo Per Anziani “Enrico Caratti”, che la réclame vien fora in testa a sto po’ po’ de notizion.

  20. cita demone ha detto:

    boh,,,’co son vecia ormai vedo coi oci che me ritrovo i zovini maleducadi che ribalta tuto….e coll’ombrel me vien de darghe zò…giustisimo!
    ma a pensarghe ben,,,., nei ani rugenti dani xe stadi fati anca dai genitori responsabili de ogi.. e la roda che gira no se ferma mai..questo xe il drama de quela che ogi se ciamemo movida!…epoi quel maledeto de einstein che ga scoverto che tuto xe relativo!,e farse un spriz-aperol nel fratempo no??
    hic.,.

  21. Paolo Geri ha detto:

    Tornando agli aspetti un po’ più seri il nuovo Regolamento “movida” attualmente all’ esame delle Circoscrizioni per passare poi al Consiglio Comunale è abbastanza valido, responsabilizza fortemente gli esercenti e non lascia spazio a discrezionalità eccessive da parte dei controllori. Per capire se funzionerà davvero bisognerà vedere alla prova pratica.

    Quello su cui non sono assolutamente d’ accordo è definire una “bravata goliardica” la vicenda della statua del Nettuno. Non “toccare” le opere d’ arte dovrebbe essere naturale in ogni persona civile. O era una “bravata goliardica” anche il danneggiamento della Fontana del Giovannin in Ponterosso e il furto della pipa della statua di Saba ?!

  22. Paolo Stanese ha detto:

    @ Paolo Geri: concordo pienamente con il tuo giudizio sul venturo Regolamento.
    Quanto alla vicenda della statua, d’accordo anche con il principio “non toccare le opere d’arte”.il termine “bravata goliardica” è stato scelto proprio perché danneggiamento alla statua non c’è stato e dubito (non sono il solo) della dinamica del cavalletto “lanciato e infilato”, così come trovo esagerato definire “acrobatico” l’intervento dei Vigili del Fuoco.
    Magari sarò smentito dai video di sorveglianza, ma ho l’impressione che quell’attrezzo sia stato semplicemente apposto, al termine di una festa di laurea, al collo del dio del mare – con scarso rischio per la statua e per lo scalatore.
    Insomma, ho buona ragione per supporre che, ancora una volta, l’iperbolico linguaggio de “Il Piccolo” sia usato a sostegno di una tesi di parte e poco obiettiva.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *