11 Giugno 2013

Anche a Trieste i manichini viventi

Nella giornata della notte bianca di sabato 8 giugno, a Trieste, si è realizzato un qualcosa che ben rappresenta i nostri tempi.

Tempi moderni senza cuore ma dall’anima diabolica, ove regna un capitalismo sfrenato.
Ancora tempi che corrono a ritmi frenetici, frenesia nell’informazione che diventa non informazione, frenesia nel lavoro, frenesia nella vita quotidiana, tempi che mutano il diritto al lavoro in un privilegio ed i diritti ivi correlati semplicemente come una questione da superare.
Passeggi nel centro di Trieste, giunto alle spalle della statua di Saba vedrai un negozio e noterai qualcosa di diverso rispetto al solito.
Manichini viventi.
Uomini e donne seduti , fermi,immobili che pubblicizzeranno i vestiari di quell’attività commerciale.
Uomo e donna oggetto.
Peggio dell’uomo sandwich.
Certo, si dirà, ma è la stessa cosa che accade durante le sfilate di moda.
In quel momento l’uomo o la donna non sarà più tale, ma semplicemente un manichino che cammina, magari con quel tocco di classe ben caro alla solita borghesia, flash, luci, musica, e corpi magri all’inverosimile.
Perfezione imposta nell’imperfezione deprecata.
Sì, nella sostanza ed anche dal punto di vista pratico sarebbero la stessa ed identica cosa.
Manichino vivente che cammina sulla passerella, manichino vivente seduto dietro la vetrina trasparente di un negozio, ma con una piccola e sottile differenza, nel caso della sfilata di moda, si è in presenza di una sorta di arte, nel caso dell’esposizione dietro la vetrina si è in presenza esclusivamente nella mutazione dell’individuo in un prodotto pubblicitario, come un classico manichino di plastica.
Libertà di scelta.
Ognuno dispone del proprio corpo e del proprio essere uomo e donna come meglio crede.
Questa è una società che vive non per essere ma per apparire, ingannando le soggettività, perché se dovesse la presente società apparire per quello che è , dunque mostrare senza alcun velo la sua misera e dura essenza, allora sì che forse si assisterebbe a qualche processo rivoluzionario degno di tal nome, occhio non vede cuore non duole, un detto ancora valido, specialmente in tempo di crisi. Però quando l’occhio alcune volte vede, il cuore cerca di prevalere sulla ratio, giustificando ogni bestemmia verso la dignità umana, perché l’oltre,il cambiamento, reca timore.
Ed allora l’occhio vedrà ma senza osservare.
La dignità non ha prezzo?
Dipende cosa si intende per dignità.
Cosa è oggi la dignità?
Si è disposti a svolgere qualsiasi lavoro pur di guadagnare quattro soldi, però quei quattro soldi ti consentono di sopravvivere.
Si è disposti a qualsiasi cosa pur di avere l’ultimo prodotto del capitalismo, mutui, anche a spogliarsi o fare a botte pur di accaparrarsi le offerte esclusive del momento, perchè, con una dose dopo l’altra, mutando il superfluo in necessario, non per essere ma per adattamento, sei semplicemente drogato di consumismo.
Drogati di consumismo.
L’astinenza condurrà alla depressione.
La depressione è una malattia difficile da curare e non ancora pienamente compresa.
Il consumismo è il cuore vitale del capitalismo, se cade il consumismo il capitalismo vivrà uno stato certamente comatoso.
Quel manichino vivente che ho visto a Trieste, ma già diffuso in altre parti del mondo consumistico occidentale, deve indurre alla riflessione. Libertà di disporre del proprio corpo, libertà d’iniziativa economica che muta l’essere umano da soggetto in oggetto, quale etica e dignità nel capitalismo del XXI secolo?

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28 commenti a Anche a Trieste i manichini viventi

  1. michela ha detto:

    francamente non ho capito il senso di questo articolo. che sia semplicemente ironico? mi pare esagerata tutta questa filippica sui manichini viventi. oltretutto, negli anni Novanta c’era un negozio di lingerie in corso Italia, più o meno dove ora c’è Luisa Spagnoli, e per reclamizzare un nuovo tipo di collant ricorsero ad una modella in carne ed ossa (più ossa che carne, ovviamente) e la novità finì addirittura sulle pagine del Piccolo. niente di nuovo, e niente di avvilente mi pare. non trovo che i modelli viventi svendano la loro dignità più di certi laureati che si trovano a fare lavori umili. almeno, modelli e modelle si trovano solo a sopportare i dolori muscolari che provoca l’immobilità forzata e che comunque sono inferiori a quelli provocati dallo zappare in campagna!

  2. chanel slavich ha detto:

    I raffinati ragionamenti di Barone, “radical” nelle astratte “motivazioni”, sono “retrò” nei concreti effetti moraleggianti della sua “porfiriata”.
    Mi preme innanzitutto rilevare come la sua affermazione sui nostri “corpi magri all’inverosimile” sia destituita di ogni fondamento. Barone o non c’era, e scrive a vanvera, o ha seri probemi di vista. Chiunque sia stato alle sfilate e alle “vetrinate” della “notte bianca” di sabato scorso, ha pututo osservare corpi non “magri all’inverosimile”, ma longilinei e, rispettivamente, con tutte le curve e i muscoli a posto. Ho come il sospetto che, alla percezione di un osservatore terzo, quei corpi sembrerebbero molto più sani e attrattivi di quello di chi si è preso la briga di giudicarli.
    Per il resto del predicozzo di Barone,mi associo alle osservazioni contenute nella segnalazione della mia amica Valentina Bizjac, pubblicata sul Piccolo del 7.06.2013 con il titolo “IL CORPO E’ NOSTRO”, le cui considerazioni sul corpo delle donne sono estendibili ai corpi in generale:

    IL CORPO E’ NOSTRO
    Sul Piccolo del 4.06.2013, la signora De Boni Carlee si lamenta di aver visto in città un manifesto promozionale con “una ragazza quasi nuda” e che permettiamo che il corpo della donna venga messo in vetrina così”, mentre non vuole “che il corpo della donna serva a pubblicizzare prodotti”.
    E’ un’istanza per ora soltanto proposta in Italia, ma già accolta dal premier turco Erdogan, il quale ha vietato le immagini di donne “scoperte” nelle immagini pubblicitarie, sulla scia di analoghi divieti esistenti da sempre o introdotti di recente nei paesi islamici, ma presenti anche nel recente passato dei paesi occidentali.
    La polemica sul “corpo delle donne”, quando passa dalla legittima critica culturale alla richiesta di tradurla in una morale sociale valida per tutti o, peggio, in norme di legge coercitive, si pone sullo stesso terreno dei fondamentalismi religiosi, nel nome di una nuova religione civile, e dei totalitarismi politici, nel nome di un nuovo stato etico, con il risultato di reintodurre, adeguandola al nuovo contesto, la stessa morale tradizionale che negava alla donna il diritto esclusivo sul proprio corpo, conquistato dal femminismo, allora libertario, nel periodo successivo al ’68.
    La decisione di lavorare come modella per foto e video, “soprendo” il proprio corpo, spetta soltanto alla libera determinazione individuale della singola donna, non a uno stato che si arroghi il potere di decidere se è o non è etico l’uso del corpo delle donne in generale.
    In futuro spero di non dover scendere in piazza anch’io, qui in Italia, come i ragazzi di Istambul e Ankara, per difendere la mia libertà di scelta e la laicità dello stato contro il fondamentalismo proibizionista di una nuova religione civile che pretenda di vietare a norma di legge che mi possa “scoprire” per immagini pubblicitarie, bere alcol e chissà cos’altro.
    Valentina Bizjac
    (Il Piccolo, Segnalazioni, 7.06.2013)

    Aggiungo solo che, sebbene non sia chiaro se Barone voglia tradurre la sua critica culturale in morale sociale e norme di legge, però il sospetto è legittimo visto che questa è stata l’intenzione dichiarata esplicitamente dal presidente della camera dei deputati on.Boldrini, già distintasi prima per dichiarazioni dello stesso tenore sul web.

  3. hobo ha detto:

    boh, che il capitalismo sia anche potere sui corpi e’ ovvio, ma lo e’ anche quando lega alla catena di montaggio l’operaio/a e gli concede 2minuti e 37 secondi per pisciare. stare immobili in mutande deve essere un lavoro abbastanza di merda, in effetti. ma la domanda giusta da fare e’: quanto e’ lunga la pausa pisciata? qual e’ la paga oraria? vengono pagati i contributi? roba cosi’.

  4. michela ha detto:

    mah, voglio ancora credere che tutto questo chiasso per qualche modello immobile in vetrina (neppure una novità per Trieste, ve lo assicuro) sia in fondo una cosa scherzosa!

  5. capitano ha detto:

    #2 Nello specifico il corpo non è nostro ma del padrone.

  6. Fiora ha detto:

    @5
    Orpo ciò,che sentenzona ara Capitano! “Nello specifico” un vitz, spero! ‘ndemo dei! i ani svola e le se guanta do’ bori e un bel ricordo
    “Much ado for nothing!”
    Volevo meter tanto casin per gnente e concluder con viva l’A., ma pò “qualchedun” me se inombra .

  7. dimaco il discolo ha detto:

    uomo manichino? per farlo star drito ghe gà piazà un manigo de scova tal iodri?

  8. capitano ha detto:

    #6 io trovo la lettera della Bizjac uguale alla predica di un prete. L’antimoralismo acritico sta al gioco delle parti nella contrapposizione bigotti/emancipati.
    Se non c’è uno stracco di analisi da una parte ma solo dogmatismo non ne vedo nemmeno dall’altra che si arrabatta a contrapporsi seguendo gli stessi schemi mentali. Estrapolare la situazione in Turchia, poi per infarcirci il discorso con velleità antimoralistiche è proprio il colmo.
    Se si desidera mostrarsi dei paladini dell’antibachettonismo si scrive una lettera come quella, se si vuole capire come funziona il mondo ci si immedesima in chi dentro la vetrina ci sta per tirare a campare.

  9. Fiora ha detto:

    se ci mettiamo a parlare seriamente,Capitano ,io ti seguo fino al concetto dei due estremi uguali e contrari che finiscono per essere facce di una stessa medaglia.
    un po’ meno laddove proclami “ci si immedesima in chi dentro alla vetrina ci sta per tirare a campare”…lo “specifico” appunto.
    però ti assolvo nell’entità della tua tirata..non sei donna tu! non puoi quindi immedesimarti nel quot di vanità di sano esibizionismo delle belle figliole, scelte perché belle e ben proporzionate a valorizzare
    con la loro presenza il prodotto. Io lo capisco. sì!
    E ti prego non saltar sù con la manfrina della mercificazione del corpo e blabla correlati.
    E’ prima di tutto un’esperienza se stancante fisicamente, ampiamente ripagata non certo dai quattro soldi ma dalla gratificazione di esserci.
    Non facciamola apparire una riduzione in schiavitù .
    Fa niente se “turpi commercianti si saranno approfittati,lucrando sulla pelle delle ragazze per incentivare i lauti (???!!!) guadagni”.
    Loro, i manichini viventi da grandi riguarderanno le foto e se qualche mulza con gli anni ornerà il loro girovita,potranno pensare e dire con orgoglio quella volta lì,io c’ero!

  10. capitano ha detto:

    Io contesto la visione compartimentata di #2 del dibattito. Punto. Pensa che l’articolo di barone l’ho appena sfiorato e pensavo si parlasse di manichini maschi.
    Niente dibattiti sulla composizione organica del capitale, sono qui per capire chi beve e chi paga.

  11. Fiora ha detto:

    @10
    “sono qui per capire chi beve e chi paga”
    ah, beva chi gli va e pagare, di questi tempi si fa alla romana.
    E Karl si rivolterà nella tomba se per “composizione organica del capitale” io intendo i canonici 90/60/90? 😉

  12. aldo ha detto:

    Nel capitalismo il tempo di lavoro, con la mente e/o con il corpo, è sempre merce che si vende. Quindi, da un punto di vista di classe, la lotta è per il prezzo e le condizioni di questa vendita, non per il buon costume sociale dei lavori.
    Se, invece, come Barone, si pensa che il problema sia la mancanza di “etica e dignità” nei lavori d’immagine e nel consumismo del capitalismo del godimento del XXI secolo, mentre quest’etica e questa dignità vi sarebbero state nella catena di montaggio fordista e nella cultura dei sacrifici che le era funzionale nel XX secolo, allora mi pare evidente che Barone esprima dei concetti tipici di quello che Marx definiva “socialismo reazionario” e che è alla base del modo di pensare di gran parte dell’attuale sinistra (si fa per dire) italiana che ha importato da destra e fatto proprio l’etico-giustizialismo, lasciando ad altri il terreno del libertarismo, occupato nella sua versione americana.
    Le norme contro l’uso dei corpi nelle immagini pubblicitarie, fatte approvare da Erdogan e proposte dalla Boldrini, saranno anche diverse nelle motivazioni, ma sono simili nei contenuti.
    Se fossi una studentessa o uno studente che sbarca il lunario con questi lavoretti che anche magari gli piacciono di più di pulire i cessi, me ne fregherei della diversità di motivazioni etiche e sarei incazzato sia con Erdogan che con la Boldrini o con Barone.

  13. aldo ha detto:

    Trovo soprattutto ingiusto che, dopo un impegno di anni a costruire il proprio brand moraleggiante, la signora Franca Porfirio venga copiata nel suo prodotto comunicativo da Barone, come fanno i cinesi con le nostre piccole imprese.

  14. Fiora ha detto:

    “la cultura dei sacrifici era funzionale nel XX secolo”, Aldo?! Evidentemente al prof. Monti nessuno l’aveva aggiornato…

    @13
    Ci sono! Francaporfirio è il nick di Barone!
    😀

  15. Fiora ha detto:

    “quale etica e dignità nel capitalismo del XXI secolo ?”
    Risposta: restituire le braccia rubate all’agricoltura. A cominciare dai nobili!
    Conte o…Barone non si facciano sconti!

  16. capitano ha detto:

    #12 provocatoriamente divagando dato dell’etica possiamo sbattercene, uccidere per lavoro diventa solo una questione di chi paga meglio.

  17. Fiora ha detto:

    @16
    “provocatoriamente divagando” si finisce per privilegiare la grammatica, leggasi “uccidere per lavoro” rispetto la pratica,leggasi manichini viventi… sempre tassativamente “nello specifico”, eh?!

  18. betty blue ha detto:

    Il prof Barone ga scoperto davanti a una vetrina questi tipi de lavori molto vari(hostess immagine in fiere ed eventi, indossatrice per brand e faschion show, fotomodella per pubblicità, fashion e glamour, ragazza immagine in feste e locali, hair model in hair show, paddock girl in gare sportive, ecc. ecc.) che vien fatti da centinaia de migliaia de mule e decine de migliaia de muli (solo una agenzia on-line italiana ga più de centomila de lori che se proponi) sia per i soldini che per sodisfazion personale perchè per un come lui che ghe fa schifo ghe sè cento persone che ghe piasi e tanti te fa anche i complimenti.
    Se il prof Barone se informasi vedesi che i problemi de chi fa sti lavori no sè i trip mentali che se fa lui, ma il calo dei compensi orari, causadi dal fatto che con la crisi tante sè disposte a farse pagar poco pur de lavorar, i pagamenti sempre più dilatadi nel tempo e comunque spesso in ritardo, le scorrettezze de certe agenzie e datori de lavoro poco seri che non paga gli straordinari e certe volte non paga e basta.

    Riguardo il lavor de modella da vetrina, manichino xe un modo de dir perchè una no sè che no pol moverse e comunque sta anche sempre sdraiada o sentada:
    http://www.repubblica.it/2006/05/gallerie/cronaca/modella-vetrina/1.html

    Sull’anoressia pol eser che sia un problema nele sfilate dei superstilisti che xe quasi tuti gay e no ghe piasi le forme femminili e ciol mulete con fisici naturalmente filiformi e piatti che par efebi e alora pol capitar che certe che no sè cussì per natura per lavorar fa de tutto per dimagrir, ma diseme voi se le alle sfilate della nostra notte bianca xe mule e muli anoresici o al contrario in buona forma fisica:
    http://www.misstopolini.it/video/item/117-miss-topolini-centro-in-via.html

    Il mal no sè in questi lavori ma nei oci de chi guarda con cativeria e che invece no ghe interesa de veder quel mal che efetivamente pol eser, ma sè nele scoreteze che certe volte vien fatte nei confronti de chi lavora in questo settore.

  19. capitano ha detto:

    Io nello specifico ci resterei se non si finisse sempre nel ‘noinoistessieluniverso’.
    Comunque nello specifico se fossi uno studente che per sbarcare il lunario fa di questi lavoretti (ne ho fatti) cosa mi vieterebbe di dire che mi sento ridicolo e umiliato a indossare uno scafandro di pelo a 30 gradi sotto il sole? Ah ma vuoi mettere la libertà di non passare per socialista reazionario?

  20. maja ha detto:

    e grazie alle coverte di barone si scopre che capitano è un figo. anvedi tu. 😉

  21. capitano ha detto:

    Oh suvvia, era tutto merito dello scafandro di pelo 😉

  22. aldo ha detto:

    capitano,
    vai tranquillo, lo scafandro di pelo a 30° copre, non scopre, e quindi mi pare che nè Erdogan, nè la Boldrini nè Barone lo vogliano censurare

    “uccidere per lavoro” reca un danno (in questo caso definitivo) ad un altro e lo stato esiste per avere il monopolio della forza e impedire che questi danni vengano arrecati o per punire/rieducare chi li reca

    l’etica è individuale e quindi dell’etica degli altri non solo possiamo sbattercene, ma, a mio avviso, dobbiamo sbattercene in quanto cittadini: se lo stato persegue come reati comportamenti che non recano danno ad alcuno, ma al cosiddetto “buon costume”, allora siamo in presenza di uno stato etico che pretende di esercitare un potere, parziale o totale (stato etico totalitario) sulle menti e sui corpi

    “socialismo razionario” (Marx) non è un insulto, ma un concetto politico…l’attuale “socialismo reazionario” italiano, che esprime una cultura etico-giustizialista, è l’ideologia di gruppi sociali medio-piccolo borghesi legati a professioni nella pubblica amministrazione, che hanno perso status sociale con il passaggio dal capitalismo fordista-sacrificale a quello consumista-godereccio e che rimpiangono i tempi nei quali esercitavano un’autorità riconosciuta, adesso messa in discussione, e che dicono che stanno morendo i valori in assoluto, mentre ad essere moribondi sono quei valori che davano a loro status sociale, ma che ora non sono più funzionali a questa nuova fase del capitalismo che stiamo vivendo

    non è un caso che nei due segmenti meno abbienti (disoccupati/precari e operai) abbia vinto nettamente il voto di protesta al M5S e tra gli operai il centro-sinistra arrivi terzo anche dopo il centro-destra, mentre il centro-sinistra sia nettamente in testa tra dipendenti pubblici e pensionati di fascia medio-alta: questo avviene perchè il centro-sinistra esprime prevalentemente un socialismo di tipo “reazionario”, come lo chiamava Marx, mentre, quando PCI e PSI esprimevano un socialismo di classe a votarli erano in prevalenza operai e precari/disoccupati e il pubblico impiego votava quella DC che, tra l’altro, si occupava anche di difendere il “buon costume”

  23. aldo ha detto:

    @18 betty blue

    video dele sfilate ala notte bianca: orpo, le robe se vien a saverle sempre dopo…

    …visto che iero ala notte bianca, se savevo andavo a veder ste sfilate tanto per rifarme i oci…

    …no, intendevo dir che saria andà per acquisir info visive utili a esercitar una critica su sti lavori privi de “etica e dignità”

  24. sara ha detto:

    Concordo con Michela. Potrebbe essere uno scherzo. Tipico umorismo triestino, di derivazione yiddish. Dire cose esagerate con tono serio.
    Se seriamente bacchettone, le considerazioni pratiche di betty blu al #18 assomigliano a quelle di mia sorella. E’ all’università, ma fa questi lavori già dal liceo per pagarsi i suoi sfizi.

  25. aldo ha detto:

    uno scherzo? magari! di “scherzi” come questo ce ne sono sempre di più ed è ora di rispondere per le rime

    in occasione di una passata edizione, la Barcolana aveva preparato un manifesto pubblicitario con l’immagine di una sirena, alla quale aveva dato il volto una modella triestina, della quale non si vedevano comunque le parti intime perchè era sdraiata pancia a terra

    per questa banalissima immagine erano scattate le proteste di ambienti pseudo-femministi e dell’integralismo cattolico e la Barcolana, per evitare polemiche, aveva preferito ritirare il manifesto e farne un altro

    poi era uscita sul Piccolo una presa di posizione di non mi ricordo quale associazione cattolica integralista che faceva la morale non solo alla manifestazione, ma anche alla modella in questione perchè si lasciava sfruttare il corpo…cioè faceva il suo lavoro di modella

    tutto questo, non per scherzo, ma molto seriamente, nella “laica” Trieste, tre o quattro anni fa

  26. michela ha detto:

    sì, è vero, ricordo bene il fatto. all’epoca parlai con un signore che lavorava nell’agenzia che aveva creato proprio quella pubblicità. senza dire che una bella sirena impersonata da una ragazza del luogo, è tema assolutamente congruo per pubblicizzare la Barcolana! trovo assurdo “rimproverare” le modelle, come gli islamici che minacciarono Claudia Schiffer per aver indossato in una sfilata, un abito decorato con versetti coranici ricamati sul tessuto….cosa ne poteva sapere lei? ci mancherebbe poi che le indossatrici facessero obiezioni sui vestiti spesso orrendi che gli vengono fatti indossare…non troverebbero più lavoro, suppongo.

  27. aldo ha detto:

    non 4 secoli fa, ma 4 anni fa, non in Iran o in Arabia Saudita, ma a Trieste, questo era il manifesto che la Barcolana ha dovuto ritirare per evitare polemiche:

    http://www.velablog.com/2009/06/23/barcolana-41-dal-3-all11-orrobre-2009

  28. aldo ha detto:

    A Castua, nel Quarnero, il parroco Franco Jurcevic ha proibito l’esposizione al pubblico nella sconsacrata Cappella della Santissima Trinità, di tre quadri perchè raffiguranti donne e uomini nudi.
    Aspetto il plauso di Barone al bravo sacerdote che ha impedito l’esposizione di immagini di corpi mercificati di modelle e modelli che sono stati pagati per esporre i propri corpi da parte di chi ha realizzato i recenti dipinti con questi manichini viventi.

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